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Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità solidale accise: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24201/2024, ha stabilito che il titolare di un deposito fiscale è solidalmente responsabile per il pagamento delle accise in caso di ammanco di carburante durante il rifornimento a una nave. La discrepanza tra la quantità erogata e quella ricevuta, attestata dal comandante della nave, costituisce una presunzione di 'immissione in consumo' che fa scattare l'obbligo fiscale. La Corte ha chiarito che spetta al fornitore l'onere di provare la correttezza della fornitura, non potendo la dichiarazione del comandante essere svalutata sulla base di una mera supposizione di malfunzionamento degli strumenti di misura della nave. Questo principio rafforza la responsabilità solidale accise per gli operatori del settore.
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Esenzione IMU: dichiarazione obbligatoria e perentoria
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24200/2024, ha chiarito che per beneficiare dell'esenzione IMU per gli enti non commerciali è obbligatorio presentare un'apposita dichiarazione entro un termine perentorio. La Corte ha accolto il ricorso di un Comune contro un ente religioso che aveva omesso la dichiarazione per l'anno 2012, presentandola solo dopo l'avviso di accertamento. La sentenza stabilisce che tale dichiarazione è un atto di volontà e non una mera comunicazione, pertanto la sua omissione o presentazione tardiva comporta la decadenza dal beneficio fiscale.
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Estinzione giudizio tributario per rottamazione
Un ex socio di una società di persone aveva impugnato dinanzi alla Corte di Cassazione un avviso di accertamento relativo a plusvalenze non dichiarate. Durante il procedimento, il contribuente ha aderito a una procedura di "rottamazione" e ha rinunciato al ricorso. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario, compensando integralmente le spese legali tra le parti, riconoscendo la rinuncia come motivata dall'adesione alla sanatoria.
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Agevolazioni fiscali ASD: quando si perdono?
Un'associazione sportiva dilettantistica perde le agevolazioni fiscali ASD per non essersi iscritta al CONI e aver superato i limiti di ricavi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24198/2024, ha confermato che tali requisiti sono sostanziali e non formali. La perdita dei benefici fiscali ha effetto immediato, a partire dallo stesso anno d'imposta in cui le condizioni vengono a mancare.
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Procura speciale: inammissibilità del ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia tributaria a causa di un vizio nella procura speciale. L'ordinanza chiarisce che il difensore deve certificare esplicitamente che la procura è stata conferita in data successiva alla comunicazione del provvedimento impugnato. La semplice autenticazione della firma del cliente non è sufficiente a soddisfare il requisito di specialità, impedendo così l'esame nel merito del ricorso.
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Prescrizione debito doganale: quando si interrompe?
Una società importatrice ha contestato un avviso di accertamento per dazi doganali, sostenendo l'avvenuta prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il lungo giudizio civile precedente, avviato dalla stessa società per far valere un'esenzione, aveva interrotto e sospeso la prescrizione del debito doganale. Il termine triennale per la riscossione, quindi, è iniziato a decorrere solo dalla data della sentenza definitiva che ha accertato l'obbligo di pagamento, rendendo tempestivo l'atto dell'Agenzia.
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Estinzione giudizio tributario: il caso della rinuncia
Un ex socio di una società di persone impugnava un avviso di accertamento relativo a plusvalenze non dichiarate. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ricorreva in Cassazione. Tuttavia, durante il procedimento, aderiva a una procedura di definizione agevolata ('rottamazione') e rinunciava al ricorso. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione giudizio tributario, compensando integralmente le spese legali tra le parti in virtù della motivazione della rinuncia.
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Voluntary disclosure: spetta il rimborso del credito
Un pilota, dopo aver utilizzato la procedura di "Voluntary disclosure" per regolarizzare i suoi beni all'estero, si è visto tassare in Italia redditi già sottoposti a imposta in Portogallo. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto al rimborso, stabilendo che il trattato internazionale contro la doppia imposizione prevale sulle norme procedurali nazionali, come l'obbligo di dichiarare i redditi esteri per ottenere il relativo credito d'imposta. La Corte ha inoltre precisato che l'adesione alla Voluntary disclosure non preclude al contribuente la possibilità di richiedere la restituzione di imposte pagate in eccesso.
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Definizione agevolata: rinvio della Cassazione
Una società impugna un avviso di pagamento per l'imposta sui prodotti da inalazione. Durante il ricorso in Cassazione, presenta un'istanza di definizione agevolata e chiede la cessazione del contendere. La Corte Suprema, rilevando la mancata presa di posizione dell'Amministrazione finanziaria, rinvia la causa a nuovo ruolo per consentire la necessaria interlocuzione tra le parti, sospendendo di fatto la decisione.
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Responsabilità solidale accise: la Cassazione decide
La Cassazione chiarisce la responsabilità solidale accise per il depositario autorizzato in caso di ammanco di carburante durante il rifornimento. La dichiarazione del comandante della nave è sufficiente a provare lo svincolo irregolare, rendendo esigibile l'imposta a carico del fornitore.
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Credito d’imposta: no se la domanda è tardiva
La richiesta di una società per un credito d'imposta è stata respinta a causa della presentazione tardiva di una dichiarazione obbligatoria. Nonostante i tribunali di grado inferiore avessero dato ragione all'azienda, adducendo la complessità delle norme e difficoltà operative, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. La Suprema Corte ha affermato che il termine per la presentazione era perentorio e non poteva essere né prorogato né scusato, rendendo legittimo il diniego del credito d'imposta da parte dell'Amministrazione Finanziaria.
