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Giurisprudenza Tributaria

Società a ristretta base: utili ai soci, la guida
La Cassazione chiarisce la presunzione di distribuzione degli utili in una società a ristretta base. Anche in assenza di vincoli familiari, i ricavi non dichiarati si presumono distribuiti ai soci. Spetta al contribuente fornire la prova contraria. L'ordinanza annulla la decisione di merito che aveva erroneamente escluso tale presunzione, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Iscrizione ipotecaria: la Cassazione decide sul caso
La Corte di Cassazione esamina un ricorso presentato da un contribuente contro l'Agenzia delle Entrate in materia di iscrizione ipotecaria. Il caso verte sull'annullamento di una sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva a sua volta annullato una decisione di primo grado sfavorevole al cittadino.
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Contrasto motivazione dispositivo: sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria a causa di un insanabile contrasto motivazione dispositivo. I giudici di secondo grado avevano accolto l'appello dell'Agenzia delle Entrate nel dispositivo, ma nelle motivazioni avevano dato ragione al contribuente. Questo vizio ha reso impossibile individuare il comando giudiziale, portando alla cassazione con rinvio per un nuovo esame.
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Avviso di accertamento anticipato: legittimo per frode
Una società e il suo socio unico contestavano un avviso di accertamento IVA, sostenendo fosse nullo perché notificato a una società già estinta e perché emesso prima del termine dilatorio di 60 giorni. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, stabilendo che un avviso di accertamento anticipato è legittimo in presenza di ragioni d'urgenza, come la partecipazione a una grave frode fiscale, per prevenire ulteriori danni all'Erario. La notifica all'ex socio unico della società estinta è stata inoltre ritenuta valida in virtù della successione nei debiti sociali.
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Accertamento valore immobile: la motivazione dell’atto
Una società immobiliare ha impugnato un avviso di accertamento con cui l'Agenzia delle Entrate aveva rettificato il valore di un complesso immobiliare oggetto di compravendita. La società sosteneva che l'atto fosse immotivato e che non tenesse conto della natura di "vendita in blocco". La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la motivazione dell'accertamento valore immobile è sufficiente se indica i criteri di valutazione, come il riferimento a una perizia con dati comparativi. I giudici hanno chiarito che le contestazioni sui fatti e sulla valutazione delle prove non sono ammissibili in Cassazione e che l'onere di dimostrare un valore inferiore spetta al contribuente.
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Distrazione spese legali: sì alla correzione materiale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione spese legali in favore del difensore costituisce un errore materiale. In un caso contro l'Amministrazione Finanziaria, dove una società era risultata vittoriosa, la sentenza iniziale aveva omesso di disporre il pagamento diretto delle spese all'avvocato. La Corte ha corretto la propria sentenza tramite un'ordinanza, affermando che il rimedio corretto è la procedura di correzione di errore materiale e non un mezzo di impugnazione ordinario, in linea con i principi di celerità processuale.
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Notifica diretta cartella: valida consegna al portiere
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente che contestava un pignoramento basato su una presunta nullità della notifica della cartella di pagamento presupposta. Il ricorrente sosteneva che, essendo stata consegnata al portiere, fosse necessaria una seconda raccomandata informativa. La Corte ha chiarito che la notifica diretta cartella, eseguita dall'agente della riscossione tramite posta raccomandata, segue le norme del servizio postale ordinario e non quelle della L. 890/1982. Pertanto, la notifica si perfeziona con la consegna al domicilio del destinatario, attestata dall'avviso di ricevimento, senza necessità di ulteriori adempimenti come la seconda raccomandata.
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Notifica nulla: quando la conoscenza sana il vizio
La Corte di Cassazione chiarisce la differenza tra notifica nulla e inesistente. In un caso di notifica nulla di cartelle di pagamento, la Corte ha stabilito che la successiva richiesta di rateizzazione da parte del contribuente dimostra la sua piena conoscenza dell'atto, sanando il vizio originario. Di conseguenza, non avendo impugnato le cartelle entro i termini decorrenti da tale conoscenza, la pretesa fiscale è divenuta definitiva e non più contestabile.
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Somministrazione di manodopera: costi indeducibili
Un'azienda ha impugnato un avviso di accertamento fiscale relativo a costi e IVA per un contratto che l'Agenzia Fiscale ha ritenuto essere una somministrazione di manodopera illecita, mascherata da appalto di servizi. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo l'indeducibilità dei costi e l'indetraibilità dell'IVA, poiché il contratto è stato correttamente qualificato come nullo. È stata inoltre confermata l'indeducibilità di perdite su crediti per mancanza di prova di tentativi di recupero.
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Responsabilità del commercialista e onere della prova
Una società ha impugnato un avviso di accertamento fiscale, adducendo errori del proprio commercialista. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per escludere la propria responsabilità, il contribuente deve fornire un rigoroso onere della prova, dimostrando non solo la condotta fraudolenta del professionista, ma anche di aver esercitato un'adeguata e costante vigilanza sul suo operato. La sentenza ribadisce che le presunzioni dell'Agenzia delle Entrate, se gravi, precise e concordanti, sono sufficienti a legittimare l'accertamento, specialmente in presenza di comportamenti antieconomici non giustificati.
