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Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità TFM: la Cassazione e le erogazioni liberali
Due società impugnano un avviso di accertamento che negava la deducibilità di erogazioni liberali e di una quota del Trattamento di Fine Mandato (TFM). I giudici di merito confermavano la pretesa fiscale. Giunto in Cassazione, il processo è stato sospeso con ordinanza interlocutoria perché le parti hanno comunicato di aver raggiunto un accordo conciliativo. La Corte ha concesso 90 giorni per depositare il verbale di conciliazione, rinviando la causa a nuovo ruolo. Il caso solleva importanti questioni sui requisiti per la deducibilità TFM e delle donazioni.
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Assoluzione penale e compensazione: rinvio decisivo
Una società, sanzionata per indebita compensazione di debiti previdenziali con crediti di società 'cartiere', ha presentato in Cassazione una sentenza di assoluzione penale per gli stessi fatti. La Corte Suprema, rilevando una questione di massima pendente sul valore dell'assoluzione penale nel processo tributario, ha sospeso il giudizio. L'ordinanza interlocutoria rinvia il caso a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite che chiarirà l'efficacia del giudicato penale in materia fiscale.
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TOSAP viadotti: la concessionaria deve pagare
Una società di riscossione, agendo per un comune, ha richiesto il pagamento della TOSAP a una concessionaria autostradale per l'occupazione dello spazio aereo comunale con un viadotto. I tribunali di merito avevano dato ragione alla società, sostenendo che l'occupante reale fosse lo Stato, e quindi esente. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il soggetto passivo del tributo è la società concessionaria privata, in quanto occupante di fatto che sfrutta economicamente lo spazio, a prescindere dalla proprietà statale dell'infrastruttura.
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TOSAP cavalcavia: Cassazione chiarisce il pagamento
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che una società concessionaria autostradale è tenuta al pagamento della TOSAP (Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche) per l'occupazione del soprassuolo comunale con un cavalcavia autostradale. La Corte ha chiarito che la concessione statale per la gestione della rete autostradale non esonera dal tributo locale, poiché l'occupazione di un bene del demanio comunale costituisce il presupposto impositivo autonomo. La società concessionaria, agendo come soggetto privato, non può beneficiare delle esenzioni previste per lo Stato.
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Esenzione TARI luoghi di culto: non è automatica
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che l'esenzione TARI per i luoghi di culto non è automatica. Un'associazione religiosa si era opposta a un avviso di pagamento TARI emesso da un Comune, sostenendo il proprio diritto all'esenzione. La Corte ha chiarito che, per beneficiare dell'esclusione dal tributo, non è sufficiente la mera destinazione dell'immobile all'attività di culto. È invece necessario che il contribuente dimostri l'effettiva inidoneità dell'immobile a produrre rifiuti urbani. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello, che aveva confermato l'esenzione senza un adeguato accertamento in fatto, rinviando la causa per un nuovo esame.
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Deposito ricorso cassazione: termini e improcedibilità
La Corte di Cassazione dichiara improcedibile il ricorso dell'Agenzia Fiscale per tardività. L'ordinanza chiarisce che il termine perentorio di 20 giorni per il deposito del ricorso in Cassazione decorre dalla data della prima notifica, anche in caso di successive rinotifiche. Un errore nel calcolo di questo termine, come nel caso di specie dove il deposito è avvenuto oltre la scadenza calcolata dalla prima notifica, rende l'impugnazione inammissibile, impedendo l'esame del merito della controversia tributaria.
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Motivazione cartella pagamento: quando è valida?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27212/2025, ha stabilito che la motivazione di una cartella di pagamento per interessi è valida se richiama l'atto precedente che ha determinato la pretesa principale e quantifica gli importi accessori. Il caso riguardava una società che aveva impugnato una cartella per il recupero di interessi di sospensione, sostenendo una carenza di motivazione. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che se l'atto impositivo originario è già noto al contribuente, la cartella successiva per gli interessi non necessita di una motivazione complessa né dell'allegazione degli atti presupposti, essendo sufficiente il riferimento a questi e il calcolo degli importi.
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Operazioni inesistenti: onere della prova e Cassazione
Una società di servizi ha visto respinto il suo ricorso contro un accertamento fiscale per operazioni inesistenti, relative a un fittizio schema di esternalizzazione del costo del lavoro. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, ritenendo i motivi di ricorso inammissibili. In particolare, ha ribadito che, di fronte a gravi indizi di frode, spetta al contribuente dimostrare la realtà delle operazioni contestate e ha confermato la validità della motivazione dell'atto fiscale che rinvia a un verbale di constatazione allegato, non ledendo il diritto di difesa.
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Imposta scommesse: sanzioni annullate per incertezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27233/2025, ha stabilito un importante principio in materia di imposta scommesse. Un operatore estero, che operava in Italia tramite centri di trasmissione dati senza concessione, si è visto confermare l'obbligo di pagare l'imposta per l'annualità 2008, ma annullare le relative sanzioni. La Corte ha riconosciuto una condizione di "incertezza normativa oggettiva" nel quadro legislativo precedente alla legge interpretativa del 2010, escludendo la punibilità della condotta del contribuente, pur mantenendo fermo l'obbligo tributario.
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Giudicato penale nel tributario: rinvio della Cassazione
Una società contesta diversi avvisi di accertamento. Durante il processo in Cassazione, emerge una sentenza di assoluzione penale definitiva. La questione centrale diventa l'efficacia del giudicato penale nel tributario. In attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite e della Corte Costituzionale su un tema analogo, la Suprema Corte ha deciso di rinviare la causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto la decisione sul merito.
