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Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio
Un Comune aveva impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in materia di ICI contro una società contribuente. In pendenza di giudizio, le parti hanno raggiunto una transazione e il Comune ha effettuato una formale rinuncia al ricorso, accettata dalla società. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, disponendo la compensazione delle spese di lite e escludendo l'obbligo di versare un ulteriore contributo unificato a carico del rinunciante.
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Estinzione del giudizio: quando non si paga il doppio
Un contribuente, dopo aver impugnato un avviso di accertamento basato sul redditometro fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata e rinunciato al ricorso. La Suprema Corte, con l'ordinanza n. 6080/2024, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che in questo caso non si applica la sanzione del raddoppio del contributo unificato, poiché la norma sanzionatoria è di stretta interpretazione e non contempla l'ipotesi di estinzione.
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Esenzione ICI cooperative: conta la dimora abituale
Una società cooperativa edilizia in liquidazione ha richiesto l'esenzione ICI per gli alloggi assegnati ai soci, sostenendo che fossero le loro abitazioni principali. Il Comune ha negato il beneficio, poiché i soci avevano trasferito la residenza anagrafica solo successivamente all'anno d'imposta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della cooperativa, stabilendo che, sebbene la nozione di abitazione principale si basi sulla dimora abituale effettiva e non solo sulla residenza anagrafica, spetta al contribuente (in questo caso la cooperativa) fornire la prova di tale utilizzo. In assenza di prove, l'esenzione ICI cooperative non può essere concessa.
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Errore percettivo: Cassazione revoca la propria sentenza
La Corte di Cassazione ha revocato una propria precedente decisione a causa di un errore percettivo riguardo la data di notifica di un verbale di constatazione (PVC). Nonostante la correzione dell'errore, che inizialmente favoriva il contribuente, il ricorso dell'Agenzia delle Entrate è stato comunque respinto. La vittoria del contribuente è stata confermata perché la sentenza di secondo grado si basava su una duplice motivazione, e l'Agenzia non ha efficacemente contestato la parte relativa al merito della pretesa fiscale, che è rimasta quindi valida.
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Esenzione IMU enti non profit: quando è esclusa?
Una fondazione non profit che gestiva una residenza sanitaria assistenziale (RSA) in convenzione con la Regione ha perso il diritto all'esenzione IMU. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6096/2024, ha stabilito che la natura dell'attività era commerciale, poiché i corrispettivi ricevuti coprivano i costi di gestione. La Corte ha ribadito che per ottenere l'esenzione IMU enti non profit non basta la natura non lucrativa del soggetto, ma è necessario dimostrare che l'attività stessa sia svolta con modalità non commerciali, ovvero gratuitamente o dietro un compenso simbolico. L'onere di fornire tale prova spetta al contribuente.
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Errore di fatto revocazione: quando è inammissibile?
Una fondazione chiede la revocazione di una sentenza della Cassazione per un presunto errore di fatto riguardo la tassazione di una plusvalenza. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, specificando che la contestazione riguarda una valutazione giuridica e non un errore percettivo, ribadendo che la natura edificabile del terreno si valuta al momento della cessione.
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Litisconsorzio necessario soci: tutti in giudizio
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha stabilito che in un giudizio tributario riguardante una società estinta, è indispensabile la partecipazione di tutti i soci. A seguito di un ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate solo nei confronti di uno dei soci, la Corte ha ordinato l'integrazione del contraddittorio, ribadendo il principio del litisconsorzio necessario soci in qualità di successori universali dell'ente estinto.
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Estinzione giudizio: il ritiro del ricorso in Cassazione
L'Agenzia delle Entrate aveva presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Commissione Tributaria Regionale favorevole a una società di leasing, in merito alla rendita catastale di un immobile. Successivamente, la stessa Agenzia ha depositato un'istanza di rinuncia al ricorso. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito. Non è stata emessa alcuna statuizione sulle spese legali poiché la società di leasing non si era costituita nel giudizio di legittimità.