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Errore di fatto: quando la sentenza non è revocabile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo che l'errore di fatto non può essere confuso con un errore di valutazione giuridica. Nel caso specifico, la perdita di un'agevolazione fiscale per mancata edificazione, anche se causata da impedimenti urbanistici, non costituisce un errore di fatto ma una corretta applicazione della norma, che lega il beneficio al raggiungimento dello scopo previsto. Il disaccordo con l'interpretazione del giudice non è motivo di revocazione.
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Società di comodo: no al diniego rimborso IVA
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24176/2024, ha stabilito che la normativa italiana sulle società di comodo non può prevalere sui principi del diritto europeo in materia di IVA. Il caso riguardava una società immobiliare che si era vista negare un rimborso IVA a seguito dell'acquisto di un immobile da ristrutturare, poiché non aveva superato il "test di operatività". La Corte, richiamando una pronuncia della Corte di Giustizia UE, ha affermato che il diritto alla detrazione IVA non può essere negato sulla base di una presunzione legale legata a soglie di reddito, se la società dimostra di esercitare un'effettiva attività economica, anche se in fase preparatoria. Di conseguenza, la normativa nazionale è stata disapplicata e il diritto al rimborso della società è stato confermato.
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Cessazione materia del contendere: ricorso inammissibile
Una controversia fiscale tra un Comune e una società immobiliare riguardante il calcolo dell'ICI giunge in Cassazione. Durante il procedimento, le parti raggiungono un accordo stragiudiziale. La Suprema Corte, di conseguenza, dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuta cessazione materia del contendere, data la mancanza di interesse a proseguire il giudizio. Le spese legali vengono compensate tra le parti, come da loro accordo.
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Società di comodo: interpello non obbligatorio
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società agricola considerata una 'società di comodo' dall'Agenzia delle Entrate. La Corte ha chiarito che, sebbene l'istanza di interpello per disapplicare la normativa non sia obbligatoria, spetta al contribuente dimostrare in giudizio la reale operatività economica. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che la prevalente attività di locazione rispetto a quella agricola e agrituristica non fosse sufficiente a superare la presunzione, confermando l'accertamento fiscale. La sentenza ha inoltre ribadito la necessità del litisconsorzio tra società di persone e tutti i soci nei processi tributari.
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Motivazione apparente: sentenza nulla se acritica
Un contribuente, dopo aver acquisito terreni per usucapione, si vede notificare un avviso di liquidazione con cui l'Agenzia delle Entrate ridetermina il valore degli immobili, aumentando le imposte dovute. La Commissione tributaria regionale respinge l'appello del contribuente, confermando la decisione di primo grado. La Corte di Cassazione cassa la sentenza per motivazione apparente, poiché i giudici d'appello si sono limitati ad aderire acriticamente alla valutazione del primo giudice, senza esaminare le censure specifiche sollevate dal ricorrente.
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Società di comodo: prova contraria e oneri in giudizio
Una società agricola è stata ritenuta una 'società di comodo' non per motivi formali, ma a seguito di una valutazione di fatto sulla sua scarsa operatività. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, che avevano evidenziato come i terreni fossero in gran parte incolti e gli immobili locati principalmente a un socio. La sentenza ribadisce che il contribuente può sempre fornire in giudizio la prova contraria alla presunzione di non operatività, anche senza aver presentato l'istanza di interpello. Viene inoltre confermato il principio del litisconsorzio necessario tra società di persone e tutti i soci nei procedimenti tributari.
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Decadenza accertamento ICI: la Cassazione decide
Una società ha impugnato un avviso di accertamento ICI per due annualità. La Corte di Cassazione ha respinto la maggior parte dei motivi di ricorso, ma ha accolto quello relativo alla decadenza accertamento ICI per l'anno 2010. Secondo la Corte, l'avviso di accertamento, notificato oltre il termine di cinque anni dall'anno in cui l'imposta era dovuta, è illegittimo e, pertanto, la pretesa fiscale per quella specifica annualità è stata annullata.
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Credito d’imposta estero: il trattato prevale sempre
Una contribuente ha ottenuto il riconoscimento del credito d'imposta per le tasse pagate in Brasile su redditi emersi tramite voluntary disclosure, anche se la procedura non si era perfezionata. La Corte di Cassazione ha stabilito che la convenzione internazionale contro la doppia imposizione prevale sulle norme procedurali interne, che non possono quindi negare il diritto al credito d'imposta estero.
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Raddoppio termini accertamento: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24157/2024, ha chiarito i presupposti per il raddoppio termini accertamento fiscale. A seguito di avvisi di accertamento notificati a una società e ai soci, era sorta una controversia sulla decadenza dei termini. I giudici di merito avevano annullato gli atti, ritenendo che l'Amministrazione Finanziaria avesse illegittimamente raddoppiato i termini. La Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che per il raddoppio è sufficiente la sussistenza dell'obbligo di denuncia per reati tributari, a prescindere dall'effettiva presentazione della denuncia o dall'esito del procedimento penale, annullando la decisione precedente e rinviando la causa per un nuovo esame.
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