Un contribuente, dipendente pubblico che svolgeva anche l'attività di amministratore di condominio, è stato oggetto di accertamenti fiscali basati sui movimenti del suo conto corrente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 756/2024, ha respinto il suo ricorso, consolidando due principi chiave in materia di accertamenti bancari. Primo, la presunzione legale che i versamenti non giustificati su un conto costituiscano reddito imponibile si applica a tutti i contribuenti, non solo a imprese e professionisti. Di conseguenza, spetta al cittadino fornire la prova contraria. Secondo, l'attività di amministratore di più condomini, svolta per un periodo di tempo prolungato, è considerata 'professione abituale' e quindi soggetta a IVA.
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