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Giurisprudenza Tributaria

Società non operative: la Cassazione e l’impatto UE
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24352/2024, interviene sulla disciplina delle società non operative. Il caso riguarda una società che aveva richiesto la disapplicazione del regime fiscale penalizzante, vedendosi negare l'istanza dall'Agenzia delle Entrate. La Corte, pur respingendo i motivi su competenza e termini, accoglie il ricorso sul merito. Sulla base di una recente pronuncia della Corte di Giustizia UE, stabilisce che la presunzione legale di non operatività, basata solo sul mancato raggiungimento di ricavi minimi, è incompatibile con i principi europei di neutralità dell'IVA e proporzionalità. L'amministrazione finanziaria non può negare il diritto alla detrazione IVA senza prima dimostrare un'effettiva condotta fraudolenta o abusiva da parte del contribuente.
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Accertamento induttivo: la Cassazione valida prove
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento induttivo contro una contribuente. L'accertamento era scaturito dal ritrovamento di una scheda extracontabile presso un fornitore, indicante acquisti in nero. La Corte ha stabilito che tale scheda costituisce una valida presunzione di evasione e che la successiva mancata reperibilità della merce crea un'ulteriore presunzione di vendite non fatturate, giustificando la rettifica del reddito operata dall'Agenzia delle Entrate. Il ricorso della contribuente è stato integralmente respinto.
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Motivazione apparente: sentenza fiscale annullata
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente. I giudici d'appello si erano limitati a richiamare la decisione di primo grado e le difese del contribuente, senza esporre un proprio autonomo ragionamento logico-giuridico in risposta ai motivi di appello dell'Agenzia delle Entrate. Tale modo di procedere, secondo la Suprema Corte, equivale a un'abdicazione del compito istituzionale del giudice, rendendo la sentenza nulla.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un centro trasmissione dati (CTD) che operava per un bookmaker estero, confermando la sua responsabilità solidale per il pagamento dell'imposta unica scommesse per l'annualità 2011. La Corte ha stabilito che la normativa non viola i principi UE di non discriminazione o libera prestazione dei servizi, in quanto la tassazione si applica a tutte le scommesse raccolte sul territorio italiano, indipendentemente dalla sede dell'operatore. La decisione consolida l'orientamento secondo cui i CTD sono soggetti passivi d'imposta per le annualità successive al 2010.
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Consolidato fiscale nazionale e controllante estera
Un gruppo societario con holding estera ha richiesto un rimborso fiscale negato per l'impossibilità di accedere al regime del consolidato fiscale nazionale. La Corte di Cassazione, rilevando un possibile contrasto tra la normativa italiana e il principio UE di libertà di stabilimento, ha sospeso il giudizio e ha sottoposto la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per una valutazione di compatibilità.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole relativa ad avvisi di accertamento, aderisce alla definizione agevolata. La Suprema Corte dichiara l'estinzione del giudizio per sopravvenuta carenza di interesse, poiché l'adesione alla sanatoria implica la rinuncia alla lite. Di conseguenza, le spese legali vengono compensate e non è dovuto il doppio contributo unificato.
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Definizione agevolata: ricorso inammissibile
Una società impugna un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione. Durante il processo, aderisce alla definizione agevolata. La Corte dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché l'adesione alla sanatoria implica una rinuncia alla lite. Le spese legali vengono compensate.
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Sospensione termini fiscali: quando si applica?
Una società impugnava una cartella di pagamento, sostenendo di aver diritto alla sospensione termini fiscali in quanto vittima di usura. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24309/2024, ha annullato la decisione della corte d'appello, colpevole di non aver verificato il presupposto essenziale della legge: la sospensione si applica solo ai termini di scadenza che ricadono entro un anno dalla data dell'evento lesivo. La Corte ha ribadito che il giudice deve accertare rigorosamente questa condizione temporale, un'indagine che era stata omessa, rendendo la precedente sentenza contraddittoria e priva di fondamento.
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Valutazione area edificabile: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza in materia di imposte su immobili, stabilendo che la valutazione di un'area edificabile deve tenere conto di fatti decisivi omessi dal giudice precedente. In particolare, non erano state considerate né la volumetria già edificata sul terreno, che ne riduce il valore residuo, né l'avvenuto pagamento tramite ravvedimento operoso da parte del contribuente. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame che includa questi elementi essenziali per una corretta determinazione dell'imposta.
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Sospensione processo tributario: la guida completa
La Corte di Cassazione ha stabilito che la sospensione del processo tributario a carico di un socio di una società a base ristretta è obbligatoria qualora sia pendente il giudizio sull'accertamento fiscale mosso alla società stessa. Tale accertamento costituisce un presupposto logico-giuridico indispensabile per la definizione della controversia del socio, e la mancata sospensione costituisce un errore di diritto che porta alla cassazione della sentenza.
