Un professionista è stato oggetto di accertamenti fiscali per movimentazioni bancarie ritenute sproporzionate rispetto al reddito dichiarato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1020/2024, ha accolto il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, annullando la decisione di merito. Il principio chiave ribadito è che negli accertamenti bancari, per superare la presunzione legale di ricavi non dichiarati, il contribuente deve fornire una prova contraria analitica, specifica e rigorosa per ogni singola operazione contestata, non essendo sufficienti giustificazioni generiche o parziali.
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