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Cancellazione società debiti soci: le ultime novità
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul caso di una cartella di pagamento notificata a una socia dopo la cancellazione della società. La questione centrale riguarda la persistenza dei debiti fiscali e la responsabilità dei soci. La Corte ha rilevato un difetto procedurale, ossia la mancata partecipazione al giudizio dell'agente della riscossione, e ha ordinato la sua integrazione nel processo prima di poter decidere nel merito.
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TOSAP viadotti autostradali: chi paga il conto?
La Corte di Cassazione ha stabilito che le società concessionarie devono pagare la TOSAP per i viadotti autostradali che sovrastano strade comunali. La Corte ha chiarito che il soggetto passivo del tributo è chi occupa di fatto l'area per la propria attività economica, e non lo Stato. Di conseguenza, l'esenzione fiscale prevista per lo Stato non si estende alla società concessionaria, anche se gestisce un servizio pubblico.
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Regime premiale: Riduzione termini per società capitali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27229/2025, ha stabilito che il regime premiale, con la conseguente riduzione di un anno dei termini di accertamento, si applica anche alle società di capitali. Il caso riguardava una società che aveva ricevuto un avviso di accertamento per l'anno 2012, ritenuto tardivo in quanto notificato oltre il termine ridotto. La Corte ha chiarito che la norma generale (art. 10, comma 9, D.L. 201/2011) per i soggetti sottoposti a studi di settore si estende a tutti i contribuenti, incluse le società di capitali, a condizione che dimostrino congruità e coerenza con gli indicatori previsti, respingendo così il ricorso dell'Agenzia Fiscale.
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Compensazione spese giudiziali: la motivazione vince
Una società di servizi aveva ottenuto l'annullamento di un'ingiunzione di pagamento per tasse non versate. Nonostante la vittoria totale, la corte d'appello aveva disposto la compensazione delle spese legali citando la "complessità della vicenda". La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la compensazione delle spese giudiziali richiede una motivazione specifica e dettagliata basata su "gravi ed eccezionali ragioni", e non una formula generica. La sentenza ribadisce che, di regola, chi perde la causa deve pagare le spese legali.
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Accertamento bancario coltivatore diretto: Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27209/2025, ha stabilito che l'accertamento bancario coltivatore diretto è legittimo quando l'attività economica supera i limiti della normale potenzialità del terreno. In questo caso, un imprenditore agricolo con ingenti movimentazioni bancarie non poteva beneficiare della sola tassazione su base catastale. La Corte ha chiarito che la presunzione legale di maggiori ricavi si applica anche ai coltivatori diretti, i quali hanno l'onere di fornire prova analitica contraria per ogni singola operazione. La sentenza della Commissione Tributaria Regionale è stata cassata per motivazione apparente, non avendo verificato puntualmente le giustificazioni del contribuente.
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Esenzione TARI luoghi di culto: la Cassazione decide
Una associazione religiosa si oppone a un avviso di pagamento TARI, sostenendo di aver diritto all'esenzione per il proprio luogo di culto. Mentre i giudici di merito accolgono la richiesta, la Corte di Cassazione ribalta la decisione. La Suprema Corte stabilisce che l'esenzione TARI per i luoghi di culto non è automatica, ma è subordinata alla prova concreta, da parte del contribuente, che l'immobile sia oggettivamente incapace di produrre rifiuti. Tale condizione, inoltre, deve essere verificata per ogni singolo periodo d'imposta.
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Accertamento induttivo costi: la Cassazione decide
Una società operante nel settore pirotecnico ha impugnato un avviso di accertamento fiscale basato su metodo induttivo. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: anche in caso di accertamento induttivo, i costi sostenuti per produrre i maggiori ricavi contestati devono essere sempre riconosciuti, se necessario anche in via forfettaria. La Corte ha ritenuto che ignorare i costi violerebbe il principio di capacità contributiva. Di conseguenza, ha cassato la sentenza precedente e ha rinviato il caso al giudice di merito per una nuova valutazione che tenga conto dei costi deducibili.
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Accertamento presuntivo: sì alla deduzione forfettaria
La Corte di Cassazione accoglie il ricorso di alcuni contribuenti contro un accertamento presuntivo dell'Agenzia delle Entrate. L'ordinanza stabilisce che il giudice di merito ha errato nel non verificare una possibile duplicazione d'imposta e nel negare la deduzione forfettaria dei costi a fronte dei maggiori ricavi presunti, principi fondamentali per un corretto accertamento tributario.
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Legittimazione attiva: appello inammissibile
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti della legittimazione attiva degli uffici territoriali delle agenzie pubbliche. Il ricorso presentato da una direzione territoriale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, diversa da quella che aveva emesso l'atto originario, è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha stabilito che gli uffici periferici non hanno autonoma soggettività giuridica per stare in giudizio dinanzi alla Cassazione, confermando l'inammissibilità dell'appello.
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Motivazione perplessa: quando la sentenza è nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria per motivazione perplessa. Il caso riguardava un accertamento fiscale basato su un metodo induttivo. I giudici di secondo grado avevano emesso una decisione contraddittoria, affermando prima la correttezza del metodo usato dall'Amministrazione Finanziaria per poi negare, senza una spiegazione logica, che gli elementi raccolti potessero fondare la ricostruzione del reddito. La Cassazione ha stabilito che una motivazione obiettivamente incomprensibile e illogica equivale a una motivazione assente, viziando la sentenza e rendendola nulla. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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