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Giurisprudenza Tributaria

Ristorni ai soci e limiti del giudice del rinvio

Una società cooperativa si è vista contestare dall’Agenzia delle Entrate la deducibilità dei ristorni ai soci, poiché ritenuti comprensivi di imposte non deducibili (Irap e Ires). La Corte di Cassazione, in una precedente pronuncia, aveva rinviato la causa al giudice di merito per l’accertamento di questo fatto decisivo. Il giudice del rinvio, tuttavia, ha erroneamente interpretato la pronuncia della Cassazione, ritenendo che il fatto fosse già stato accertato. Con la presente ordinanza, la Suprema Corte ha nuovamente cassato la decisione, ribadendo che il giudice del rinvio ha il dovere di procedere a una nuova valutazione dei fatti oggetto del rinvio, senza potersi sottrarre all’accertamento demandatogli.

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Notifica irreperibilità assoluta: quando è nulla

La Corte di Cassazione conferma la nullità di una notifica per irreperibilità assoluta effettuata dall’Agenzia delle Entrate. La sentenza stabilisce che, in assenza di un’adeguata attestazione delle ricerche svolte dal messo notificatore nella relata, la notifica è invalida. Di conseguenza, vengono annullati anche gli atti successivi, come le iscrizioni ipotecarie, che si basavano su tale notifica viziata.

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Frode IVA: quando il venditore è responsabile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21569/2025, chiarisce la responsabilità del cedente in caso di frode IVA commessa dall’acquirente che si dichiara falsamente ‘esportatore abituale’. La Corte ha stabilito che i soli controlli formali non sono sufficienti a dimostrare la buona fede del venditore. È necessario un esame complessivo di tutti gli indizi a disposizione per escludere che il venditore sapesse o dovesse sapere della frode. Viene inoltre ribadita l’autonomia del giudizio tributario rispetto a quello penale, specificando che un’assoluzione in sede penale non è automaticamente vincolante per il giudice tributario.

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Estinzione processo tributario: il decreto della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario in seguito all’adesione di una società alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022. Avendo la società ricorrente presentato domanda e versato gli importi dovuti, e in assenza di un diniego da parte dell’amministrazione finanziaria, il giudizio pendente è stato chiuso senza una decisione nel merito, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Notifica cartella esattoriale: quando l'eccezione è tardiva?

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento, lamentando la mancata notifica delle cartelle esattoriali presupposte. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, sottolineando che le eccezioni relative alla notifica della cartella esattoriale devono essere sollevate tempestivamente nel primo grado di giudizio. La tardiva contestazione ha reso inammissibili tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli sulla prescrizione, poiché la validità della notifica non poteva più essere messa in discussione. La sentenza evidenzia il principio fondamentale della tempestività nel processo tributario.

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Definizione agevolata sanzioni: come si calcola?

Un professionista, sottoposto a controllo fiscale per redditi non dichiarati e costi indeducibili, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo dell’importo dovuto per la definizione agevolata sanzioni, si devono scomputare tutte le somme già versate dal contribuente, incluse quelle pagate a titolo di sanzioni in misura ridotta. L’accoglimento del ricorso sul diniego di condono ha comportato l’estinzione del giudizio principale.

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Credito IVA: diritto alla detrazione anche senza dich.

Una società di costruzioni, pur avendo omesso la dichiarazione dei redditi e IVA per il 2008, ha richiesto la compensazione di un credito IVA maturato nel 2007. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21529/2025, ha stabilito che il diritto alla detrazione del credito IVA prevale sugli obblighi formali, come la presentazione della dichiarazione. La Corte ha cassato la sentenza precedente, rinviando il caso al giudice di merito per verificare la sussistenza dei requisiti sostanziali del credito, purché il diritto sia stato esercitato entro i termini di decadenza.

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Spese processuali: decide l'esito finale della lite

Un Comune impugnava una decisione sulla compensazione delle spese legali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, riaffermando che la liquidazione delle spese processuali si basa sull’esito complessivo dell’intera lite (principio della soccombenza globale) e non sui risultati delle singole fasi procedurali, anche in caso di giudizio di rinvio.

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Stabile organizzazione: motivazione nulla, caso rinviato

Una società estera era stata ritenuta responsabile per i debiti IVA di un’azienda italiana, qualificata come sua stabile organizzazione. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione per “motivazione apparente”, criticando la mancanza di prove concrete e di un ragionamento logico da parte dei giudici di merito. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame, sottolineando che l’onere della prova per dimostrare l’esistenza di una stabile organizzazione spetta all’Amministrazione Finanziaria.

