LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza da cessione quote: quando si tassa?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che la plusvalenza da cessione quote si considera realizzata fiscalmente nel momento in cui avviene l'accordo di compensazione, anche se il pagamento avviene tramite l'acquisizione di altre quote societarie. La Corte ha chiarito che l'efficacia del contratto tra le parti è immediata e non è influenzata da successive vicende come il fallimento di una delle parti o il valore nominale a cui le quote ricevute in compensazione vengono poi rivendute. Pertanto, il momento impositivo è l'anno della stipula del contratto di compensazione, non l'anno in cui si risolvono eventuali procedure concorsuali.
Continua »
Prescrizione debiti fiscali: decennale per Irpef
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che la prescrizione dei debiti fiscali per Irpef e Irap è decennale. Ha inoltre chiarito che la notifica di un atto impositivo alla società di persone interrompe la prescrizione anche per i soci illimitatamente responsabili, annullando la decisione di merito che aveva applicato un termine più breve.
Continua »
Indagini finanziarie: la Cassazione sui conti correnti
Una società immobiliare ha impugnato un avviso di accertamento basato su indagini finanziarie estese a conti correnti di soci e società collegate. La contribuente lamentava l'illegittimità dell'acquisizione dei dati per mancanza di autorizzazione formale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in materia tributaria l'autorizzazione per le indagini finanziarie ha natura organizzativa interna e la sua assenza non rende inutilizzabili le prove, a meno che non vengano lesi diritti fondamentali del contribuente. Inoltre, è stato rigettato il motivo relativo alla doppia imposizione per genericità e mancato assolvimento dell'onere della prova.
Continua »
Notifica cartella esattoriale: le regole della Cassazione
Un contribuente ha contestato una richiesta di pagamento per vecchie cartelle fiscali, eccependo vizi nella notifica cartella esattoriale e l'avvenuta prescrizione. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso, chiarendo le diverse modalità di notifica (postale, a mani, al portiere) e i relativi requisiti, come la necessità o meno della raccomandata informativa. La Corte ha inoltre ribadito la distinzione tra la prescrizione decennale per i tributi erariali e quella quinquennale per sanzioni e interessi, annullando parte del debito accessorio.
Continua »
Termine dilatorio: nullo l’atto emesso prima di 60gg
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a un avviso di accertamento per abuso del diritto. La Corte ha stabilito che il mancato rispetto del termine dilatorio di 60 giorni, previsto per consentire al contribuente di presentare le proprie osservazioni, rende nullo l'atto impositivo. È irrilevante che la notifica avvenga dopo la scadenza del termine: ciò che conta è la data di emissione (sottoscrizione) dell'atto. La violazione di questa garanzia procedimentale comporta l'invalidità insanabile dell'accertamento. Inoltre, la Corte ha accolto il ricorso del contribuente, affermando che la 'complessità della materia' non è una motivazione sufficiente per compensare le spese legali.
Continua »
Inammissibilità del ricorso: i vizi che lo bloccano
Una società di trasporti, dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio contro un avviso di accertamento per presunto abuso del diritto, si vede confermata la vittoria in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso dell'Agenzia delle Entrate per due vizi formali: aver mescolato in un'unica argomentazione più motivi di ricorso (censura promiscua) e non aver riportato nel testo dell'atto gli elementi essenziali per la valutazione della censura, violando il principio di autosufficienza.
Continua »
Accertamento analitico-induttivo: quando è legittimo?
Una società è stata sottoposta a un accertamento analitico-induttivo per redditi non dichiarati derivanti dall'uso di fatture false. Dopo decisioni contrastanti nei primi gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di prove gravi di inattendibilità contabile (come l'uso di 'società cartiere'), l'Amministrazione Finanziaria può legittimamente utilizzare presunzioni per ricostruire il reddito. Questa metodologia sposta l'onere della prova sul contribuente, che deve dimostrare la correttezza delle proprie operazioni. La sentenza di secondo grado è stata annullata con rinvio.
Continua »
Motivazione sentenza tributaria: quando è nulla?
Un'azienda di trasporti, accusata di elusione fiscale, vince nei primi due gradi di giudizio. Tuttavia, la Corte di Cassazione annulla la sentenza d'appello per un grave difetto: una motivazione sentenza tributaria solo astratta e non legata ai fatti specifici. La Corte ha anche accolto un motivo del contribuente su un vizio procedurale dell'avviso di accertamento, rinviando il caso per un nuovo esame.
Continua »
Liquidazione spese legali: motivazione obbligatoria
Una società ha impugnato un avviso di accertamento, poi annullato in autotutela dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha stabilito che la liquidazione delle spese legali a carico dell'Agenzia deve essere adeguatamente motivata. Una giustificazione generica, come la revoca dell'atto dopo 45 giorni, non è sufficiente e rende la sentenza nulla, imponendo una nuova e dettagliata quantificazione dei compensi professionali.
Continua »
Presunzione di evasione: limiti alla retroattività
La Corte di Cassazione interviene sul tema dei capitali detenuti all'estero, stabilendo un'importante distinzione. Confermato che il raddoppio dei termini di accertamento è una norma procedurale e quindi retroattiva, la Corte chiarisce però che la presunzione di evasione legale, introdotta nel 2009, ha natura sostanziale e non può essere applicata a periodi d'imposta precedenti. L'Agenzia delle Entrate, per gli anni anteriori, dovrà quindi provare l'evasione basandosi su presunzioni semplici, gravi, precise e concordanti, senza poter ricorrere all'automatismo della presunzione legale.
