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Giurisprudenza Tributaria

Rettifica valore immobile: limiti alla prova contraria
Una società contesta la rettifica del valore di un immobile oggetto di permuta, operata dall'Agenzia delle Entrate sulla base dei dati OMI. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la rettifica valore immobile è legittima. La Corte ha stabilito che spetta al contribuente fornire una prova contraria solida e documentata per superare la presunzione di correttezza dei valori indicati dall'amministrazione, e che le questioni di fatto, come la superficie dell'immobile, non possono essere riesaminate in sede di legittimità.
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Sospensione giudizio tributario: la definizione agevolata
Una società turistica, in lite con l'Agenzia delle Entrate per crediti d'imposta contestati, ha ottenuto la sospensione del giudizio tributario in Cassazione. La decisione è scaturita dalla sua adesione alla definizione agevolata delle controversie, prevista dalla Legge 197/2022. La Corte ha sospeso il procedimento fino alla data prevista per il pagamento dell'ultima rata, subordinando l'estinzione del giudizio al completo adempimento del piano di rateizzazione.
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Operazioni inesistenti: onere della prova per il Fisco
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20191/2024, ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova in caso di operazioni inesistenti. L'Amministrazione finanziaria deve fornire elementi presuntivi, anche semplici, per contestare l'operazione. A quel punto, spetta al contribuente dimostrare l'effettiva esistenza della transazione, non essendo sufficiente la sola esibizione di fatture e mezzi di pagamento. La Corte ha cassato la sentenza di merito che si era basata solo sulla prova del pagamento tramite assegni.
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Rimborso credito IVA: onere della prova e decadenza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20188/2024, ha stabilito che l'Amministrazione Finanziaria può sempre contestare la richiesta di rimborso credito IVA, anche dopo la scadenza dei termini per l'accertamento. La Corte ha ribadito che l'onere di provare l'effettiva esistenza del credito spetta sempre al contribuente, il quale deve conservare e produrre la documentazione necessaria, indipendentemente dal tempo trascorso. La mancata esibizione dei registri IVA ha legittimato il diniego del rimborso.
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Esenzione IRAP professionisti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20187/2024, ha stabilito l'esenzione IRAP per un professionista socio di una grande società di consulenza. La Corte ha chiarito che l'organizzazione aziendale della società non può essere imputata al singolo socio, il quale, se privo di una propria autonoma struttura, non è tenuto al pagamento dell'imposta. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato, accogliendo il ricorso del contribuente e annullando la sentenza di secondo grado.
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Definizione bonaria: rinvio per favorire l’accordo
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio del giudizio tra un ente fiscale e una società privata. La decisione è stata presa a seguito della richiesta congiunta delle parti, motivata dall'esistenza di trattative per una definizione bonaria della controversia, al fine di raggiungere una soluzione transattiva.
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Credito di imposta: decadenza per invio tardivo
Una società si è vista negare un credito d'imposta per aver inviato in ritardo la comunicazione obbligatoria. La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza dal credito di imposta, stabilendo che il termine perentorio previsto dalla legge prevale sulle garanzie dello Statuto del contribuente, poiché l'impresa aveva avuto oltre 100 giorni per adempiere.
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Onere della prova contribuente: Cassazione decide
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento sostenendo che alcuni versamenti bancari non fossero ricavi, ma anticipi su fatture derivanti da un contratto di sconto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che l'onere della prova contribuente impone di fornire documentazione specifica, come il contratto stesso, che in questo caso mancava. La Corte ha inoltre confermato la non deducibilità di alcuni costi per assenza di prova della loro inerenza all'attività d'impresa.
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Agevolazioni prima casa: salvo il bonus se si rivende
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20185/2024, ha stabilito un importante principio in materia di agevolazioni prima casa. Un contribuente non perde il beneficio fiscale se, prima della scadenza dei 18 mesi per il trasferimento della residenza, vende l'immobile e ne riacquista un altro entro un anno, destinandolo ad abitazione principale. In questo caso, l'obbligo di trasferire la residenza relativo al primo immobile viene meno, poiché superato dalla nuova fattispecie che consente di conservare il bonus.
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Cessazione materia contendere: appello inammissibile
A seguito di un accordo stragiudiziale tra un ente impositore e una società contribuente durante un giudizio in Cassazione, l'ente ha chiesto di dichiarare la cessazione della materia del contendere. La Suprema Corte ha invece dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, specificando che, in assenza di un'istanza congiunta, non è possibile dichiarare l'estinzione del processo, ma solo la sua inammissibilità per mancanza di utilità pratica nella prosecuzione della lite.
