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Giurisprudenza Tributaria

Amministratore di fatto: sanzioni e società cartiere

La Corte di Cassazione ha stabilito che un amministratore di fatto è personalmente responsabile per le sanzioni fiscali se la società che gestisce è una ‘società cartiera’, ovvero un’entità fittizia creata per scopi fraudolenti. In questi casi, non si applica la regola generale che imputa le sanzioni esclusivamente alla persona giuridica, poiché viene a mancare la distinzione tra l’interesse della società e quello personale dell’amministratore che l’ha utilizzata come mero schermo.

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Impugnazione valori IMU: la delibera è contestabile

Una società ha contestato un avviso di accertamento IMU relativo a un aumento del valore di aree edificabili. Le commissioni tributarie inizialmente hanno respinto il ricorso, sostenendo che la società avrebbe dovuto impugnare la delibera comunale che stabiliva tali valori. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando un principio fondamentale: il contribuente può procedere all’impugnazione dei valori IMU direttamente in sede di ricorso contro l’avviso di accertamento. Le delibere comunali, infatti, costituiscono solo una presunzione semplice che il contribuente può superare fornendo una prova contraria, come una perizia di parte. Il giudice tributario ha il potere di disapplicare l’atto amministrativo (la delibera) se ritenuto illegittimo ai fini della decisione.

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Estinzione del giudizio per adesione a rottamazione

Una contribuente impugnava una cartella di pagamento per tasse sui rifiuti (Tarsu). Durante il ricorso in Cassazione, la stessa aderiva alla definizione agevolata, saldando il debito. La Corte Suprema, prendendo atto dell’avvenuto pagamento, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, poiché la materia del contendere era venuta meno.

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Prescrizione crediti erariali: la sentenza omessa

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento, eccependo sia la mancata notifica della cartella originaria sia la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene la prova della notifica fosse valida, la commissione tributaria regionale ha errato omettendo di pronunciarsi sulla questione della prescrizione crediti erariali. Di conseguenza, la sentenza è stata annullata con rinvio, ribadendo che per i tributi come l’IRPEF la prescrizione è decennale.

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Presunzione evasione fiscale: il caso della Cassazione

Un contribuente deteneva capitali non dichiarati in un paradiso fiscale prima del 2009. L’Agenzia delle Entrate ha contestato l’omissione basandosi su una presunzione legale introdotta successivamente. La Cassazione ha stabilito che, sebbene la presunzione legale non sia retroattiva, i fatti (detenzione di capitali in un paradiso fiscale e mancata dichiarazione) costituiscono una valida presunzione evasione fiscale semplice, sufficiente a giustificare l’accertamento. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente, rinviando il caso per un nuovo esame.

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Errore di fatto: Cassazione chiarisce i limiti

L’Amministrazione Finanziaria ha richiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto. L’Agenzia riteneva che la Corte avesse erroneamente interpretato i motivi del suo ricorso come relativi all’IVA anziché alle imposte dirette. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l’errata interpretazione dei motivi di ricorso costituisce un errore di giudizio, non un errore di fatto revocatorio, specialmente se la questione era stata oggetto di dibattito tra le parti.

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Tariffa rifiuti: calcolo per hotel e aziende

Una società alberghiera ha contestato la tariffa rifiuti applicata da un’azienda di servizi ambientali, sostenendo l’illegittimità dell’applicazione di tariffe diverse per aree differenti della stessa struttura. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che per l’applicazione della tariffa è sufficiente la mera potenzialità di produzione dei rifiuti e che la comunicazione della superficie aziendale firmata dal responsabile è valida. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili alcuni motivi per violazione del principio di autosufficienza.

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Limiti poteri giudice tributario: il caso Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito i limiti poteri giudice tributario, annullando una sentenza di secondo grado. La Corte ha chiarito che il giudice non può decidere su questioni non sollevate dal contribuente, come il difetto di legittimazione della società di riscossione, violando il principio della domanda. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Rottamazione ter: estinzione del processo tributario

Un contribuente, dopo aver ricevuto un accertamento fiscale e una cartella di pagamento, ha aderito alla rottamazione ter. Avendo pagato tutte le rate previste, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio pendente, poiché la definizione agevolata ha risolto la controversia, facendo cessare la materia del contendere.

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Definizione agevolata: Cassazione estende l'ambito

Una contribuente, ex dipendente di un istituto bancario, si è vista negare la definizione agevolata di una controversia tributaria pendente in Cassazione, relativa alla restituzione di un rimborso fiscale. L’Amministrazione finanziaria sosteneva che la lite non fosse definibile perché non originata da un atto impositivo. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, stabilendo che la L. n. 130/2022 ha ampliato l’ambito della definizione agevolata a tutte le controversie pendenti in Cassazione, a prescindere dalla natura dell’atto impugnato, con l’obiettivo di ridurre il contenzioso. Di conseguenza, il giudizio è stato dichiarato estinto.

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Accertamento induttivo: legittimo con prove presuntive

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di un accertamento induttivo basato su documentazione extracontabile e movimentazioni bancarie non registrate. Nonostante la contabilità del contribuente fosse formalmente regolare, la Corte ha ritenuto valido l’operato dell’amministrazione finanziaria, fondato su presunzioni gravi, precise e concordanti di maggiori ricavi. L’ordinanza chiarisce i presupposti per l’utilizzo di questo strumento, la validità dell’accertamento parziale e i criteri per la determinazione della percentuale di ricarico, rigettando integralmente il ricorso del contribuente.

