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Giurisprudenza Tributaria

Giudicato interno: Cassazione annulla accertamento
Un contribuente riceve un accertamento induttivo per non aver risposto a un questionario. La Commissione Tributaria Provinciale annulla parte dell'atto, accertando che i documenti erano già stati esibiti in una precedente verifica. L'appello incidentale dell'Agenzia delle Entrate contro tale punto viene dichiarato inammissibile in secondo grado. La Corte di Cassazione, investita della questione, stabilisce che la mancata impugnazione efficace rende definitiva la statuizione del primo giudice. Si è formato un giudicato interno sull'avvenuta esibizione dei documenti, invalidando il presupposto dell'accertamento. La sentenza d'appello viene quindi cassata con rinvio.
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Giurisdizione imposta di soggiorno: Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15388/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società alberghiera riguardo la giurisdizione imposta di soggiorno. La società sosteneva che le recenti modifiche normative avessero trasferito la competenza alla giustizia tributaria. Tuttavia, la Cassazione ha stabilito che la questione di giurisdizione, non essendo stata specificamente contestata in appello, era coperta da giudicato implicito, precludendo un riesame. La decisione ribadisce la competenza della Corte dei conti per danno erariale in casi simili, se non contestata tempestivamente.
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Accertamento presuntivo: il valore del mutuo conta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15385/2024, interviene su un caso di accertamento presuntivo immobiliare. L'Agenzia delle Entrate aveva contestato a due società ricavi non dichiarati dalla vendita di numerosi appartamenti. La Corte ha stabilito un principio chiave: la documentazione bancaria, come la perizia per un mutuo che indica un valore superiore a quello di compravendita, costituisce un indizio grave, preciso e concordante che il giudice non può ignorare. Per gli immobili privi di tale documentazione, la valutazione critica del giudice di merito sulle prove dell'Agenzia è incensurabile in Cassazione. Il giudizio è stato dichiarato estinto per i soci che avevano aderito alla definizione agevolata.
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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione interviene per correggere un errore materiale contenuto in una sua precedente ordinanza. Il caso, originato da una controversia su IVA all'importazione, evidenzia come la procedura di correzione errore materiale possa essere attivata da una parte o rilevata d'ufficio dalla stessa Corte per rettificare numeri di sentenze erroneamente indicati, garantendo la precisione degli atti giudiziari.
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Deduzione IRAP: onere della prova per il rimborso
Una società ha richiesto un rimborso IRES legato alla deduzione IRAP per i costi del personale. Dopo un diniego parziale dell'Amministrazione Finanziaria e una decisione sfavorevole in appello, la società ha fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza precedente per "motivazione apparente" e incompleta. Il caso è stato rinviato a un nuovo giudice, ribadendo il principio fondamentale che l'onere della prova per un rimborso spetta sempre al contribuente.
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Accertamento socio società: la vittoria del socio vale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la vittoria ottenuta da un socio di una società di persone contro l'avviso di accertamento del proprio reddito di partecipazione rende illegittima la successiva cartella di pagamento, anche se l'accertamento presupposto notificato alla società è diventato definitivo perché non impugnato. Questo principio, relativo al cosiddetto accertamento socio società, conferma che l'annullamento dell'atto impositivo a monte priva di fondamento la pretesa tributaria verso il socio coobbligato.
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Difesa Agenzia Entrate: Legittimo l’avvocato privato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15365/2024, ha stabilito che la difesa dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione può essere legittimamente affidata a un avvocato del libero foro nel contenzioso tributario. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado che aveva dichiarato inammissibile l'appello dell'Agenzia perché proposto da un avvocato privato anziché dall'Avvocatura dello Stato. La decisione si basa sulla normativa che, a seguito della soppressione di Equitalia, ha introdotto un sistema di patrocinio flessibile, consentendo all'Ente di avvalersi di professionisti esterni senza necessità di specifica giustificazione.
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Definizione agevolata: processo estinto in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata della lite. Il caso riguardava un avviso di accertamento per IRPEF su redditi da partecipazione non dichiarati. La Corte ha verificato la regolarità della procedura di definizione agevolata e, in assenza di istanze di trattazione, ha applicato la legge che prevede l'estinzione del giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Operazioni inesistenti e IVA: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15355/2024, ha rigettato il ricorso di due società (una controllante e una controllata) contro un avviso di accertamento per IVA indetraibile. Il caso riguardava operazioni inesistenti realizzate tramite una fattura da 18 milioni di euro per la cessione di un progetto immobiliare. La Corte ha confermato che l'onere della prova sulla realtà dell'operazione spetta al contribuente e che l'Agenzia delle Entrate può legittimamente basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti. È stata inoltre ribadita la responsabilità solidale della società controllante nel regime dell'IVA di gruppo.
