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Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione estratto di ruolo: inammissibile per legge
Una società in amministrazione straordinaria ha impugnato un estratto di ruolo relativo a debiti IVA. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 491/2024, ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La decisione si fonda su una recente modifica legislativa che esclude la possibilità di un'autonoma impugnazione dell'estratto di ruolo, in quanto il contribuente è privo di un interesse concreto e attuale ad agire contro tale documento, dovendo invece attendere la notifica dell'atto esecutivo successivo, come la cartella di pagamento.
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Definizione Agevolata: la Cassazione chiude il caso
Un contenzioso tributario, nato da un accertamento sintetico e giunto fino alla Corte di Cassazione, si è concluso con l'estinzione del giudizio. La controversia è stata interrotta non per una decisione nel merito, ma perché il contribuente ha aderito con successo alla definizione agevolata, una procedura che consente di sanare le pendenze con il Fisco. La Suprema Corte, preso atto della documentazione prodotta, ha dichiarato la fine del processo, confermando l'efficacia di questo strumento per chiudere le liti fiscali.
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Culpa in vigilando: la denuncia non basta
L'ordinanza 488/2024 della Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità del contribuente per l'omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, anche quando l'incarico è affidato a un professionista. I giudici hanno stabilito che la semplice denuncia penale nei confronti del consulente infedele non è sufficiente a escludere le sanzioni. Il contribuente deve dimostrare di aver esercitato un'adeguata attività di controllo e vigilanza sull'operato del professionista (culpa in vigilando), non potendo limitarsi a un mero affidamento passivo dell'incarico. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado, che aveva erroneamente escluso la responsabilità del contribuente, rinviando la causa per un nuovo esame basato su questo principio.
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Notifica appello: onere del notificante e domicilio
Un'ordinanza della Cassazione stabilisce che in caso di trasferimento del difensore, spetta al notificante l'onere di ricercare il nuovo indirizzo. La mancata prova di una corretta notifica dell'appello ne comporta l'inammissibilità. Il ricorso dell'Agenzia Fiscale è stato rigettato per non aver accertato l'effettivo domicilio del legale della società contribuente.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
Il caso riguarda un ente comunale che ha impugnato un avviso di liquidazione per imposte su un trasferimento immobiliare per usucapione. Durante il giudizio in Cassazione, l'ente ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del procedimento, applicando la normativa sulla sanatoria fiscale e stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali.
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Estinzione del giudizio: il caso della transazione
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio in un caso di accertamento IRES su un'operazione di 'sale and lease back'. La decisione segue un accordo transattivo raggiunto tra l'Agenzia delle Entrate e il gruppo societario contribuente, che ha risolto tutte le controversie pendenti, rendendo superflua la prosecuzione del ricorso. Le spese legali sono state compensate tra le parti.
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Raddoppio termini accertamento: la Cassazione conferma
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per redditi detenuti all'estero e non dichiarati. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la legittimità del raddoppio termini accertamento basato sul solo obbligo di denuncia penale, indipendentemente dalla sua produzione in giudizio. La Corte ha inoltre ritenuto infondate le contestazioni sul calcolo del patrimonio e sulla riduzione delle sanzioni, stabilendo che la soglia di rilevanza penale va valutata al momento dell'accertamento.
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Onere della prova: fatture false e contraddittorio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 471/2024, ha respinto il ricorso di una società che aveva dedotto costi da fatture emesse da una 'società cartiera'. La Corte ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova: spetta all'Agenzia delle Entrate fornire indizi sulla consapevolezza della frode da parte del contribuente (come la mancanza di struttura del fornitore). Una volta forniti tali indizi, l'onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. È stato inoltre precisato che il diritto al contraddittorio preventivo è limitato in caso di accertamenti 'a tavolino' basati su verifiche a terzi.
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Estinzione giudizio tributario: la Cassazione chiarisce
Una società, in contenzioso con l'Agenzia delle Entrate, ha aderito a una definizione agevolata mentre il caso era pendente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario, stabilendo un principio importante: in caso di estinzione per definizione agevolata, il ricorrente non è tenuto a versare il doppio del contributo unificato, poiché tale misura ha carattere sanzionatorio e non si applica estensivamente.
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Avviso accertamento ante tempus: ok se c’è fallimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 457/2024, ha stabilito che un avviso di accertamento ante tempus, emesso prima della scadenza del termine di 60 giorni dal verbale di constatazione, è legittimo in caso di fallimento del contribuente. L'urgenza di insinuarsi nel passivo fallimentare prevale sul termine dilatorio, senza che ciò costituisca una violazione del principio di leale cooperazione.
