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Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale: pozzi geotermici esclusi dal calcolo
La Cassazione chiarisce che, per la determinazione della rendita catastale di impianti energetici, i pozzi geotermici vanno esclusi. Essendo funzionali al processo produttivo, non rientrano nel calcolo secondo la normativa del 2016. La Corte ha rigettato il ricorso dell'Agenzia Entrate e accolto parzialmente quello della società energetica su un punto procedurale.
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Spese di lite agente riscossione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20494/2024, ha chiarito la ripartizione delle spese di lite in caso di annullamento di una cartella di pagamento per vizi imputabili all'ente impositore. Se l'annullamento dipende da una colpa esclusiva dell'ente che ha emesso la sanzione, il contribuente che ha fatto opposizione non può essere condannato a pagare le spese legali all'agente della riscossione. Al contrario, l'ente impositore e l'agente della riscossione possono essere condannati in solido a rimborsare le spese al contribuente, con diritto di regresso dell'agente verso l'ente.
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Forza maggiore fiscale: no se il debito è della P.A.
Una società ha omesso il versamento di Ires e Iva, adducendo una grave crisi di liquidità causata dai ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20491/2024, ha stabilito che tale situazione non costituisce forza maggiore fiscale. Secondo la Corte, i ritardi della P.A., per quanto gravi, sono un evento prevedibile e rientrano nel normale rischio d'impresa. Pertanto, l'azienda non può essere esentata dal pagamento delle sanzioni tributarie, poiché era suo onere predisporre le misure necessarie per far fronte agli obblighi fiscali.
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Onere della prova frode IVA: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 20487/2024, ha cassato una sentenza di merito, chiarendo l'onere della prova in materia di frode IVA e deducibilità dei costi. L'Amministrazione finanziaria deve fornire indizi della frode, dopodiché spetta al contribuente dimostrare la propria buona fede e diligenza. L'ordinanza affronta anche la deducibilità del compenso dell'amministratore, dei costi per operazioni inesistenti e la nullità della sentenza per motivazione apparente sui costi non inerenti.
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Motivazione apparente: Cassazione cassa la sentenza
Una società cooperativa ha impugnato due avvisi di accertamento. La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato la decisione di secondo grado, riscontrando un vizio di motivazione apparente riguardo al recupero dell'IVA su note di credito per l'anno 2007. Ha invece confermato la legittimità del recupero fiscale per il 2011, relativo a una compensazione di crediti IVA effettuata senza le dovute garanzie, nonostante lo stato di liquidazione della società.
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Rendita catastale impianti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20489/2024, ha stabilito che per la determinazione della rendita catastale impianti per gli anni antecedenti al 2016, devono essere inclusi tutti i componenti essenziali al ciclo produttivo, come pozzi geotermici, vapordotti e trasformatori. La Corte ha chiarito che la normativa del 2016, che esclude tali macchinari dalla stima, non ha efficacia retroattiva e si applica solo dal 1° gennaio 2016. La decisione accoglie il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società energetica, ribadendo un principio di valutazione onnicomprensivo per il passato.
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Avviso di accertamento: quando è valido per relationem?
Una società contesta un avviso di accertamento per costi indeducibili e IVA indetraibile, lamentando la mancata allegazione dei verbali relativi a società terze. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la motivazione "per relationem" è valida se l'atto impositivo riproduce il contenuto essenziale dei documenti richiamati, garantendo il diritto di difesa. La Corte ha inoltre precisato il diverso valore probatorio delle varie parti di un processo verbale di constatazione.
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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide
Un contribuente ha contestato un estratto di ruolo per la mancata notifica delle cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione, applicando una nuova normativa, ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La sentenza stabilisce che l'impugnazione estratto di ruolo è consentita solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale. Inoltre, chiarisce che una precedente sentenza favorevole contro l'agente di riscossione non vincola l'Agenzia delle Entrate se questa non era parte del giudizio.
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Operazioni inesistenti: Cassazione nega detrazione IVA
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società contro un avviso di accertamento dell'Amministrazione Finanziaria che negava la detrazione IVA per l'anno 2009. Il caso riguarda l'acquisto di quote di emissione CO2 da fornitori fittizi (missing traders) in un contesto di frode carosello, configurando operazioni inesistenti dal punto di vista soggettivo. La Corte ha confermato che, a fronte di solidi indizi forniti dall'Amministrazione sulla consapevolezza della frode da parte della società acquirente, spetta a quest'ultima dimostrare di aver agito con la massima diligenza e in buona fede, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Definizione agevolata: rinvio della causa in Cassazione
Un contribuente, durante un ricorso in Cassazione per un diniego di una precedente sanatoria, ha presentato una nuova istanza di definizione agevolata ai sensi della L. 197/2022. La Corte Suprema, in un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa del perfezionamento del piano di pagamento rateale, subordinando l'estinzione del giudizio al versamento integrale delle somme.
