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Giurisprudenza Tributaria

Estinzione processo tributario: il caso della tregua

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario tra una società e l’Agenzia delle Entrate. La decisione si basa sull’adesione della società a una procedura di definizione agevolata delle liti pendenti, come previsto dalla normativa recente. L’inserimento della controversia in un apposito elenco da parte dell’Agenzia ha confermato la regolarità della procedura, portando alla fine del giudizio con spese a carico di chi le ha sostenute.

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Estinzione del giudizio: silenzio dopo la proposta

Un contribuente ha presentato ricorso in Cassazione contro l’Agenzia delle Entrate. La Corte ha avanzato una proposta di definizione agevolata del giudizio. A causa della mancata risposta del ricorrente entro il termine di 40 giorni, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, equiparando il silenzio a una rinuncia al ricorso.

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Estinzione del processo: la definizione agevolata

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario a seguito della definizione agevolata della lite da parte del contribuente, come documentato dall’Amministrazione Finanziaria. La decisione chiarisce che l’inclusione della controversia in appositi elenchi prova l’avvenuta definizione, portando all’estinzione, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Estinzione giudizio Cassazione: cosa accade se taci

Una contribuente propone ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. La Suprema Corte, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., formula una proposta di definizione del giudizio. La ricorrente, tuttavia, non risponde entro il termine di 40 giorni. Di conseguenza, il suo silenzio viene interpretato come rinuncia al ricorso, portando all’estinzione del giudizio di Cassazione e alla sua condanna al pagamento delle spese processuali a favore dell’Agenzia delle Entrate.

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Estinzione del giudizio: la guida completa

Una società e i suoi soci hanno impugnato una sentenza tributaria in Cassazione. A seguito di una proposta di definizione del giudizio, la parte ricorrente non ha richiesto una decisione entro il termine di 40 giorni. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia presunta, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese legali. La decisione evidenzia l’importanza del rispetto dei termini procedurali.

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Estinzione processo tributario per rottamazione quater

Un contribuente, durante un ricorso in Cassazione contro una decisione della Commissione Tributaria, ha aderito alla “rottamazione quater” prevista dalla L. 197/2022. Avendo fornito prova del perfezionamento della procedura, la Corte ha dichiarato l’estinzione processo tributario, poiché i debiti oggetto della controversia sono stati estinti per legge.

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Sanzione contributo unificato: no alla riduzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22498/2025, ha stabilito che la sanzione per omesso o parziale versamento del contributo unificato non è riducibile dal giudice. La Corte ha chiarito che si applica una disciplina speciale e oggettiva, che non permette di valutare il comportamento del contribuente o altre circostanze attenuanti. Pertanto, la sanzione, che può arrivare fino al 200% dell’importo dovuto, deve essere applicata in modo automatico in caso di mancato pagamento, prevalendo sulle norme generali in materia di sanzioni tributarie.

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Estinzione del giudizio: il silenzio che costa caro

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio tributario perché la società ricorrente non ha risposto alla proposta di definizione formulata dalla Corte stessa. La mancata risposta entro 40 giorni, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., è stata interpretata come una rinuncia al ricorso, portando alla chiusura del processo e alla condanna della società al pagamento delle spese legali.

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Regime del margine: no per beni da Paesi extra UE

Un imprenditore importava smartphone ricondizionati dalla Cina, via Belgio, con regime doganale ’42’, applicando il regime del margine IVA. La Cassazione ha stabilito che i due regimi sono incompatibili: il regime del margine non si applica ai beni importati da Paesi extra UE, poiché la loro origine non cambia con il transito in un altro Stato membro.

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Efficacia retroattiva classamento: no per l'IMU

Un consorzio di bonifica chiedeva l’esenzione IMU per gli anni 2013-2014 in virtù di un classamento catastale in categoria esente ottenuto solo nel 2020. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha negato l’efficacia retroattiva del classamento catastale, stabilendo che la variazione ha effetto solo per il futuro. La Corte ha chiarito che, ai fini IMU, vale la rendita iscritta in catasto al 1° gennaio dell’anno d’imposta, e la retroattività è ammessa solo in caso di correzione di un errore palese e incontestabile commesso dall’ufficio, circostanza non verificatasi nel caso di specie, dove la variazione derivava da un accordo conciliativo.

