La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22208/2024, ha stabilito che i bookmaker esteri, anche se privi di concessione statale, sono tenuti al pagamento dell'imposta unica scommesse per le giocate raccolte in Italia. La Corte ha confermato la responsabilità solidale tra il bookmaker e il suo intermediario locale (CTD), rigettando il ricorso della società di scommesse. La decisione si fonda sul principio che il presupposto del tributo è la 'gestione' dell'attività di scommessa sul territorio nazionale, attività svolta congiuntamente da entrambi i soggetti, rendendo la normativa italiana conforme al diritto dell'Unione Europea.
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