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Giurisprudenza Tributaria

Documentazione extracontabile: prova di evasione?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28491/2025, ha stabilito che la documentazione extracontabile trovata presso un'azienda costituisce prova presuntiva valida per un accertamento fiscale. Se tali documenti contengono elementi dettagliati di una vendita (acquirente, prezzo, acconto), si presume che rappresentino operazioni non dichiarate. In questo caso, una società di arredamento sosteneva che gli appunti fossero semplici 'prenotazioni', ma non ha fornito alcuna prova a sostegno. La Corte ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso e sottolineando che l'onere di smentire la presunzione grava sul contribuente.
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Esenzione IMU coniugi con residenze diverse: ok
La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento IMU che negava l'agevolazione per abitazione principale a una contribuente il cui coniuge risiedeva in un altro Comune. La decisione si fonda sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022, che ha dichiarato illegittimo richiedere la residenza dell'intero nucleo familiare nello stesso immobile ai fini dell'esenzione IMU coniugi. Di conseguenza, è stato stabilito che la diversa residenza dei coniugi non può essere, da sola, motivo per negare il beneficio fiscale.
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Esenzione IMU: no se l’immobile non è unito al catasto
La Corte di Cassazione nega l'esenzione IMU per abitazione principale per l'anno 2017 a un contribuente che, pur utilizzando di fatto due unità immobiliari contigue come un'unica abitazione, ha provveduto alla loro fusione catastale solo nel 2018. Secondo la Corte, il requisito dell'iscrizione al catasto come unica unità immobiliare è inderogabile e la sua tardiva regolarizzazione non ha effetti retroattivi, rendendo irrilevanti sia l'intenzione manifestata anni prima sia l'uso di fatto.
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Esenzione IMU abitazione principale: no se non è unica
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28478/2025, ha negato l'esenzione IMU abitazione principale a una contribuente che aveva unito di fatto più immobili contigui senza però procedere alla loro fusione catastale. Secondo la Corte, il requisito dell'iscrizione come 'unica unità immobiliare' è sostanziale e non può essere superato dalla situazione di fatto. La successiva regolarizzazione catastale non ha efficacia retroattiva.
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Diritto personale di godimento: no a ICI per l’uso
Una società di trasporti ha contestato un avviso di accertamento ICI relativo a immobili di proprietà regionale, da essa utilizzati in virtù di un contratto di servizio. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il diritto della società era un diritto personale di godimento, non un diritto reale né una concessione su area demaniale. Di conseguenza, mancava il presupposto soggettivo per l'applicazione dell'imposta, che richiede la titolarità di un diritto reale sull'immobile.
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Diritto personale di godimento: esenzione ICI confermata
Una società di trasporti impugna un avviso di accertamento ICI per immobili usati per il servizio pubblico. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che il contratto con l'ente regionale configurava un diritto personale di godimento, non un diritto reale. Pertanto, la società non era il soggetto passivo del tributo.
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Diritto Reale d’Uso: Quando non si Paga l’ICI
Una società di trasporti che utilizzava immobili di proprietà regionale per l'esercizio del servizio pubblico è stata destinataria di un avviso di accertamento ICI. La Corte di Cassazione ha annullato la pretesa fiscale, stabilendo che il diritto concesso alla società non era un diritto reale d'uso, soggetto a imposta, ma un mero diritto personale di godimento, funzionale all'erogazione del servizio. La decisione si fonda sulla distinzione tra la natura illimitata del diritto reale e i vincoli specifici imposti dal contratto, che configuravano un rapporto di natura obbligatoria e non reale.
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Diritto reale d’uso: quando si paga l’imposta?
La Corte di Cassazione ha stabilito che una società di trasporti che utilizza beni immobili di proprietà della Regione, in virtù di un contratto di servizio, non è tenuta al pagamento dell'ICI. La Corte ha chiarito che il diritto concesso alla società non costituisce un diritto reale d'uso, presupposto per l'imposta, ma un mero diritto personale di godimento, poiché l'utilizzo dei beni era strettamente limitato e funzionale all'erogazione del servizio pubblico, escludendo così la soggettività passiva del tributo.
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Esenzione IMU fabbricati rurali: serve l’annotazione
Un Comune ha negato l'esenzione IMU per fabbricati rurali a un contribuente proprietario di un immobile D/08, nonostante l'uso agricolo. La Cassazione ha dato ragione al Comune, stabilendo che per l'esenzione non basta l'uso di fatto, ma è necessaria l'iscrizione nella categoria D/10 o, in alternativa, una specifica annotazione di ruralità nei registri catastali, come stabilito dalla normativa.
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Notifica rendita catastale: Cassazione sulla nullità
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di alcuni avvisi di accertamento IMU basati su una rendita catastale modificata ma non comunicata al contribuente. La corte ha ribadito che la notifica della rendita catastale è un requisito di efficacia indispensabile, e la sua assenza invalida l'atto impositivo successivo.
