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Giurisprudenza Tributaria

Prova di resistenza IVA: limiti e applicazione
Un contribuente impugna un avviso di accertamento relativo sia a imposte dirette che a IVA. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, chiarisce un principio fondamentale sulla prova di resistenza IVA. Viene stabilito che il superamento di tale prova, in caso di violazione del contraddittorio preventivo, comporta l'annullamento parziale dell'atto solo per la parte relativa all'IVA (tributo armonizzato), senza estendere automaticamente la nullità alle imposte sui redditi (tributi non armonizzati) contestate nel medesimo atto.
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Estinzione del giudizio per rottamazione quater
Una società estera, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale, ha aderito alla "rottamazione quater". Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso pendente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali e chiarendo che in questi casi non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.
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Riduzione sanzioni tributarie: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici di merito sulla riduzione sanzioni tributarie. La sentenza stabilisce che la valutazione delle circostanze che giustificano la riduzione è un giudizio di fatto non sindacabile in Cassazione e che la mancata riunione degli appelli non invalida la sentenza.
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Beni con montaggio IVA: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21781/2024, ha stabilito che la fornitura di beni da un paese UE, destinati a essere installati in Italia nell'ambito di un appalto complesso, non costituisce una cessione intracomunitaria soggetta a reverse charge, ma una cessione interna. In questo caso di fornitura di filobus con montaggio, l'IVA è dovuta secondo le regole ordinarie e non può essere pretesa dal committente finale, un Ente locale.
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Raddoppio dei termini: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro due contribuenti, stabilendo la legittimità del raddoppio dei termini per l'accertamento fiscale. La sentenza chiarisce che, in presenza di indizi di reato tributario che comportano l'obbligo di denuncia, il prolungamento dei termini è applicabile. La Corte ha cassato la decisione precedente per vizio di motivazione, ritenendola meramente apparente e per omessa pronuncia su uno specifico motivo di appello.
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Responsabilità soci società estinta: la Cassazione attende
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso riguardante la responsabilità soci società estinta per debiti fiscali. La questione centrale, sulla quale esistono interpretazioni contrastanti, è se l'amministrazione finanziaria debba provare che i soci abbiano effettivamente ricevuto somme dalla liquidazione per poter agire nei loro confronti. In attesa di un pronunciamento chiarificatore delle Sezioni Unite, a cui la questione è già stata rimessa, il giudizio è stato rinviato a nuovo ruolo.
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Definizione agevolata: estingue il processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio tributario relativo a una cartella di pagamento IRAP. La decisione è seguita alla comunicazione del contribuente di aver aderito con successo alla definizione agevolata delle liti pendenti, sanando il debito e rendendo superflua la prosecuzione della causa.
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Recupero credito d’imposta: no alla cartella ex 36-bis
La Corte di Cassazione ha annullato una cartella di pagamento per il recupero di un credito d'imposta, stabilendo che l'Agenzia delle Entrate non può utilizzare la procedura automatizzata (art. 36-bis) quando la contestazione richiede valutazioni giuridiche complesse sulla spettanza del credito. La decisione si fonda sul principio del 'giudicato esterno', poiché una precedente sentenza aveva già risolto la medesima questione tra le stesse parti, sebbene per un'annualità differente. La Corte ha ribadito che per il recupero credito d'imposta di natura complessa è necessario un avviso motivato.
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Recupero crediti d’imposta: il limite del 36-bis
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30599/2024, ha stabilito che il recupero crediti d'imposta, se richiede valutazioni complesse sulla legittimità del credito stesso, non può essere effettuato tramite la procedura automatizzata dell'art. 36-bis. In questo caso, una precedente sentenza sul medesimo credito ha creato un giudicato esterno, impedendo all'Amministrazione Finanziaria di riproporre la stessa azione per anni d'imposta successivi con una semplice cartella di pagamento, essendo necessario un avviso di recupero motivato.
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Presunzione utili soci: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30598/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia fiscale: per le società di capitali a ristretta base proprietaria, gli utili extracontabili accertati si presumono distribuiti ai soci. Questa presunzione utili soci sposta l'onere della prova sul contribuente, il quale non può limitarsi a dimostrare l'assenza di versamenti sui propri conti correnti. Deve, invece, provare che tali utili sono stati reinvestiti, accantonati dalla società o percepiti da terzi. La Corte ha cassato la decisione del giudice di merito che aveva erroneamente annullato l'avviso di accertamento.
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Agevolazioni IAP: certificato non è più necessario
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30597/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di agevolazioni fiscali per l'acquisto di terreni agricoli. Il caso riguardava un Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) a cui l'Agenzia delle Entrate aveva revocato i benefici per la mancata produzione del certificato dell'Ispettorato agrario. La Corte ha chiarito che, per le Agevolazioni IAP, tale certificato non è un requisito necessario, a differenza di quanto previsto per i coltivatori diretti. La normativa specifica per gli IAP, introdotta dal D.Lgs. 99/2004, ha esteso i benefici senza richiedere adempimenti ritenuti incompatibili con questa nuova figura professionale, rigettando così il ricorso dell'amministrazione finanziaria.