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Trasferimento immobili ASL: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'Azienda Sanitaria non è tenuta al pagamento dell'IRES sui redditi degli immobili che utilizza ma di cui non è ancora formalmente proprietaria. La sentenza chiarisce che il presupposto per la tassazione non è la mera disponibilità del bene, ma il possesso basato su un titolo giuridico formale, come la proprietà. Il lungo processo di trasferimento immobili ASL da altri enti pubblici, se non concluso con un atto formale, non fa sorgere l'obbligo tributario.
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Esenzione IRAP professionisti: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20176/2024, ha stabilito l'esenzione IRAP professionisti per un socio di una grande società di consulenza. La Corte ha chiarito che l'organizzazione aziendale è attribuibile esclusivamente alla società e non al singolo professionista, anche se quest'ultimo beneficia di redditi elevati. Viene così a mancare il presupposto impositivo dell'autonoma organizzazione per il singolo socio, che non è quindi tenuto al versamento dell'imposta.
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Intimazione di pagamento: l’impugnazione è tardiva?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti all'impugnazione di un'intimazione di pagamento. Se la cartella esattoriale presupposta non è stata contestata nei termini, il contribuente non può più sollevare vizi relativi a quell'atto (come il calcolo degli interessi o i compensi di riscossione) in sede di impugnazione della successiva intimazione. Quest'ultima può essere contestata solo per vizi propri, come la prescrizione maturata nel frattempo.
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Nullità avviso di accertamento: motivi inammissibili
Una società ha impugnato un avviso di accertamento TASI, sollevando diverse questioni procedurali e di merito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarando la maggior parte dei motivi inammissibili. L'ordinanza chiarisce i rigorosi requisiti per contestare la nullità dell'avviso di accertamento in sede di legittimità, come la specificità dei motivi, il divieto di nuove eccezioni e i limiti imposti dalla "doppia conforme".
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Tassazione per enunciazione: no alla doppia imposta
La Corte di Cassazione ha stabilito che la tassazione per enunciazione non si applica a un lodo arbitrale già registrato e tassato, anche se menzionato in un successivo decreto ingiuntivo. Tuttavia, il decreto ingiuntivo, in quanto atto giudiziario autonomo, è soggetto a propria imposta di registro per gli effetti giuridici che produce. La Corte ha quindi annullato la doppia imposizione, confermando però la legittimità della tassazione del solo decreto.
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Deducibilità costi: motivazione apparente e onere prova
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che aveva riconosciuto la deducibilità di alcuni costi ad una contribuente. La motivazione è stata giudicata 'apparente', in quanto il giudice si era limitato a elencare i documenti prodotti senza spiegare come questi provassero l'effettività e l'inerenza delle spese, specialmente perché derivanti da società partecipate dalla stessa contribuente. È stato inoltre ribadito che l'obbligo di contraddittorio preventivo non si applica in via generale alle imposte dirette.
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Imposta unica scommesse: chi paga prima del 2011?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20160/2024, ha chiarito la responsabilità fiscale in materia di imposta unica sulle scommesse per gli anni 2009 e 2010. Una società di scommesse estera, operante in Italia tramite centri di trasmissione dati senza concessione, aveva impugnato gli avvisi di accertamento. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in base alla sentenza n. 27/2018 della Corte Costituzionale, per le annualità antecedenti al 2011 la responsabilità del pagamento del tributo ricade esclusivamente sul bookmaker estero e non sulla ricevitoria locale.
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Rinvio a nuovo ruolo: la Cassazione e la trattazione
L'Amministrazione Finanziaria ha impugnato una sentenza che annullava le sanzioni a carico di un commercialista, accusato di concorso in evasione fiscale. La Corte di Cassazione, rilevando la pendenza di altri giudizi connessi con la stessa parte, ha emesso un'ordinanza interlocutoria disponendo il rinvio a nuovo ruolo della causa per una trattazione congiunta, al fine di garantire coerenza decisionale. La decisione sul merito è quindi posticipata.
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Agevolazioni prima casa: salvezza anche senza residenza
Un contribuente ha acquistato un immobile con le agevolazioni prima casa, impegnandosi a trasferire la residenza entro 18 mesi. Tuttavia, ha venduto l'immobile prima della scadenza e ne ha riacquistato un altro entro un anno, adibendolo a propria abitazione principale. L'Agenzia delle Entrate ha revocato i benefici per il mancato trasferimento di residenza relativo al primo acquisto. La Corte di Cassazione ha dato ragione al contribuente, stabilendo che la norma sul riacquisto entro l'anno prevale e 'sana' il mancato adempimento dell'obbligo di residenza originario, a patto che il nuovo immobile diventi effettivamente l'abitazione principale.
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Trattazione congiunta: la Cassazione unisce ricorsi
A seguito del ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro un professionista per concorso in violazioni tributarie, la Suprema Corte ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Rilevando la pendenza di altri giudizi connessi, riguardanti lo stesso professionista e fatti simili, la Corte ha disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta. L'obiettivo è garantire una decisione coordinata ed evitare sentenze contraddittorie.
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