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Estinzione giudizio per definizione agevolata: il caso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale tra l'Agenzia delle Entrate e una società cooperativa. La decisione è seguita all'adesione del contribuente alla definizione agevolata delle liti pendenti (L. 197/2022) e al relativo versamento, che ha reso superfluo proseguire il contenzioso sull'accertamento IVA per l'anno 2008.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente. I giudici d'appello avevano confermato una sentenza di primo grado senza spiegare adeguatamente il loro ragionamento in materia di accertamento IVA e deducibilità dei costi, limitandosi a un generico riferimento a principi giurisprudenziali non pertinenti. L'ordinanza sottolinea che una motivazione, per essere valida, deve rendere percepibile il fondamento logico-giuridico della decisione, altrimenti la sentenza è nulla.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio tributario
Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione un accertamento sintetico IRPEF, ha presentato un atto di rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando che l'atto di espressa rinuncia è di per sé sufficiente a determinare la fine del processo, a prescindere dalla produzione della documentazione relativa a una presunta definizione agevolata. La Corte ha inoltre disposto la compensazione delle spese legali.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario relativo a costi di sponsorizzazione contestati. La decisione è seguita all'adesione del contribuente alla definizione agevolata prevista dal D.L. 119/2018. Poiché l'Amministrazione Finanziaria non ha presentato istanza per la prosecuzione del giudizio entro i termini, il processo si è estinto, con spese a carico delle parti che le hanno anticipate.
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Costi infragruppo: come provare la loro deducibilità
Una società si vede negare la deducibilità dei costi infragruppo per servizi di regia. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6099/2024, ha stabilito che la prova della deducibilità può essere fornita tramite un compendio di documenti, inclusi contratto, fatture e relazione di revisione, che dimostrino l'utilità effettiva del servizio per la controllata, non essendo sufficiente la mera fatturazione.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società cooperativa ha impugnato un avviso di accertamento basato su scostamenti dagli studi di settore. Dopo un iter giudiziario che ha visto l'annullamento dell'atto in secondo grado e il ricorso dell'Agenzia delle Entrate in Cassazione, il processo è stato dichiarato estinto. La causa dell'estinzione è stata l'adesione della società alla definizione agevolata delle liti pendenti, con il versamento di un importo ridotto, come previsto dalla normativa sopravvenuta.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione e la lite fiscale
Una società, coinvolta in una lunga controversia fiscale con l'Agenzia delle Entrate per accertamenti su IRES, IVA e IRAP, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti durante il procedimento in Cassazione. Avendo presentato la domanda e pagato l'importo dovuto, la Corte Suprema ha verificato la sussistenza dei presupposti di legge e ha dichiarato l'estinzione del giudizio, stabilendo che le spese legali restassero a carico di chi le aveva anticipate.
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Estinzione del processo: la rinuncia spegne il ricorso
Un contribuente e l'Agenzia delle Entrate rinunciano reciprocamente ai propri ricorsi in Cassazione. La Corte dichiara l'estinzione del processo per cessata materia del contendere, compensando integralmente le spese legali. La decisione si fonda sulla volontà concorde delle parti di porre fine alla lite, confermando l'applicabilità dell'art. 391 c.p.c. in materia di estinzione del processo.
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Presunzione assoluta di inerenza: la Cassazione decide
Una società aveva dedotto costi per sponsorizzazioni a favore di associazioni sportive dilettantistiche, ma l'Agenzia delle Entrate li aveva contestati. La Corte di Cassazione ha confermato che, in presenza di specifici requisiti di legge, tali costi godono di una presunzione assoluta di inerenza. Di conseguenza, l'amministrazione finanziaria non può sindacarne la congruità o l'economicità, rendendoli pienamente deducibili.
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Permuta immobiliare: la Cassazione rinvia il caso
L'Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva parzialmente accolto le ragioni di un contribuente riguardo a un avviso di accertamento per IRPEF, IRAP e IVA. La controversia verte su presunte irregolarità in due cessioni immobiliari, inclusa una complessa operazione di permuta immobiliare. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto le questioni fiscali sollevate, in particolare quelle relative alla permuta di un immobile esistente con uno da costruire, talmente delicate da richiedere una trattazione in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.
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Rinuncia al ricorso: quando il giudizio si estingue
Un contribuente aveva impugnato avvisi di accertamento IMU. Dopo aver presentato ricorso in Cassazione, le parti hanno raggiunto una transazione. Di conseguenza, il ricorrente ha formalizzato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che l'accettazione della rinuncia da parte della controparte esclude la condanna alle spese e il versamento del doppio contributo unificato.
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Rimborso costi fideiussione: sì dalla Cassazione
Una società estera ha richiesto il rimborso dei costi sostenuti per una garanzia fideiussoria, necessaria ad ottenere la restituzione di un credito IVA. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6069/2024, ha accolto il ricorso della società. I giudici hanno stabilito che il diritto al rimborso costi fideiussione è un principio generale, derivante dallo Statuto del Contribuente e dai principi UE di neutralità dell'IVA, e non è limitato ai soli casi successivi a specifiche leggi. La Corte ha chiarito che il contribuente non deve subire un pregiudizio patrimoniale per esercitare il proprio diritto al rimborso del credito d'imposta.
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