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Cessazione materia del contendere e definizione agevolata

La Cass. Civ., Sez. V, n. 34588 del 30/12/2019, chiarisce che l’adesione a una definizione agevolata da parte del contribuente, con relativo pagamento, determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio pendente. Nel caso di specie, una società importatrice aveva impugnato un avviso di sanzione dell’Agenzia delle Dogane. Durante il giudizio di Cassazione, avendo aderito alla ‘rottamazione’, la Corte ha dichiarato estinto il processo, compensando le spese.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La cessazione della materia del contendere è un esito processuale di grande rilevanza, specialmente in ambito tributario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34588/2019) ha ribadito un principio fondamentale: quando il contribuente aderisce a una definizione agevolata e paga quanto dovuto, il giudizio in corso deve concludersi. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata operante nel settore delle importazioni si era vista notificare un atto di irrogazione di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a causa di una presunta dichiarazione irregolare su merce proveniente dall’estero. La società ha impugnato l’atto, ma la sua richiesta è stata respinta sia in primo grado sia in appello presso la Commissione Tributaria di secondo grado. Non arrendendosi, la società ha proposto ricorso per cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo. La società ricorrente ha scelto di avvalersi della cosiddetta “definizione agevolata” prevista dall’art. 5 del D.L. n. 119 del 2018. Questa normativa offriva ai contribuenti la possibilità di chiudere le liti fiscali pendenti pagando le somme dovute in modo agevolato. La società ha quindi presentato istanza in cancelleria, documentando l’avvenuto pagamento integrale delle somme e chiedendo alla Corte di dichiarare la fine della controversia.

La Decisione della Cassazione sulla Cessazione della Materia del Contendere

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della società. Richiamando un orientamento consolidato, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere. Questa pronuncia non entra nel merito della ragione o del torto delle parti, ma prende atto che la controversia si è di fatto esaurita per un evento esterno al processo: il pagamento del debito tramite la sanatoria fiscale. Di conseguenza, il processo ha perso la sua ragion d’essere e deve essere dichiarato estinto.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio giuridico chiaro e consolidato, supportato da precedenti sentenze (tra cui Cass. n. 24083/2018 e Cass. S.U. n. 8980/2018). Il ragionamento è il seguente:

1. Effetto della Definizione Agevolata: Le normative sulla definizione agevolata (come il D.L. 119/2018 o il precedente D.L. 193/2016) subordinano il beneficio alla rinuncia del contribuente a proseguire la lite.
2. Prova del Pagamento: Non è sufficiente la sola dichiarazione di volersi avvalere della sanatoria. È indispensabile che il contribuente fornisca la prova dell’integrale pagamento di quanto dovuto. Solo a quel punto la controversia può dirsi effettivamente chiusa.
3. Conseguenza Processuale: Una volta che risultano soddisfatte queste condizioni (adesione alla sanatoria e pagamento), il giudice non può fare altro che dichiarare l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.
4. Regime delle Spese: In virtù dell’esito particolare del giudizio, che non si conclude con una vittoria o una sconfitta sul merito, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese legali. Questo significa che ogni parte (la società e l’Agenzia delle Dogane) ha dovuto sostenere i costi del proprio avvocato, senza addebiti reciproci.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la definizione agevolata è uno strumento efficace e definitivo per chiudere le pendenze con il fisco, anche quando queste sono oggetto di un contenzioso arrivato fino all’ultimo grado di giudizio. In secondo luogo, sottolinea l’importanza cruciale di documentare in modo inoppugnabile l’avvenuto pagamento per ottenere la declaratoria di estinzione. Infine, la decisione sulla compensazione delle spese rappresenta un ulteriore elemento da considerare nella valutazione strategica tra il proseguire una lite dall’esito incerto e l’aderire a una sanatoria che offre una via d’uscita certa, seppur onerosa.

Cosa succede a una causa fiscale se aderisco a una definizione agevolata?
Se l’adesione è perfezionata con il pagamento integrale delle somme dovute, come documentato nel processo, il giudice dichiara la cessazione della materia del contendere, ponendo di fatto fine alla controversia.Se il giudizio viene dichiarato estinto in questo modo, chi paga le spese legali?
Di norma, come stabilito dalla Cassazione in questo caso, le spese legali vengono ‘compensate’. Ciò significa che ciascuna parte si fa carico delle proprie spese, senza che vi sia una condanna al rimborso a carico di una delle due.

Basta presentare la domanda di definizione agevolata per chiudere la lite?
No. La Corte chiarisce che per ottenere la cessazione della materia del contendere è necessario dimostrare al giudice di aver provveduto al pagamento integrale del debito, come previsto dalla normativa sulla definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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