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Giurisprudenza Tributaria

Sanzioni concordato preventivo: la Cassazione decide
Una società in concordato preventivo ha impugnato delle cartelle di pagamento per sanzioni tributarie, sostenendo che la crisi aziendale costituisse una causa di forza maggiore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le sanzioni in concordato preventivo sono pienamente legittime. La Corte ha precisato che la procedura concorsuale non esclude la colpa del contribuente e che l'obbligazione tributaria, e la relativa sanzione, sorgono al momento della violazione, anche se l'atto di irrogazione è successivo all'apertura del concordato.
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Esenzione IMU immobili merce: dichiarazione decisiva
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società immobiliare contro un avviso di accertamento IMU. L'impresa aveva omesso di presentare la dichiarazione necessaria per ottenere l'esenzione IMU immobili merce, sostenendo che il Comune fosse già a conoscenza della destinazione degli immobili. La Corte ha stabilito che la dichiarazione è un onere formale inderogabile, a pena di decadenza dal beneficio, e che la conoscenza aliunde dell'ente non è sufficiente. È stata inoltre esclusa l'incertezza normativa come causa di non applicabilità delle sanzioni.
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Donazione con riserva di usufrutto: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14891/2024, chiarisce la tassazione applicabile alla donazione con riserva di usufrutto a favore di un terzo, sottoposta a condizione sospensiva. La Corte stabilisce che, al momento della stipula, l'atto è soggetto a imposta di registro in misura fissa, indipendentemente dalla franchigia prevista per l'imposta sulle donazioni. Quest'ultima sarà dovuta solo al verificarsi della condizione sospensiva. La sentenza distingue nettamente l'imposta di registro, dovuta per il servizio di registrazione dell'atto, dall'imposta sulla donazione, che colpisce l'incremento patrimoniale.
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Dichiarazione integrativa per bonus: si può fare
Una società aveva omesso di richiedere un'agevolazione fiscale per investimenti ambientali a causa di incertezza normativa. Successivamente, ha presentato una dichiarazione integrativa per recuperare il beneficio. L'Amministrazione finanziaria ha negato tale possibilità, considerandola una scelta ormai definitiva. La Corte di Cassazione ha invece dato ragione alla società, stabilendo che l'omissione dovuta a incertezza interpretativa costituisce un errore emendabile e non una scelta irrevocabile, legittimando quindi l'uso della dichiarazione integrativa per ottenere il bonus spettante.
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Agevolazioni edilizia convenzionata: no alla retroattività
Una società di costruzioni ha richiesto l'applicazione dell'imposta di registro in misura fissa per l'acquisto di un terreno destinato a edilizia sociale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che le norme sulle agevolazioni per l'edilizia convenzionata sono di stretta interpretazione e che le modifiche legislative più favorevoli, introdotte successivamente all'atto di compravendita, non hanno efficacia retroattiva.
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Errore di fatto: limiti alla revocazione in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione tra errore di fatto ed errore di giudizio. Il caso riguardava una contribuente che contestava una decisione basata sulla mancata impugnazione di una cartella esattoriale, sostenendo che l'atto fosse già stato annullato. La Corte ha stabilito che la contestazione riguardava una valutazione giuridica errata (errore di giudizio) e non una svista percettiva (errore di fatto), non rientrando quindi nei presupposti per la revocazione.
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Accertamento induttivo e studi di settore: la Cassazione
La Corte di Cassazione chiarisce la legittimità dell'accertamento induttivo in caso di contabilità inattendibile. Con l'ordinanza 14874/2024, si stabilisce che gli studi di settore possono essere utilizzati come presunzione semplice per ricostruire il reddito, senza che ciò renda illegittimo l'atto. La Corte rigetta inoltre il ricorso del socio volto a far valere un vizio di notifica dell'atto societario, confermando la carenza di interesse ad agire.
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Contraddittorio in Cassazione: il caso della notifica
La Corte di Cassazione ha rinviato a nuovo ruolo una causa tributaria a causa di un vizio procedurale. Nonostante il decesso del ricorrente e la revoca del mandato al suo legale, la mancata notifica dell'udienza a quest'ultimo ha violato il principio del contraddittorio in Cassazione, rendendo impossibile una decisione nel merito. La Corte ha sottolineato che, nel giudizio di legittimità, la morte della parte o la revoca della procura non interrompono il processo, ma l'integrità del contraddittorio deve essere sempre garantita.
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Contraddittorio procedimentale: quando è valido?
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema del contraddittorio procedimentale in ambito fiscale. In un caso di presunta frode IVA, una società ha lamentato la violazione del proprio diritto di difesa. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il contraddittorio è garantito se, dopo una verifica fiscale, al contribuente vengono concessi 60 giorni per presentare osservazioni sul processo verbale di chiusura (PVC) prima dell'emissione dell'avviso di accertamento. L'impugnazione è stata respinta anche perché mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
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Carenza di interesse: appello inammissibile
Una contribuente, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale fino in Cassazione, aderisce a una definizione agevolata. Sebbene non provi il pagamento integrale, la sua manifesta volontà di non proseguire il giudizio determina una sopravvenuta carenza di interesse. La Corte di Cassazione, con ordinanza 14867/2024, dichiara il ricorso inammissibile, compensa le spese e stabilisce che non è dovuto il doppio contributo unificato, poiché l'inammissibilità non era originaria.
