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Giurisprudenza Tributaria

Confisca doganale: la Cassazione attende le Sezioni Unite
La Corte di Cassazione ha sospeso la decisione su un caso di confisca doganale di gioielli. La questione centrale, relativa alla legittimità della confisca dopo la depenalizzazione del reato di contrabbando, è stata rimessa alle Sezioni Unite in altri procedimenti. Pertanto, la Corte ha disposto un rinvio in attesa della pronuncia del supremo organo nomofilattico per garantire un'interpretazione uniforme della legge.
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Definizione agevolata inefficace: no a condono su condono
Una società ha tentato di chiudere un debito fiscale, originato da un precedente condono non saldato, attraverso una nuova definizione agevolata. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che un 'condono su condono' è inammissibile e che, in ogni caso, la nuova definizione agevolata è inefficace senza la prova dei pagamenti. La Corte ha quindi confermato la legittimità della cartella di pagamento, basata su una precedente sentenza tributaria.
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Scudo fiscale non copre la società: la Cassazione decide
Una società unipersonale ha dedotto costi per fatture inesistenti, il cui importo è stato poi rimpatriato dal socio unico tramite scudo fiscale. La Cassazione ha stabilito che lo scudo fiscale, essendo un beneficio per persone fisiche, non può proteggere la società dall'accertamento fiscale sui costi fittizi. Ha inoltre chiarito che i costi di consulenza per un'autovettura aziendale sono deducibili solo parzialmente.
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Studi di settore: la valutazione della prova contraria
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società di ristorazione. La Corte ha stabilito che la valutazione delle giustificazioni fornite dal contribuente per lo scostamento dagli studi di settore (come costi di avviamento e problemi di salute del personale) è un apprezzamento di fatto che spetta al giudice di merito e non può essere riesaminato in sede di legittimità.
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Definizione agevolata: estinzione del processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata delle controversie pendenti. Il caso, originato da un accertamento IVA, si è concluso non con una decisione nel merito ma con una pronuncia processuale, poiché il contribuente ha presentato istanza, pagato le somme dovute e richiesto la chiusura del giudizio, come previsto dalla normativa sulla tregua fiscale.
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Onere della prova IVA: diligenza del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14102/2024, ha chiarito i limiti dell'onere della prova in capo al contribuente in caso di operazioni soggettivamente inesistenti. Viene stabilito che l'Amministrazione Finanziaria deve provare la consapevolezza della frode da parte del cessionario, il quale non è tenuto a svolgere indagini complesse sulla struttura del fornitore. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva negato la detrazione IVA basandosi solo sulla presunta inadeguatezza organizzativa del cedente, ribadendo che l'onere della prova del contribuente scatta solo dopo che l'Ufficio ha fornito elementi oggettivi sulla sua malafede.
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Imposta sugli intrattenimenti e DJ set: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14090/2024, ha stabilito la piena compatibilità dell'Imposta sugli intrattenimenti (ISI) con la normativa europea sull'IVA. Nel caso esaminato, una società che organizzava serate con DJ set si era opposta a degli avvisi di accertamento, sostenendo che l'ISI costituisse una duplicazione dell'IVA. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che l'ISI non è un'imposta generale sul volume d'affari e che la società non aveva fornito la prova necessaria a qualificare le esibizioni come "spettacolo" (esente da ISI) anziché come "intrattenimento".
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Accertamento tributario: la Cassazione su delega e IVA
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore del settore apparecchi da intrattenimento contro un accertamento tributario. La Corte ha confermato la validità dell'atto, anche se firmato da un funzionario delegato senza qualifica dirigenziale, e ha ribadito che, in caso di accertamenti bancari, spetta al contribuente l'onere di provare la natura non imponibile dei versamenti. La sentenza ha inoltre precisato che una decisione favorevole per un'annualità non costituisce giudicato per le successive e che l'attività del contribuente era correttamente soggetta a IVA.
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Definizione agevolata: estinzione del processo tributario
Un complesso contenzioso tributario, giunto fino alla Corte di Cassazione e riguardante un accertamento IVA con l'accusa di essere un socio occulto, si è concluso inaspettatamente. Il contribuente ha utilizzato lo strumento della definizione agevolata, presentando domanda e pagando l'importo dovuto. La Corte, applicando la normativa specifica, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la lite senza entrare nel merito delle accuse.
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Accertamento sintetico: il tenore di vita familiare
Un contribuente con redditi dichiarati molto bassi ma un elevato tenore di vita, evidenziato da auto di lusso e imbarcazioni, è stato sottoposto ad un accertamento sintetico. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'atto, stabilendo che la capacità di spesa dell'intero nucleo familiare è rilevante. Il contribuente non è riuscito a fornire la prova contraria sull'origine dei fondi. La Corte ha inoltre ritenuto legittimo, per gli anni d'imposta 2006 e 2007, considerare i canoni di leasing come indicatori di reddito.
