La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13187/2024, ha stabilito che l'Amministrazione finanziaria può legittimamente procedere a un accertamento fiscale induttivo basato sull'antieconomicità della gestione, qualora un'impresa dichiari per anni utili irrisori a fronte di costi elevati. Nel caso specifico, una società di ristorazione è stata oggetto di accertamento per l'anno 2010 dopo aver mostrato per cinque anni consecutivi una palese sproporzione tra ricavi e costi. La Corte ha rigettato il ricorso dell'impresa, affermando che una condotta imprenditoriale palesemente contraria a ogni logica di profitto costituisce una presunzione grave, precisa e concordante che giustifica la rettifica del reddito dichiarato, anche in presenza di scritture contabili formalmente corrette.
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