LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Tributaria

Carenza di interesse ad agire: ricorso inammissibile

La Cassazione stabilisce la carenza di interesse ad agire del contribuente che impugna il silenzio-rifiuto su un’istanza di riconoscimento di un credito IVA mai contestato dall’Agenzia delle Entrate. Se il Fisco non nega il credito, ma il contribuente omette di riportarlo in dichiarazione, non sussiste un atto impugnabile, rendendo il ricorso inammissibile.

Continua »
Responsabilità del liquidatore: società estinta e debiti

Un liquidatore ha impugnato un avviso di accertamento fiscale notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la società, essendo estinta, non aveva più capacità processuale. Tuttavia, ha confermato la sussistenza della personale responsabilità del liquidatore per non aver saldato i debiti fiscali con il patrimonio sociale prima di chiudere la liquidazione, chiarendo la natura e i presupposti di tale obbligazione.

Continua »
Società estinta: la Cassazione sulla notifica ai soci

La Corte di Cassazione ha esaminato due ricorsi riuniti riguardanti accertamenti fiscali notificati a una società estinta e ai suoi soci. La società era stata cancellata dal Registro delle Imprese nel 2012. La Corte ha stabilito che la normativa del 2014 (D.Lgs. 175/2014), che estende a cinque anni il termine per l’accertamento nei confronti delle società estinte, non ha efficacia retroattiva. Di conseguenza, non può essere applicata a società la cui cancellazione è avvenuta prima della sua entrata in vigore. La sentenza impugnata, che aveva erroneamente applicato tale norma retroattivamente, è stata cassata con rinvio alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame della controversia.

Continua »
Giudicato esterno e leasing: deducibilità fiscale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un contribuente, socio di una società, in materia di deducibilità dei canoni di leasing per un’area di parcheggio. La Corte ha stabilito che una precedente sentenza favorevole al contribuente, sebbene relativa a un diverso anno d’imposta (2012), ha effetto di giudicato esterno sulla controversia attuale (anno 2010), poiché la questione della natura del bene e della sua deducibilità è un elemento stabile e permanente. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata e il ricorso originario del contribuente accolto.

Continua »
Liquidazione spese legali: il minimo è inderogabile

Un contribuente ha contestato la liquidazione delle spese legali in un unico importo per due gradi di giudizio, ritenendolo inferiore ai minimi di legge. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la liquidazione spese legali deve essere effettuata separatamente per ogni grado e non può mai scendere al di sotto dei minimi tariffari, che sono inderogabili. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per una nuova determinazione.

Continua »
Notifica cartella PEC: valida anche con file .pdf

Una società ha impugnato un fermo amministrativo sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per la notifica cartella PEC, la produzione delle ricevute di accettazione e consegna è prova sufficiente, creando una presunzione di conoscenza a carico del destinatario. L’uso di un file .pdf anziché .p7m è un’irregolarità sanabile se l’atto ha raggiunto il suo scopo.

Continua »
Rateizzazione debito: quando sana i vizi di notifica?

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento, sollevando in un secondo momento vizi di notifica delle cartelle presupposte. La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di rateizzazione del debito implica la conoscenza del debito stesso, sanando di fatto i vizi di notifica. Tale richiesta fa decorrere un nuovo termine per l’impugnazione delle cartelle; se questo termine non viene rispettato, ogni successiva contestazione diventa inammissibile. La Corte ha accolto il ricorso solo per verificare la possibile estinzione di debiti di importo minimo per effetto di una legge successiva.

Continua »
Plusvalenza non realizzata: abuso del diritto fiscale

Una società immobiliare in liquidazione ha ceduto le quote di un’altra società ai propri soci a un prezzo notevolmente inferiore al valore reale. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato l’operazione, identificandola come una forma di distribuzione di utili mascherata, e quindi una plusvalenza non realizzata tassabile. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’Agenzia, ha stabilito che i giudici di merito non hanno correttamente valutato l’intera operazione alla luce della sua finalità antielusiva, sottolineando che la cessione a prezzo vile a soggetti correlati costituisce un forte indizio di abuso del diritto.

Continua »
Riscossione frazionata: titolo esecutivo caducato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria in un caso di riscossione frazionata di imposta di registro. La pretesa si basava su sentenze di primo grado che erano state successivamente annullate in appello e cassate con rinvio. La Corte ha stabilito che, venendo meno il titolo esecutivo (le sentenze di primo grado), la pretesa di riscossione basata su di esse è caducata, rendendo il ricorso dell’Agenzia privo di fondamento.

Continua »
Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente. Il giudice di secondo grado aveva dichiarato inammissibile l’appello di una società contro un avviso di accertamento, sostenendo che il ricorso si limitava a un mero rinvio ad altri atti. La Suprema Corte ha stabilito che tale motivazione è insufficiente, in quanto non analizza la doglianza specifica del contribuente, che legava l’illegittimità dell’accertamento per l’anno 2010 a quello presupposto per il 2009. Una motivazione è apparente quando, pur esistendo graficamente, non permette di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice, violando il requisito del ‘minimo costituzionale’.