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Presunzione distribuzione utili: la Cassazione decide
L'Agenzia delle Entrate ha accertato a un socio un maggior reddito basato sulla presunzione di distribuzione utili da parte di una S.r.l. a ristretta base partecipativa. L'accertamento a carico della società per una cospicua plusvalenza era già divenuto definitivo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del socio, statuendo che la definitività dell'accertamento societario preclude al socio la possibilità di contestare l'esistenza di tali utili. La Corte ha inoltre ribadito la piena legittimità della presunzione di distribuzione utili in questi contesti.
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Definizione agevolata: processo estinto in Cassazione
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento basato sul "redditometro". Dopo una sentenza sfavorevole in appello, il caso è giunto in Cassazione. Durante il giudizio, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata, pagando gli importi dovuti. La Corte di Cassazione, prendendo atto del perfezionamento della procedura, ha dichiarato il processo estinto e la cessazione della materia del contendere, senza entrare nel merito della legittimità dell'accertamento.
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Deducibilità costi swap: la Cassazione chiarisce
Una società produttrice si è vista negare la deducibilità dei costi derivanti da contratti di Interest Rate Swap. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30591/2024, ha stabilito che la deducibilità di tali costi per le imprese non finanziarie è subordinata alla prova, a carico del contribuente, della loro finalità di copertura (hedging) e non speculativa. La Corte ha inoltre chiarito che un accertamento con adesione relativo a un'annualità precedente non crea un legittimo affidamento per gli anni successivi. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione e per l'applicazione di sanzioni più miti previste da una nuova legge.
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Deducibilità costi swap: l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30590/2024, ha stabilito principi chiari sulla deducibilità dei costi derivanti da contratti swap. La Corte ha affermato che l'onere di provare la finalità di copertura (e quindi l'inerenza del costo) spetta esclusivamente al contribuente. Un precedente accordo con l'Amministrazione Finanziaria per un'annualità diversa non crea un legittimo affidamento per gli anni successivi. La decisione del giudice di merito è stata cassata per errata ripartizione dell'onere probatorio e la causa rinviata per un nuovo esame.
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Detrazione ristrutturazione: comunicazione obbligatoria
Un contribuente ha richiesto una detrazione per spese di ristrutturazione da lui pagate, ma la cui comunicazione iniziale era stata presentata dal precedente proprietario (il padre). La Corte di Cassazione ha negato la detrazione ristrutturazione, stabilendo che i requisiti formali, come la comunicazione preventiva, sono inderogabili e devono essere adempiuti dal soggetto che sostiene effettivamente i costi e intende beneficiare dell'agevolazione.
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Litisconsorzio necessario: socio e società sempre uniti
La Corte di Cassazione ha annullato l'intero procedimento tributario contro un socio di una società di persone, poiché il giudizio si era svolto senza la partecipazione necessaria della società stessa e degli altri soci. Questo difetto di contraddittorio, noto come violazione del litisconsorzio necessario, ha reso nulla la sentenza impugnata, indipendentemente dal merito della questione, che riguardava la presunta efficacia vincolante di un'assoluzione penale del socio. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per essere celebrata nuovamente con la presenza di tutte le parti coinvolte.
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Presunzione distribuzione utili: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30586/2024, ha stabilito la legittimità della presunzione di distribuzione degli utili extracontabili da una società a ristretta base proprietaria al suo socio unico. La Corte ha chiarito che l'accertamento verso il socio è valido anche se quello verso la società non è definitivo e che lo 'scudo fiscale' non opera se il contribuente era già a conoscenza di verifiche fiscali in corso. La sentenza della Commissione Tributaria Regionale, che aveva annullato l'avviso di accertamento, è stata cassata con rinvio.
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Costi interest rate swap: quando sono deducibili?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30584/2024, ha chiarito che per la deducibilità dei costi interest rate swap, spetta alla società non finanziaria l'onere di provare la finalità di copertura (hedging) e l'inerenza del contratto all'attività d'impresa. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, annullando la decisione di merito che aveva erroneamente invertito l'onere della prova, e ha rinviato la causa per una nuova valutazione.
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Agevolazioni piccola proprietà: stop se non si coltiva
Una società agricola ha perso le agevolazioni fiscali ottenute per l'acquisto di un terreno poiché non ha mai avviato l'attività di coltivazione. La Corte di Cassazione ha confermato la revoca, stabilendo che la mancata coltivazione equivale alla cessazione della stessa, facendo venire meno il presupposto delle agevolazioni per la piccola proprietà contadina. La finalità della legge è infatti sostenere l'agricoltura attiva e non la semplice proprietà terriera.
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