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Giurisprudenza Tributaria

Principio di competenza: Cassazione chiarisce i ricavi
Un ex socio di una società di persone impugnava un avviso di accertamento per maggiori redditi da partecipazione. La Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che, in base al principio di competenza, i ricavi sono tassabili nell'anno in cui sorge il diritto a percepirli, indipendentemente dall'effettivo incasso. Inoltre, ha chiarito che l'istanza di accertamento con adesione per la società non sospende i termini di ricorso per l'avviso notificato al socio.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5705/2024, ha rigettato il ricorso di una società di scommesse estera, confermando la sua responsabilità solidale con il centro trasmissione dati (CTD) italiano per il pagamento dell'imposta unica scommesse relativa all'anno 2014. La Corte ha stabilito che la normativa non viola il diritto dell'Unione Europea, in quanto si applica a tutte le scommesse raccolte sul territorio italiano. Inoltre, ha chiarito che l'illegittimità costituzionale precedentemente dichiarata per la stessa norma riguarda solo i periodi d'imposta anteriori al 2011, poiché dal 2011 in poi le parti avevano la possibilità di adeguare i loro contratti per ripartire il carico fiscale.
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Imposta unica scommesse: sì al Fisco per bookmaker
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5693/2024, ha stabilito che l'imposta unica sulle scommesse è dovuta anche dai bookmaker esteri che operano in Italia senza la concessione statale, tramite una rete di centri di trasmissione dati (CTD). La Corte ha respinto il ricorso di una società di scommesse, confermando che la normativa fiscale italiana non viola i principi di non discriminazione e di libera prestazione dei servizi dell'Unione Europea. La decisione chiarisce che sia il bookmaker estero sia il gestore del CTD locale sono soggetti passivi d'imposta in solido, in quanto entrambi partecipano all'organizzazione e all'esercizio dell'attività di scommesse sul territorio nazionale. Viene così confermata la piena legittimità dell'imposizione fiscale anche per gli operatori privi di titolo concessorio.
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Imposta di registro: no a riqualificazione extratestuale
Una società aveva realizzato un'operazione complessa, conferendo un ramo d'azienda in una nuova società per poi cedere la totalità delle partecipazioni. L'Amministrazione Finanziaria aveva riqualificato l'intera operazione come una cessione d'azienda, applicando una maggiore imposta di registro. La Corte di Cassazione ha respinto tale approccio, stabilendo che, in base alla normativa vigente, l'imposta di registro deve essere applicata solo sulla base del contenuto e degli effetti giuridici del singolo atto presentato alla registrazione, senza poter considerare elementi esterni o atti collegati per riqualificarne la natura.
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Avviso di accertamento: firma e prova della delega
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5721/2024, ha stabilito che un avviso di accertamento non possiede fede pubblica. Di conseguenza, la semplice menzione dell'esistenza di una delega di firma al funzionario che lo ha sottoscritto non è sufficiente a provarne la validità. Spetta all'Amministrazione Finanziaria dimostrare in giudizio, in caso di contestazione da parte del contribuente, l'effettiva esistenza e validità di tale delega. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente attribuito valore di prova sufficiente alla dichiarazione contenuta nell'atto stesso, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Termine rimborso IVA: la Cassazione e la decadenza
Una società ha richiesto un rimborso IVA per fatture non registrate anni prima. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che il termine rimborso IVA per versamenti indebiti è di due anni. La Corte ha chiarito che questo termine di decadenza decorre dalla data del pagamento errato e non può essere sostituito dalla prescrizione decennale, applicabile solo in circostanze diverse.
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Distrazione delle spese: la correzione dell’errore
Una società agricola vince una causa contro l'Agenzia delle Entrate, ma la Corte di Cassazione omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese a favore dei legali. Con un'ordinanza successiva, la Corte qualifica tale omissione come un errore materiale, disponendone la correzione. Questa decisione chiarisce che per sanare tale dimenticanza non è necessaria un'impugnazione, ma è sufficiente il più rapido procedimento di correzione, garantendo così una tutela più celere per l'avvocato.
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Definizione agevolata: lite estinta in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario riguardante due professionisti accusati di aver posticipato l'incasso dei compensi da una società da loro partecipata. L'estinzione non è avvenuta nel merito della questione, ma perché i contribuenti hanno aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge, sanando la pendenza e chiudendo il contenzioso.
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Notifica cartella pagamento: le regole della Cassazione
Un contribuente ha contestato la validità di una notifica di cartella di pagamento perché consegnata a un terzo non familiare senza l'invio della raccomandata informativa. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5707/2024, ha respinto il ricorso, chiarendo che la notifica diretta da parte dell'agente della riscossione segue le regole del servizio postale ordinario, che non prevedono tale adempimento. Il ricorrente è stato anche condannato per abuso del processo.