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Definizione agevolata: sospensione del processo
Un contribuente impugna in Cassazione la revoca dell'agevolazione 'prima casa'. Durante il processo, aderisce alla definizione agevolata (rottamazione), iniziando un piano di pagamento rateale. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, dispone il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto il giudizio in attesa del completamento dei pagamenti previsti dalla procedura di definizione agevolata.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società di trasporti ha impugnato la revoca di agevolazioni fiscali sull'accisa del gasolio. Il contenzioso è giunto fino alla Corte di Cassazione. Durante il giudizio, l'azienda ha aderito a una definizione agevolata, saldando il proprio debito. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l'estinzione del processo, senza pronunciarsi nel merito della controversia iniziale.
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Incertezza normativa: annullate sanzioni fiscali
La Cassazione ha annullato le sanzioni fiscali a carico di un bookmaker estero per l'imposta unica sulle scommesse del 2010, riconoscendo una condizione di incertezza normativa oggettiva. Sebbene l'imposta sia dovuta, la poco chiara legislazione dell'epoca giustifica la non applicazione delle sanzioni. Rigettate le altre doglianze, inclusa quella sulla mancata traduzione dell'avviso di accertamento.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
Una società impugna un avviso di accertamento per la tassa rifiuti. La Corte d'Appello respinge le sue doglianze con una motivazione generica. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, ritenendola viziata da 'motivazione apparente', in quanto il giudice di secondo grado non ha esaminato nel merito le specifiche questioni sollevate (come la natura dei rifiuti e la superficie tassabile), limitandosi ad affermazioni di principio. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Compensazione spese ottemperanza: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la compensazione delle spese nel giudizio di ottemperanza è legittima se il giudice motiva la sua decisione in modo logico. Nel caso specifico, un professionista aveva avviato un'azione di ottemperanza contro l'Amministrazione finanziaria per ottenere il pagamento delle spese legali di un precedente giudizio. L'Amministrazione ha pagato dopo l'inizio dell'azione ma prima dell'udienza. Il giudice ha dichiarato cessata la materia del contendere e ha disposto la compensazione delle spese di ottemperanza, ritenendo il pagamento 'celere e corretto'. La Cassazione ha confermato questa decisione, rigettando il ricorso del professionista e sottolineando l'ampia discrezionalità del giudice nel valutare il comportamento delle parti.
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Esenzione ONLUS: prova a carico dell’ente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24240/2024, ha rigettato il ricorso di un'associazione, confermando che per beneficiare dell'esenzione ONLUS, l'ente ha l'onere di dimostrare in modo rigoroso che le sue attività sono rivolte a 'persone svantaggiate' secondo la restrittiva definizione di legge. La mancanza di tale prova comporta la perdita delle agevolazioni fiscali.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Un'associazione sportiva, in lite con l'Agenzia delle Entrate per agevolazioni fiscali, ha ottenuto l'estinzione del processo in Cassazione aderendo alla definizione agevolata. La Corte ha dichiarato il giudizio estinto, come previsto dalla legge, senza decidere nel merito del ricorso dell'Agenzia.
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Amministratore di fatto: responsabilità e sanzioni
Una contribuente, ritenuta amministratore di fatto di una società, impugna un avviso di accertamento per proventi illeciti. La Corte di Cassazione, a fronte di una sopravvenuta assoluzione penale della ricorrente e di nuove norme in materia sanzionatoria, non decide il caso ma lo rinvia a pubblica udienza per la rilevanza delle questioni di diritto da trattare, specialmente riguardo alla figura dell'amministratore di fatto.
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Termine dilatorio: la Cassazione riesamina la nullità
Una società in fallimento ha impugnato un avviso di accertamento per violazione del termine dilatorio di 60 giorni. Dopo decisioni contrastanti nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione, rilevando un conflitto interno alla propria giurisprudenza sulla validità di un atto emesso prima della scadenza ma notificato dopo, ha rinviato la causa a pubblica udienza. L'ordinanza interlocutoria sottolinea la necessità di chiarire se il rispetto del termine dilatorio sia una garanzia sostanziale per il contribuente o una mera formalità procedurale.
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Ricorso non depositato: conseguenze e costi per chi perde
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24236/2024, ha chiarito le conseguenze di un ricorso non depositato. Una società aveva notificato un ricorso per cassazione all'Agenzia delle Entrate senza però depositarlo in cancelleria. L'Agenzia ha agito per farne dichiarare l'improcedibilità. La Corte ha confermato che il ricorso è improcedibile e ha condannato la società ricorrente al pagamento delle spese legali e al versamento del doppio del contributo unificato, poiché l'azione ha comunque impegnato le risorse della giustizia.
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