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Giurisprudenza Tributaria

Transazione fiscale: estinzione del processo tributario
Una società impugnava in Cassazione una sentenza sfavorevole relativa a due avvisi di accertamento per operazioni soggettivamente inesistenti. Durante il giudizio, la società otteneva l'omologazione di un concordato preventivo contenente una transazione fiscale. La Corte Suprema, in applicazione di un principio consolidato, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere. La transazione fiscale omologata, infatti, definisce il debito tributario e rende inefficace sia la sentenza impugnata che l'originario avviso di accertamento, estinguendo il processo in corso.
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Rimborso IVA e revoca: la Cassazione sui termini
Una società revoca la sua richiesta di rimborso IVA per il 2005 e non riporta il credito negli anni successivi. Nel 2013 presenta una nuova istanza, che viene respinta perché tardiva. La Corte di Cassazione conferma la decisione, chiarendo che, dopo la revoca, la nuova richiesta di rimborso IVA è soggetta al termine di decadenza di due anni e non alla prescrizione decennale. La scelta iniziale del rimborso è un atto di volontà non liberamente ritrattabile, e la sua revoca impone il rispetto di termini specifici per esercitare nuovamente il diritto.
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Imposta unica scommesse: obblighi per operatori esteri
Una società di scommesse estera e il suo intermediario locale hanno impugnato un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando un principio consolidato: l'imposta è dovuta da tutti gli operatori che raccolgono scommesse sul territorio italiano, anche se privi di concessione statale. La Corte ha stabilito la responsabilità solidale tra il bookmaker estero e l'intermediario locale, escludendo qualsiasi profilo di discriminazione o violazione del diritto europeo.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione conferma il Fisco
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha confermato che l'imposta unica scommesse è dovuta anche dagli operatori esteri privi di concessione statale e dai loro intermediari (CTD) che raccolgono gioco sul territorio italiano. La Corte ha rigettato il ricorso di una società di betting, stabilendo che la tassazione non è discriminatoria né contraria al diritto dell'Unione Europea, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile sulla materia.
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Operazioni inesistenti: onere della prova e sanzioni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22235/2024, ha rigettato il ricorso di una società, chiarendo la ripartizione dell'onere della prova in materia di operazioni inesistenti. Se l'Agenzia delle Entrate fornisce indizi gravi, precisi e concordanti sulla fittizietà delle operazioni (come la mancanza di struttura dei fornitori), spetta al contribuente dimostrarne l'effettività. La mera registrazione delle fatture e la prova dei pagamenti non sono considerate prove sufficienti a superare la presunzione di fittizietà.
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Extrapetizione: la Cassazione annulla la sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per un vizio di extrapetizione. L'Agenzia delle Entrate aveva contestato a una società la deducibilità di costi per fatture generiche. La CTR, però, ha basato la sua decisione su un presupposto diverso e mai contestato, ovvero l'inesistenza soggettiva delle operazioni. La Cassazione ha stabilito che il giudice non può decidere su questioni non sollevate dalle parti, violando il principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato.
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Riduzione IMU immobili inagibili: la Cassazione chiarisce
Una società in fallimento ha richiesto la riduzione del 50% dell'IMU per alcuni immobili, sostenendone l'inagibilità. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22237/2024, ha respinto il ricorso. La Suprema Corte ha chiarito che la riduzione IMU per immobili inagibili non si applica se i problemi, come ristagni d'acqua e vegetazione incolta, sono risolvibili con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria e non richiedono un vero e proprio restauro o risanamento strutturale. La decisione sottolinea la distinzione tra degrado superficiale e inagibilità strutturale ai fini del beneficio fiscale.
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Appalto fittizio: obblighi fiscali dell’utilizzatore
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22233/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di appalto fittizio. Se un contratto di appalto di servizi maschera una somministrazione illecita di manodopera, l'azienda utilizzatrice è considerata l'effettivo datore di lavoro. Di conseguenza, essa è tenuta a versare le ritenute fiscali per i lavoratori, indipendentemente da un'azione legale da parte di questi ultimi. Inoltre, i costi fatturati e l'IVA relativa a tale contratto non sono deducibili né detraibili, poiché l'operazione è considerata inesistente.
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Motivazione per relationem: quando è valida in appello
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una sentenza d'appello che utilizzava la motivazione per relationem, ossia rinviando a quella di primo grado. Il caso riguardava una società del settore abbigliamento a cui era stato notificato un avviso di accertamento per operazioni ritenute inesistenti. La Corte ha stabilito che tale tecnica è valida se il giudice d'appello dimostra di aver autonomamente valutato i motivi di gravame, e non si limita a un'adesione acritica alla decisione precedente. È stato inoltre ribadito che la perizia di parte ha un valore probatorio limitato, non essendo sufficiente da sola a contrastare le prove fornite dall'Amministrazione finanziaria.
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Riduzione IMU per inagibilità: no se è manutenzione
Una società in fallimento ha richiesto una riduzione IMU del 50% per alcuni immobili, sostenendo la loro inagibilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che i lavori richiesti dal Comune, volti a risolvere problemi di ristagno idrico e vegetazione incolta, rientrano nella manutenzione ordinaria e non nel restauro. Di conseguenza, l'immobile non può essere considerato inagibile ai fini del beneficio fiscale. La Corte ha inoltre confermato che il valore di un'area edificabile stabilito dal Comune è una presunzione che può essere superata solo con prove concrete e attendibili, che nel caso di specie mancavano.
