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Giurisprudenza Tributaria

Cessione del credito: imposta fissa o proporzionale?

Una società aveva effettuato una cessione del credito a una banca come garanzia per una linea di credito, pagando un’imposta di registro fissa. L’Agenzia delle Entrate ha contestato, applicando un’imposta proporzionale. La Corte di Cassazione ha dato ragione all’Agenzia, stabilendo che l’apertura di credito e la successiva cessione del credito a scopo di garanzia sono due negozi giuridici distinti e autonomi. Di conseguenza, la cessione, non essendo un’operazione di finanziamento che immette nuova liquidità, deve essere tassata separatamente con l’imposta di registro proporzionale.

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Rottamazione quater: sospeso il giudizio tributario

Un contribuente, durante un ricorso in Cassazione contro una cartella di pagamento, ha aderito alla “Rottamazione quater”, chiedendo la cessazione del giudizio. La Corte di Cassazione, rilevando che la questione generale sugli effetti della rottamazione sui processi pendenti è già stata rimessa alle Sezioni Unite, ha deciso di sospendere il giudizio e rinviare la causa a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia nomofilattica.

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Litisconsorzio necessario in accertamenti a società

La Corte di Cassazione ha annullato l’intero procedimento giudiziario relativo a un avviso di accertamento IRPEF notificato a una socia di una società di persone. La decisione si fonda sulla violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché nel giudizio non erano state coinvolte né la società né gli altri soci, parti indispensabili del processo. L’accoglimento di questo motivo procedurale ha assorbito ogni altra questione di merito, comportando il rinvio della causa al giudice di primo grado per la corretta instaurazione del contraddittorio.

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Errore di fatto revocatorio: quando è ammissibile?

Un’ordinanza della Cassazione chiarisce che l’ammissibilità del rimedio della revocazione per errore di fatto revocatorio non dipende dalla sua imputabilità a una delle parti. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, basandosi su un’errata interpretazione dell’art. 395 c.p.c., affermando che per la revocazione è sufficiente accertare l’esistenza dell’errore percettivo del giudice.

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Sospensione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione stabilisce che la sospensione processo tributario è necessaria quando una causa per sanzioni dipende da un accertamento fiscale non ancora definitivo. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva convalidato le sanzioni basandosi su una sentenza non passata in giudicato, affermando il principio che solo le sentenze definitive possono avere efficacia in altri giudizi.

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Esenzione TARI Rifiuti Speciali: la prova spetta a te

Una società di logistica ha richiesto l’esenzione dalla TARI per le aree adibite a magazzino, sostenendo di produrvi esclusivamente rifiuti speciali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per ottenere l’esenzione TARI per rifiuti speciali, il contribuente deve fornire una prova rigorosa che in tali aree si producano unicamente rifiuti speciali o che siano funzionalmente ed esclusivamente collegate al ciclo produttivo. La semplice prevalenza di rifiuti speciali non è sufficiente per l’esenzione totale.

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Motivazione accertamento catastale: la Cassazione decide

Un contribuente contesta la riclassificazione di immobili da parte dell’Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che la motivazione dell’accertamento catastale deve essere specifica e dettagliata, soprattutto se modifica i dati proposti dal cittadino con procedura DOCFA. La sentenza del giudice di secondo grado è stata annullata per carenza di motivazione e per omesso esame dei fatti relativi a tutte le pratiche contestate.

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Società di progetto: legittima la riscossione tributi

La Corte di Cassazione ha esaminato la legittimità degli atti di riscossione emessi da una società di progetto non iscritta all’albo dei concessionari. A seguito di un rinvio pregiudiziale, la Corte ha dichiarato inammissibile la questione a causa di una nuova legge (jus superveniens). Questa norma ha chiarito che la società di progetto è legittimata a operare se la società aggiudicataria, sua socia unica, è regolarmente iscritta, sanando di fatto la questione interpretativa.

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Competenza territoriale: decide l'ufficio che emette l'atto

La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale per impugnare un diniego dell’amministrazione finanziaria spetta al giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio che ha emesso l’atto, non quello del domicilio fiscale del contribuente. Il caso riguardava il diniego di disapplicazione delle norme sulle società di comodo. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva individuato la competenza nel foro del contribuente, rinviando la causa al giudice competente.

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Difetto di interesse ad agire: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un estratto di ruolo. La decisione si fonda sul principio del difetto di interesse ad agire, applicando una normativa sopravvenuta (ius superveniens). Secondo la Corte, l’estratto di ruolo non è impugnabile autonomamente, salvo in casi specifici e tassativi (come la partecipazione a gare d’appalto) che non ricorrevano nella fattispecie. La mancanza di un pregiudizio concreto e attuale ha reso l’azione del contribuente inammissibile fin dall’origine.

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Accertamento sintetico: nuove prove in appello

La Cassazione ha annullato una sentenza che ammetteva nuove prove in appello in un caso di accertamento sintetico. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato un reddito maggiore a un contribuente basandosi su indici di ricchezza. In appello, il contribuente ha introdotto un finanziamento per giustificare la spesa, ma la Corte ha ritenuto tale introduzione una ‘domanda nuova’ inammissibile, ribadendo i rigidi limiti probatori a carico del contribuente in materia di accertamento sintetico.

