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Giurisprudenza Tributaria

Accertamento induttivo: quando è legittimo?

Una società di costruzioni ha impugnato un avviso di accertamento fiscale basato su un accertamento induttivo. La società sosteneva che l’atto fosse illegittimo perché scaturito da un semplice controllo “spesometro” a cui era seguita una dichiarazione integrativa, che avrebbe dovuto chiudere la procedura. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’Agenzia delle Entrate può legittimamente procedere con un accertamento induttivo qualora riscontri gravi e sostanziali incongruenze contabili che rendono le scritture inattendibili, anche se il contribuente ha tentato di sanare la propria posizione. La presentazione della dichiarazione integrativa non preclude infatti la prosecuzione dei controlli fiscali.

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Compensazione spese legali e pace fiscale: la Cassazione

Un ente impositore ha fatto ricorso contro una decisione che lo condannava a pagare le spese legali in una causa estinta per l’annullamento automatico del debito fiscale (cd. ‘pace fiscale’). La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che in questi casi si applica la compensazione spese legali, poiché la fine del contenzioso deriva da un evento esterno alla volontà delle parti e non dalla vittoria di una sull’altra. La sentenza della commissione tributaria regionale è stata quindi annullata.

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Elusione fiscale: Cassazione su fusioni e condono

Una società contesta un accertamento per elusione fiscale derivante da una fusione societaria volta a creare ammortamenti fittizi. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. L’operazione è stata ritenuta elusiva e l’esistenza di un ‘condono tombale’ della società incorporata è stata giudicata irrilevante.

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Compenso avvocato: i limiti del giudice alla riduzione

Una società ha impugnato la decisione di una Corte di giustizia tributaria che aveva liquidato il compenso avvocato in misura troppo bassa. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, a seguito delle modifiche normative (D.M. 37/2018), il giudice non può ridurre gli onorari oltre il 50% dei valori medi previsti dai parametri forensi, confermando l’inderogabilità di tale limite minimo.

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Società estinta: sopravvivenza fiscale e ricorsi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della società estinta e delle sue passività fiscali. Il caso riguarda una S.r.l. cancellata dal Registro delle Imprese, alla quale l’Agenzia delle Entrate ha notificato avvisi di accertamento per diversi anni d’imposta. La Corte ha stabilito che, in applicazione dell’art. 28 del d.lgs. 175/2014, se la richiesta di cancellazione è successiva all’entrata in vigore della norma, la società si considera ‘sopravvissuta’ per cinque anni ai soli fini fiscali. Di conseguenza, l’ex liquidatore mantiene la legittimazione a rappresentare la società in giudizio, mentre gli ex soci sono privi di tale potere, non potendo agire come successori. La decisione chiarisce quindi chi è il corretto interlocutore del Fisco dopo l’estinzione di una società.

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Comportamenti omissivi: prescrizione e accise

La Corte di Cassazione chiarisce il concetto di “comportamenti omissivi” in materia di accise. Una società del settore ricambi aveva omesso di annotare acquisti di oli lubrificanti, evadendo l’imposta di consumo. La Suprema Corte ha stabilito che tale omissione costituisce un comportamento volto a celare il debito tributario. Di conseguenza, il termine di prescrizione per l’azione di riscossione non decorre dalla data della violazione, ma dal momento della sua scoperta da parte dell’amministrazione finanziaria, rendendo legittimo l’atto di contestazione emesso entro cinque anni da tale scoperta.

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Esenzione IMU abitazione principale: residenza e nucleo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Comune contro la decisione che riconosceva l’esenzione IMU abitazione principale a una contribuente. Il Comune sosteneva che la contribuente, pur vivendo nel suo appartamento, fosse anagraficamente inserita nel nucleo familiare del fratello, residente in un’altra unità dello stesso stabile. La Corte ha stabilito che la valutazione della residenza effettiva è una questione di fatto, non riesaminabile in sede di legittimità, confermando così il diritto della contribuente all’esenzione.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

Un’agenzia governativa ha rinunciato a un ricorso in Cassazione dopo che il contribuente ha aderito a una definizione agevolata della controversia. La Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, chiarendo che in caso di rinuncia, e data la mancata costituzione della controparte, non vi è pronuncia sulle spese e non si applica il raddoppio del contributo unificato.

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Ottemperanza: non c'è litisconsorzio necessario

Una società, dopo aver ottenuto l’annullamento di una cartella esattoriale, ha avviato un giudizio di ottemperanza per la cancellazione del ruolo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, il quale lamentava la mancata partecipazione di un altro socio al giudizio. La Corte ha chiarito che, sebbene il litisconsorzio necessario sia un principio fondamentale nei giudizi di accertamento tributario verso le società di persone, esso non si applica alla fase successiva di ottemperanza, che ha il solo scopo di dare esecuzione a una decisione già definitiva.

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Cessione credito fiscale: l'onere della prova

Un istituto di credito, avendo acquisito dei crediti fiscali attraverso una cessione di azienda, ne chiedeva il rimborso. L’Amministrazione Finanziaria si opponeva, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile. La decisione chiarisce i principi sulla validità della cessione credito fiscale in ambito di trasferimenti aziendali e i limiti dell’impugnabilità degli atti fiscali, basandosi su precedenti decisioni (giudicato esterno) tra le stesse parti.

