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Giurisprudenza Tributaria

Accertamento IMU: Dati catastali vs realtà dei fatti

Una società ha ricevuto un accertamento IMU per l’anno 2013 relativo a immobili che sosteneva fossero già stati demoliti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, ai fini fiscali, i dati risultanti in catasto sono determinanti. La Corte ha sottolineato che è onere del contribuente denunciare tempestivamente le variazioni, come la demolizione, agli uffici competenti. In assenza di tale comunicazione, l’accertamento basato sulla rendita catastale è legittimo, anche se la realtà fattuale è diversa.

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Bonus settore finanziario: quando si paga la tassa?

Un dirigente di una società di consulenza finanziaria ha richiesto il rimborso dell’addizionale IRPEF del 10% applicata sul suo bonus per l’anno 2014. Sosteneva che la sua azienda non rientrasse nel ‘settore finanziario’ e che i requisiti oggettivi per l’applicazione della tassa non fossero soddisfatti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la nozione di ‘settore finanziario’ deve essere interpretata in senso ampio, includendo tutte le entità le cui attività possono generare rischi sistemici. Inoltre, ha confermato che, dopo la modifica normativa del 2011, l’addizionale sui bonus settore finanziario si applica sulla parte variabile della retribuzione che eccede la parte fissa, senza la necessità che superi anche il triplo di quest’ultima.

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Notifica PEC da indirizzo non pubblico: quando è valida

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento sostenendo, tra l’altro, l’invalidità della notifica perché proveniente da un indirizzo PEC dell’Agente della riscossione non inserito nei pubblici registri. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la notifica PEC da indirizzo non pubblico è valida se la provenienza dell’atto è chiaramente riconoscibile (ad es. dal dominio) e se il destinatario non dimostra di aver subito un concreto pregiudizio al proprio diritto di difesa. Un secondo motivo di ricorso è stato dichiarato inammissibile per violazione del principio di autosufficienza.

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Disconoscimento copia: quando è inefficace in giudizio

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento, sostenendo la mancata notifica delle cartelle esattoriali sottostanti. Il tentativo di disconoscimento della copia fotostatica della relata di notifica, prodotto dall’agente di riscossione, è stato al centro del caso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il disconoscimento, per essere efficace, deve essere specifico e non generico e confuso come nel caso di specie, confermando così la validità dell’atto impugnato.

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Litisconsorzio necessario: processo tributario nullo

Una società di persone riceve un avviso di accertamento per maggiori IRAP e IVA. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato la nullità dell’intero giudizio di primo e secondo grado per violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché non tutti i soci della società erano stati coinvolti nel processo. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per un nuovo giudizio che includa tutte le parti necessarie.

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Vizio motivazionale: limiti del ricorso in Cassazione

Un contribuente, ritenuto gestore di fatto di una società, ha impugnato un avviso di accertamento fiscale. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, chiarendo che dopo la riforma del 2012, il vizio motivazionale di una sentenza è censurabile solo se la motivazione è totalmente assente, apparente o irriducibilmente contraddittoria. Il semplice difetto di sufficienza non è più un valido motivo di ricorso. Il ricorrente è stato anche condannato per abuso del processo.

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Integrazione contraddittorio: ricorso nullo senza notifica

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui un’agenzia di riscossione aveva impugnato una sentenza sfavorevole relativa a cartelle di pagamento. Tuttavia, l’agenzia non aveva notificato il ricorso all’Agenzia delle Entrate, anch’essa parte nel giudizio precedente. Rilevando questo vizio procedurale, la Corte non ha deciso nel merito, ma ha ordinato l’integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni per notificare il ricorso alla parte omessa, sottolineando come questo adempimento sia essenziale per la validità del processo.

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Accertamento soci: utili Srl e onere della prova

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di due soci di una S.r.l. contro un avviso di accertamento. L’ordinanza conferma la legittimità della presunzione di distribuzione degli utili extra-bilancio in caso di società a ristretta base sociale. Viene inoltre chiarito che il contraddittorio preventivo, previsto in caso di verifiche fiscali, non si estende automaticamente ai soci per un accertamento scaturito da una verifica sulla società. L’accertamento soci, in questo contesto, risulta quindi valido.

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Cessioni intracomunitarie: la prova per l'esenzione IVA

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17727/2025, ha rigettato sia il ricorso dell’Agenzia delle Entrate sia quello incidentale del contribuente. La Corte ha stabilito che per le cessioni intracomunitarie, la prova dell’effettivo trasferimento dei beni può essere fornita anche con “fatti secondari” come le comunicazioni Intrastat e le dichiarazioni dei cessionari, non essendo obbligatorio il modello CMR. Ha inoltre dichiarato inammissibile l’appello incidentale tardivo del contribuente, poiché l’interesse a impugnare una parte della sentenza di primo grado preesisteva all’appello principale dell’Agenzia e non ne era una diretta conseguenza.

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Notifica accertamento: quando è nulla senza ricevuta?

Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per plusvalenza sulla vendita di un terreno, sostenendo la nullità della notifica. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Agenzia delle Entrate, ma il caso è giunto in Cassazione. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito della validità della notifica accertamento, ma ha disposto un rinvio a nuovo ruolo per acquisire i fascicoli d’ufficio dei gradi precedenti, ritenuti indispensabili per la decisione. Il cuore della controversia legale risiede nella validità di una notifica eseguita senza il deposito dell’avviso di ricevimento della raccomandata informativa.

