La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7241/2024, ha stabilito i principi sull'onere della prova in materia di fatture soggettivamente inesistenti. Per negare la detrazione IVA, l'Amministrazione Finanziaria deve dimostrare, con elementi oggettivi, che l'acquirente sapeva o avrebbe dovuto sapere della frode, usando la normale diligenza. La prova dell'effettiva consegna della merce e del pagamento non è sufficiente a scagionare il contribuente. La sentenza di merito è stata cassata perché non ha applicato correttamente questo standard, focalizzandosi erroneamente sulla prova di un coinvolgimento doloso anziché sulla conoscibilità della frode.
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