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Sanzioni reverse charge: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 446/2024, ha affrontato il tema delle sanzioni reverse charge per irregolarità nell'applicazione dell'inversione contabile. Pur respingendo la tesi dell'Agenzia delle Entrate di sanzionare ogni singola operazione come sproporzionata, ha cassato la decisione del giudice di merito. Quest'ultimo, pur definendo la violazione di 'lieve entità', non aveva specificato un criterio chiaro per la quantificazione della sanzione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione che stabilisca il corretto ammontare della sanzione nel rispetto del principio di proporzionalità.
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Attività professionale abituale: quando scatta l’IVA
La Corte di Cassazione ha confermato un avviso di accertamento IVA nei confronti di un professionista. I giudici hanno stabilito che la sua attività di responsabile della sicurezza per diversi committenti non era occasionale, bensì un'attività professionale abituale soggetta a IVA. La decisione si basa su una serie di elementi presuntivi, come la pluralità degli incarichi, la loro ripetitività e la natura complessa delle prestazioni, considerati sufficienti a dimostrare il carattere sistematico e non sporadico del lavoro svolto.
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Principio di competenza: Cassazione chiarisce i costi
Una società impugna un avviso di accertamento per costi e ricavi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 439/2024, chiarisce l'applicazione del principio di competenza per la deducibilità dei costi pubblicitari, legandola al momento di ultimazione della prestazione. La Corte ribadisce anche l'autonomia dei periodi d'imposta, consentendo la rettifica delle rimanenze iniziali senza modificare l'esercizio precedente.
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Definizione agevolata liti: processo estinto
Un contribuente impugna un avviso di accertamento basato su accertamento sintetico (redditometro). Dopo un lungo contenzioso che arriva fino alla Corte di Cassazione, il contribuente aderisce alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Suprema Corte, preso atto dell'avvenuta definizione, dichiara estinto il processo senza entrare nel merito delle questioni sollevate.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un giudizio tributario relativo a un accertamento IRPEF. La decisione segue l'istanza di definizione agevolata presentata dal contribuente ai sensi della Legge n. 197/2022. Avendo il contribuente, già vincitore nei gradi di merito, versato le somme dovute per la sanatoria, la Corte ha preso atto della chiusura della lite, estinguendo il procedimento e lasciando le spese a carico delle parti che le hanno anticipate.
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Definizione agevolata: come estingue il giudizio
Un'azienda calzaturiera, dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio contro un avviso di accertamento che contestava l'inerenza di alcuni costi, ha visto il proprio contenzioso in Cassazione estinguersi. La Corte Suprema ha infatti preso atto dell'adesione della società alla definizione agevolata prevista dalla legge, dichiarando terminato il processo. La controversia originaria verteva sulla deducibilità di provvigioni ritenute dall'Agenzia delle Entrate antieconomiche e non inerenti.
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Estinzione Giudizio Tributario: la guida completa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 429/2024, ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario a seguito dell'adesione del contribuente a una definizione agevolata. Il caso, originato da un avviso di accertamento IRPEF, si è concluso non per una decisione nel merito, ma perché, dopo la richiesta di sanatoria e il pagamento delle somme, nessuna delle parti ha presentato istanza di prosecuzione entro il termine previsto dalla legge. Ciò ha comportato l'automatica estinzione del giudizio tributario, rendendo superflua ogni altra valutazione processuale.
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Definizione agevolata: lite estinta in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio fiscale a seguito della richiesta di definizione agevolata da parte del contribuente. Il caso riguardava un accertamento IRES per il 2005. La società contribuente, risultata vittoriosa nei precedenti gradi di giudizio, ha aderito alla sanatoria prevista dalla L. 197/2022, pagando un importo ridotto e ottenendo così la chiusura definitiva della controversia.
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Disconoscimento sottoscrizione: la querela di falso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società contro un fermo amministrativo e delle cartelle esattoriali. La Corte ha stabilito che il disconoscimento sottoscrizione su un avviso di ricevimento, essendo quest'ultimo un atto pubblico, non è sufficiente. È necessaria una querela di falso per contestarne l'autenticità. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile e pretestuoso, con condanna per abuso del processo.
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Estinzione processo: definizione agevolata liti fiscali
Un contribuente, oggetto di un accertamento fiscale basato su un maggior reddito presunto, ha impugnato l'atto impositivo. Dopo un lungo contenzioso giunto fino alla Corte di Cassazione, il processo è stato dichiarato estinto. La decisione non è entrata nel merito delle questioni fiscali, ma ha preso atto della scelta del contribuente di aderire alla definizione agevolata delle liti fiscali, una procedura che consente di chiudere le controversie pendenti con il fisco pagando un importo forfettario. L'adesione a questa procedura ha quindi comportato la cessazione della materia del contendere.
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