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Diritto Tributario

Valore venale ICI: come si calcola? La Cassazione

Una società contesta un accertamento ICI, sostenendo che la base imponibile di un terreno in un’area industriale debba essere il prezzo di acquisto, dati i vincoli imposti dal consorzio venditore, e non il valore di mercato generico. La Commissione Tributaria Regionale accoglie questa tesi. Il Comune ricorre in Cassazione, che, data la rilevanza della questione su come determinare il valore venale ICI in presenza di una recente compravendita, rimette la causa in pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Notifica atti privati: Cassazione attende Sezioni Unite

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza che dichiarava inammissibile il suo appello perché la notifica era stata effettuata da un operatore postale privato e la prova della spedizione era stata ritenuta insufficiente. La Corte di Cassazione, rilevando che la questione sulla validità della notifica atti privati è di fondamentale importanza e già al vaglio delle Sezioni Unite, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa in attesa della pronuncia del massimo organo nomofilattico.

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Notifica operatore privato: Cassazione attende Sezioni Unite

Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione sospende un giudizio su un accertamento catastale. La questione centrale è la validità di una notifica operatore privato effettuata prima della piena liberalizzazione dei servizi postali. La Corte, rilevando che la stessa questione è già stata rimessa alle Sezioni Unite, ha deciso di attendere la loro pronuncia definitiva, rinviando la causa a nuovo ruolo per garantire l’uniformità del diritto.

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Valore venale ICI: il prezzo d'acquisto è sufficiente?

Una società contesta un avviso di accertamento ICI, sostenendo che il valore del terreno industriale debba coincidere con il prezzo pagato a un consorzio. La Commissione Tributaria Regionale accoglie questa tesi. Il Comune ricorre in Cassazione, insistendo sulla necessità di applicare i criteri di legge per la determinazione del valore venale ICI. La Suprema Corte, riconoscendo la particolare rilevanza della questione, non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza per un esame approfondito, evidenziando il conflitto tra il valore di una recente compravendita e i parametri legali per la stima.

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Notifica appello tributario: la prova di spedizione

Un’ordinanza interlocutoria della Cassazione affronta il tema della prova nella notifica dell’appello tributario. A seguito di un appello dichiarato inammissibile per tardività, l’ente impositore ha sostenuto di aver provato la spedizione tempestiva tramite un elenco di raccomandate timbrato dall’ufficio postale. La Corte, prima di decidere, ha disposto l’acquisizione del fascicolo di merito per verificare tale prova, sottolineando l’importanza della data di spedizione rispetto a quella di ricezione.

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Notifica udienza tributaria: la sentenza è nulla

Con la sentenza n. 34477/2019, la Cassazione ha annullato una decisione della Commissione Tributaria Regionale per la mancata notifica udienza tributaria al contribuente. Il caso riguardava una sanzione per investimenti esteri non dichiarati. La Corte ha stabilito che l’omessa comunicazione dell’avviso di fissazione dell’udienza costituisce una violazione insanabile del diritto di difesa e del principio del contraddittorio, comportando la nullità della sentenza e il rinvio del processo al giudice di secondo grado.

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Omessa notifica udienza: nullità della sentenza

La sentenza Cass. Civ., Sez. 5, n. 34478 del 27/12/2019 analizza un caso di sanzione per omessa dichiarazione di capitali all’estero. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito a causa della omessa notifica udienza di discussione al contribuente. Tale vizio procedurale, violando il diritto al contraddittorio, ha comportato la nullità della sentenza e il rinvio della causa alla Commissione Tributaria Regionale per un nuovo esame.

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Prescrizione crediti tributari: la giurisdizione

La sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34447 del 24/12/2019 risolve un contrasto sulla giurisdizione in materia di prescrizione crediti tributari. Il caso riguarda un’opposizione allo stato passivo fallimentare in cui la curatela eccepiva la prescrizione di debiti erariali maturata dopo la notifica della cartella di pagamento. Le Sezioni Unite stabiliscono che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario (e quindi al giudice fallimentare), e non a quello tributario. La notifica della cartella segna il discrimine: le questioni successive, come la prescrizione, attengono alla fase esecutiva e sono di competenza del giudice ordinario, garantendo piena tutela al debitore.

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Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione

Con la sentenza n. 34601 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sezione V Civile, ha negato l’esenzione IMU a un ente di edilizia popolare per gli immobili destinati a locazione sociale. La Corte ha ribadito che per beneficiare della esenzione IMU enti non commerciali è necessario un doppio requisito: la natura non commerciale dell’ente e, soprattutto, l’utilizzo diretto dell’immobile per le finalità istituzionali. La locazione a terzi, anche a canone calmierato, configura un utilizzo indiretto e, pertanto, esclude l’agevolazione fiscale.

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Valore probatorio patteggiamento nel giudizio fiscale

La Cass. Civ., Sez. V, n. 34579 del 30/12/2019, ha chiarito il valore probatorio del patteggiamento nel processo tributario. Un contribuente, dipendente di una società petrolifera, aveva ricevuto un avviso di accertamento per evasione di accise su gasolio agricolo. La Commissione Tributaria Regionale aveva annullato l’atto, escludendo la sua responsabilità. La Cassazione ha cassato tale decisione, affermando che la sentenza di patteggiamento, pur non essendo un giudicato, costituisce un elemento di prova che il giudice non può ignorare senza fornire una solida motivazione.