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Errore revocatorio: i limiti secondo la Cassazione
Una società alberghiera ha richiesto la revocazione di una sentenza della Corte di Cassazione, sostenendo un errore di fatto riguardo la conoscenza da parte di un Comune dello stato di inagibilità di un immobile ai fini della riduzione dell'imposta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore revocatorio si applica solo a un errore di percezione (una svista) e non a un errore di giudizio su un punto che è stato oggetto di dibattito e decisione nel precedente grado di giudizio.
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Ruolo straordinario: quando è illegittimo? Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20428/2024, ha stabilito che l'iscrizione a ruolo straordinario non è legittima se basata unicamente sullo stato di liquidazione e sulla difficoltà economica di una società. Per giustificare questa misura eccezionale, l'Agenzia delle Entrate deve provare un 'fondato pericolo per la riscossione', come l'occultamento di beni, non essendo sufficiente la mera richiesta di concordato preventivo. L'annullamento, anche parziale, dell'atto impositivo presupposto fa venir meno la base giuridica per la riscossione straordinaria.
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Definizione Agevolata: estinzione del giudizio
Una società aveva impugnato un avviso di accertamento per una detrazione IVA non riconosciuta. Durante il giudizio in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. La Corte ha dichiarato estinto il procedimento, stabilendo che tale adesione equivale a una rinuncia inequivocabile al ricorso, rendendo superflua una successiva dichiarazione formale.
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Certificazione contratti: perché non vincola il Fisco
Una società si è vista riqualificare i propri contratti di appalto in somministrazione di manodopera dall'Agenzia delle Entrate, nonostante la presenza di una certificazione ai sensi della Legge Biagi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale: la certificazione dei contratti non è vincolante per il giudice tributario, il quale mantiene pieni poteri di qualificare autonomamente il rapporto ai fini fiscali. La certificazione costituisce un semplice elemento di prova, ma non preclude l'accertamento del Fisco sulla reale natura economica dell'operazione.
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Diritto di difesa: udienza negata, sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria perché il giudice di secondo grado ha negato l'udienza di discussione, anche da remoto, richiesta da una società. La decisione, presa solo sulla base degli atti durante l'emergenza Covid, viola il diritto di difesa, un principio fondamentale del processo.
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Accertamento induttivo e fatture false: la sentenza
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore contro un accertamento induttivo dell'Agenzia delle Entrate. La sentenza conferma che, in presenza di contabilità inattendibile e fatture per operazioni inesistenti, l'amministrazione finanziaria può legittimamente ricostruire il reddito con metodo induttivo, basandosi anche su presunzioni. È stato inoltre ribadito che l'IVA esposta su una fattura falsa è sempre dovuta dall'emittente per neutralizzare il rischio di frode fiscale.
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Esenzione IVA chirurgia plastica: la prova sanitaria
Un chirurgo plastico si è opposto a degli avvisi di accertamento che negavano l'esenzione IVA per i suoi interventi. Dopo un lungo contenzioso, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia Fiscale, confermando che l'onere di provare la finalità terapeutica, e non meramente estetica, per ottenere l'esenzione IVA chirurgia plastica spetta al professionista. In questo caso, il medico ha fornito prove sufficienti, come le cartelle mediche, per dimostrare la natura sanitaria delle prestazioni, vincendo la causa.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara la cessazione della materia del contendere in una controversia fiscale a seguito dell'annullamento in autotutela dell'avviso di liquidazione da parte dell'Agenzia delle Entrate. La lite verteva sulla riqualificazione di un'operazione societaria complessa in una cessione di rami d'azienda. Le spese legali sono state interamente compensate tra le parti a causa dei mutamenti normativi e giurisprudenziali intervenuti durante il giudizio.
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Sospensione rimborso IVA: la prova dei carichi pendenti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20401/2024, ha chiarito le regole sulla sospensione del rimborso IVA. Nel caso esaminato, una società finanziaria, cessionaria di un credito IVA, si è vista negare il rimborso a causa di debiti fiscali della società cedente. La Corte ha stabilito che l'Amministrazione Finanziaria può legittimamente sospendere il pagamento sulla base di un 'estratto di ruolo', senza necessità di provare in giudizio la notifica degli atti sottostanti. Inoltre, ha confermato che l'ente impositore può contestare l'esistenza stessa del credito per la prima volta anche in fase di rinvio, poiché nel giudizio da rimborso il contribuente è attore sostanziale.
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Raddoppio termini accertamento: la decisione Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20400/2024, ha affrontato il tema del raddoppio termini accertamento in presenza di reati fiscali. La Corte ha confermato la legittimità dell'estensione dei termini per IRES e IVA anche in caso di denuncia penale tardiva, ma ha annullato l'accertamento ai fini IRAP. La motivazione risiede nel fatto che il raddoppio è previsto solo per violazioni che costituiscono reato, categoria a cui non appartengono quelle relative all'IRAP. La sentenza ha inoltre esaminato la deducibilità dei costi per operazioni soggettivamente inesistenti.
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