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Giurisprudenza Tributaria

Travisamento della prova: limiti del ricorso in Cassazione

Una contribuente impugna un avviso di accertamento sostenendo che le sue quote societarie fossero sotto sequestro. La Cassazione respinge il ricorso, chiarendo i rigidi limiti entro cui si può denunciare il travisamento della prova e ribadendo che la mancata dimostrazione dei fatti in appello non può essere sanata in sede di legittimità.

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Art. 20 TUR: la Cassazione e gli elementi extratestuali

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che l’interpretazione ai fini dell’imposta di registro, secondo l’Art. 20 TUR, deve basarsi esclusivamente sul contenuto dell’atto presentato per la registrazione. L’amministrazione finanziaria non può considerare elementi extratestuali o atti collegati per riqualificare l’operazione. Il caso riguardava una complessa cessione di ramo d’azienda nel settore automobilistico, che l’Agenzia delle Entrate aveva riqualificato come un’unica operazione elusiva. La Corte ha annullato l’accertamento, applicando retroattivamente le modifiche legislative all’Art. 20 TUR.

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Giudicato esterno: limiti e applicazione nel Fisco

Una contribuente, socia di una società, ha impugnato un’intimazione di pagamento basata su accertamenti fiscali. Sosteneva che l’atto presupposto fosse stato annullato da una precedente sentenza passata in giudicato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo i limiti del giudicato esterno in materia tributaria. Ha stabilito che l’efficacia vincolante di una sentenza precedente si applica all’accertamento dei fatti, ma non si estende automaticamente a questioni di mero diritto, specialmente quando riguardano annualità d’imposta diverse.

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Associazione sportiva dilettantistica: quando si perde?

La Corte di Cassazione conferma la revoca delle agevolazioni fiscali a un’associazione sportiva dilettantistica che, dietro una facciata formale, operava come una vera e propria attività commerciale. La sentenza sottolinea che la prova della natura non lucrativa e della corretta gestione spetta all’associazione stessa, la quale non può limitarsi a presentare uno statuto a norma, ma deve dimostrare con i fatti di non perseguire scopi di lucro. Il ricorso dell’ente è stato respinto in quanto non ha saputo fornire prove concrete per contrastare gli elementi raccolti dall’Amministrazione Finanziaria, come la gestione familistica, la distribuzione di utili e la mancanza di documentazione.

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Ricorso per Cassazione inammissibile: le regole

Una società ha impugnato una serie di cartelle di pagamento, ma il suo appello è stato respinto sia in primo che in secondo grado. Successivamente, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, che ha dichiarato il ricorso per Cassazione inammissibile. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso erano formulati in modo tecnicamente errato, mescolando diverse censure in modo confuso e non affrontando specificamente le ragioni della decisione del giudice d’appello. Anche la richiesta di sospensione del processo è stata respinta.

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Visto di conformità infedele: l'ufficio competente

Un professionista ha contestato una cartella di pagamento per un visto di conformità infedele. La Corte di Cassazione ha annullato l’atto, stabilendo che la competenza a procedere contro il professionista spetta esclusivamente alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate e non all’ufficio provinciale, dichiarando quest’ultimo incompetente.

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Competenza territoriale agente riscossione: guida 2025

Una società, ritenuta responsabile per debiti fiscali a seguito dell’acquisto di un’azienda, ha impugnato una cartella di pagamento. La Corte di Cassazione ha annullato l’atto, stabilendo un principio fondamentale sulla competenza territoriale agente riscossione: la cartella è nulla se non viene emessa dall’agente della riscossione del luogo in cui il contribuente ha il proprio domicilio fiscale. La Corte ha chiarito che questa regola non è una mera formalità, ma un requisito di validità dell’atto stesso.

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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario in un caso riguardante un contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e un contribuente. La decisione si basa sull’adesione del contribuente alla definizione agevolata delle liti pendenti, come previsto dalla Legge n. 197/2022. L’inserimento della controversia in un apposito elenco trasmesso dall’Agenzia stessa è stato ritenuto prova sufficiente della regolare definizione, portando all’automatica estinzione del giudizio. Le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate.

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Spese legali in autotutela: la Cassazione decide

Un contribuente impugna un avviso di liquidazione. Durante la fase preliminare di reclamo, l’Agenzia delle Entrate annulla l’atto in autotutela. I giudici di merito compensano le spese legali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, accoglie il ricorso del contribuente, stabilendo che le spese legali in autotutela non possono essere automaticamente compensate. Il giudice deve invece applicare il principio della “soccombenza virtuale”, valutando la legittimità originaria dell’atto annullato per decidere a chi addebitare i costi del giudizio.

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Definizione agevolata soci: non estesa alla società

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale in materia di definizione agevolata soci. È stato chiarito che l’adesione alla sanatoria fiscale da parte dei singoli soci per le proprie imposte personali (IRPEF) non comporta l’estinzione automatica del contenzioso relativo all’accertamento fiscale emesso nei confronti della società di persone (per IVA e IRAP). La Corte ha dichiarato estinto il giudizio solo per le posizioni personali dei soci, mentre ha cassato con rinvio la decisione di merito relativa alla società per vizio di ‘motivazione apparente’, in quanto generica e non aderente alle specifiche contestazioni mosse dall’Agenzia delle Entrate.

