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Giurisprudenza Tributaria

Presunzione distribuzione utili: la Cassazione decide
Una società a ristretta base partecipativa e i suoi soci hanno impugnato un avviso di accertamento per maggiori redditi non dichiarati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della presunzione di distribuzione degli utili extracontabili ai soci. L'ordinanza ribadisce che spetta ai contribuenti fornire la prova contraria, dimostrando che i maggiori ricavi sono stati reinvestiti o accantonati. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi relativi a presunti vizi di forma dell'atto e alla valutazione delle prove, per difetto di autosufficienza del ricorso.
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Presunzione distribuzione utili: La Cassazione decide
Un socio di una società a ristretta base ha impugnato un avviso di accertamento fondato sulla presunzione distribuzione utili non dichiarati. Il ricorso si basava su presunti vizi procedurali, tra cui la mancata notifica dell'accertamento alla società. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'accertamento al socio è indipendente da quello alla società. Pertanto, un vizio di notifica all'ente non invalida l'atto verso il socio, il quale deve provare la mancata produzione o distribuzione dei profitti. La Corte ha inoltre confermato la legittimità del raddoppio dei termini di accertamento in presenza di presupposti per una denuncia penale.
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Termine breve impugnazione: ricorso tardivo è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'amministrazione statale contro una società alimentare. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine breve impugnazione, poiché l'appello è stato depositato oltre la scadenza decorrente dalla notifica della sentenza di secondo grado, evidenziando l'importanza cruciale delle scadenze processuali.
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Esenzione IVA leasing nautico: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22261/2024, ha rigettato il ricorso di una società di leasing, confermando il recupero dell'IVA su operazioni di leasing nautico. La Corte ha stabilito che per l'esenzione IVA leasing nautico non basta la potenziale idoneità alla navigazione, ma è necessaria la prova dell'uso effettivo in alto mare, prova che spetta al cedente. Inoltre, ha ribadito l'obbligo di massima diligenza per il venditore nelle cessioni intracomunitarie al fine di non essere coinvolto in frodi fiscali.
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Liquidazione spese legali: inderogabili i minimi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22260/2024, ha accolto il ricorso di una contribuente contro una decisione che aveva liquidato le spese legali a suo favore in misura inferiore ai minimi tariffari. La Corte ha ribadito il principio secondo cui la liquidazione delle spese legali da parte del giudice deve rispettare i parametri minimi previsti dalla legge, i quali hanno carattere inderogabile. Di conseguenza, ha cassato la sentenza impugnata e rinviato il caso alla Corte di giustizia tributaria per una nuova valutazione.
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Spese legali minime: la Cassazione ribadisce il limite
Una contribuente vinceva una causa contro l'Agenzia delle Entrate, ma il giudice liquidava le spese legali a un importo irrisorio. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, ribadendo che le spese legali minime previste dalla legge sono inderogabili e il giudice non può scendere al di sotto di tali soglie. La sentenza è stata annullata con rinvio per una corretta liquidazione.
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Motivazione per relationem: valido l’atto fiscale
La Corte di Cassazione ha stabilito che un avviso di accertamento fiscale basato su informazioni segrete provenienti da un'altra autorità fiscale europea (tramite modello SCAC) è legittimo anche se il documento originario non è allegato. È sufficiente che l'atto fiscale riporti il contenuto essenziale di tali informazioni, applicando il principio di motivazione per relationem. In questo caso, l'onere di provare la realtà delle operazioni contestate ricade sul contribuente, che non può limitarsi a eccepire la mancata allegazione del documento segreto.
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Cessioni intracomunitarie: la prova della consegna
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una società in fallimento, confermando che per le cessioni intracomunitarie l'esenzione IVA è subordinata alla prova, a carico del venditore, dell'effettiva uscita dei beni dal territorio nazionale e della loro consegna in un altro Stato membro. La mancanza di tale prova concreta rende l'operazione imponibile in Italia, escludendo il beneficio della non imponibilità.
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Litisconsorzio necessario: Cassazione annulla tutto
La Corte di Cassazione ha annullato un intero procedimento tributario per violazione del litisconsorzio necessario. Un socio di una s.a.s. cancellata aveva impugnato un avviso di accertamento IRPEF, ma il giudizio si era svolto senza la partecipazione dell'altro socio. La Corte ha stabilito che, nei contenziosi relativi ai redditi delle società di persone, la causa è inscindibile e deve coinvolgere obbligatoriamente sia la società che tutti i soci, pena la nullità assoluta degli atti. Il caso è stato rinviato al giudice di primo grado.
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Errore nome cartella: quando è valida la notifica?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un errore nome cartella di pagamento, consistente in una leggera imprecisione nel cognome, non invalida l'atto se altri elementi consentono di identificare con certezza il destinatario. Nel caso specifico, il codice fiscale, il nome di battesimo, la data di nascita e l'indirizzo PEC erano corretti, rendendo l'errore materiale irrilevante e l'individuazione del contribuente inequivocabile. L'appello del contribuente è stato quindi respinto.
