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Giurisprudenza Tributaria

Notifica irreperibilità: le ricerche del Fisco

Un contribuente, trasferitosi senza comunicare la nuova residenza, impugnava un avviso di accertamento sostenendo la nullità della notifica per irreperibilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’Amministrazione Finanziaria non è tenuta a svolgere indagini complesse (come la verifica delle utenze domestiche) per rintracciare il contribuente. Le ricerche basate sull’ordinaria diligenza, come la consultazione dei registri anagrafici, sono sufficienti a perfezionare la notifica per irreperibilità, gravando sul cittadino l’onere di comunicare le variazioni di indirizzo.

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Notifica cartella esattoriale: quando è valida?

Una società ha impugnato una cartella di pagamento sostenendo l’invalidità della notifica effettuata tramite un operatore postale privato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando un principio consolidato: per la notifica cartella esattoriale eseguita direttamente dall’Agente della Riscossione tramite raccomandata con avviso di ricevimento, si applicano le norme del servizio postale ordinario. Non sono quindi necessarie le formalità più stringenti previste per gli atti giudiziari, come la relata di notifica o l’invio di una seconda raccomandata informativa (CAN). La consegna del plico, attestata dall’avviso di ricevimento, è sufficiente a perfezionare la notifica.

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Residenza fiscale estero: la convenzione prevale

Un professionista con centro degli interessi in Spagna ma iscritto all’anagrafe italiana si è visto negare un rimborso fiscale. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per determinare la residenza fiscale estero, le convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni prevalgono sulla normativa nazionale. Pertanto, il criterio formale dell’iscrizione anagrafica cede il passo a quello sostanziale del ‘centro degli interessi vitali’ situato all’estero, accogliendo il ricorso del contribuente.

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Revocazione sentenza: addio imposta di registro?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imposta di registro non è dovuta su una sentenza che, nel corso del giudizio tributario, viene revocata. La revocazione della sentenza, infatti, fa venire meno il presupposto stesso dell’imposizione fiscale. Di conseguenza, il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, che insisteva per la tassazione, è stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché non vi era più un atto valido da tassare.

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Notificazione diretta accertamento: la CAD non serve

Una contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IMU sostenendo un vizio di notifica. La Corte di Cassazione ha chiarito che nella notificazione diretta di un accertamento fiscale, eseguita a mezzo posta dall’ente impositore, in caso di assenza del destinatario non è necessario l’invio della raccomandata informativa (CAD). La notifica si perfeziona per compiuta giacenza dopo dieci giorni, applicando le regole del servizio postale ordinario. Il ricorso è stato rigettato.

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Rimborso IVA negato: la prova del titolo sull'immobile

Una società si vede negare il rimborso IVA per ingenti costi di ristrutturazione su un immobile di proprietà del suo socio unico. La Corte di Cassazione conferma la decisione, stabilendo che per dimostrare l’inerenza dei costi non basta l’intento imprenditoriale, ma è necessaria la prova di un titolo giuridico valido (proprietà o possesso qualificato) che leghi l’immobile all’attività d’impresa. Un semplice contratto preliminare non registrato è stato ritenuto insufficiente.

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Termine dilatorio: no urgenza per prescrizione imminente

La Corte di Cassazione ha confermato l’annullamento di avvisi di accertamento emessi prima della scadenza del termine dilatorio di 60 giorni. La Corte ha stabilito che l’imminente scadenza dei termini di decadenza non costituisce, da sola, una valida ragione d’urgenza che possa giustificare la violazione di questa garanzia fondamentale per il contribuente.

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Irrogazione sanzioni: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del legale rappresentante di un’associazione sportiva dilettantistica avverso un atto di irrogazione sanzioni tributarie. L’associazione aveva indebitamente usufruito di un regime fiscale agevolato. La Corte ha chiarito che la mancata produzione del processo verbale di constatazione (PVC) non invalida l’atto, in quanto prova e non atto presupposto. Inoltre, ha confermato che la procedura specifica prevista dal D.Lgs. n. 472/1997 garantisce adeguatamente il diritto al contraddittorio del contribuente, senza necessità di un ulteriore contraddittorio preventivo.

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Compensazione spese legali: no a motivazioni generiche

Un contribuente, vittorioso contro l’Agenzia delle Entrate in due gradi di giudizio, si è visto compensare le spese legali a causa della ‘particolarità delle questioni esaminate’. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la compensazione spese legali richiede una motivazione puntuale e non generica. Il giudice deve indicare ragioni specifiche, come l’assoluta novità della questione o gravi ed eccezionali motivi, altrimenti la sua decisione è illegittima.

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Regime del margine: esclusi i costi di vendita

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19725/2025, ha chiarito l’applicazione del regime del margine IVA. Una società aveva incluso i costi di vendita nel calcolo della base imponibile, riducendola. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato tale operato. La Corte ha dato ragione al Fisco, stabilendo che solo le spese accessorie all’acquisto e quelle di riparazione possono essere computate. I costi relativi alla vendita sono esclusi e seguono il regime IVA ordinario. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.