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Ex socio responsabile per debiti: la guida completa

La Corte di Cassazione ha stabilito che un ex socio responsabile di una società di persone resta obbligato per i debiti tributari sorti prima della cessione delle sue quote. La mancata impugnazione di un’intimazione di pagamento rende il credito definitivo e preclude la possibilità di eccepire la prescrizione. Inoltre, il beneficio di preventiva escussione del patrimonio sociale deve essere richiesto esplicitamente nei primi gradi di giudizio, altrimenti non può essere fatto valere in Cassazione.

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Rinuncia al ricorso in Cassazione: effetti e spese

L’ordinanza analizza il caso di alcuni eredi che, dopo aver impugnato un avviso di liquidazione per l’imposta di successione, hanno effettuato una rinuncia al ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del procedimento, chiarendo che tale atto non necessita di accettazione dalla controparte. Inoltre, ha disposto la compensazione delle spese legali, motivata dal fatto che la questione giuridica era già stata decisa in un precedente provvedimento. Infine, ha escluso l’obbligo del versamento del doppio contributo unificato, non applicabile in caso di estinzione.

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Rimborso accise energia: la Cassazione decide

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema del rimborso delle accise sull’energia. Il caso riguardava la richiesta di un’azienda cliente contro la propria società fornitrice per la restituzione dell’addizionale provinciale sull’energia elettrica. La Corte ha rigettato il ricorso della società fornitrice, confermando il diritto al rimborso per il cliente finale. La decisione si fonda su una precedente pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma istitutiva dell’addizionale per contrasto con il diritto europeo, rendendo di fatto il tributo non dovuto fin dall’origine.

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Canone pubblicitario: la prova della diffida è decisiva

Una società di pubblicità ha contestato un avviso di accertamento per il canone pubblicitario, sostenendo di aver rimosso gli impianti. La Commissione Tributaria Regionale le ha dato ragione. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha annullato la sentenza perché i giudici d’appello non hanno considerato una prova decisiva presentata dal Comune: una diffida formale che intimava la rimozione degli impianti, la cui esistenza era quindi ancora attestata. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Tassazione earn-out: vale la data della cessione

Un imprenditore cede le sue quote societarie nel 2011, pattuendo un prezzo composto da una parte fissa e una parte variabile (earn-out) da incassare nel 2012 e 2013. Nel frattempo, l’aliquota fiscale sulle plusvalenze aumenta dal 12,5% al 20%. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15944/2025, stabilisce che per la tassazione earn-out si applica l’aliquota in vigore al momento della stipula del contratto di cessione (2011), e non quella vigente al momento dell’effettivo incasso. La Corte ha chiarito che il momento di ‘realizzo’ della plusvalenza, che fissa il regime fiscale, è la data della vendita, mentre il principio di cassa determina solo il periodo d’imposta in cui dichiarare il reddito.

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Giudicato interno e spese: la Cassazione rinvia

Un contribuente vince una causa contro l’Agenzia delle Entrate, ma la disputa prosegue solo sulle spese legali. La Corte di Cassazione si trova a decidere se una questione procedurale, regolata da una nuova legge, possa essere sollevata quando il merito è ormai definitivo. A causa di precedenti contrastanti sul concetto di giudicato interno, la Corte ha sospeso la decisione, rimettendo la questione fondamentale alle Sezioni Unite per un verdetto chiarificatore.

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Inventario analitico successione: guida e limiti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18254/2025, ha stabilito che l’inventario analitico successione, utilizzato per superare la presunzione legale del 10% su denaro, gioielli e mobilia, non deve obbligatoriamente includere beni immateriali come partecipazioni societarie e crediti. Il suo scopo è limitato ad accertare la consistenza dei soli beni facilmente occultabili, oggetto della presunzione. La Corte ha respinto il ricorso dell’Agenzia Fiscale che sosteneva la necessità di un’applicazione rigida e formale delle norme del codice di procedura civile, privilegiando un’interpretazione funzionale alla norma tributaria.

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Termini rimborso IRES: la Cassazione chiarisce

Una società chiede il rimborso IRES per perdite pregresse non indicate nella dichiarazione originaria, presentando una dichiarazione integrativa. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto il ricorso, stabilendo che i termini rimborso IRES decorrono dal momento del versamento indebito e non dalla data della dichiarazione integrativa. L’istanza, presentata oltre il termine di 48 mesi dal pagamento, è stata considerata tardiva.

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Rimborso sisma Sicilia: no a IVA, sì a IRPEF con prove

La Corte di Cassazione ha stabilito che il rimborso fiscale per le vittime del sisma in Sicilia del 1990 costituisce un aiuto di Stato. Di conseguenza, il rimborso dell’IVA è stato negato in quanto contrario al principio di neutralità fiscale dell’UE. Per quanto riguarda l’IRPEF, il diritto al rimborso per un libero professionista non è automatico, ma è subordinato alla dimostrazione che l’aiuto rientri nei limiti del ‘de minimis’ o che compensi un danno effettivo senza eccedere il pregiudizio subito. La causa è stata rinviata al giudice di secondo grado per questa verifica.

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