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Società di comodo: la Cassazione e la direttiva IVA
Una società immobiliare viene classificata come 'società di comodo' dall'Agenzia fiscale a causa di ricavi ritenuti insufficienti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia, stabilendo, in linea con una sentenza della Corte di Giustizia UE, che la normativa italiana sulle società di comodo non può prevalere sui principi fondamentali della direttiva IVA dell'Unione Europea. In particolare, non può essere negato il diritto alla detrazione dell'IVA sulla base di una mera presunzione di non operatività, e la normativa nazionale confliggente deve essere disapplicata.
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Litisconsorzio necessario: processo nullo senza soci
La Corte di Cassazione ha annullato un intero procedimento tributario a causa della mancata partecipazione di uno dei soci di una società estinta. La Corte ha ribadito che in materia fiscale, la causa contro una società di persone è inscindibile e richiede la presenza di tutti i soci, configurando un'ipotesi di litisconsorzio necessario. La violazione di questo principio ha comportato la nullità di tutti gli atti processuali e il rinvio della causa al giudice di primo grado per un nuovo giudizio a contraddittorio integro.
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Rinuncia al ricorso per cassazione: effetti e costi
Una società di gestione del risparmio ha impugnato un avviso di accertamento per la Tasi emesso da un Comune. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, le parti hanno raggiunto un accordo: la società ha pagato quanto dovuto e ha rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso per cassazione, specificando che in questo caso non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.
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Prescrizione crediti erariali: la Cassazione fa chiarezza
Una società ha impugnato un'intimazione di pagamento, sostenendo l'applicazione della prescrizione quinquennale per debiti fiscali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la prescrizione dei crediti erariali per imposte come IRPEF e IVA è decennale, in quanto non si tratta di prestazioni periodiche. L'ordinanza ha inoltre ribadito la validità dell'avviso di intimazione conforme al modello ministeriale e i limiti delle contestazioni sulle notifiche PEC.
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Società in perdita sistematica: disapplicazione e rimborsi
Una società in liquidazione si è vista negare un rimborso IVA perché classificata come "società in perdita sistematica". La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che lo stato di liquidazione, esistente durante il triennio di osservazione, costituisce una valida causa di disapplicazione automatica della normativa penalizzante. La Corte ha chiarito che tale causa opera a partire dal periodo d'imposta 2012, annullando la decisione dei giudici di merito che avevano errato nell'interpretazione temporale della norma.
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Plusvalenza da leasing: quando è soggetta a IRAP?
Una società holding nel settore logistico ha generato una plusvalenza dalla cessione di 10 contratti di leasing immobiliare durante un piano di risanamento, considerandola un provento straordinario esente da IRAP. L'Agenzia delle Entrate ha invece contestato tale interpretazione. La Corte di Cassazione ha confermato la tassabilità del provento, stabilendo che la transazione rientrava nella gestione operativa dell'impresa e non costituiva una cessione d'azienda. Di conseguenza, la plusvalenza da leasing è stata ritenuta parte della base imponibile IRAP e sono state confermate anche le sanzioni, negando l'esistenza di un'obiettiva incertezza normativa.
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Transazione fiscale: estinzione del processo tributario
Una società impugnava in Cassazione una sentenza sfavorevole relativa a due avvisi di accertamento per operazioni soggettivamente inesistenti. Durante il giudizio, la società otteneva l'omologazione di un concordato preventivo contenente una transazione fiscale. La Corte Suprema, in applicazione di un principio consolidato, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere. La transazione fiscale omologata, infatti, definisce il debito tributario e rende inefficace sia la sentenza impugnata che l'originario avviso di accertamento, estinguendo il processo in corso.
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Rimborso IVA e revoca: la Cassazione sui termini
Una società revoca la sua richiesta di rimborso IVA per il 2005 e non riporta il credito negli anni successivi. Nel 2013 presenta una nuova istanza, che viene respinta perché tardiva. La Corte di Cassazione conferma la decisione, chiarendo che, dopo la revoca, la nuova richiesta di rimborso IVA è soggetta al termine di decadenza di due anni e non alla prescrizione decennale. La scelta iniziale del rimborso è un atto di volontà non liberamente ritrattabile, e la sua revoca impone il rispetto di termini specifici per esercitare nuovamente il diritto.
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Imposta unica scommesse: obblighi per operatori esteri
Una società di scommesse estera e il suo intermediario locale hanno impugnato un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando un principio consolidato: l'imposta è dovuta da tutti gli operatori che raccolgono scommesse sul territorio italiano, anche se privi di concessione statale. La Corte ha stabilito la responsabilità solidale tra il bookmaker estero e l'intermediario locale, escludendo qualsiasi profilo di discriminazione o violazione del diritto europeo.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione conferma il Fisco
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha confermato che l'imposta unica scommesse è dovuta anche dagli operatori esteri privi di concessione statale e dai loro intermediari (CTD) che raccolgono gioco sul territorio italiano. La Corte ha rigettato il ricorso di una società di betting, stabilendo che la tassazione non è discriminatoria né contraria al diritto dell'Unione Europea, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile sulla materia.
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