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Violazione meramente formale: quando è nulla la sanzione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che la tardiva registrazione delle fatture non costituisce una violazione meramente formale se, al momento dell’inizio del controllo fiscale, tale omissione è astrattamente idonea a ostacolare l’attività di verifica. In un caso riguardante un’azienda di trasporti, i giudici hanno ribaltato le decisioni di merito, specificando che la valutazione sulla sanzionabilità va fatta ‘ex ante’ (al momento del controllo) e non ‘ex post’, a prescindere dall’assenza di un danno effettivo per l’erario.

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IMU immobili abusivi: la Cassazione fa il punto

Una società ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a immobili abusivi, oggetto di ordine di demolizione e acquisizione da parte del Comune. I giudici di merito hanno confermato la tassazione, ritenendo decisiva l’iscrizione al catasto. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la particolare rilevanza della questione su IMU e immobili abusivi, rinviando il caso a una pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza ancora decidere nel merito.

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Estinzione processo tributario: guida alla definizione

Un decreto della Corte di Cassazione chiarisce la procedura per l’estinzione del processo tributario in seguito a definizione agevolata. A seguito dell’adesione di una società a una sanatoria fiscale, l’Amministrazione Finanziaria ha inserito la controversia in un apposito elenco. La Corte ha quindi dichiarato estinto il processo, stabilendo che le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate, confermando l’efficacia di questa procedura semplificata.

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Notifica Udienza: Cassazione rinvia per vizio formale

Una società impugna un accertamento fiscale per IRES, IRAP e IVA. Dopo la sconfitta in appello, ricorre in Cassazione lamentando diversi vizi, tra cui la mancata notifica dell’udienza. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rinvia la causa a nuovo ruolo, ordinando l’acquisizione del fascicolo d’ufficio per verificare il potenziale difetto procedurale relativo alla notifica udienza, ritenuto pregiudiziale per la prosecuzione del giudizio.

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Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione

Un consorzio di comuni, gestore di case vacanza, ha richiesto l’esenzione da ICI e IMU sostenendo la natura non commerciale delle sue attività. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l’esenzione IMU per enti non commerciali non è applicabile se vengono svolte attività commerciali, anche se marginali, come l’affitto di campi sportivi o locali. La sentenza ribadisce che l’onere di provare la natura esclusivamente istituzionale e non commerciale dell’attività ricade sul contribuente, che in questo caso non ha fornito prove sufficienti.

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Estinzione giudizio di Cassazione: la guida completa

Un Comune aveva impugnato una sentenza tributaria di secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio di Cassazione poiché l’ente, non avendo dato seguito alla proposta di definizione del giudizio entro 40 giorni, ha tacitamente rinunciato al ricorso. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese legali.

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Estinzione processo tributario: il caso del condono

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario tra l’Amministrazione Finanziaria e una società editrice. La decisione segue l’adesione della società a una definizione agevolata prevista dalla legge. L’inserimento della controversia in un apposito elenco trasmesso dall’Agenzia delle Entrate ha costituito prova del perfezionamento della procedura, determinando l’automatica chiusura del giudizio, con spese a carico di ciascuna parte.

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Pro-rata IVA: l'attività effettiva prevale sullo statuto

La Corte di Cassazione ha stabilito che per il calcolo del pro-rata IVA e la conseguente detraibilità dell’imposta, si deve considerare l’attività effettivamente e concretamente svolta dall’impresa, non quella meramente indicata nello statuto. Nel caso specifico, una società con oggetto sociale immobiliare, che per un decennio aveva svolto esclusivamente attività finanziaria esente, si è vista negare la detrazione dell’IVA su un acquisto immobiliare perché la sua attività effettiva non dava diritto alla detrazione.

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Giurisdizione TIA: chi decide sulle tariffe rifiuti?

Una società ha contestato un’ingiunzione di pagamento per la tariffa di igiene ambientale (TIA) del 2012, sostenendo la competenza del giudice tributario. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la giurisdizione TIA per le controversie sorte dopo il 31 maggio 2010 spetta al giudice ordinario, poiché la tariffa (TIA 2) è considerata un corrispettivo per un servizio e non un tributo.

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Visto di conformità: violazione solo formale, no sanzioni

Una società utilizzava un credito IVA in compensazione senza il necessario “visto di conformità”. L’Agenzia delle Entrate contestava la violazione come sostanziale, applicando sanzioni proporzionali e un termine di accertamento di otto anni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che, se il credito è realmente esistente, la mancanza del visto di conformità costituisce una violazione meramente formale, non soggetta a sanzioni proporzionali né al termine di accertamento esteso previsto per i crediti inesistenti.

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