Continua »
Raddoppio termini accertamento: sì alla retroattività
La Cassazione chiarisce che il raddoppio termini accertamento per capitali illecitamente detenuti in paradisi fiscali si applica anche ai periodi d'imposta precedenti al 2009. La norma ha natura procedurale e vige il principio 'tempus regit actum', legittimando l'azione del Fisco. L'Agenzia delle Entrate aveva contestato a un contribuente redditi non dichiarati per l'anno 2007, derivanti da capitali in Svizzera. I giudici di merito avevano annullato l'atto per decadenza, negando l'applicazione retroattiva della norma sul raddoppio termini accertamento. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che la norma, essendo procedurale, si applica ai periodi d'imposta precedenti la sua entrata in vigore.
Continua »
Perdita su crediti: quando è deducibile in bilancio?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della deduzione di una perdita su crediti scaturita da un accordo transattivo. Secondo la Corte, per giustificare la deducibilità non è necessaria una procedura di insolvenza formale, ma è sufficiente la presenza di elementi oggettivi, come il bilancio del debitore, che dimostrino la ragionevolezza economica della scelta di rinunciare a parte del credito. L'appello dell'Agenzia delle Entrate, che contestava la mancanza di valide ragioni economiche, è stato respinto.
Continua »
Investimento ambientale: no bonus senza danno proprio
Una società operante nel settore fotovoltaico si è vista negare la detassazione "Tremonti ambiente". La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Fisco, stabilendo un principio chiave: il beneficio fiscale per un investimento ambientale spetta solo alle imprese che investono per ridurre il danno ambientale causato dalla propria specifica attività, e non a quelle il cui core business è già la fornitura di servizi ambientali a terzi.
Continua »
Tremonti ambiente: no al bonus per imprese di scopo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27088/2025, ha chiarito l'ambito di applicazione dell'agevolazione fiscale 'Tremonti ambiente'. Il caso riguardava una società che, avendo realizzato un impianto fotovoltaico per un comune, richiedeva la detassazione. La Corte ha stabilito che il beneficio non spetta alle cosiddette 'imprese di scopo', ovvero quelle la cui attività principale consiste nel fornire servizi ambientali a terzi. La motivazione risiede nel fatto che l'agevolazione 'Tremonti ambiente' è finalizzata a incentivare le imprese a ridurre l'impatto ambientale della propria attività produttiva, e non a sostenere l'attività d'impresa stessa, anche se ecologica. Estendere il beneficio a tali società lo trasformerebbe in un aiuto di Stato, alterando la concorrenza.
Continua »
Investimenti ambientali: no agevolazioni per terzi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha negato il diritto alla detassazione per investimenti ambientali (cd. "Tremonti ambiente") a una società operante nel settore delle energie rinnovabili. Il beneficio fiscale è stato disconosciuto poiché l'investimento, pur essendo ecologico, rientrava nell'oggetto sociale dell'impresa (costruzione di impianti per terzi) e non era finalizzato a ridurre l'impatto ambientale della propria specifica attività produttiva. La Corte ha chiarito che l'agevolazione non è un sussidio per il settore green, ma un incentivo per le imprese a mitigare i danni ambientali che esse stesse producono.
Continua »
Notifica irreperibilità assoluta: ricerche obbligatorie
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27080/2025, ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento per irreperibilità assoluta è invalida se il messo notificatore non dimostra di aver svolto concrete e specifiche ricerche nel Comune di domicilio fiscale del contribuente, incluse quelle anagrafiche, per accertarne l'effettivo trasferimento in luogo sconosciuto. Non è sufficiente la compilazione di un modello prestampato con attestazioni generiche.
Continua »
Dichiarazione integrativa: i termini di decadenza
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di una dichiarazione integrativa, i termini di decadenza per l'accertamento fiscale decorrono dalla data di presentazione di quest'ultima e non da quella originaria. Nel caso specifico, un contribuente aveva impugnato una cartella di pagamento ritenendola tardiva, ma il suo ricorso è stato respinto. La Corte ha inoltre sottolineato la mancata produzione in giudizio di entrambe le dichiarazioni, impedendo al giudice di merito una verifica completa.
Continua »
Operazioni soggettivamente inesistenti: onere prova
Una società di compravendita auto vede respinto il suo ricorso contro un accertamento fiscale per frode IVA. La Cassazione chiarisce che in caso di operazioni soggettivamente inesistenti, spetta all'amministrazione finanziaria provare la natura fittizia del fornitore e la consapevolezza dell'acquirente. Quest'ultimo deve poi dimostrare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. Il ricorso è stato giudicato inammissibile in quanto mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
Continua »
Ricorso per cassazione: inammissibile se i motivi confusi
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria per vizi formali. La Corte ha stabilito che un ricorso per cassazione non può mescolare più motivi di censura in un'unica argomentazione né può chiedere un riesame dei fatti, ma deve limitarsi a specifiche violazioni di legge. La decisione sottolinea il principio della "critica vincolata" che regola il giudizio di legittimità.
Continua »
Estinzione del giudizio per rottamazione-quater
Un lungo contenzioso tributario, relativo a un accertamento su un'imposta di successione risalente al 1986, si conclude con una ordinanza della Corte di Cassazione. Dopo aver percorso tutti i gradi di giudizio, i contribuenti, nel corso di un procedimento di revocazione, aderiscono alla "rottamazione-quater", definendo il debito con l'Agenzia delle Entrate. A seguito dell'accordo e della rinuncia al ricorso da parte dei contribuenti, la Corte dichiara l'estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia decennale.
Continua »