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Avviso di liquidazione nullo: la motivazione è d'obbligo

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate per l’imposta di registro su una divisione patrimoniale. La decisione si fonda sul difetto di motivazione dell’atto, che non specificava la base imponibile, le aliquote e i criteri di calcolo, ledendo così il diritto di difesa del contribuente. La Corte ha inoltre accolto il ricorso dei contribuenti sulle spese legali, stabilendo che devono essere liquidate per tutti i gradi di giudizio in caso di vittoria finale.

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Notifica cartella esattoriale: la Cassazione decide

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento basata su cartelle esattoriali, contestando la validità della notifica. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo principi chiari sulla notifica della cartella esattoriale. Per le notifiche via PEC, non sono necessarie firme o attestazioni di conformità se l’atto è chiaramente riferibile all’ente. Per le notifiche postali a terzi, non è richiesta la raccomandata informativa. Inoltre, la produzione di semplici fotocopie in giudizio è sufficiente se la loro conformità all’originale non viene specificamente contestata.

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Valore immobile e rogito: la data che conta per le tasse

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per la determinazione del valore immobile ai fini dell’imposta di registro, il momento determinante è la data del rogito definitivo, in cui si realizza il trasferimento della proprietà. Non è corretto fare riferimento al valore del bene alla data del contratto preliminare, anche se la vicenda contrattuale è considerata unitaria. L’Amministrazione Finanziaria aveva contestato la decisione di secondo grado che riduceva il valore accertato basandosi su una valutazione antecedente alle opere di ristrutturazione e alla stipula dell’atto finale. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando il caso per una nuova valutazione basata sui principi corretti.

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Attività stagionale TARI: la licenza è decisiva

Una società alberghiera, titolare di licenza annuale, ha contestato un avviso di accertamento TARI per l’intero anno, sostenendo la propria natura di attività stagionale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la chiusura volontaria non costituisce oggettiva impossibilità di utilizzo dei locali. Pertanto, in presenza di una licenza annuale, l’attività stagionale TARI è dovuta per l’intero periodo, non solo per i mesi di apertura. La Corte ha inoltre validato il ricalcolo della superficie imponibile effettuato dal Comune sulla base della documentazione fornita dalla stessa contribuente.

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Accertamento con adesione: sospende i termini?

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, affronta il contrasto giurisprudenziale sulla sospensione dei termini per impugnare un atto sanzionatorio a seguito della presentazione di un’istanza di accertamento con adesione. A seguito di una contestazione per omessa dichiarazione di capitali esteri (Quadro RW), alcuni contribuenti avevano impugnato le sanzioni. L’Agenzia delle Entrate eccepiva la tardività del ricorso, ma la corte d’appello lo riteneva ammissibile, considerando la sospensione dei termini dovuta all’istanza di adesione. Data la divergenza di opinioni all’interno della stessa Corte, la questione è stata rinviata a una pubblica udienza per una decisione definitiva che possa dirimere il conflitto.

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Presunzione tributaria: limiti all'uso di fatti futuri

Una società di ristorazione ottiene una riduzione della percentuale di redditività accertata dal Fisco, dal 56,85% al 5%, basandosi su una successiva sottoposizione ad amministrazione giudiziaria. La Corte di Cassazione annulla la decisione, stabilendo che un evento futuro non può costituire una presunzione tributaria valida per ridurre il reddito di anni precedenti, poiché manca dei requisiti di gravità, precisione e concordanza richiesti dalla legge. Il caso viene rinviato per un nuovo giudizio.

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Inedificabilità assoluta e ICI: quando il terreno è esente

Un comune ha richiesto il pagamento dell’ICI per alcuni terreni, considerandoli edificabili secondo il piano regolatore locale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del comune, confermando che la presenza di vincoli di inedificabilità assoluta, derivanti da strumenti urbanistici sovraordinati (come vincoli ambientali o paesaggistici), rende il terreno esente dall’imposta. Tale inedificabilità fa venir meno il presupposto stesso del tributo, rendendo irrilevante la questione del possesso del bene da parte del contribuente.

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Integrazione contraddittorio: Cassazione e notifica

Un contribuente impugna in Cassazione una sentenza relativa alla tassa sui rifiuti (TARI). La Corte, prima di decidere nel merito, rileva che il ricorso non è stato notificato al Comune, parte necessaria del giudizio. Pertanto, emette un’ordinanza interlocutoria che ordina l’integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni al ricorrente per notificare l’atto al Comune e rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Estinzione giudizio Cassazione: il caso del silenzio

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio tributario a seguito della mancata risposta del ricorrente alla proposta di definizione formulata ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c. Tale silenzio, protrattosi oltre il termine di quaranta giorni, è stato equiparato a una rinuncia al ricorso. La Corte ha quindi disposto l’estinzione del giudizio di Cassazione e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali a favore dell’Agenzia delle Entrate.

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Esenzione ICI: no se l'attività è commerciale

Un consorzio che gestisce case vacanza ha richiesto l’esenzione ICI sostenendo la finalità istituzionale della sua attività. La Corte di Cassazione ha negato il beneficio, stabilendo che la richiesta di un corrispettivo non simbolico per i soggiorni qualifica l’attività come commerciale, anche se marginale, facendo così venire meno il requisito di esclusività necessario per l’esenzione. L’onere di provare la natura non commerciale spetta al contribuente.

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