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Motivazione apparente: quando la sentenza è valida?

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del vizio di motivazione apparente. In un caso di presunta sottofatturazione, l’Agenzia Fiscale ricorreva sostenendo che la decisione dei giudici di merito fosse priva di una reale motivazione. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che una motivazione, seppur sintetica, che spieghi chiaramente le ragioni della decisione (nella specie, la mancata produzione di prove decisive da parte dell’amministrazione) non può essere considerata apparente o nulla.

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Notifica cartella esattoriale: quando è obbligatoria?

Un contribuente impugna un preavviso di fermo per vizi nella notifica delle cartelle esattoriali. La Cassazione interviene sulla questione della notifica cartella esattoriale a un familiare. L’ordinanza chiarisce che, a differenza del rito civile, nel diritto tributario è sempre obbligatorio inviare una raccomandata informativa al destinatario. La Corte precisa anche che la prova della spedizione di tale raccomandata può essere fornita tramite un prospetto riepilogativo dell’agente della riscossione, invertendo l’onere della prova sul contribuente che ne contesti il contenuto.

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Raddoppio termine accertamento: la clausola di salvezza

La Corte di Cassazione chiarisce la disciplina sul raddoppio termine accertamento in caso di reati fiscali. Un avviso notificato nel 2012 per il periodo d’imposta 2004 è stato ritenuto legittimo, nonostante le modifiche della Legge di Stabilità 2016. La Corte ha stabilito la prevalenza della clausola di salvaguardia del D.Lgs. 128/2015, che fa salvi gli effetti degli atti impositivi notificati prima del 2 settembre 2015, rendendo irrilevanti i successivi cambiamenti normativi per i casi già consolidati. Di conseguenza, il raddoppio dei termini era applicabile e l’atto dell’Agenzia delle Entrate valido.

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Accertamento sintetico: vale anche con anno prescritto

Un contribuente ha contestato un accertamento sintetico per il 2008, sostenendo l’illegittimità dell’atto poiché l’anno di riferimento precedente (2007) era prescritto. La Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, stabilendo che la decadenza dei poteri impositivi per un’annualità non inficia la legittimità dell’accertamento sintetico, a condizione che l’atto motivi la non congruità del reddito per entrambi gli anni. La Corte ha anche censurato la motivazione del giudice d’appello sulla prova fornita dal contribuente, ritenendola apparente.

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Rimborso dopo accertamento: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che un contribuente può richiedere un rimborso d’imposta per annualità future anche dopo aver definito la propria posizione con un accertamento con adesione. La richiesta è legittima se non contesta l’accordo, ma ne applica le conseguenze legali, come la deduzione di costi in quote pluriennali. In questo caso, una società ha ottenuto il diritto al rimborso della prima quota di spese di manutenzione eccedenti, la cui riqualificazione era stata oggetto dell’accordo con il Fisco.

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Sanzioni amministrative tributarie: la Cassazione chiarisce

Una società impugna una sanzione per acquisti senza fattura, lamentando vizi procedurali. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che per le sanzioni amministrative tributarie non è necessario il contraddittorio preventivo. Chiarisce inoltre che la segnalazione da un ufficio diverso da quello competente non invalida l’atto e che l’onere della prova per giustificare un pagamento spetta al contribuente.

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Definizione agevolata: sospensione o estinzione?

Un contribuente, durante un ricorso in Cassazione contro alcune cartelle di pagamento, ha aderito alla definizione agevolata dei debiti (cd. rottamazione quater). Sorge la questione se questa adesione, con il pagamento parziale, comporti l’estinzione immediata del processo o solo la sua sospensione fino al saldo completo. Data l’incertezza e l’importanza della questione, già sollevata in un altro caso, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite, che forniranno un’interpretazione univoca.

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Visto di conformità infedele: competenza ufficio

Un professionista è stato sanzionato per un visto di conformità infedele apposto sulla dichiarazione di un contribuente. Il caso è giunto in Cassazione per decidere quale ufficio fiscale fosse competente ad emettere l’atto sanzionatorio. La Corte Suprema ha stabilito che la competenza non è dell’ufficio locale del contribuente, ma della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso. Di conseguenza, l’atto sanzionatorio emesso dall’ufficio incompetente è stato annullato, evidenziando come un vizio di competenza renda l’atto illegittimo.

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Interessi su rimborso fiscale: la decorrenza corretta

Una società contribuente ha richiesto il rimborso di imposte versate in eccesso. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha risolto la controversia sulla data di decorrenza degli interessi, stabilendo un principio fondamentale: gli interessi su rimborso fiscale maturano dalla data del versamento indebito e non dalla data della successiva richiesta di rimborso. La Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassando la sentenza precedente e affermando che la funzione degli interessi è quella di reintegrare il patrimonio del contribuente per il mancato godimento delle somme versate in eccesso.

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