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Accertamento studi di settore: la Cassazione decide

Una società di moda ha ricevuto un avviso di accertamento basato sugli studi di settore, che ha contestato. Dopo la cancellazione della società, il contenzioso è proseguito contro gli ex soci. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accertamento con studi di settore, se preceduto da un contraddittorio con il contribuente, costituisce una presunzione legale, sufficiente a legittimare la rettifica del reddito. Di conseguenza, spetta al contribuente l’onere di provare le circostanze che giustificano un reddito inferiore. La Corte ha inoltre confermato che gli ex soci succedono nei debiti della società estinta, indipendentemente dalla percezione di utili in fase di liquidazione.

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Litisconsorzio necessario: società di fatto e nullità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18197/2025, ha annullato una sentenza per violazione del litisconsorzio necessario. Il caso riguardava l’accertamento fiscale nei confronti di un presunto socio di una società di fatto. La Corte ha stabilito che, quando la controversia verte sull’esistenza stessa di una società di fatto, tutti i presunti soci devono obbligatoriamente partecipare al giudizio. La mancata integrazione del contraddittorio ha reso nulli i precedenti gradi di giudizio, con rinvio della causa al primo giudice.

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Comunicazione ENEA: non perdi il bonus se tardiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16133/2025, ha stabilito che la tardiva comunicazione ENEA non comporta la perdita del diritto alla detrazione fiscale per le spese di riqualificazione energetica. Secondo la Corte, tale adempimento ha una finalità statistica e non costituisce un presupposto sostanziale per l’accesso al beneficio, che dipende invece dall’effettiva esecuzione e pagamento dei lavori.

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Sospensione riscossione: quando l'istanza è valida?

Una società impugnava un’intimazione di pagamento, sostenendo che la sua precedente istanza di sospensione della riscossione avrebbe dovuto portare all’annullamento del debito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che tale procedura si applica solo a vizi imputabili all’ente creditore e non all’agente della riscossione. Inoltre, ha ribadito che un’eventuale nullità della notifica è sanata se l’atto ha raggiunto il suo scopo, come dimostrato dalla capacità del contribuente di difendersi.

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Area edificabile ICI: vincoli non escludono l'imposta

La Corte di Cassazione ha stabilito che un terreno classificato come area edificabile nel piano regolatore è soggetto a ICI anche in presenza di vincoli, come quello di rimboschimento. Tali vincoli non eliminano la natura edificabile del suolo ai fini fiscali, ma incidono unicamente sulla determinazione del suo valore venale e, di conseguenza, sulla base imponibile dell’imposta. L’appello del contribuente, basato anche su motivi procedurali, è stato interamente respinto.

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Revisione del classamento: obblighi di motivazione

Una contribuente impugna un avviso di accertamento per la rettifica della rendita catastale di due immobili, derivante da una revisione del classamento su base microzonale. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che l’atto impositivo è nullo se la motivazione è generica. L’Agenzia delle Entrate ha l’onere di specificare non solo i presupposti generali della revisione nella microzona, ma anche i criteri specifici e i calcoli con cui tale revisione ha inciso sulla classificazione e sulla rendita della singola unità immobiliare, per permettere al contribuente un’effettiva difesa.

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Interposizione fittizia: no detrazione IVA

L’Agenzia delle Entrate ha contestato la detrazione IVA a una società, sostenendo che fosse coinvolta in uno schema di interposizione fittizia per aggirare i limiti sulle importazioni di energia. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione del giudice di merito, ha riaffermato il principio della prevalenza della sostanza sulla forma. Se un’entità viene utilizzata come intermediario fittizio per scopi fraudolenti, l’IVA correlata non è detraibile, a prescindere dalla regolarità formale di fatture e pagamenti.

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Robin Tax e conferimento d'azienda: i ricavi altrui

Una società, dopo aver ricevuto un ramo d’azienda tramite conferimento, chiedeva il rimborso della ‘Robin Tax’ sostenendo di non aver superato le soglie di ricavi nel periodo d’imposta precedente. L’Agenzia delle Entrate negava il rimborso, imponendo di sommare anche i ricavi realizzati dal ramo d’azienda quando era gestito dalla società conferente. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, stabilendo che per la Robin Tax e conferimento d’azienda si devono considerare solo i ricavi propri del soggetto obbligato, poiché una circolare ministeriale non può estendere l’applicazione di una norma fiscale oltre il suo tenore letterale.

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Giudicato penale assolutorio: effetti nel tributario

Un’azienda, accusata di frode IVA, vede i propri amministratori assolti in sede penale. A seguito di una nuova legge che rafforza l’efficacia del giudicato penale assolutorio nel processo tributario, la Corte di Cassazione si trova di fronte a complessi dubbi interpretativi. Poiché la stessa questione è già pendente dinanzi alle Sezioni Unite, la Corte decide di sospendere il giudizio e rinviare la causa in attesa della pronuncia nomofilattica, evidenziando l’importanza di una decisione uniforme sull’applicazione della nuova normativa.

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Definizione agevolata: estinzione processo in Cassazione

Una società ha impugnato alcuni avvisi di accertamento fiscale. Durante il giudizio in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge, pagando l’importo dovuto. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del processo, confermando che il perfezionamento della definizione agevolata chiude la lite, con spese a carico di chi le ha anticipate e senza applicazione del doppio contributo unificato.

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