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Giudicato penale: stop al processo tributario?

La Corte di Cassazione esamina un caso relativo a una cartella di pagamento emessa a seguito di un avviso di accertamento per estero-vestizione societaria. Di fronte all’intervenuta assoluzione definitiva in sede penale del contribuente per i medesimi fatti, la Corte decide di rinviare la causa a nuovo ruolo. La decisione è stata presa per valutare preliminarmente l’impatto del giudicato penale sul procedimento tributario, una questione di massima importanza e oggetto di discussione nelle Sezioni Unite.

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Litisconsorzio necessario e società: la Cassazione

Un socio di una società in accomandita ha impugnato un’intimazione di pagamento, lamentando la mancata partecipazione al giudizio della società e degli altri soci. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il litisconsorzio necessario non si applica nella fase di riscossione del debito tributario, ma solo in quella di accertamento del reddito societario. In fase di riscossione, la questione attiene alla solidarietà passiva del socio per un debito già accertato.

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Notifica atto giudiziario: l'appello è inammissibile

Una contribuente ottiene il diritto a un rimborso fiscale per agevolazioni post-sisma. L’Amministrazione Finanziaria ricorre in Cassazione, ma fallisce nella notifica dell’atto giudiziario. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile per mancata prova del perfezionamento della notifica, confermando la vittoria della contribuente per un vizio di procedura.

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Fatto generatore IVA: quando fatturare i servizi

Una società di servizi è stata oggetto di un avviso di accertamento per omessa fatturazione IVA. La Corte di Cassazione ha analizzato il caso, stabilendo un principio chiave: per le prestazioni di servizi, il fatto generatore IVA, che fa sorgere l’obbligo di emettere fattura, coincide con l’esecuzione della prestazione stessa e non con il momento del pagamento. Quest’ultimo determina solo l’esigibilità dell’imposta. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa al giudice di merito per una nuova valutazione basata su questo fondamentale principio.

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Motivazione apparente appello: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione tributaria regionale che aveva rigettato l’appello di un contribuente qualificandolo come mera riproposizione dei motivi di primo grado. Secondo la Corte, tale argomentazione costituisce una ‘motivazione apparente appello’, vizio che rende nulla la sentenza, poiché il giudice di secondo grado ha l’obbligo di esporre le proprie ragioni e non può limitarsi a un generico rinvio alla decisione precedente. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Esenzione ICI per dighe: la Cassazione fa il punto

Un Comune richiede il pagamento dell’ICI a un Consorzio di bonifica per una diga. Le corti di merito riconoscono l’esenzione ICI, classificando l’immobile come di interesse pubblico. Il Comune ricorre in Cassazione, sostenendo la natura commerciale dell’attività. La Suprema Corte, rilevando la pendenza di un altro giudizio sulla corretta categoria catastale della diga, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la decisione a un’udienza pubblica, in attesa di chiarimenti sull’attribuzione della rendita catastale, elemento fondamentale per definire la base imponibile.

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Base fissa e tasse: Cassazione su artista non residente

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro un artista non residente, stabilendo che la disponibilità di un laboratorio e la presenza di opere non sono sufficienti a configurare una “base fissa” imponibile in Italia. Secondo la Corte, l’Amministrazione finanziaria deve fornire la prova di un’attività stabile e continuativa, non potendosi basare su una presenza saltuaria del contribuente sul territorio. La decisione ha inoltre ribadito l’inapplicabilità del riesame dei fatti in sede di legittimità in caso di “doppia conforme” tra le sentenze di primo e secondo grado.

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Improcedibilità ricorso: il deposito della notifica

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso presentato da due imprenditori contro l’Agenzia delle Entrate. La decisione si fonda su un vizio formale cruciale: il mancato deposito della copia notificata della sentenza d’appello. Questo caso sottolinea la rigidità delle norme procedurali e come un errore formale possa precludere l’accesso alla giustizia nel merito, confermando l’importanza del rispetto dei requisiti di procedibilità.

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Ricorso per cassazione: specificità e autosufficienza

L’appello di un contribuente contro un accertamento fiscale sintetico è stato respinto dalla Suprema Corte. Il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile per mancanza dei requisiti di specificità e autosufficienza, poiché l’atto non riportava in modo adeguato gli elementi essenziali per consentire alla Corte di valutare la fondatezza delle censure senza dover esaminare l’intero fascicolo processuale.

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Accordo conciliativo: che fare se la PA non coopera?

Una società stipula un accordo conciliativo con il Fisco ma non paga le rate, sostenendo che l’Agenzia non ha cancellato un’ipoteca, impedendole di ottenere credito. La Cassazione respinge il ricorso, chiarendo che le richieste di risarcimento per cattiva condotta della P.A. vanno presentate al giudice ordinario, non a quello tributario, la cui competenza è limitata alla debenza del tributo.

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