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Giurisprudenza Tributaria

Visto di conformità infedele: l’ufficio competente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14787/2024, ha stabilito che la competenza a sanzionare un professionista per l'emissione di un visto di conformità infedele spetta esclusivamente alla Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso, e non a quella del contribuente. Un atto emesso da un ufficio territorialmente incompetente è nullo. Il caso riguardava un professionista sanzionato dall'ufficio provinciale competente per il contribuente assistito. La Corte ha accolto il ricorso del professionista, annullando l'atto impositivo per difetto di competenza.
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Errore materiale: correzione ordinanza Cassazione
La Corte di Cassazione, con ordinanza, corregge un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. L'errore consisteva nell'indicazione di un numero di ordinanza sbagliato. La Corte chiarisce che l'errore materiale non incide sulla sostanza della decisione ma solo sulla sua espressione letterale, potendo essere corretto d'ufficio.
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Visto di conformità infedele: la competenza è decisiva
La Corte di Cassazione ha annullato una cartella di pagamento emessa nei confronti di un professionista per un visto di conformità infedele. La decisione si fonda su un vizio di incompetenza territoriale dell'ufficio dell'Agenzia delle Entrate che ha emesso l'atto. Secondo la Corte, la competenza esclusiva per l'iscrizione a ruolo spetta alla direzione regionale dell'Agenzia individuata in base al domicilio fiscale del professionista trasgressore, e non all'ufficio competente per il contribuente assistito. La violazione di tale regola di competenza determina la nullità dell'atto.
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Accertamento sintetico: mutuo e redditometro legittimi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14784/2024, ha stabilito la piena legittimità dell'accertamento sintetico redditometro basato sulle rate del mutuo per l'abitazione principale. I giudici hanno annullato la decisione di merito che aveva disapplicato i decreti ministeriali attuativi, affermando che tali norme sono vincolanti per il giudice. L'onere della prova per dimostrare che le spese sono coperte da redditi non imponibili spetta esclusivamente al contribuente.
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Errore di fatto: notifica a legale revocato, no revoca
Una contribuente ha richiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto poiché l'appello le era stato notificato al precedente legale, già revocato. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione errata sulla regolarità di una notifica costituisce un errore di diritto e non un errore di fatto idoneo a giustificare la revocazione del provvedimento.
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Difesa tecnica: appello nullo? La Cassazione spiega
Una società agricola si è vista dichiarare inammissibile l'appello in materia di IMU perché assistita da un geometra. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la mancanza di difesa tecnica è un vizio sanabile. Il giudice, prima di dichiarare l'inammissibilità, deve assegnare alla parte un termine per nominare un difensore abilitato, sanando così il difetto con efficacia retroattiva.
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Fabbricato rurale: classificazione catastale decisiva
Una società cooperativa sociale ha impugnato un avviso di accertamento IMU per un immobile che riteneva esente in quanto fabbricato rurale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14780/2024, ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per beneficiare delle agevolazioni fiscali, è determinante la classificazione catastale ufficiale dell'immobile e non il suo utilizzo effettivo. La presentazione tardiva della dichiarazione di ruralità e una precedente sentenza favorevole su un'annualità diversa non sono state ritenute sufficienti per ottenere l'esenzione.
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Visto di conformità infedele: la competenza dell’Agenzia
Un professionista ha impugnato una cartella di pagamento per aver apposto un visto di conformità infedele sulla dichiarazione di un cliente. La cartella era stata emessa dall'ufficio provinciale del domicilio del cliente. Il professionista ha eccepito l'incompetenza dell'ufficio, sostenendo che solo la direzione regionale del proprio domicilio fosse competente. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che l'art. 39, comma 2, del D.Lgs. 241/1997 assegna una competenza funzionale e territoriale esclusiva alla direzione regionale del domicilio del professionista, rendendo nullo l'atto emesso dall'ufficio incompetente.
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Transazione novativa: la Cassazione chiarisce i criteri
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14772/2024, ha chiarito i criteri per distinguere una transazione novativa da una conservativa, con importanti riflessi fiscali. Il caso riguardava un accordo transattivo tra due società per chiudere una disputa su un contratto d'appalto. L'Agenzia delle Entrate lo aveva qualificato come transazione novativa, applicando l'imposta di registro proporzionale. La Suprema Corte ha invece stabilito che la semplice risoluzione del contratto per il futuro (ex nunc) non basta a qualificare l'accordo come novativo. È necessario che l'accordo estingua il rapporto precedente anche per il passato (ex tunc), sostituendolo con uno nuovo. In caso contrario, la transazione è conservativa e, se le prestazioni originarie erano soggette a IVA, si applica il principio di alternatività IVA/registro.
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Impugnazione atti impositivi: l’atto tipico supera quello atipico
Una società ha impugnato una comunicazione di irregolarità per un tardivo versamento IRAP, ma successivamente le è stata notificata una cartella di pagamento per la stessa pretesa. La Corte di Cassazione, in tema di impugnazione atti impositivi, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro la comunicazione iniziale per sopravvenuto difetto di interesse, stabilendo che l'emissione dell'atto impositivo tipico (la cartella) sostituisce e assorbe quello preliminare, concentrando su di sé l'onere dell'impugnazione.
