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Giurisprudenza Tributaria

Onere della prova soci srl: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha esaminato un caso complesso riguardante l'onere della prova per i soci di una srl a ristretta partecipazione. A seguito di un accertamento fiscale per utili non dichiarati, l'Amministrazione Finanziaria presumeva la loro distribuzione ai soci. Dopo un lungo iter processuale, la Corte non ha deciso nel merito, ma ha disposto un rinvio a nuovo ruolo. La ragione è stata la necessità di verificare se i pagamenti effettuati dai contribuenti, nell'ambito di una definizione agevolata, si riferissero effettivamente agli avvisi di accertamento oggetto della controversia, documentazione che al momento risultava insufficiente per chiudere il caso.
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Definizione agevolata: quando il Fisco perde il ricorso
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui una società e i suoi soci, dopo aver ricevuto otto avvisi di accertamento, hanno aderito alla definizione agevolata per sette di essi. L'Agenzia delle Entrate ha proseguito il ricorso per l'unico avviso non sanato. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che il Fisco non può emettere nuovi accertamenti basati su elementi già in suo possesso. Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili per carenza di interesse, essendo la lite estinta dalla definizione agevolata.
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Errore in procedendo: quando l’appello è valido
Un gruppo societario ha impugnato il diniego di un rimborso IRES. La Commissione Tributaria Regionale ha dichiarato l'appello inammissibile, ritenendo che una parte della sentenza di primo grado non fosse stata contestata. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, riscontrando un errore in procedendo, poiché l'atto d'appello conteneva uno specifico motivo contro la statuizione di inammissibilità. La causa è stata quindi rinviata al giudice di secondo grado per una nuova valutazione nel merito.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una fondazione aveva impugnato un avviso di accertamento ICI per un immobile destinato ad attività istituzionali. Durante il giudizio in Cassazione, la fondazione ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla L. 130/2022, pagando l'importo dovuto. La Corte di Cassazione, preso atto del perfezionamento della procedura di sanatoria e della mancanza di un diniego da parte dell'ente impositore, ha dichiarato l'estinzione del procedimento, stabilendo che le spese legali restassero a carico delle parti che le avevano anticipate.
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Definizione agevolata: sì al recupero di rimborsi?
Un contribuente, dopo aver ottenuto un rimborso IRPEF, si è visto notificare una cartella di pagamento per il recupero delle stesse somme. L'Agenzia delle Entrate ha negato la sua richiesta di definizione agevolata, sostenendo che l'atto non fosse di natura impositiva. La Corte di Cassazione, riconoscendo la novità della questione alla luce delle recenti normative sulla pace fiscale, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora stabilire un principio definitivo.
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Esenzione IMU università: i limiti dell’uso indiretto
La Corte di Cassazione si pronuncia sul tema dell'esenzione IMU università, analizzando un caso complesso di utilizzo indiretto degli immobili. L'ordinanza stabilisce che l'esenzione è ammissibile se l'immobile è usato da un altro ente non commerciale con cui esiste un rapporto di stretta strumentalità e 'compenetrazione' funzionale, come tra due atenei nati da una scissione. Tuttavia, l'agevolazione viene negata se l'immobile, pur concesso a un altro ente no-profit, viene poi da questo locato per attività commerciali, interrompendo così il nesso con la finalità istituzionale.
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Esenzione IMU università: il caso dell’uso indiretto
Un comune ha emesso un avviso di accertamento a una prestigiosa università per IMU non versata su vari immobili. L'ateneo ha contestato la richiesta, sostenendo l'esenzione per l'uso istituzionale e non commerciale. La controversia principale riguardava gli immobili di proprietà dell'università ma utilizzati da un secondo ateneo, sorto per legge da una scissione del primo. La Corte di Cassazione ha chiarito che l'esenzione IMU università può estendersi anche all'uso indiretto, a condizione che esista un forte legame funzionale tra gli enti, come quello imposto dalla normativa che ha creato la nuova università. La Corte ha inoltre cassato con rinvio la sentenza di secondo grado per carenza di motivazione su alcuni punti e si è pronunciata sulla tassabilità di specifici immobili, come le cabine elettriche, confermando l'onere in capo al proprietario.
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Esenzione IMU: prova dell’uso effettivo è decisiva
Un fondo previdenziale ha richiesto l'esenzione IMU per i suoi immobili, sostenendo la loro destinazione a finalità assistenziali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per beneficiare dell'esenzione IMU, non è sufficiente la previsione statutaria o la destinazione catastale. Il contribuente ha l'onere di dimostrare in modo concreto e fattuale l'utilizzo diretto ed esclusivo dell'immobile per le attività non commerciali previste dalla legge. La semplice destinazione potenziale o l'uso come uffici amministrativi non sono sufficienti per ottenere l'agevolazione fiscale.
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Esenzione IVA onere prova: la Cassazione decide
Una società cessa l'attività e chiede il rimborso IVA per immobili trasferiti ai soci, invocando l'esenzione IVA. L'Agenzia Fiscale contesta, ma i giudici, fino alla Cassazione, danno ragione alla società, ritenendo che l'onere della prova sulla destinazione dei beni sia stato assolto con la produzione dei contratti di vendita.
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Divieto di doppia imposizione: il caso della Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Ente Regionale contro una sentenza che aveva annullato una pretesa tributaria per violazione del divieto di doppia imposizione. La Corte ha stabilito che l'ente ricorrente non aveva adeguatamente contestato la motivazione centrale (ratio decidendi) della decisione di merito, che riteneva il secondo atto impositivo una mera duplicazione del primo. L'impugnazione, incentrata su aspetti normativi non centrali, è stata quindi respinta per un vizio procedurale, consolidando la decisione favorevole alla società contribuente.
