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Giurisprudenza Tributaria

Detrazione ristrutturazione: comunicazione tardiva e stop
La Corte di Cassazione ha stabilito che la tardiva comunicazione di inizio lavori impedisce di usufruire della detrazione ristrutturazione per le spese sostenute. Secondo la sentenza, l'adempimento, previsto dalla normativa in vigore all'epoca dei fatti (anno d'imposta 2008), era un requisito obbligatorio la cui violazione comportava la decadenza definitiva dal beneficio fiscale, non sanabile da successive modifiche legislative.
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Imposta unica scommesse: bookmaker estero paga
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7540/2024, ha rigettato il ricorso di una società di scommesse estera, confermando la sua soggezione all'imposta unica scommesse per l'annualità 2010. È stata ribadita la responsabilità solidale del bookmaker estero, privo di concessione, con i centri di trasmissione dati operanti sul territorio italiano. La Corte ha escluso qualsiasi profilo di discriminazione rispetto alla normativa UE, ritenendo l'imposta applicabile a chiunque raccolga gioco in Italia, e ha chiarito che la responsabilità del bookmaker sussisteva anche prima delle modifiche legislative del 2011.
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Verbale ispettivo: valore prova dati informatici
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7550/2024, ha rigettato il ricorso di una società contro un accertamento fiscale per omesso versamento di ritenute. L'accertamento si basava su un verbale ispettivo dell'ente previdenziale, redatto sulla base di dati digitali estratti da sistemi informatici di terzi. La Corte ha stabilito che, sebbene i dati digitali in sé siano soggetti alla libera valutazione del giudice, il verbale ispettivo fa piena prova, fino a querela di falso, del fatto che tali dati siano stati effettivamente estratti da quel sistema. La sentenza chiarisce quindi il differente valore probatorio tra il dato informatico e l'atto pubblico che ne attesta l'estrazione.
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Definizione agevolata: Cassazione estingue giudizio
Una fondazione, ritenuta responsabile per i debiti fiscali di una società liquidata di cui era socia unica, ha presentato ricorso in Cassazione contro una cartella di pagamento. Durante il procedimento, le parti hanno aderito alla "definizione agevolata delle controversie tributarie" prevista dalla Legge 197/2022. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali.
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Cessione quote societarie: no riqualificazione fiscale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7545/2024, ha stabilito che una cessione quote societarie totalitaria non può essere riqualificata fiscalmente in una cessione d'azienda. L'Agenzia delle Entrate non può basarsi su elementi esterni all'atto per applicare un'imposta di registro proporzionale, dovendosi attenere solo agli effetti giuridici dell'atto registrato, come previsto dalla nuova formulazione dell'art. 20 del d.P.R. 131/1986.
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Accertamento sintetico: onere della prova del ricorso
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento sintetico per l'anno 2007, sostenendo che mancasse il requisito dello scostamento reddituale biennale, poiché un accertamento per il 2008 era stato annullato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, sottolineando che il contribuente non ha fornito la prova che la sentenza relativa al 2008 fosse passata in giudicato. La Suprema Corte ha confermato la legittimità dell'accertamento sintetico, ribadendo che l'onere della prova dei fatti a proprio favore grava sul ricorrente.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7533/2024, ha respinto il ricorso di una società di scommesse estera, confermando il suo obbligo di versare l'imposta unica sulle scommesse per le giocate raccolte in Italia nel 2008 tramite un centro trasmissione dati. La Corte ha chiarito che la responsabilità del bookmaker estero sussiste indipendentemente da quella del centro locale e che la normativa fiscale italiana non viola i principi del diritto dell'Unione Europea sulla libera prestazione di servizi, in quanto non è discriminatoria.
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Estinzione del processo: la definizione agevolata
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del processo in una controversia fiscale a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022. La richiesta del contribuente, supportata dalla domanda di definizione e dalla prova del pagamento, ha portato alla chiusura del giudizio, superando l'analisi nel merito del ricorso presentato dall'Agenzia Fiscale. Le spese legali sono state poste a carico delle parti che le hanno anticipate.
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Contrasto motivazione dispositivo: sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per un insanabile contrasto motivazione dispositivo. I giudici di secondo grado, pur affermando in motivazione la correttezza della prescrizione decennale del credito tributario, hanno illogicamente confermato nel dispositivo la decisione di primo grado che applicava la prescrizione quinquennale. Tale contraddizione, non qualificabile come mero errore materiale, ha reso la sentenza nulla.
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Accertamento sintetico: la prova del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7497/2024, ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate in un caso di accertamento sintetico. La Corte ha confermato che il contribuente aveva correttamente assolto al suo onere della prova, dimostrando che le maggiori spese (per l'acquisto di un'auto e un immobile) erano state sostenute con fondi di provenienza non reddituale, come la vendita di un altro veicolo e l'aiuto finanziario di un familiare. La decisione ribadisce che, una volta fornita una prova adeguata dal contribuente, l'accertamento basato sulla capacità di spesa deve essere annullato.
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Costi intercompany: la Cassazione sul distacco personale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7513/2024, ha rigettato il ricorso di una società, confermando l'indeducibilità dei costi intercompany per un presunto distacco di personale. La Corte ha stabilito che, in assenza di prove concrete sull'effettiva prestazione dei servizi e di un contratto specifico, tali operazioni vengono considerate oggettivamente inesistenti. La decisione sottolinea la necessità per le aziende di documentare rigorosamente le operazioni infragruppo per legittimare la deduzione dei relativi costi.