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Esenzione ICI società agricola: quando è negata?
Un comune ha negato l'esenzione ICI a una società agricola perché il suo statuto prevedeva, oltre all'agricoltura, anche attività di compravendita immobiliare. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14766/2024, ha confermato la decisione, stabilendo che per beneficiare dell'esenzione ICI società agricola, l'oggetto sociale deve essere dedicato esclusivamente all'attività agricola, requisito fondamentale che in questo caso non è stato rispettato.
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Interposizione fittizia: Cassazione su frode fiscale
La Corte di Cassazione ha confermato gli avvisi di accertamento a carico di alcuni soci di fatto di una società, ritenendo legittima l'imputazione dei redditi societari per trasparenza. Secondo la Corte, il complesso meccanismo di cessione e riacquisto di quote sociali era una forma di interposizione fittizia finalizzata a una frode fiscale, ovvero a neutralizzare l'imponibile. È stato inoltre confermato il raddoppio dei termini per l'accertamento, data la sussistenza di indizi di reato. La Corte ha stabilito che, a fronte di redditi dichiarati dalla società, spetta ai soci contribuenti l'onere di provare la loro inesistenza, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Estinzione del giudizio: la rottamazione ferma il processo
Un contribuente impugnava una cartella di pagamento per vizi di notifica. Dopo due gradi di giudizio, il contenzioso giungeva in Cassazione. Qui, il contribuente dimostrava di aver aderito alla definizione agevolata (rottamazione-ter), pagando integralmente il dovuto. La Corte Suprema, preso atto del perfezionamento della procedura, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, ponendo fine alla lite.
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Accertamento induttivo: quando è legittimo? La Cass.
La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un accertamento induttivo a carico di un professionista. La decisione si fonda sulla sostanziale inattendibilità delle scritture contabili, evidenziata da costi ingiustificati, e non necessariamente sullo scostamento dagli studi di settore. Il ricorso del contribuente, che lamentava vizi di motivazione e violazione di legge, è stato integralmente rigettato, stabilendo un importante principio sulla validità della rideterminazione induttiva dei ricavi.
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Improcedibilità ricorso: conseguenze del mancato deposito
La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di improcedibilità del ricorso a causa del suo mancato deposito nei termini di legge. Una società ha notificato un primo ricorso senza poi depositarlo, rendendolo improcedibile. Successivamente, ha proposto un secondo ricorso identico, che la Corte ha dichiarato improponibile. La decisione sottolinea il rigore delle scadenze processuali e le conseguenze finanziarie, inclusa la condanna alle spese e il raddoppio del contributo unificato.
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Canone pubblicitario: la Cassazione chiarisce su IVA
Una società di pubblicità ha contestato degli avvisi di pagamento per un canone pubblicitario emessi da un Comune. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo principi chiave: il canone per la locazione di impianti comunali è un'attività commerciale soggetta a IVA; il suo importo si calcola sulla superficie espositiva e non sul suolo occupato. La Corte ha inoltre respinto le eccezioni procedurali della società relative alla prescrizione e all'omesso esame di prove.
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Decadenza riscossione tributaria per sisma: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che dichiarava la decadenza della riscossione tributaria a carico di un contribuente. Il caso riguardava cartelle di pagamento per tributi sospesi a seguito del sisma in Sicilia del 1990. La Corte ha stabilito che la sospensione dei termini non è automatica ma richiede una domanda del contribuente. In assenza di prova di tale domanda da parte dell'Amministrazione finanziaria, si applicano i termini di decadenza ordinari, rendendo tardiva la notifica delle cartelle.
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Valore aree fabbricabili: sì al metodo trasformazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14752/2024, ha stabilito la piena legittimità dell'utilizzo del 'metodo di trasformazione' per la determinazione del valore aree fabbricabili ai fini IMU. La Corte ha respinto le eccezioni preliminari di un'azienda contribuente riguardo al giudicato esterno e alla notifica della sentenza, accogliendo invece il ricorso del Comune. È stato chiarito che il valore di un'area è un dato variabile annualmente e non coperto da giudicato. Il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Definizione agevolata: effetti sul coobbligato
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un ricorso in materia fiscale. Il caso riguarda un avviso di accertamento per operazioni inesistenti notificato a una società e ai suoi amministratori di fatto. Durante il giudizio, è emerso che uno dei coobbligati ha aderito a una definizione agevolata della lite. La Corte ha ritenuto necessario acquisire chiarimenti dall'Agenzia delle Entrate sulla regolarità e l'esito di tale definizione, per valutarne l'effetto estintivo del debito anche nei confronti del ricorrente, in virtù del principio di responsabilità solidale.
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Visto di conformità infedele: l’ufficio competente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14750/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di visto di conformità infedele. In caso di errore, la competenza a sanzionare il professionista responsabile non appartiene all'ufficio locale del contribuente, ma esclusivamente alla direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso. La Corte ha chiarito che questa regola sulla competenza non è derogabile, pena la nullità dell'atto emesso dall'ufficio incompetente. La responsabilità del professionista, inoltre, è stata qualificata come avente anche una funzione punitiva.
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