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Accertamento analitico-induttivo: prova e contratto
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando l'annullamento di un accertamento analitico-induttivo a carico di un contribuente. La Corte ha stabilito che la documentazione prodotta dal contribuente, attestante un rapporto di agenzia (contratto, estratti conto, email), prevale sulle presunzioni dell'Amministrazione Finanziaria, anche in presenza di irregolarità formali, come l'emissione di scontrini fiscali anziché fatture da parte della società mandante. La prova del reale rapporto contrattuale è risultata decisiva per smontare la tesi di un'attività di compravendita non dichiarata.
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Accertamento conti terzi: prova per presunzioni
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento fiscale basato sulle movimentazioni bancarie dei soci e di un dipendente di una società a ristretta base sociale. Il caso chiarisce che, in un accertamento conti terzi, l'Amministrazione Finanziaria può basarsi su presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, come l'enorme sproporzione tra i movimenti e i redditi dichiarati e la mancata collaborazione del contribuente. La Corte ha stabilito che non è necessario applicare la presunzione legale prevista per i conti diretti del contribuente, ma è sufficiente un solido quadro indiziario per attribuire i fondi all'attività d'impresa non dichiarata.
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Esenzione IMU Università e uso indiretto: i limiti
Un'università ha contestato un avviso di accertamento IMU emesso da un comune per diversi immobili. La Corte di Cassazione ha analizzato i presupposti per l'esenzione IMU Università, in particolare nei casi di uso indiretto. Ha stabilito che l'esenzione è valida quando l'immobile è utilizzato da un'altra università strettamente collegata per legge, ma l'ha negata per immobili concessi a terzi che svolgono attività commerciali, come una filiale bancaria, o per le cabine elettriche soggette a servitù.
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Esenzione ICI enti non commerciali: no retroattività
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 32025/2024, si è pronunciata su un caso di esenzione ICI per enti non commerciali. Ha stabilito che le normative successive, più favorevoli, che estendono l'esenzione a prescindere dalla natura commerciale delle attività, non hanno efficacia retroattiva. Un ente comunale aveva contestato l'esenzione concessa a un istituto religioso per l'annualità 2003. La Corte ha cassato la decisione precedente, rinviando il caso alla commissione tributaria per una nuova valutazione basata sulla normativa vigente all'epoca dei fatti, che richiedeva una verifica concreta delle attività svolte nell'immobile.
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Frode IVA: onere della prova e consapevolezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 32024/2024, interviene su un complesso caso di frode IVA legata a operazioni di leasing immobiliare. La Corte cassa la sentenza di secondo grado, riaffermando che nel giudizio di rinvio il giudice non può riesaminare l'esistenza della frode, già accertata, ma deve limitarsi a valutare la consapevolezza della partecipazione del contribuente. Viene inoltre ribadito il principio sull'onere della prova: spetta all'Amministrazione Finanziaria fornire elementi presuntivi sulla consapevolezza, dopodiché è il contribuente a dover dimostrare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto.
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Esenzione IMU enti educativi: la natura giuridica
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria in un caso riguardante l'esenzione IMU enti educativi. Un Comune contestava la natura non commerciale di un Istituto Pubblico di Educazione, negandogli il diritto all'esenzione fiscale per alcuni immobili. L'Istituto, a sua volta, rivendicava la propria natura puramente educativa per legge. Data una richiesta congiunta delle parti, impegnate in trattative per una soluzione bonaria, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo la decisione nel merito.
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Aiuti di stato e Fisco: la Cassazione sui rimborsi
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società che chiedeva un rimborso fiscale basato su una legge per le vittime di un sisma. La Corte ha stabilito che tale agevolazione costituisce un aiuto di stato incompatibile con le norme UE. Di conseguenza, il rimborso dell'IVA è escluso, mentre per le imposte dirette è ammesso solo se l'impresa dimostra di rientrare nei limiti del regime 'de minimis' o di altre specifiche eccezioni comunitarie. La causa è stata rinviata al giudice di merito per una nuova valutazione.
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Esenzione ICI Enti Non Profit: la prova è a carico
Un comune ha impugnato una decisione che concedeva l'esenzione ICI a una fondazione ONLUS per le sue attività sanitarie. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che essere un'organizzazione senza scopo di lucro e operare in convenzione con il servizio sanitario pubblico non è sufficiente. Per beneficiare dell'esenzione ICI per enti non profit, l'ente deve fornire la prova che le sue attività sono svolte con modalità concretamente non commerciali, come a titolo gratuito o dietro un corrispettivo simbolico. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione dei fatti.
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Esenzione ICI enti non profit: il no della Cassazione
La Corte di Cassazione ha negato l'esenzione ICI a una fondazione ONLUS per i suoi immobili destinati ad attività sanitarie e assistenziali. La decisione si basa sul fatto che, nonostante l'ente non abbia scopo di lucro, l'attività era svolta in regime di convenzione e dietro corrispettivo, configurandosi quindi come attività economica. Secondo la Corte, per ottenere l'esenzione ICI per enti non profit è necessario dimostrare che il servizio sia erogato gratuitamente o dietro un corrispettivo simbolico, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Una fondazione impugnava un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell'ICI su un immobile, sostenendo di aver diritto all'esenzione. Dopo aver perso in appello, ricorreva in Cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del processo senza decidere nel merito. La ragione risiede nel fatto che la fondazione ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti, pagando l'importo dovuto. L'ente impositore non si è opposto, rendendo la definizione efficace e chiudendo definitivamente la controversia.
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