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Motivazione accertamento catastale: la Cassazione rinvia
Una società impugna un avviso di accertamento che rettifica il numero di vani catastali di un immobile. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sull'obbligo di motivazione dell'accertamento catastale, sospende la decisione in attesa di una pronuncia nomofilattica su un caso analogo, che chiarirà i requisiti di validità di tali atti.
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Accertamento catastale: motivazione e microzone
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15350/2024, ha stabilito che un accertamento catastale basato sulla revisione dei valori di una microzona è illegittimo se non contiene una motivazione specifica sulle caratteristiche del singolo immobile che giustificano l'aumento della rendita. Non basta un generico riferimento alla rivalutazione dell'area. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente, annullando l'atto per difetto di motivazione e rafforzando il diritto del cittadino a comprendere le ragioni concrete dell'imposizione fiscale.
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Accertamenti bancari: onere della prova del contribuente
In un caso di accertamenti bancari a carico di un'impresa individuale, la Corte di Cassazione ha confermato che l'onere della prova per superare la presunzione di reddito grava interamente sul contribuente. Quest'ultimo deve fornire giustificazioni analitiche e documentate per ogni singola operazione, non essendo sufficienti contestazioni generiche. I ricorsi del contribuente e dell'Agenzia delle Entrate sono stati entrambi rigettati, principalmente per difetto di autosufficienza.
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Studi di settore: grave incongruenza è necessaria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15344/2024, ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che per un accertamento basato sugli studi di settore è sempre necessario dimostrare una 'grave incongruenza'. Un semplice scostamento non è sufficiente, anche dopo le modifiche legislative del 2007. La Corte ha chiarito che l'onere di provare tale incongruenza spetta all'Amministrazione Finanziaria, confermando la decisione a favore di un imprenditore del settore alberghiero.
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Cartella di pagamento incompleta: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che confermava l'invalidità di una cartella di pagamento incompleta. Secondo la Corte, l'agente della riscossione aveva correttamente impugnato la decisione di primo grado, impedendo la formazione del giudicato interno sulla questione della notifica difettosa. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame nel merito.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio tributario a seguito della rinuncia al ricorso da parte di un Comune contro un'Azienda Sanitaria Locale. La Corte ha stabilito che la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, estingue il processo ma non fa scattare l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, poiché tale misura si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Impugnazione estratto di ruolo: Cassazione chiarisce
Un contribuente ha contestato un debito fiscale di cui è venuto a conoscenza solo tramite un estratto di ruolo, sostenendo di non aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La motivazione si basa sulla recente normativa che limita l'impugnazione estratto di ruolo solo ai casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio grave e specifico, come l'esclusione da appalti pubblici, cosa non avvenuta nel caso di specie. La decisione è in linea con gli orientamenti delle Sezioni Unite e della Corte Costituzionale.
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Accertamenti bancari: i limiti secondo la Cassazione
Un imprenditore riceve un avviso di accertamento per maggiori imposte basato su presunzioni da movimenti bancari non giustificati e sul calcolo di una plusvalenza. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso, stabilendo due principi chiave sugli accertamenti bancari: la plusvalenza da cessione d'azienda non può essere determinata solo sulla base del valore accertato ai fini dell'imposta di registro e, in caso di ricavi presunti da prelevamenti, il contribuente ha diritto alla deduzione di costi in misura forfettaria. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.
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Notifica atto appello: quando è tardiva? La Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello dell'Amministrazione Finanziaria a causa della tardività della notifica. La sentenza sottolinea che, in assenza della ricevuta di spedizione, la prova della tempestività della notifica atto appello può essere fornita dall'avviso di ricevimento solo se questo riporta la data di spedizione certificata da un timbro postale. In caso contrario, l'appello è da considerarsi tardivo se la consegna avviene oltre il termine semestrale.
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Imposta di registro per enunciazione: la Cassazione
Una società ha contestato un avviso di liquidazione per imposta di registro relativo a fatture menzionate in un decreto ingiuntivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'imposta di registro per enunciazione è dovuta quando l'atto giudiziario contiene dettagli sufficienti a identificare natura e contenuto del rapporto sottostante, anche se già soggetto a IVA. La Corte ha inoltre stabilito che la semplice indicazione degli estremi del provvedimento giudiziario costituisce una motivazione sufficiente per l'atto impositivo.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è ammissibile?
Una società ha impugnato un estratto di ruolo sostenendo di non aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15307/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla recente normativa che limita l'impugnazione dell'estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e attuale (es. esclusione da appalti), requisito non provato nel caso di specie. La sentenza conferma quindi che non basta affermare la mancata notifica per poter agire in giudizio.
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