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Giurisprudenza Tributaria

Notifica nulla e irreperibilità: i doveri del messo
La Corte di Cassazione ha stabilito che una notifica è nulla se basata su una dichiarazione di irreperibilità assoluta non supportata da adeguate ricerche. Nel caso esaminato, un contribuente ha impugnato una cartella di pagamento, sostenendo di non aver mai ricevuto l'avviso di accertamento prodromico. La notifica era stata eseguita secondo la procedura ex art. 60, lett. e), D.P.R. 600/1973, dopo che il portiere dello stabile aveva genericamente riferito del trasferimento del destinatario. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, affermando che la semplice dichiarazione del portiere non è sufficiente. Il messo notificatore ha il dovere di effettuare ricerche concrete nel Comune di domicilio fiscale (es. anagrafiche) per accertare che il contribuente non abbia più abitazione, ufficio o azienda, prima di poter legittimamente ricorrere alla procedura per irreperibilità assoluta. In assenza di tali ricerche, la notifica è da considerarsi nulla.
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Accertamento induttivo: quando è legittimo?
Una società che gestisce un'attività di parrucchiere ha subito un accertamento induttivo per aver dichiarato redditi e perdite ritenuti incongrui rispetto agli elevati costi del personale. L'Agenzia delle Entrate ha ricostruito i ricavi basandosi su presunzioni di antieconomicità, una decisione confermata dai giudici di merito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, stabilendo che una persistente e palese antieconomicità nella gestione (dichiarare utili inferiori agli stipendi dei dipendenti) costituisce una presunzione grave, precisa e concordante che legittima la rettifica del reddito, anche in presenza di contabilità formalmente corretta.
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Definizione agevolata: sì alla cartella ex art. 36-bis
Una società si è vista negare la definizione agevolata per una lite su una cartella di pagamento, emessa a seguito di controllo automatizzato, con cui l'Agenzia delle Entrate disconosceva un credito d'imposta. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, stabilendo che quando la cartella è il primo atto con cui la pretesa fiscale viene comunicata al contribuente, essa ha natura di atto impositivo. Di conseguenza, la controversia che ne deriva rientra a pieno titolo tra quelle che possono beneficiare della definizione agevolata.
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Utili extra bilancio: quando si presumono distribuiti?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25559/2024, ha chiarito che la presunzione di distribuzione di utili extra bilancio ai soci di una società a ristretta base si applica anche quando il maggior reddito deriva da costi ritenuti indeducibili per mancanza di documentazione. La Corte ha specificato che non vi è differenza, ai fini di tale presunzione, tra l'accertamento di maggiori ricavi e la ripresa a tassazione di costi indeducibili, poiché entrambi generano un maggior utile che si presume distribuito. La sentenza di merito, che aveva escluso la presunzione, è stata cassata con rinvio.
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Utili extracontabili: onere della prova per i soci
La Cassazione chiarisce che in caso di accertamento di utili extracontabili a una società fallita a ristretta base partecipativa, la mancata notifica dell'atto all'amministratore non invalida l'accertamento al socio. Quest'ultimo può contestare tutto, ma spetta a lui l'onere della prova di non aver percepito gli utili, essendo sufficiente per il Fisco dimostrare la ristretta compagine sociale.
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Onere della prova redditi: 770 prevale sul lavoratore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25555/2024, ha stabilito che in caso di discrepanza tra i redditi dichiarati dal datore di lavoro nel Modello 770 e quelli che il lavoratore sostiene di aver percepito, l'onere della prova redditi spetta a quest'ultimo. Il Modello 770 costituisce un elemento probatorio di grande rilevanza e la semplice affermazione di non aver ricevuto l'intero importo non è sufficiente a superare la pretesa fiscale basata su tale documento.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Una società di costruzioni ha impugnato un avviso di accertamento fiscale basato su presunti maggiori ricavi, calcolati in base ai valori OMI. Durante il ricorso in Cassazione, l'azienda ha presentato istanza di definizione agevolata. La Corte ha sospeso il giudizio, invitando l'Agenzia delle Entrate a verificare la regolarità della procedura di definizione, che potrebbe estinguere il contenzioso.
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Definizione agevolata: lite estinta in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario a seguito dell'adesione della curatela fallimentare di una società alla definizione agevolata. Nonostante un iniziale diniego da parte dell'Agenzia delle Entrate, l'amministrazione ha poi annullato in autotutela il proprio provvedimento, accettando la sanatoria e portando alla cessazione della materia del contendere. Questa ordinanza chiarisce l'efficacia della definizione agevolata nel chiudere le liti pendenti.
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Bene merce: la Cassazione sulla tassazione immobili
La Corte di Cassazione chiarisce la corretta classificazione fiscale di un immobile costruito e venduto da una società. Se l'attività di costruzione e vendita rientra nell'oggetto sociale, l'immobile è un bene merce e l'intero corrispettivo della vendita costituisce ricavo tassabile, non solo la plusvalenza. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente qualificato l'immobile come bene patrimoniale basandosi su un errore contabile.
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Errore materiale sentenza: quando non è nulla?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un errore materiale in sentenza, come un'evidente discrepanza di calcolo tra la motivazione e il dispositivo, non ne determina la nullità se l'intenzione del giudice rimane chiara e comprensibile. Il caso riguardava un accertamento fiscale in cui l'importo del reddito rideterminato nel dispositivo della Commissione Tributaria Regionale non corrispondeva aritmeticamente a quanto esposto nelle motivazioni. La Suprema Corte ha qualificato tale discrepanza come un errore materiale correggibile, dichiarando inammissibile il ricorso per cassazione volto a farne dichiarare la nullità.