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Estinzione del giudizio per rottamazione dei carichi

Una società, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Commissione Tributaria, ha aderito alla definizione agevolata dei carichi pendenti. Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, chiudendo il contenzioso senza una pronuncia nel merito e senza statuire sulle spese legali.

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Estinzione del processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con un recente decreto, ha dichiarato l’estinzione del processo tributario a seguito dell’adesione di un contribuente a una procedura di definizione agevolata. La decisione si fonda sulla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che attestava la regolarizzazione della controversia, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023. Di conseguenza, il processo è stato dichiarato estinto, con le spese a carico della parte che le ha anticipate.

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Contraddittorio preventivo: quando è obbligatorio?

Un professionista ha impugnato un avviso di accertamento per IRPEF, IRAP e IVA, lamentando la violazione del contraddittorio preventivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, specificando che per i tributi non armonizzati l’obbligo non è generalizzato. Per i tributi armonizzati come l’IVA, invece, la nullità dell’atto scatta solo se il contribuente dimostra concretamente quali difese avrebbe potuto sollevare.

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Estinzione del giudizio: cosa accade con la rinuncia

Un’amministrazione finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione contro un agente della riscossione, ma ha successivamente rinunciato all’azione. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, come previsto dalla legge in caso di rinuncia. La Corte ha inoltre stabilito che non vi era motivo di decidere sulla ripartizione delle spese legali.

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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario tra l’Agenzia delle Entrate e un contribuente. La decisione si basa sull’inserimento dell’atto impositivo in un elenco di controversie definite ai sensi della legge n. 197 del 2022, documentando così la regolare definizione della lite. Le spese restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Estinzione processo tributario: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario. Una società aveva aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. L’inserimento della controversia in un elenco dell’Agenzia delle Entrate è stato considerato prova sufficiente della regolarizzazione, portando alla fine del giudizio. Le spese restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Estinzione processo tributario: il caso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito della regolare definizione della controversia da parte di una società. L’inserimento del contenzioso in un apposito elenco da parte dell’Agenzia delle Entrate, in conformità con la normativa sulla definizione agevolata delle liti (Legge n. 197/2022), e l’assenza di diniego hanno determinato la chiusura del giudizio. Le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Accertamento induttivo: ok per antieconomicità grave

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento induttivo puro nei confronti di una società operante nel settore dell’arte. La decisione si fonda sulla prolungata e ingiustificata antieconomicità della gestione aziendale, unita ad altre anomalie, ritenute sufficienti a compromettere l’intera attendibilità delle scritture contabili e a giustificare la ricostruzione del reddito da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

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Operazioni inesistenti: Cassazione su IVA e costi

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di una Commissione Tributaria Regionale che aveva dato ragione a una società del settore energetico in un caso di operazioni inesistenti. L’Amministrazione Finanziaria aveva contestato la deduzione di costi e la detrazione IVA per compravendite circolari di energia elettrica, ritenute fittizie. La Cassazione ha stabilito che i giudici di merito hanno errato nel basare la loro decisione su un decreto di archiviazione penale, che non è vincolante nel processo tributario, e nel non aver valutato in modo complessivo e rigoroso tutti gli indizi di frode presentati, come le transazioni a somma zero e l’assenza di un reale scambio fisico di energia. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Prescrizione rimborso fiscale: la Cassazione decide

Una società ha richiesto un rimborso fiscale per imposte versate in eccesso circa trent’anni prima. L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso eccependo la prescrizione. La Corte di Cassazione ha dato ragione all’Amministrazione Finanziaria, stabilendo che la norma che le impediva di eccepire la prescrizione per vecchi crediti IRPEG e IRPEF (L. 350/2003) non è perpetua, ma ha una validità di dieci anni dalla sua entrata in vigore. Essendo la richiesta successiva a tale termine, la prescrizione del rimborso fiscale è stata correttamente applicata.

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