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Giurisprudenza Tributaria

Notifica a società estinta: la Cassazione fa il punto
L'Agenzia delle Entrate ha notificato una comunicazione di iscrizione ipotecaria all'ex liquidatore di una società già cancellata dal registro delle imprese. Le commissioni tributarie hanno annullato l'atto, ritenendo la società non più esistente. L'Agenzia ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo un presunto abuso del diritto. La Corte, riconoscendo la complessità e la novità della questione giuridica sulla validità di una notifica a società estinta in queste circostanze, ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Iscrizione ipotecaria: perché resta valida la misura
Un notaio, soggetto a tax assessments per presunte operazioni fittizie, ha subito l'iscrizione di un'ipoteca sui suoi beni. Nonostante abbia successivamente saldato il debito tramite 'definizione agevolata', la Corte di Cassazione ha stabilito che tale accordo non estingue automaticamente il procedimento separato sulla legittimità della misura cautelare. La Corte ha chiarito che l'iscrizione ipotecaria e il merito della pretesa fiscale sono due giudizi distinti. Di conseguenza, il ricorso del professionista è stato respinto.
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Appello tributario e motivi specifici: la Cassazione
La Cassazione ha annullato le sentenze che dichiaravano inammissibile un appello tributario per difetto di motivi specifici, chiarendo che la riproposizione delle difese di primo grado può essere sufficiente se esprime la volontà di contestare la decisione. L'appello tributario è stato quindi rimandato per un esame nel merito.
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Deducibilità derivati: la Cassazione sui limiti
Una società di costruzioni ha contestato un avviso di accertamento che limitava la deducibilità dei costi derivanti dalla chiusura anticipata di contratti derivati di copertura. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha respinto il ricorso della società, stabilendo che la deducibilità di tali costi non è integrale ma segue le stesse regole e limiti previsti per gli interessi passivi (art. 96 TUIR), in quanto i derivati erano legati a mutui produttori di interessi. La Corte ha confermato il principio di simmetria fiscale tra l'elemento di copertura (il derivato) e l'elemento coperto (il mutuo).
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Definizione agevolata: estinzione del processo fiscale
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario riguardante un accertamento per plusvalenza immobiliare. La decisione è seguita all'adesione della contribuente alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. Avendo presentato la domanda e provveduto al pagamento, la Corte ha applicato la normativa che impone l'estinzione del giudizio in tali circostanze, senza addebito di ulteriori sanzioni come il doppio contributo unificato.
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Autonoma organizzazione IRAP: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che escludeva l'assoggettamento a IRAP di una professionista. La contribuente, titolare di uno studio individuale, era anche socia di un'altra società di servizi commerciali con il coniuge. La Corte ha ritenuto che i giudici d'appello avessero omesso di valutare adeguatamente gli indizi che provavano l'esistenza di un'autonoma organizzazione, come l'affidamento della gestione contabile dei propri clienti alla società di cui era socia. La decisione è stata cassata con rinvio per un nuovo esame che tenga conto di tutti gli elementi probatori.
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Sospensione rimborso IVA: il principio di autosufficienza
L'Agenzia delle Entrate aveva disposto la sospensione di un rimborso IVA a una società, motivandola con pendenze fiscali relative ad annualità precedenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia, non entrando nel merito della questione ma dichiarandolo inammissibile per violazione del principio di autosufficienza. L'Agenzia, infatti, non aveva riportato nel proprio atto il contenuto del provvedimento di sospensione, impedendo alla Corte di valutare la censura. Questa ordinanza ribadisce l'importanza cruciale dei requisiti formali, come l'autosufficienza, nei ricorsi tributari, la cui violazione preclude l'esame della legittimità della sospensione rimborso IVA.
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Impugnazione estratto di ruolo: inammissibile per legge
Una società in amministrazione straordinaria ha impugnato un estratto di ruolo relativo a debiti IVA. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 491/2024, ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La decisione si fonda su una recente modifica legislativa che esclude la possibilità di un'autonoma impugnazione dell'estratto di ruolo, in quanto il contribuente è privo di un interesse concreto e attuale ad agire contro tale documento, dovendo invece attendere la notifica dell'atto esecutivo successivo, come la cartella di pagamento.
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Definizione Agevolata: la Cassazione chiude il caso
Un contenzioso tributario, nato da un accertamento sintetico e giunto fino alla Corte di Cassazione, si è concluso con l'estinzione del giudizio. La controversia è stata interrotta non per una decisione nel merito, ma perché il contribuente ha aderito con successo alla definizione agevolata, una procedura che consente di sanare le pendenze con il Fisco. La Suprema Corte, preso atto della documentazione prodotta, ha dichiarato la fine del processo, confermando l'efficacia di questo strumento per chiudere le liti fiscali.