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Notifica cartella esattoriale: la prova in appello
Un contribuente ha impugnato un preavviso di fermo amministrativo, sostenendo la mancata notifica delle cartelle di pagamento. L'agente della riscossione, assente in primo grado, ha prodotto le prove della notifica solo in appello. La Corte di Cassazione ha confermato la validità di tale produzione documentale, specificando che nel processo tributario è ammessa. Ha inoltre chiarito che per la notifica cartella esattoriale diretta tramite raccomandata, l'avviso di ricevimento è prova sufficiente, anche se l'atto è consegnato a un terzo (es. portiere), senza necessità di un'ulteriore comunicazione.
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Notifica cartella esattoriale: basta la raccomandata
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21553/2024, ha stabilito un importante principio in materia di notifica della cartella esattoriale. Se l'atto viene consegnato al portiere, per perfezionare la notifica è sufficiente l'invio di una semplice lettera raccomandata informativa, senza necessità di produrre l'avviso di ricevimento. La Corte ha inoltre confermato la giurisdizione del giudice tributario per le opposizioni a pignoramenti basate sulla mancata notifica dell'atto prodromico.
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Accertamento induttivo: la Cassazione sui poteri del Fisco
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società e della sua socia contro un accertamento induttivo emesso a seguito dell'omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. La sentenza conferma che, in tali casi, l'Amministrazione Finanziaria ha ampi poteri di ricostruzione del reddito basati anche su presunzioni. La Corte ha inoltre ribadito la validità della delega di firma per gli avvisi di accertamento e la legittimità della presunzione di distribuzione degli utili extra-bilancio ai soci.
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Contabilità in nero: prova e accertamento fiscale
Una società informatica è stata oggetto di accertamento fiscale basato su una contabilità in nero, rivelata da un ex socio. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'atto, stabilendo che anche documenti informali, come file su computer o appunti, costituiscono una presunzione semplice e una prova completa se supportati da riscontri oggettivi, respingendo il ricorso dell'azienda. La sentenza chiarisce il valore probatorio di tali elementi nell'accertamento di ricavi non dichiarati.
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Redditometro: quando l’accertamento è legittimo
Un contribuente impugnava avvisi di accertamento basati sul redditometro. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che il redditometro costituisce una presunzione legale e spetta al cittadino fornire prova contraria idonea a superarla. La Corte ha anche chiarito che l'obbligo del contraddittorio preventivo non si applicava ai fatti di causa.
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Sanzioni contrabbando tabacchi: la procedura corretta
La Cassazione ha chiarito che per le sanzioni contrabbando tabacchi, anche se depenalizzato, si applica la procedura specifica per gli illeciti tributari (D.Lgs. 472/1997). La Corte ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Dogane, che aveva erroneamente seguito la procedura amministrativa generale (L. 689/1981), confermando l'annullamento della sanzione.
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Accertamento antieconomico: la prova del contribuente
Un'impresa di trasporti riceve un accertamento fiscale per gestione antieconomica. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando che le valide giustificazioni fornite dal contribuente (incidente, problemi di salute, crisi economica) sono sufficienti a superare le presunzioni del Fisco. Questo caso definisce i limiti dell'accertamento antieconomico e l'importanza della prova contraria.
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Esenzione IMU immobili merce: non è retroattiva
Una società di costruzioni ha impugnato un avviso di accertamento IMU per il 2012 relativo a immobili invenduti, chiedendo l'applicazione retroattiva dell'esenzione per gli "immobili merce" introdotta dal 2014. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'esenzione IMU immobili merce non può essere applicata retroattivamente. La Corte ha sottolineato che le agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e che il legislatore ha piena discrezionalità nel fissare la loro data di decorrenza, senza che ciò violi i principi costituzionali.
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Competenza territoriale: domicilio fiscale decisivo
La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale dell'Agenzia delle Entrate per l'emissione di atti di recupero del credito si determina esclusivamente in base al domicilio fiscale del contribuente al momento della dichiarazione. Un'indicazione interna, come quella contenuta in un processo verbale di constatazione che affida a un diverso ufficio compiti specifici, non può modificare le regole legali sulla competenza territoriale, che prevalgono su qualsiasi atto organizzativo interno dell'Amministrazione finanziaria.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è inammissibile
Una società in fallimento ha tentato un'impugnazione estratto di ruolo per contestare una cartella di pagamento, sostenendo di non averla mai ricevuta e che il debito fosse prescritto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, applicando la nuova normativa che limita fortemente la possibilità di contestare l'estratto di ruolo. La Corte ha stabilito che tale documento non è un atto autonomamente impugnabile, se non in casi eccezionali e documentati di pregiudizio per il contribuente, confermando la legittimità di tale restrizione.
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