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IVA agevolata scuole: no al 10% per uso non domestico
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14097/2024, ha stabilito che l'IVA agevolata al 10% per la fornitura di energia non si applica agli edifici scolastici. La Corte ha chiarito che il requisito dell' 'uso domestico' previsto dalla norma esclude le scuole, in quanto prive del carattere di residenzialità. La decisione cassa la sentenza di merito che aveva erroneamente assimilato le scuole a strutture residenziali.
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Operazioni inesistenti: onere della prova e termini
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per costi legati a operazioni inesistenti. La Cassazione ha confermato l'accertamento per IRES e IVA, chiarendo che una volta fornita la prova presuntiva dall'Agenzia delle Entrate, l'onere di dimostrare l'effettività delle operazioni passa al contribuente. La Corte ha però annullato l'accertamento relativo all'IRAP, poiché il raddoppio dei termini previsto in caso di reati tributari non si applica a tale imposta.
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Estinzione giudizio tributario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14044/2024, ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario a seguito dell'adesione di una società alla definizione agevolata delle controversie pendenti. La decisione chiarisce che, in tali casi, le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate e non si applica il raddoppio del contributo unificato a carico della parte ricorrente.
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Estinzione del giudizio: la rottamazione quater
Una società in lite con l'Amministrazione Finanziaria aderisce alla 'rottamazione quater' e chiede l'estinzione del giudizio pendente in Cassazione. La Corte Suprema, con ordinanza interlocutoria, chiarisce che la semplice adesione e il pagamento delle prime rate non sono sufficienti. L'estinzione del giudizio è subordinata all'effettivo e integrale pagamento di tutte le somme dovute. Pertanto, il processo viene sospeso e rinviato a una data successiva alla scadenza dell'ultima rata per la verifica finale.
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Accertamento d’ufficio: costi e IRAP per l’agente
La Corte di Cassazione, con ordinanza 14064/2024, ha stabilito principi cruciali in materia di accertamento d'ufficio. Quando un agente omette la dichiarazione, l'Amministrazione Finanziaria deve comunque determinare e dedurre i costi d'impresa, anche in via induttiva. Inoltre, ha ribadito che un agente inserito in una rete commerciale altrui non possiede l'autonoma organizzazione necessaria per essere soggetto a IRAP. La Corte ha quindi cassato con rinvio la decisione dei giudici di merito su questi specifici punti.
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Giurisdizione imposta di soggiorno: Cassazione conferma
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione della Corte dei Conti per l'omesso versamento dell'imposta di soggiorno da parte di gestori di strutture ricettive, per fatti antecedenti alle nuove normative. La Corte ha applicato il principio di *perpetuatio iurisdictionis*, affermando che la giurisdizione si cristallizza al momento dell'instaurazione del giudizio, rendendo irrilevanti le modifiche legislative successive, anche se retroattive.
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Sentenza per relationem: quando è nulla la decisione?
Un imprenditore del settore apparecchi da intrattenimento ha impugnato un avviso di accertamento fiscale. La Commissione Tributaria Regionale ha parzialmente accolto il suo appello, ma con una motivazione che si limitava a richiamare la sentenza di primo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato nulla tale decisione, affermando che una sentenza per relationem è invalida quando non esplicita il percorso logico-giuridico seguito e non affronta specificamente i motivi di appello, rendendo impossibile individuare il thema decidendum. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Principio di competenza fiscale e data della consegna
Una società è stata oggetto di un accertamento fiscale per ricavi che, secondo l'Amministrazione Finanziaria, dovevano essere tassati nel 2009 anziché nel 2008. La controversia verteva sull'applicazione del principio di competenza fiscale. La società sosteneva la competenza del 2008 sulla base di un accordo di vendita di fine anno, ma la consegna fisica dei beni era avvenuta nel 2009. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per i beni mobili, il momento fiscalmente rilevante per la registrazione dei ricavi è la data della consegna fisica o della spedizione, non la data della stipula del contratto. La sentenza ha quindi annullato la decisione del giudice di merito, riaffermando la natura inderogabile delle regole sull'imputazione temporale dei componenti di reddito.
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Cessione quote totalitaria: no alla riqualificazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14031/2024, ha stabilito un importante principio in materia di imposta di registro. Ha annullato la pretesa del Fisco di riqualificare una cessione quote totalitaria di una S.r.l. in una cessione d'azienda. Secondo la Corte, la scelta di una forma giuridica legittima, come la vendita di partecipazioni sociali, non può essere ignorata dall'Amministrazione Finanziaria per applicare un'imposta più onerosa, a meno che non venga fornita la prova di un concreto abuso del diritto. La differenza negli effetti giuridici tra le due operazioni è decisiva e prevale sulla mera equivalenza economica.
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Procura speciale Agente Riscossione: è legittima
Una società ha impugnato un avviso di intimazione, contestando, tra i vari motivi, la validità della procura speciale conferita dall'Agente della Riscossione a un avvocato esterno. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'Agente, in qualità di ente pubblico economico, può legittimamente avvalersi di difensori del libero foro tramite una procura speciale, non essendo vincolato a farsi rappresentare solo da propri funzionari.
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