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Onere della prova frode IVA: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22217/2024, ha rigettato il ricorso di una società contro un accertamento per IVA. La Corte ha confermato che in tema di onere della prova frode IVA, spetta all'Amministrazione Finanziaria fornire indizi sulla consapevolezza del contribuente. Una volta forniti, l'onere si inverte e il contribuente deve provare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. La presenza di 'campanelli d'allarme', come un fornitore di recente costituzione e con ricarichi irrisori, è stata ritenuta sufficiente a invertire tale onere.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e bookmaker esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22216/2024, ha rigettato il ricorso di un operatore di scommesse estero, confermando la sua soggezione all'imposta unica scommesse per l'attività svolta in Italia tramite un centro di trasmissione dati. La Corte ha stabilito la responsabilità solidale tra il bookmaker e l'agente locale, poiché entrambi partecipano alla 'gestione' delle scommesse, che costituisce il presupposto territoriale e soggettivo del tributo. La decisione ribadisce la compatibilità della normativa italiana con i principi del diritto dell'Unione Europea, escludendo qualsiasi discriminazione.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e operatori esteri
Una società di scommesse estera ha contestato l'applicazione dell'imposta unica sulle scommesse per l'anno 2011, sostenendo fosse discriminatoria poiché operava senza concessione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'imposta unica scommesse si applica a qualsiasi operatore, estero o nazionale, che gestisce scommesse in Italia, anche in assenza di una concessione statale. La Corte ha ritenuto la legislazione conforme sia ai principi costituzionali italiani che al diritto dell'Unione Europea.
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Brokeraggio assicurativo IVA: esenzione e consulenza
Una società energetica si è vista negare la detrazione dell'IVA per servizi assicurativi, riqualificati dall'Amministrazione Finanziaria come attività di brokeraggio assicurativo IVA esente, anziché come consulenza soggetta a imposta. I giudici di merito hanno confermato la tesi dell'Agenzia. La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha deciso nel merito la controversia. Ha invece disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta con altri due ricorsi pendenti tra le stesse parti e relativi al medesimo contratto, al fine di garantire una decisione coerente sulla qualificazione dei servizi e sul corretto regime IVA applicabile.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e operatori esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22208/2024, ha stabilito che i bookmaker esteri, anche se privi di concessione statale, sono tenuti al pagamento dell'imposta unica scommesse per le giocate raccolte in Italia. La Corte ha confermato la responsabilità solidale tra il bookmaker e il suo intermediario locale (CTD), rigettando il ricorso della società di scommesse. La decisione si fonda sul principio che il presupposto del tributo è la 'gestione' dell'attività di scommessa sul territorio nazionale, attività svolta congiuntamente da entrambi i soggetti, rendendo la normativa italiana conforme al diritto dell'Unione Europea.
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Vendite in nero: la Cassazione contro le fatture fittizie
Una società impugna un accertamento fiscale per vendite in nero, sostenendo di aver emesso solo fatture pro-forma per ottenere finanziamenti, senza reali cessioni di beni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. L'esistenza di bonifici bancari da parte dei clienti, che indicavano gli estremi delle fatture, è stata ritenuta prova sufficiente delle operazioni commerciali reali, rendendo inverosimile la tesi difensiva della società.
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Imposta unica scommesse: il bookmaker estero paga
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22205/2024, ha stabilito che l'imposta unica scommesse è dovuta anche dai bookmaker esteri che operano in Italia senza la necessaria concessione statale. Il caso riguardava una società di scommesse straniera che contestava avvisi di accertamento per gli anni 2008-2009. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la normativa italiana non viola i principi dell'Unione Europea sulla non discriminazione e sulla libera prestazione di servizi. È stato chiarito che la tassazione si applica a chiunque raccolga scommesse sul territorio italiano, indipendentemente dalla sede legale dell'operatore o dal possesso di una concessione. La Corte ha inoltre escluso la necessità di un contraddittorio preventivo per questo tipo di imposta e ha distinto la responsabilità fiscale da quella penale.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e operatori esteri
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di scommesse estera, confermando la sua soggezione all'imposta unica scommesse per le giocate raccolte in Italia tramite un centro di trasmissione dati. La Corte ha stabilito che il presupposto dell'imposta è la "gestione" dell'attività sul territorio nazionale, rendendo il bookmaker estero e la ricevitoria locale coobbligati solidali. La decisione ribadisce la compatibilità della normativa con il diritto dell'Unione Europea, escludendo qualsiasi discriminazione.
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Integrazione del contraddittorio: appello e litisconsorzio
Una società impugnava una cartella esattoriale. In appello, ometteva di notificare l'atto all'Ente impositore, parte del primo grado. La Commissione Tributaria Regionale dichiarava l'appello inammissibile. La Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che in caso di litisconsorzio processuale il giudice deve ordinare l'integrazione del contraddittorio, notificando l'atto alla parte omessa, e non dichiarare l'inammissibilità del gravame.
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Litisconsorzio necessario nel processo tributario
Un socio di una società in accomandita semplice ha impugnato un avviso di accertamento relativo a maggiori redditi non dichiarati. La Corte di Cassazione ha annullato l'intero procedimento giudiziario per violazione del principio del litisconsorzio necessario, stabilendo che nei contenziosi fiscali riguardanti le società di persone, la causa deve necessariamente coinvolgere tutti i soci. Poiché un altro socio non era stato parte del giudizio, il processo è stato dichiarato nullo e rinviato al primo grado per essere celebrato nuovamente con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.
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