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Decesso della parte: nullità della sentenza e rinvio
L'Amministrazione Finanziaria impugna una sentenza favorevole a una società e ai suoi soci. La Suprema Corte annulla la decisione d'appello perché emessa senza interrompere il processo nonostante il decesso della parte, violando il contraddittorio. La causa è rinviata al giudice di secondo grado per un nuovo esame.
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Calcolo interessi cartella: basta il richiamo alle norme
La Corte di Cassazione ha stabilito che una cartella di pagamento è sufficientemente motivata riguardo al calcolo degli interessi anche se non esplicita le modalità di calcolo. È sufficiente il richiamo alle norme di legge pertinenti, in quanto pubblicamente accessibili, che consentono al contribuente di verificare la correttezza dell'importo. In questo caso, il ricorso dell'Agenzia delle Entrate è stato accolto, annullando la decisione precedente che riteneva illegittima la cartella per incomprensibilità del calcolo interessi cartella.
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Operazioni inesistenti: onere della prova e IVA
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14823/2024, ha cassato una sentenza di merito in materia di operazioni inesistenti ai fini IVA e IRAP. Il provvedimento chiarisce la fondamentale distinzione nell'onere della prova tra operazioni oggettivamente inesistenti (mai avvenute) e soggettivamente inesistenti (avvenute tra soggetti diversi). La Corte ha stabilito che il giudice di secondo grado ha errato nel non distinguere le due fattispecie, applicando un criterio probatorio errato e incentrato unicamente sulla buona fede del contribuente, irrilevante in caso di inesistenza oggettiva.
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Operazioni inesistenti: onere della prova IVA
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14809/2024, ha cassato la decisione di merito che aveva riconosciuto la buona fede di una società coinvolta in operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha ribadito che, una volta che l'Amministrazione Finanziaria prova la fittizietà del fornitore e gli indizi di consapevolezza del contribuente, spetta a quest'ultimo dimostrare di aver usato la massima diligenza per non essere coinvolto nella frode, non essendo sufficienti la regolarità contabile e i pagamenti.
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Correzione errore materiale: distrazione delle spese
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la procedura per la correzione di errore materiale relativa all'omessa distrazione delle spese in favore del difensore antistatario. La Corte ha accolto l'istanza di una società, ordinando di integrare una precedente ordinanza in cui, per una svista, non era stato disposto il pagamento diretto delle spese legali all'avvocato, pur sussistendone i presupposti. Il provvedimento conferma che tale omissione costituisce un errore materiale emendabile d'ufficio attraverso una procedura semplificata, senza necessità di un nuovo giudizio.
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Operazioni oggettivamente inesistenti: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14813/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di operazioni oggettivamente inesistenti. Il caso riguardava una società sanzionata per aver dedotto costi relativi a transazioni fittizie. La Corte ha chiarito che, quando un'operazione non è mai avvenuta, il costo correlato non è mai stato sostenuto e, di conseguenza, non può essere dedotto ai fini IRES. In questo contesto, la buona fede del contribuente è del tutto irrilevante. La sentenza di merito, che aveva erroneamente valutato l'elemento soggettivo, è stata cassata con rinvio.
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Annullamento piano regolatore: effetti sull’ICI
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14806/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Il caso riguardava un contribuente che si opponeva al pagamento dell'imposta su un terreno ritenuto edificabile da un piano regolatore comunale, successivamente annullato dal giudice amministrativo. La Corte ha chiarito che l'annullamento del piano regolatore non ha efficacia retroattiva ai fini fiscali. L'imposta è dovuta per gli anni in cui il terreno aveva una 'vocazione edificatoria' conferita dal piano, anche se poi invalidato, poiché tale vocazione ne aveva già aumentato il valore economico, che costituisce il presupposto del tributo.
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Pro-rata IVA: attività finanziarie e detrazione
Una società di venture capital ha contestato due avvisi di accertamento IVA, sostenendo che le sue attività finanziarie fossero solo accessorie. La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per il calcolo del pro-rata IVA, annullando un avviso per un vizio procedurale (violazione del termine dilatorio di 60 giorni post-verifica) ma confermando l'altro. Per l'anno confermato, i giudici hanno stabilito che l'attività finanziaria era parte integrante e principale del business della società, come dimostrato dalla sua crescente incidenza sul fatturato e dal suo ruolo di "incubatore e investitore", escludendola così dal concetto di attività accessoria ai fini della detrazione IVA.
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Operazioni inesistenti: deducibilità e sanzioni IRES
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14803/2024, ha chiarito che in caso di operazioni inesistenti sotto il profilo oggettivo, i costi non sono mai deducibili ai fini IRES. La buona fede del contribuente è irrilevante, poiché il costo non è mai stato effettivamente sostenuto. La Corte ha cassato la decisione dei giudici di merito che avevano erroneamente applicato i principi validi per l'IVA, legati alla consapevolezza della frode, a una questione di imposte dirette, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Domicilio fiscale: valida notifica all’ultimo indirizzo
Una contribuente ha impugnato un avviso di iscrizione ipotecaria sostenendo di non aver mai ricevuto l'avviso di accertamento prodromico. L'Agenzia delle Entrate aveva notificato l'atto all'indirizzo indicato dalla contribuente nella sua ultima dichiarazione dei redditi, sebbene non fosse più la sua attuale residenza. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14805/2024, ha stabilito la validità della notifica, affermando che grava sul contribuente l'onere di comunicare le variazioni del proprio domicilio fiscale e che l'amministrazione finanziaria può legittimamente fare affidamento sull'ultimo indirizzo dichiarato.
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