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Giurisprudenza Tributaria

Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile
Una società di ristorazione ha chiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto revocatorio riguardo la sua occupazione di locali soggetti a tassa sui rifiuti (TIA). La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la doglianza non riguardava una svista materiale, ma un disaccordo con la valutazione giuridica e l'interpretazione di chi fosse l'effettivo 'utilizzatore' dell'immobile. Questo costituisce un errore di giudizio, non un errore di fatto idoneo alla revocazione.
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Sospensione termini processuali: appello valido
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un contribuente, stabilendo che il suo appello, inizialmente dichiarato tardivo, era in realtà tempestivo grazie alla sospensione termini processuali introdotta da una legge del 2017. La sospensione di sei mesi si applicava automaticamente (ipso iure) alle controversie tributarie pendenti, rendendo valido l'atto depositato oltre la scadenza originaria. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.
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Sanzioni imposta di soggiorno: la Cassazione decide
Una società di gestione alberghiera ha impugnato un avviso di accertamento relativo all'imposta di soggiorno, contestando la propria responsabilità e la proporzionalità delle sanzioni. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità del gestore come 'responsabile d'imposta', ma ha accolto il ricorso sul punto della sanzione. Ha stabilito che il giudice tributario ha il potere e il dovere di valutare la proporzionalità delle sanzioni imposta di soggiorno e, se necessario, ridurle, rinviando il caso per una nuova valutazione dell'importo.
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Imposta Unica Scommesse: Cassazione conferma la tassa
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un bookmaker estero contro l'Agenzia delle Dogane, confermando la legittimità dell'imposta unica sulle scommesse per gli anni 2012-2013. La Corte ha stabilito che la normativa italiana non viola il diritto UE, non è discriminatoria e giustifica la tassazione per tutelare l'ordine pubblico e i consumatori, affermando la piena responsabilità solidale del bookmaker estero.
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Rinvio a nuovo ruolo: garanzia del contraddittorio
La Corte di Cassazione ha ordinato il rinvio a nuovo ruolo di una causa tributaria. A seguito di un errore nella fissazione dell'udienza, avvenuta prima della costituzione del controricorrente, la Corte ha posticipato la decisione per garantire il pieno diritto di difesa e il principio del contraddittorio, lesi dalla mancata comunicazione alla parte.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6138/2024, ha affrontato il tema dell'imposta unica scommesse per gli anni 2010-2014, contestata da una società di scommesse estera e dal suo centro di trasmissione dati (CTD) in Italia. La Corte ha rigettato gran parte del ricorso, confermando la piena legittimità dell'imposta per entrambi i soggetti a partire dal 2011. L'unico accoglimento parziale ha riguardato l'annullamento delle sanzioni per la società estera relative all'anno 2010, a causa della pregressa incertezza normativa.
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Contraddittorio endoprocedimentale: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6114/2024, ha rigettato il ricorso di una società contro un avviso di accertamento. La decisione chiarisce l'applicazione del contraddittorio endoprocedimentale, specificando che per i tributi non armonizzati (Ires, Irap) non è sempre obbligatorio negli accertamenti 'a tavolino', a differenza dei tributi armonizzati (IVA) dove è un requisito di derivazione europea. In quest'ultimo caso, l'annullamento dell'atto per la sua omissione è subordinato alla cosiddetta 'prova di resistenza' da parte del contribuente, che deve dimostrare come il dialogo avrebbe potuto cambiare l'esito dell'accertamento. La Corte ha inoltre ribadito che l'onere di provare l'inerenza dei costi dedotti grava interamente sul contribuente.
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Notifica cartella 140 cpc: appello inammissibile
L'agente della riscossione ricorre contro una sentenza che annullava un'intimazione di pagamento a causa di una non provata notifica cartella 140 cpc. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l'agente non ha contestato una delle due autonome ragioni su cui si fondava la decisione del giudice d'appello, rendendo l'impugnazione priva di interesse.
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Notificazione ricorso appello: rinvio della Cassazione
Un contribuente si oppone a un accertamento fiscale basato su un modello 770. Dopo una decisione sfavorevole in appello, ricorre in Cassazione lamentando la mancata notificazione del ricorso appello. La Suprema Corte, riconoscendo la criticità del vizio procedurale sollevato, ha emesso un'ordinanza interlocutoria, sospendendo la decisione finale e ordinando l'acquisizione del fascicolo d'ufficio per verificare l'effettiva avvenuta notifica. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo.
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Errore revocatorio: quando non si può revocare la sentenza
La Cassazione ha annullato una sentenza di revocazione, stabilendo che un'errata valutazione giuridica, come l'obbligo del contraddittorio preventivo per l'anno 2006, non costituisce un errore revocatorio ai sensi dell'art. 395 c.p.c. L'errore deve essere una svista percettiva sui fatti, non un riesame del merito.