Continua »
Sentenza penale nel processo tributario: la Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ricorre contro una contribuente per un accertamento fiscale relativo a costi fittizi e ricavi non dichiarati. Le corti di merito danno ragione alla contribuente, anche in virtù di prove che smentivano le presunzioni dell’amministrazione. La Corte di Cassazione, di fronte a una nuova normativa sull’efficacia della sentenza penale nel processo tributario e a orientamenti giurisprudenziali non uniformi, decide di non pronunciarsi sul merito e di sospendere il giudizio, in attesa di una decisione delle Sezioni Unite su una questione di massima di particolare importanza.

Continua »
Avviamento negativo: come incide sull'imposta di registro

Una società cede un ramo d’azienda. L’Agenzia delle Entrate liquida l’imposta di registro applicando un’aliquota proporzionale sul valore dei beni dichiarati, senza considerare l’avviamento negativo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18297/2025, ha stabilito che l’avviamento negativo, in quanto qualità intrinseca dell’azienda, deve sempre essere valutato ai fini della determinazione della base imponibile, anche se non esplicitamente indicato nell’atto di cessione. La Corte ha cassato la sentenza di merito, rinviando la causa per una nuova valutazione che tenga conto di tale elemento.

Continua »
Estratto di ruolo: quando ha valore probatorio? Cass.

Un contribuente impugnava una decisione che aveva ritenuto valido, come prova dell’interruzione della prescrizione, un estratto di ruolo relativo a un’intimazione di pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione del valore probatorio di un documento è una questione di merito non sindacabile in sede di legittimità, a meno che non si configuri una violazione delle norme sull’onere della prova. In questo caso, il ricorso mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita alla Suprema Corte.

Continua »
Forza maggiore e tasse: ritardi dello Stato

Un’azienda fornitrice dello Stato entra in crisi di liquidità a causa dei cronici ritardi nei pagamenti da parte dello stesso. Di conseguenza, non riesce a versare le imposte dovute. La Corte di Cassazione è chiamata a valutare se questa situazione configuri un’ipotesi di forza maggiore, tale da escludere l’applicazione delle sanzioni. L’ordinanza interlocutoria, riconoscendo la complessità del caso in cui lo Stato è al contempo debitore e creditore, rinvia la decisione a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Continua »
Notifica accertamento socio: la Cassazione decide

Un socio di Srl impugnava un avviso di accertamento Irpef, sostenendo la mancata notifica dell’atto presupposto alla società. Dopo una vittoria in primo grado, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, ritenendo provata la notifica. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, chiarendo che la corretta notifica accertamento socio dipende da quella alla società e che, nel processo d’appello, il contribuente deve riproporre tutte le sue difese per non vederle considerate rinunciate.

Continua »
Sanzioni tributarie: notifica e termini di decadenza

La Corte di Cassazione si è pronunciata sui termini di decadenza per le sanzioni tributarie derivanti da controllo automatizzato. Una società in fallimento aveva impugnato una cartella di pagamento per sanzioni relative a ritenute d’acconto non versate, sostenendo che l’atto fosse stato notificato tardivamente. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che in caso di controllo automatizzato, le sanzioni possono essere irrogate direttamente con l’iscrizione a ruolo, senza un preventivo atto di contestazione. Il termine di decadenza da rispettare è quello di cinque anni per rendere esecutivo il ruolo, termine che nel caso di specie è stato rispettato dall’Amministrazione Finanziaria.

Continua »
Prescrizione imposta di successione: quando si annulla

Una contribuente ha impugnato una cartella di pagamento per l’imposta di successione. La Corte di Cassazione, pur respingendo i motivi sulla competenza territoriale, ha accolto quello relativo alla prescrizione imposta di successione. Essendo trascorsi più di dieci anni tra la liquidazione dell’imposta e la notifica della cartella, la Corte ha annullato l’atto, stabilendo che il credito erariale era estinto.

Continua »
Agevolazione prima casa: no alla forza maggiore

La Corte di Cassazione nega la causa di forza maggiore a un contribuente che non aveva venduto l’immobile precedente entro un anno per ottenere l’agevolazione prima casa. Il ritardo in una procedura di affrancazione con il Comune non è stato ritenuto un impedimento assoluto, ma solo una minore convenienza economica, scelta dal contribuente stesso.

Continua »
Litisconsorzio necessario: Cassazione e nullità

La Corte di Cassazione ha annullato un intero procedimento tributario a carico di un socio di una società di persone. La decisione si fonda sulla violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché né la società né gli altri soci erano stati coinvolti nel giudizio. L’ordinanza stabilisce che, in caso di accertamento unitario del reddito di una società di persone, tutti i soggetti (società e soci) devono obbligatoriamente partecipare al processo, pena la nullità assoluta e insanabile dell’intero giudizio, con rinvio della causa al giudice di primo grado.

Continua »
Raddoppio dei termini: basta il sospetto di reato

La Corte di Cassazione stabilisce che per il raddoppio dei termini di accertamento fiscale è sufficiente la mera configurabilità astratta di un reato tributario. Non è necessaria l’effettiva presentazione di una denuncia penale né rileva l’esito di eventuali procedimenti. La sentenza annulla la decisione di merito che aveva escluso il raddoppio dei termini basandosi sull’assenza di una notizia di reato iscritta a carico della contribuente.

Continua »