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Autotutela parziale: quando è una rettifica lecita
Una società impugnava un atto di autotutela parziale con cui l'Agenzia delle Entrate, in pendenza di giudizio, aveva annullato il recupero dell'IVA su operazioni inesistenti, applicando però una sanzione ridotta in base a una normativa più favorevole sopravvenuta (principio del favor rei). La società sosteneva che si trattasse di una sostituzione illegittima della pretesa originaria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'atto non costituisce una nuova pretesa, ma un legittimo ridimensionamento della richiesta iniziale, reso necessario dalle modifiche normative. Pertanto, l'autotutela parziale è stata ritenuta corretta.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
Una società nautica aveva ottenuto ragione nei primi due gradi di giudizio contro una pretesa IVA dell'Amministrazione Finanziaria sulla vendita di un'imbarcazione all'estero. Durante il ricorso in Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata, pagando quanto dovuto. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del processo per cessazione della materia del contendere, senza entrare nel merito della questione originaria.
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Art. 20 dPR 131/1986: Limiti alla Riqualificazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5703/2024, ha stabilito che, ai fini dell'imposta di registro, la tassazione deve basarsi esclusivamente sul contenuto dell'atto presentato per la registrazione. In applicazione del novellato art. 20 dPR 131/1986, non è possibile per l'Agenzia delle Entrate riqualificare una complessa operazione societaria (conferimento di ramo d'azienda seguito da cessione di quote) in una cessione d'azienda, basandosi su elementi extratestuali o sul collegamento negoziale. La Corte ha rigettato il ricorso dell'Agenzia, confermando che l'imposta di registro ha natura di 'imposta d'atto' e che eventuali contestazioni di abuso del diritto devono seguire le garanzie procedurali dell'art. 10-bis dello Statuto del Contribuente.
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Canoni non riscossi: quando si pagano le tasse?
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per canoni non riscossi da una locazione non abitativa, sostenendo la risoluzione del contratto per inadempimento dell'inquilino. La Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il reddito va dichiarato fino alla risoluzione formale del contratto e condannando il ricorrente per abuso del processo.
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Credito IVA omessa dichiarazione: sì alla detrazione
Una società si è vista negare un credito IVA a causa della mancata presentazione della dichiarazione annuale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il diritto sostanziale alla detrazione del credito IVA prevale sulla mera omissione formale, a condizione che l'esistenza del credito sia provata e che venga esercitato entro il termine biennale. Pertanto, il recupero del credito IVA in caso di omessa dichiarazione è stato ritenuto legittimo.
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Esenzione IVA fisioterapista: la Cassazione decide
Un fisioterapista si è visto negare l'esenzione IVA in quanto non iscritto a un albo professionale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: per l'esenzione IVA fisioterapista è sufficiente il possesso di un valido titolo abilitante che certifichi la competenza professionale. L'iscrizione a un albo, secondo la Corte, non è un requisito necessario per beneficiare dell'agevolazione fiscale prevista per le prestazioni sanitarie.
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Redditometro: niente contraddittorio per il 2007
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5659/2024, ha respinto il ricorso di una contribuente contro un avviso di accertamento basato sul redditometro per l'anno 2007. La Corte ha chiarito che l'obbligo di contraddittorio preventivo, introdotto nel 2010, non ha efficacia retroattiva e non si applica ai periodi d'imposta precedenti al 2009. È stato inoltre ribadito che per vincere la presunzione del redditometro, il contribuente deve fornire prova rigorosa della provenienza non imponibile delle somme utilizzate.
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Principio di corrispondenza: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di una commissione tributaria regionale che aveva accolto l'appello di un imprenditore contro un accertamento fiscale. La commissione aveva basato la sua decisione sulla congruità dei ricavi agli studi di settore, un'eccezione mai sollevata dal contribuente. La Cassazione ha ravvisato una violazione del principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, stabilendo che il giudice non può decidere su questioni che devono essere sollevate esclusivamente dalla parte. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Prescrizione debiti fiscali: la Cassazione chiarisce
Un contribuente ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo la prescrizione di un debito fiscale e l'illegittima rappresentanza in giudizio dell'Agente della Riscossione. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la validità della rappresentanza tramite avvocati esterni nelle liti tributarie. In merito alla prescrizione dei debiti fiscali, ha stabilito che per i tributi erariali, resi definitivi da un atto amministrativo e non da una sentenza, si applica il termine ordinario di dieci anni e non quello breve di cinque, non potendosi considerare prestazioni periodiche.
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Imposta unica scommesse: legittima per bookmaker esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5675/2024, ha rigettato il ricorso di un bookmaker estero contro l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, confermando la piena legittimità dell'applicazione dell'imposta unica sulle scommesse. La Corte ha stabilito che la normativa italiana non è discriminatoria né contraria al diritto UE, e ha riaffermato la responsabilità solidale tra il bookmaker estero e il Centro Trasmissione Dati (CTD) locale per il pagamento del tributo relativo all'anno 2013.
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Confisca doganale: rinvio alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso di confisca doganale. La questione centrale riguarda la compatibilità della confisca obbligatoria prevista dalla legge italiana con il principio di proporzionalità del diritto dell'Unione Europea. Poiché tale questione è già pendente di fronte alle Sezioni Unite, la Corte ha deciso di rinviare il caso in attesa di una pronuncia nomofilattica che fornisca un indirizzo interpretativo uniforme.
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