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Diritto personale di godimento e ICI: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che una società di trasporti che utilizza immobili di proprietà regionale in base a un contratto di servizio non è tenuta al pagamento dell'ICI. Il suo diritto è un diritto personale di godimento, legato strettamente all'erogazione del servizio, e non un diritto reale d'uso, che costituisce il presupposto per l'imposta. La Corte ha quindi annullato l'avviso di accertamento del Comune, specificando che il soggetto passivo del tributo rimane il proprietario dell'immobile.
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Esenzione ICI abitazione principale: no se non collegate
Una coppia si oppone a degli avvisi di accertamento ICI per due appartamenti sovrapposti, usati come unica dimora ma collegati solo da una scala esterna. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per beneficiare dell'esenzione ICI abitazione principale, è indispensabile un collegamento strutturale diretto tra le unità immobiliari. L'assenza di comunicazione interna è un ostacolo insuperabile, anche se di fatto gli immobili sono utilizzati come un'unica abitazione.
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Sospensione legale riscossione: quando è inefficace
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente che chiedeva l'annullamento di debiti fiscali per il silenzio dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione. La decisione si fonda sul fatto che la richiesta di sospensione legale riscossione era generica, non preceduta da un atto di riscossione valido (un estratto di ruolo non è sufficiente) e perché il contribuente aveva già chiesto la rateizzazione, riconoscendo così il debito.
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Esenzione ICI: residenza anagrafica è obbligatoria
Un contribuente ha richiesto l'esenzione ICI per un immobile, sostenendo fosse la sua abitazione principale dopo una separazione coniugale, nonostante non vi avesse trasferito la residenza anagrafica. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che per beneficiare dell'esenzione ICI sono necessari entrambi i requisiti: la dimora abituale e la formale residenza anagrafica. La mancanza di quest'ultima ha reso l'imposta dovuta per gli anni contestati.
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Ricorso per cassazione inammissibile: il caso IMU
Una società ha impugnato un avviso di accertamento IMU per presunti vizi di notifica. Dopo due sconfitte nei gradi di merito, il suo appello finale è stato respinto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per gravi carenze procedurali, tra cui la mancanza di specificità e il mancato rispetto del principio di autosufficienza, evidenziando come un ricorso per cassazione inammissibile possa chiudere definitivamente un contenzioso.
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Diritto d’uso e ICI: la Cassazione chiarisce i limiti
Una società di trasporti ha contestato un avviso di accertamento ICI per immobili di proprietà regionale, usati per un servizio pubblico. La Corte di Cassazione ha stabilito che il rapporto contrattuale configurava un diritto personale di godimento e non un diritto reale d'uso, poiché l'utilizzo dei beni era strettamente limitato all'erogazione del servizio. Di conseguenza, la società non era il soggetto passivo del tributo e l'accertamento è stato annullato, definendo un importante principio sulla distinzione tra diritti ai fini fiscali.
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Dichiarazione integrativa: sì alla modifica tardiva
Una società energetica aveva omesso di indicare un credito d'imposta per incertezza sulla cumulabilità dei benefici. A seguito di un chiarimento normativo, ha presentato una dichiarazione integrativa tardiva, respinta dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'azienda, stabilendo che la modifica è ammissibile in caso di oggettiva incertezza interpretativa risolta da una legge successiva (ius superveniens). Inoltre, ha chiarito che per documentare l'investimento non è necessaria una perizia giurata, ma è sufficiente una perizia semplice valutata insieme alla contabilità aziendale.
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Notifica atti tributari: quando si perfeziona?
Un'agenzia di riscossione impugna una sentenza che aveva annullato un avviso di accertamento IMU per prescrizione. La Cassazione accoglie il ricorso, affermando che per la notifica atti tributari vale il principio della scissione soggettiva. Per l'ente impositore, la notifica si perfeziona e la decadenza si interrompe al momento della consegna dell'atto all'ufficiale postale, non al momento della ricezione da parte del contribuente.
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Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è annuale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28452/2025, ha stabilito che per beneficiare dell'esenzione IMU beni merce, è obbligatorio presentare la dichiarazione fiscale ogni anno, a pena di decadenza. Una società di costruzioni si è vista negare il beneficio per l'annualità 2017 perché aveva presentato la dichiarazione solo per un'annualità precedente. La Corte ha chiarito che la natura variabile delle condizioni per l'esenzione (come la mancata locazione degli immobili) impone una comunicazione annuale all'ente impositore.
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Diritto d’uso e ICI: la Cassazione chiarisce
Una società di trasporti utilizzava immobili di proprietà di un ente pubblico per l'erogazione del servizio. Un Comune ha richiesto il pagamento dell'ICI, presumendo che la società fosse titolare di un diritto reale d'uso. La Corte di Cassazione ha annullato l'avviso di accertamento, stabilendo che il diritto della società era un mero diritto personale di godimento, strumentale al contratto di servizio, e come tale non costituiva presupposto per l'imposta. La Corte ha chiarito che, ai fini ICI, è soggetto passivo solo il titolare di un diritto reale.
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