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Cessione totalitaria di quote: no alla riqualificazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7518/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di imposta di registro. Il caso riguardava la cessione del 100% delle quote di una società immobiliare, che l'Agenzia delle Entrate aveva riqualificato come cessione indiretta d'azienda, applicando un'imposta proporzionale più elevata. La Corte ha respinto la tesi del Fisco, confermando che, in base alla versione aggiornata e retroattiva dell'art. 20 del T.U.R., l'imposta va calcolata solo sulla base degli effetti giuridici dell'atto registrato. Di conseguenza, una cessione totalitaria di quote sconta l'imposta di registro in misura fissa, senza possibilità di riqualificazione basata su elementi esterni o sullo scopo economico perseguito dalle parti.
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Edilizia agevolata: Tasse fisse su espropri a Bolzano
Un comune contestava un avviso di liquidazione per l'esproprio di terreni destinati a edilizia agevolata, per cui l'Agenzia delle Entrate richiedeva un'imposta di registro del 9%. La Corte di Cassazione, applicando retroattivamente una nuova legge di interpretazione autentica (L. 234/2021), ha accolto il ricorso del comune. Ha stabilito che anche per l'edilizia agevolata provinciale di Bolzano si applica il regime fiscale di favore, con imposta di registro in misura fissa ed esenzione da quella ipotecaria.
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Notifica cartella pagamento: l’errore che la annulla
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento è nulla se, in caso di temporanea assenza del destinatario, la raccomandata informativa viene spedita a un indirizzo errato. Il caso riguardava l'impugnazione di un fermo amministrativo basato su una cartella la cui notifica era viziata. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente, sottolineando che il corretto completamento di tutti i passaggi procedurali, inclusa la corretta ricezione dell'avviso, è essenziale per la validità della notifica della cartella di pagamento.
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Riqualificazione cessione quote: no a cessione d’azienda
Una società ha acquisito il 100% delle quote di un'altra. L'Agenzia Fiscale ha riqualificato l'operazione in cessione d'azienda, applicando un'imposta di registro più elevata. La Corte di Cassazione ha annullato l'accertamento, stabilendo che, ai sensi del nuovo art. 20 del Testo Unico Registro, la tassazione deve basarsi solo sulla natura giuridica dell'atto presentato, escludendo elementi esterni o l'intento economico. La riqualificazione della cessione di quote in cessione d'azienda è stata quindi ritenuta illegittima.
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Imposta di registro corrispettivo variabile: come si calcola
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7468/2024, ha chiarito le modalità di calcolo dell'imposta di registro per contratti pluriennali con corrispettivo in parte fisso e in parte variabile. Nel caso esaminato, relativo alla costituzione di diritti di superficie per un parco eolico, la Corte ha stabilito che l'imposta va versata in un'unica soluzione iniziale per l'intera durata contrattuale. La base imponibile per l'imposta di registro su un corrispettivo variabile si determina utilizzando il fatturato del primo anno come riferimento per quantificare la parte variabile, moltiplicando poi il totale per la durata del contratto, salvo conguaglio finale. Questa decisione riforma la precedente sentenza che prevedeva un calcolo e un versamento annuale dell'imposta.
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Imposta di registro: tassazione unica corrispettivo variabile
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7500/2024, ha chiarito le modalità di applicazione dell'imposta di registro per i contratti a lungo termine con corrispettivo in parte fisso e in parte variabile. Nel caso di un contratto per la realizzazione di un parco eolico, la Corte ha stabilito che l'imposta si applica in un'unica soluzione sull'intero valore del contratto, calcolando la parte variabile sulla base del primo fatturato conseguito e prevedendo un conguaglio finale. È stato escluso il principio di una tassazione annuale.
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Sospensione termini processuali: la Cassazione chiarisce
Un appello dell'Agenzia delle Entrate, inizialmente ritenuto tardivo, è stato giudicato tempestivo dalla Corte di Cassazione. La Corte ha chiarito che la speciale sospensione dei termini processuali di sei mesi, prevista per le liti definibili in via agevolata, si aggiunge al termine ordinario di impugnazione, anche se quest'ultimo scade durante il periodo di sospensione. Questa proroga assorbe la sospensione feriale e si applica automaticamente a tutte le parti del processo.
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Cessione quote: no a riqualificazione in cessione azienda
Una società aveva ceduto il 100% delle quote di un'altra entità. L'Agenzia delle Entrate aveva riqualificato l'operazione in una cessione d'azienda per applicare imposte di registro più elevate. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7473/2024, ha annullato tale riqualificazione. Basandosi sulle recenti modifiche legislative all'art. 20 del Testo Unico sull'Imposta di Registro (TUR) e sulle pronunce della Corte Costituzionale, ha stabilito che la tassazione deve fondarsi esclusivamente sull'atto presentato per la registrazione, senza considerare elementi esterni o l'effetto economico complessivo. Pertanto, una cessione quote, anche se totalitaria, resta giuridicamente distinta da una cessione d'azienda e deve essere tassata come tale.
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Transfer pricing: onere probatorio sul contribuente
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7466/2024, ha rigettato il ricorso di una società italiana che aveva concesso un prestito alla sua controllante lussemburghese a un tasso d'interesse ritenuto anomalo dall'Agenzia delle Entrate. La Corte ha ribadito che, in tema di transfer pricing, spetta al contribuente l'onere di provare che il prezzo applicato nell'operazione infragruppo corrisponde al 'valore normale' di mercato. La società non è riuscita a fornire prove adeguate, rendendo legittima la rettifica fiscale operata dall'Amministrazione finanziaria.
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