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TARI hotel stagionale: imposta dovuta per tutto l'anno

Una società alberghiera, operante con licenza annuale ma con attività stagionale, ha contestato un avviso di accertamento per la TARI, richiedendo una riduzione per il periodo di chiusura. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che per ottenere l’esenzione non basta una scelta soggettiva di chiusura. È necessario dimostrare una “oggettiva inutilizzabilità” dei locali. Di conseguenza, la TARI per un hotel stagionale con licenza annuale è dovuta per l’intero anno, poiché la mera disponibilità dei locali costituisce il presupposto impositivo.

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Estinzione processo tributario: il caso di oggi

Un decreto della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per l’estinzione del processo tributario. A seguito dell’inserimento della controversia in un elenco per la definizione agevolata e della mancata presentazione di un’istanza di trattazione da parte di entrambe le parti, il giudizio è stato dichiarato estinto. Le spese legali restano a carico di chi le ha sostenute.

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Notifica diretta valida: la Cassazione fa chiarezza

Un contribuente si è visto respingere il ricorso in due gradi di giudizio per un presunto difetto di notifica. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo la piena validità della notifica diretta processo tributario effettuata mediante consegna a mano a un impiegato dell’ente, quando comprovata dal timbro e dalla data apposti sulla copia dell’atto. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per un nuovo esame.

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Detrazione fiscale e comodato: la prova decisiva

La Corte di Cassazione ha negato la detrazione fiscale per interventi di risparmio energetico a un contribuente che, pur avendo un contratto di comodato, non ha mai avuto la detenzione effettiva dell’immobile. La Corte ha stabilito che la mera esistenza di un titolo formale non è sufficiente se l’Agenzia delle Entrate fornisce prove, anche indiziarie, che dimostrano l’assenza di un reale rapporto di fatto con il bene, come in questo caso in cui l’immobile era occupato dall’usufruttuaria.

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Notifica comunicazione preventiva: nullità e spese legali

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di iscrizione ipotecaria, analizzando la validità della notifica comunicazione preventiva. L’ordinanza chiarisce che il giudice può rilevare la nullità di una notifica anche se non specificamente contestata dal contribuente, qualora sia stata mossa una contestazione generale. La Corte ha inoltre accolto il ricorso del contribuente sulla compensazione delle spese legali, ritenendo illegittima la motivazione del giudice di merito basata su generici mutamenti giurisprudenziali.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia tacita in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in un caso tributario a causa della mancata risposta della parte ricorrente alla proposta di definizione agevolata. A seguito del silenzio, protrattosi oltre il termine di quaranta giorni, il ricorso è stato considerato rinunciato ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali a favore della controparte, un ente comunale.

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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito dell’adesione del contribuente a una definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. La comunicazione dell’Agenzia delle Entrate, attestante la regolarità della procedura, ha determinato l’automatica chiusura del giudizio. Il decreto ha inoltre stabilito che le spese legali restano a carico di ciascuna parte che le ha anticipate, confermando così un’importante regola procedurale in materia di estinzione processo tributario.

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Rimborso imposta registro: da quando decorre il termine?

Un contribuente ha chiesto il rimborso dell’imposta di registro pagata in eccesso a causa di una rendita catastale ridotta da una sentenza precedente all’acquisto, ma annotata nei registri solo anni dopo. La Cassazione ha stabilito che il termine di decadenza di tre anni per la richiesta di rimborso imposta registro decorre non dalla data del pagamento, ma dalla data di annotazione della variazione, momento in cui il contribuente ha potuto conoscere il suo diritto.

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Estinzione ricorso per silenzio: la decisione della Corte

Una società ha impugnato una sentenza tributaria in Cassazione. La Corte, dopo aver formulato una proposta di definizione, dichiara l’estinzione del ricorso per silenzio, poiché la ricorrente non ha chiesto una decisione entro 40 giorni, configurando una rinuncia tacita come previsto dalla procedura.

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Riduzione ICI immobile inagibile: la Cassazione decide

Una società immobiliare ha richiesto la riduzione dell’ICI per un fabbricato inagibile. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la riduzione ICI immobile inagibile del 50% spetta anche senza una richiesta annuale, a condizione che il Comune sia già a conoscenza dello stato di degrado del bene. La Corte ha chiarito che la causa dell’inagibilità è irrilevante ai fini del beneficio fiscale, annullando la precedente decisione e rinviando il caso per un nuovo giudizio.

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Reddito d'impresa agricolo: quando scatta l'induttivo

La Corte di Cassazione chiarisce che l’attività di allevamento che supera i limiti per essere considerata agraria genera reddito d’impresa agricolo. La mancata dichiarazione di questa parte di reddito giustifica l’applicazione dell’accertamento induttivo da parte dell’Agenzia delle Entrate, anche nei confronti di un imprenditore agricolo. La sentenza di merito che aveva annullato l’avviso è stata cassata con rinvio.

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