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Cessazione materia del contendere: analisi del caso
Un contribuente impugnava un avviso di accertamento basato sul redditometro. Durante il giudizio in Cassazione, aderiva a una definizione agevolata, pagando le somme dovute. La Corte, preso atto dell'accordo tra le parti, ha dichiarato la cessazione materia del contendere, estinguendo il processo senza entrare nel merito dei motivi di ricorso.
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Presunzioni fiscali: Cassazione conferma l’avviso
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per fatture non contabilizzate. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità dell'atto impositivo basato su una serie di presunzioni fiscali ritenute gravi, precise e concordanti, come la presenza delle fatture nella contabilità del destinatario e la coincidenza degli amministratori tra le due società.
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Giudicato esterno e sanzioni: la Cassazione decide
Una società di spedizioni ha impugnato delle sanzioni doganali per errata dichiarazione sull'origine delle merci, basandosi sul principio del giudicato esterno derivante da altre sentenze. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: l'accertamento definitivo dei fatti in un giudizio sui dazi (l'obbligazione principale) costituisce giudicato esterno e si estende anche al successivo giudizio sulle sanzioni (l'obbligazione accessoria), qualora la base fattuale sia la medesima.
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Motivi aggiunti ricorso tributario: la Cassazione decide
Una società ha impugnato un avviso di accertamento, sollevando la questione del difetto di delega di firma solo in una memoria successiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi aggiunti in un ricorso tributario sono inammissibili se non rientrano nei casi eccezionali previsti dalla legge, ribadendo che tutte le contestazioni devono essere formulate nell'atto iniziale. La sentenza del giudice di merito, che aveva accolto il motivo tardivo, è stata annullata con rinvio.
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Estinzione del giudizio per rinuncia dopo condono
Un contribuente, dopo aver ricevuto un accertamento sintetico per maggiore IRPEF e aver perso nei primi due gradi di giudizio, ricorre in Cassazione. Durante il processo, aderisce a una definizione agevolata e rinuncia al ricorso. La Corte Suprema di Cassazione, accogliendo la rinuncia, dichiara l'estinzione del giudizio. La decisione si fonda sul fatto che la rinuncia, accettata implicitamente dalla controparte, costituisce una causa di estinzione. Le spese legali vengono compensate e non è dovuto l'ulteriore contributo unificato, poiché la chiusura del caso deriva da motivi sopravvenuti e non dal rigetto del ricorso.
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Sospensione impropria: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6121/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'amministrazione fiscale contro la sentenza che dichiarava estinto un giudizio per mancata riassunzione. Il caso verteva su una sospensione impropria del processo, disposta in attesa di una decisione della Corte Costituzionale. La Cassazione ha chiarito che tale sospensione, essendo facoltativa e non prevista dalla legge, doveva essere immediatamente impugnata con regolamento di competenza. La mancata impugnazione ha reso definitivo il provvedimento, precludendo ogni successiva contestazione.
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Costi infragruppo: la Cassazione sulla deducibilità
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6100 del 2024, ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando la deducibilità dei costi infragruppo e di quelli derivanti da operazioni con imprese in paesi 'black list'. La Corte ha stabilito che, per i costi infragruppo, il contribuente deve fornire prova documentale dell'effettiva utilità del servizio ricevuto. Per le operazioni con paradisi fiscali, è sufficiente dimostrare l'effettivo interesse economico dell'operazione, quale condizione alternativa allo svolgimento di un'attività commerciale da parte del partner estero. La sentenza sottolinea l'importanza di una documentazione robusta e dettagliata per difendersi dalle contestazioni fiscali.
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Estinzione processo tributario per sanatoria fiscale
Una società aveva impugnato una cartella di pagamento per IVA e IRES. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha proposto ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, aderendo a una definizione agevolata, ha rinunciato al ricorso. L'Agenzia delle Entrate ha accettato la rinuncia. La Corte di Cassazione, di conseguenza, ha dichiarato l'estinzione del processo tributario, compensando le spese legali tra le parti.
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Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione
Una fondazione che gestisce attività assistenziali per anziani si è vista negare l'esenzione IMU. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6095/2024, ha confermato la decisione, ribadendo che per ottenere l'esenzione IMU enti non commerciali non basta la natura non profit del soggetto. È necessario dimostrare che l'attività sia svolta con modalità non commerciali, ossia gratuitamente o dietro un corrispettivo simbolico, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Costi infragruppo: come provare la deducibilità
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6101 del 2024, ha confermato la deducibilità dei costi infragruppo e delle spese sostenute con imprese in paesi 'black list'. La Corte ha stabilito che la società contribuente ha fornito prove adeguate, tra cui contratti, report di revisione e fatture, per dimostrare l'utilità effettiva, la certezza e l'inerenza dei costi. Questa decisione sottolinea l'importanza di una documentazione completa per superare le contestazioni dell'Amministrazione Finanziaria su tali operazioni.
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