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Utili extracontabili: quando si presume la distribuzione?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 25549/2024, chiarisce la disciplina della presunzione di distribuzione degli utili extracontabili nelle società a ristretta base partecipativa. A seguito di un accertamento fiscale verso una società fallita, il Fisco ha agito contro un socio. La Corte ha stabilito che la mancata notifica dell'atto all'ex amministratore della società non invalida l'accertamento verso il socio. Quest'ultimo, però, ha piena facoltà di contestare la pretesa, anche nel merito dell'esistenza degli utili. Viene inoltre ribadito che, una volta provata la ristretta compagine sociale, l'onere di dimostrare la mancata distribuzione dei profitti ricade sul socio.
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Sostituto d’imposta: obblighi e responsabilità
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità del sostituto d'imposta. Anche se non effettua la ritenuta d'acconto su somme corrisposte a dipendenti, il sostituto d'imposta rimane obbligato a versare l'imposta all'erario. La Corte ha stabilito che l'obbligazione verso il Fisco è autonoma e non viene meno per la mancata trattenuta. Resta salvo il diritto del datore di lavoro di rivalersi sul dipendente per recuperare la somma versata.
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Onere della prova costi: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente, un agente di assicurazione, a cui era stata negata la deducibilità di costi per circa 61.000 euro. La Corte ha ribadito che l'onere della prova costi spetta al contribuente, il quale deve dimostrare l'effettività e la certezza delle spese portate in deduzione. Nel caso di specie, le quietanze informali prodotte sono state giudicate insufficienti a tale scopo, confermando la legittimità del recupero fiscale operato dall'Agenzia delle Entrate.
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Motivazione apparente: quando la sentenza è nulla?
Una società immobiliare impugna un avviso di accertamento per un maggior valore di un immobile venduto. I giudici di merito confermano la pretesa fiscale e la società ricorre in Cassazione lamentando una motivazione apparente della sentenza d'appello. La Suprema Corte rigetta il ricorso, specificando che una motivazione, seppur sintetica, che permette di comprendere l'iter logico-giuridico del giudice, non costituisce una motivazione apparente e rispetta il "minimo costituzionale" richiesto.
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Definizione agevolata: spese legali compensate
Una società e i suoi soci, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio contro l'Agenzia delle Entrate per un avviso di accertamento relativo a società di comodo, hanno aderito alla definizione agevolata durante il ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio e compensato le spese legali, affermando che condannare il contribuente alle spese contrasterebbe con la finalità della legge sulla definizione agevolata, che mira a incentivare la chiusura delle liti.
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Litisconsorzio necessario: nullo l’accertamento al socio
La Corte di Cassazione ha annullato un accertamento fiscale emesso nei confronti di un socio di una società di persone. La decisione si fonda sulla violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché il procedimento giudiziario non ha coinvolto la società e tutti gli altri soci. L'accertamento del reddito di una società di persone è un atto unitario che produce effetti diretti su tutti i soci, rendendo la loro partecipazione al processo indispensabile. La Corte ha quindi dichiarato la nullità dell'intero giudizio, rinviando la causa al primo grado per una nuova trattazione.
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Accertamenti bancari: No retroattività per le nuove norme
Una società e i suoi soci venivano sottoposti ad accertamenti bancari e contestazioni su costi non inerenti, inclusi quelli per un'imbarcazione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25535/2024, ha stabilito un principio cruciale: le modifiche normative più favorevoli al contribuente in materia di accertamenti bancari (d.l. 193/2016) non hanno efficacia retroattiva. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate su questo punto, cassando la sentenza d'appello e rinviando il caso per un nuovo esame. Sono state invece respinte le censure dell'Agenzia sulla deducibilità di altri costi e sull'imputazione ai soci delle spese dell'imbarcazione.
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Omesso esame memoria difensiva: quando è revocazione
La Corte di Cassazione chiarisce che l'omesso esame memoria difensiva non costituisce errore di fatto revocatorio se il giudice ha valutato l'atto, ritenendo inammissibili le censure in esso contenute perché sollevate per la prima volta. Il caso riguardava un contribuente che, tramite memoria, chiedeva l'applicazione di una norma sopravvenuta per la cancellazione del debito. La Corte ha distinto tra un'omissione materiale (errore di fatto) e una valutazione giuridica sulla ammissibilità dell'atto (errore di diritto), dichiarando il ricorso per revocazione inammissibile.
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Indennità inabilità temporanea: tassazione e IRPEF
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25524/2024, ha stabilito che l'indennità inabilità temporanea erogata alla gente di mare è soggetta a tassazione IRPEF. La Corte ha chiarito che la vecchia esenzione, prevista da una norma del 1937, deve considerarsi abrogata a seguito della riforma tributaria, in quanto strettamente collegata a un'imposta soppressa. Di conseguenza, tale indennità rientra a pieno titolo tra i redditi imponibili.
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Tassa rifiuti quota fissa: quando è sempre dovuta
Una società di logistica, produttrice di rifiuti speciali smaltiti autonomamente, ha contestato una fattura per la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA). La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25520/2024, ha stabilito un principio fondamentale: sebbene l'azienda possa essere esonerata dal pagamento della quota variabile della tariffa, legata alla quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico, è sempre tenuta a versare la tassa rifiuti quota fissa. Quest'ultima copre i costi generali e indivisibili del servizio di igiene ambientale, che avvantaggiano l'intera collettività e la cui debenza sorge dal semplice possesso di locali idonei a produrre rifiuti.
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