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Dazio antidumping: responsabilità dell'importatore

La sentenza Cass. Civ., Sez. 5, n. 34581 del 30/12/2019 analizza la responsabilità dell’importatore nel pagamento del dazio antidumping. Una società aveva importato merce dalla Cina, dichiarata con un certo codice doganale. L’Agenzia delle Dogane, dopo un’analisi, ha riclassificato la merce, applicando un pesante dazio antidumping supplementare. La Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che la valutazione sulla natura della merce è un accertamento di fatto insindacabile in sede di legittimità e che l’importatore è il debitore principale dell’obbligazione doganale, in solido con il suo rappresentante indiretto, senza che la buona fede possa esimerlo dal pagamento.

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Responsabilità rappresentante indiretto: la Cassazione

Con la sentenza n. 34580 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha ribadito la piena responsabilità del rappresentante indiretto per maggiori dazi e sanzioni doganali. Il caso riguardava un’errata classificazione di merce importata, soggetta a dazio antidumping. La Corte ha stabilito che la presentazione della dichiarazione doganale fonda la responsabilità solidale del rappresentante, a prescindere dalla sua effettiva conoscenza dell’irregolarità, sottolineando un preciso dovere di diligenza e controllo.

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Giudicato esterno blocca il ricorso dell'Agenzia

La sentenza Cass. Civ., Sez. 5, n. 34582 del 30/12/2019 analizza il caso di un ricorso dell’Amministrazione finanziaria contro un Ente locale per un rimborso IVA. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, non entrando nel merito della questione, ma accogliendo l’eccezione di giudicato esterno sollevata dall’Ente. Era infatti già presente una decisione definitiva tra le stesse parti su una questione identica, sebbene relativa a un’annualità fiscale diversa. La Corte ha stabilito che l’efficacia del giudicato esterno impedisce di rimettere in discussione la stessa questione di fatto e di diritto.

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Agevolazioni prima casa: la data di fine lavori

Con la sentenza n. 34573 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha stabilito un principio cruciale per le agevolazioni prima casa. Il caso riguardava la revoca del beneficio IVA al 4% a una contribuente per non aver ultimato i lavori entro tre anni. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza per l’accertamento fiscale non decorre dalla data dell’atto di acquisto, ma dalla data di effettiva ultimazione dei lavori, attestata formalmente (es. con la dichiarazione per l’accatastamento). La prova di tale ultimazione spetta al contribuente.

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Rimborso IVA: decisivo il giudicato interno

Con la sentenza n. 34578 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha rigettato il ricorso di una società di riscossione per il rimborso dell’IVA. La richiesta, basata su una precedente condanna a rimborsare l’imposta a terzi, è stata respinta a causa del formarsi di un giudicato interno. La Corte ha stabilito che la mancata impugnazione specifica, nel merito, della questione relativa all’esistenza di un ‘provvedimento coattivo’ ha reso la decisione del giudice precedente definitiva e non più riesaminabile.

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Cumulo TOSAP Imposta Pubblicità: la Cassazione chiarisce

Con la sentenza n. 34574 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, ha stabilito che l’applicazione dell’imposta sulla pubblicità non esclude il pagamento della TOSAP. Il caso riguardava una società di pubblicità che contestava avvisi di accertamento per la TOSAP, sostenendo di dover pagare solo l’imposta pubblicitaria. La Corte ha cassato la decisione di merito, affermando la piena legittimità del cumulo TOSAP Imposta Pubblicità, poiché le due imposte hanno presupposti diversi: la diffusione di un messaggio pubblicitario per la prima, e la sottrazione di suolo pubblico all’uso collettivo per la seconda, come previsto dall’art. 9, comma 7, D.Lgs. 507/1993.

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Giudicato favorevole coobbligato: estensione effetti

Con la sentenza n. 34576 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha stabilito che il giudicato favorevole ottenuto da un coobbligato in solido (i venditori) si estende anche all’altro coobbligato (l’acquirente) che non ha partecipato al giudizio, se la decisione si fonda su ragioni oggettive, come un vizio di motivazione dell’atto impositivo, e non su motivi personali. La Corte ha quindi annullato l’avviso di accertamento notificato alla società acquirente.

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Esenzione COSAP: serve il richiamo esplicito

La Cass. Civ., Sez. 5, n. 34575 del 30/12/2019 chiarisce i requisiti per l’applicazione dell’esenzione COSAP. Una società pubblicitaria si è vista negare il rimborso del canone per impianti di piccole dimensioni poiché la delibera comunale specifica per la pubblicità non richiamava espressamente la norma di esenzione prevista dal regolamento generale. La Corte ha stabilito che le norme di esenzione, avendo natura derogatoria, devono essere esplicitamente recepite e non possono considerarsi incluse in un rinvio generico alle norme sulla determinazione e riscossione del canone.

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Scudo Fiscale: Limiti per IVA e Prova Contraria

La Cassazione Civile, Sez. V, con sentenza n. 34577 del 30/12/2019, ha chiarito i limiti applicativi dello “scudo fiscale”. La Corte ha stabilito che l’adesione allo scudo fiscale non preclude automaticamente gli accertamenti tributari, specialmente se basati su movimenti bancari. L’onere di provare la correlazione tra le somme rimpatriate e i redditi accertati spetta al contribuente. Inoltre, la sentenza ha sancito la totale inapplicabilità della preclusione agli accertamenti in materia di IVA, in conformità con il diritto dell’Unione Europea.

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Autotutela Tributaria: Limiti e Giudicato

Con la sentenza n. 34594 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, affronta il tema dell’autotutela tributaria. Il caso riguarda un Comune che, dopo l’annullamento di un avviso di accertamento ICI, ne emette uno nuovo, corretto, in autotutela. La Corte ha stabilito che l’esercizio del potere di autotutela tributaria è legittimo se finalizzato a correggere vizi dell’atto originario e non viola il giudicato, a patto che non si limiti a riproporre un atto identico. Respinte le doglianze della società contribuente, è stato invece accolto il ricorso incidentale del Comune sulla compensazione delle spese legali.

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