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Culpa in vigilando: la denuncia non basta
L'ordinanza 488/2024 della Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità del contribuente per l'omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, anche quando l'incarico è affidato a un professionista. I giudici hanno stabilito che la semplice denuncia penale nei confronti del consulente infedele non è sufficiente a escludere le sanzioni. Il contribuente deve dimostrare di aver esercitato un'adeguata attività di controllo e vigilanza sull'operato del professionista (culpa in vigilando), non potendo limitarsi a un mero affidamento passivo dell'incarico. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado, che aveva erroneamente escluso la responsabilità del contribuente, rinviando la causa per un nuovo esame basato su questo principio.
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Notifica appello: onere del notificante e domicilio
Un'ordinanza della Cassazione stabilisce che in caso di trasferimento del difensore, spetta al notificante l'onere di ricercare il nuovo indirizzo. La mancata prova di una corretta notifica dell'appello ne comporta l'inammissibilità. Il ricorso dell'Agenzia Fiscale è stato rigettato per non aver accertato l'effettivo domicilio del legale della società contribuente.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
Il caso riguarda un ente comunale che ha impugnato un avviso di liquidazione per imposte su un trasferimento immobiliare per usucapione. Durante il giudizio in Cassazione, l'ente ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del procedimento, applicando la normativa sulla sanatoria fiscale e stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali.
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Estinzione del giudizio: il caso della transazione
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio in un caso di accertamento IRES su un'operazione di 'sale and lease back'. La decisione segue un accordo transattivo raggiunto tra l'Agenzia delle Entrate e il gruppo societario contribuente, che ha risolto tutte le controversie pendenti, rendendo superflua la prosecuzione del ricorso. Le spese legali sono state compensate tra le parti.
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Raddoppio termini accertamento: la Cassazione conferma
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per redditi detenuti all'estero e non dichiarati. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la legittimità del raddoppio termini accertamento basato sul solo obbligo di denuncia penale, indipendentemente dalla sua produzione in giudizio. La Corte ha inoltre ritenuto infondate le contestazioni sul calcolo del patrimonio e sulla riduzione delle sanzioni, stabilendo che la soglia di rilevanza penale va valutata al momento dell'accertamento.
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Onere della prova: fatture false e contraddittorio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 471/2024, ha respinto il ricorso di una società che aveva dedotto costi da fatture emesse da una 'società cartiera'. La Corte ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova: spetta all'Agenzia delle Entrate fornire indizi sulla consapevolezza della frode da parte del contribuente (come la mancanza di struttura del fornitore). Una volta forniti tali indizi, l'onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. È stato inoltre precisato che il diritto al contraddittorio preventivo è limitato in caso di accertamenti 'a tavolino' basati su verifiche a terzi.
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Estinzione giudizio tributario: la Cassazione chiarisce
Una società, in contenzioso con l'Agenzia delle Entrate, ha aderito a una definizione agevolata mentre il caso era pendente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario, stabilendo un principio importante: in caso di estinzione per definizione agevolata, il ricorrente non è tenuto a versare il doppio del contributo unificato, poiché tale misura ha carattere sanzionatorio e non si applica estensivamente.
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Avviso accertamento ante tempus: ok se c’è fallimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 457/2024, ha stabilito che un avviso di accertamento ante tempus, emesso prima della scadenza del termine di 60 giorni dal verbale di constatazione, è legittimo in caso di fallimento del contribuente. L'urgenza di insinuarsi nel passivo fallimentare prevale sul termine dilatorio, senza che ciò costituisca una violazione del principio di leale cooperazione.
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Sanzioni reverse charge: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 446/2024, ha affrontato il tema delle sanzioni reverse charge per irregolarità nell'applicazione dell'inversione contabile. Pur respingendo la tesi dell'Agenzia delle Entrate di sanzionare ogni singola operazione come sproporzionata, ha cassato la decisione del giudice di merito. Quest'ultimo, pur definendo la violazione di 'lieve entità', non aveva specificato un criterio chiaro per la quantificazione della sanzione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione che stabilisca il corretto ammontare della sanzione nel rispetto del principio di proporzionalità.
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Attività professionale abituale: quando scatta l’IVA
La Corte di Cassazione ha confermato un avviso di accertamento IVA nei confronti di un professionista. I giudici hanno stabilito che la sua attività di responsabile della sicurezza per diversi committenti non era occasionale, bensì un'attività professionale abituale soggetta a IVA. La decisione si basa su una serie di elementi presuntivi, come la pluralità degli incarichi, la loro ripetitività e la natura complessa delle prestazioni, considerati sufficienti a dimostrare il carattere sistematico e non sporadico del lavoro svolto.
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Principio di competenza: Cassazione chiarisce i costi
Una società impugna un avviso di accertamento per costi e ricavi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 439/2024, chiarisce l'applicazione del principio di competenza per la deducibilità dei costi pubblicitari, legandola al momento di ultimazione della prestazione. La Corte ribadisce anche l'autonomia dei periodi d'imposta, consentendo la rettifica delle rimanenze iniziali senza modificare l'esercizio precedente.
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