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Giurisprudenza Tributaria

Imposta unica scommesse: chi paga tra CTD e bookmaker?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7247/2024, ha rigettato il ricorso di un centro trasmissione dati (CTD) e di una società di scommesse estera, confermando la loro responsabilità solidale per il pagamento dell'imposta unica sulle scommesse per l'anno 2011. La Corte ha stabilito che, a seguito della legge interpretativa del 2010, la soggettività passiva del tributo si estende a chiunque gestisca l'attività di scommesse in Italia, anche se per conto di operatori esteri privi di concessione. Viene inoltre chiarito che la notifica dell'atto in lingua italiana alla società estera non viola il diritto di difesa e che, per l'annualità 2011, non sussiste più l'incertezza normativa che avrebbe potuto giustificare l'esenzione dalle sanzioni.
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Termine lungo impugnazione: quando decorre? Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una contribuente contro una cartella di pagamento. Il motivo è la tardività dell'impugnazione, presentata oltre il termine lungo di un anno. La Corte ribadisce che il termine lungo impugnazione decorre dalla data di deposito della sentenza in cancelleria, e non dalla successiva comunicazione o conoscenza da parte del ricorrente, confermando un principio consolidato in materia processuale.
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Fatture soggettivamente inesistenti: la prova a carico
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7241/2024, ha stabilito i principi sull'onere della prova in materia di fatture soggettivamente inesistenti. Per negare la detrazione IVA, l'Amministrazione Finanziaria deve dimostrare, con elementi oggettivi, che l'acquirente sapeva o avrebbe dovuto sapere della frode, usando la normale diligenza. La prova dell'effettiva consegna della merce e del pagamento non è sufficiente a scagionare il contribuente. La sentenza di merito è stata cassata perché non ha applicato correttamente questo standard, focalizzandosi erroneamente sulla prova di un coinvolgimento doloso anziché sulla conoscibilità della frode.
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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile
Un professionista ha richiesto la revocazione di un'ordinanza della Corte di Cassazione, lamentando un errore di fatto revocatorio riguardo alla notifica di un'udienza. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione risiede nel fatto che la decisione originale si fondava su due distinte e autonome 'rationes decidendi' (ragioni della decisione). Poiché l'errore contestato inficiava solo una delle due motivazioni, mentre l'altra, non contestata, era di per sé sufficiente a sorreggere la decisione, l'errore è stato ritenuto non decisivo e, di conseguenza, la richiesta di revocazione inammissibile.
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Rinuncia al ricorso: niente doppia tassa in Cassazione
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IRPEF. Giunto in Cassazione, il suo legale ha comunicato la rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuto difetto di interesse, compensando le spese e, soprattutto, escludendo l'obbligo per il ricorrente di pagare il doppio del contributo unificato, delineando un'importante conseguenza processuale della rinuncia.
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Responsabilità esercente sala giochi: la Cassazione decide
Una contribuente, identificata come operatrice di una sala giochi, è stata ritenuta solidalmente responsabile per il PREU non versato su un apparecchio irregolare. Nonostante avesse eccepito di essere solo la nuda proprietaria dell'immobile, la Cassazione ha respinto il suo ricorso. La Corte ha stabilito che la valutazione fattuale del suo ruolo di gestore di fatto ('esercente') è determinante per fondare la responsabilità esercente sala giochi, a prescindere dai titoli formali.
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Tassazione Autorità Portuali: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro un'Autorità Portuale, confermando la non imponibilità ai fini IRES dei canoni derivanti da concessioni demaniali per l'anno d'imposta 2006. La Corte ha stabilito che, in base alla normativa e alla giurisprudenza vigenti all'epoca dei fatti (ratione temporis), l'attività dell'ente era di natura pubblicistica e non commerciale, escludendo la tassazione. Le successive modifiche normative, introdotte per conformarsi al diritto UE sugli aiuti di Stato, non hanno efficacia retroattiva e si applicano solo dal 2022. La decisione si fonda sulla consolidata interpretazione che qualifica tali enti come pubblici non economici che agiscono nell'esercizio di funzioni statali.
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Obblighi fiscali fallimento revocato: chi paga?
Un contribuente ha impugnato una cartella di pagamento per tardivo versamento IRPEF, sostenendo che la causa fosse un ritardo nella chiusura del suo fallimento, sebbene revocato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che gli obblighi fiscali post fallimento revocato restano a carico del contribuente. Essendo tornato in possesso dei propri beni durante l'anno d'imposta, egli era tenuto a presentare la dichiarazione e versare le imposte nei termini previsti, rendendo il ritardo a lui imputabile.
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Conti estero non dichiarati: la Cassazione decide
Un contribuente è stato oggetto di accertamento fiscale per conti estero non dichiarati, emerso da liste ottenute tramite cooperazione internazionale. La Corte di Cassazione ha confermato che tali liste costituiscono una presunzione semplice, sufficiente a fondare l'accertamento, anche per periodi antecedenti a norme specifiche. Ha tuttavia accolto il ricorso del contribuente riguardo le sanzioni, stabilendo l'applicazione della legge successiva più favorevole (ius superveniens) e rinviando il caso alla corte di merito per la rideterminazione delle penalità.
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Credito d’imposta ricerca e sviluppo: no a migliorie
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7234/2024, ha negato il beneficio del credito d'imposta ricerca e sviluppo a un'impresa di servizi di sicurezza. La Corte ha stabilito che le semplici migliorie organizzative, realizzate con tecnologie già note sul mercato, non costituiscono attività di ricerca e sviluppo agevolabile. Per ottenere il beneficio fiscale, è necessaria un'innovatività che superi l'ambito della singola impresa, puntando all'acquisizione di nuove conoscenze attraverso sperimentazione e ricerca.
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Controllo formale 36-ter: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7227/2024, ha chiarito la legittimità dell'uso del controllo formale 36-ter da parte dell'Amministrazione Finanziaria per disconoscere detrazioni fiscali. Il caso riguardava il diniego di una detrazione per risparmio energetico tramite una cartella di pagamento. La Corte ha stabilito che questa procedura, che prevede un esame documentale, è idonea e non richiede necessariamente l'emissione di un avviso di accertamento, a differenza del controllo automatizzato (art. 36-bis).
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Perdita fiscale: quando è utilizzabile? La Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7246/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'utilizzo della perdita fiscale. Una società non può utilizzare una perdita maturata in un anno precedente per abbattere il reddito imponibile di un anno successivo se l'esistenza stessa di quella perdita è contestata in un altro procedimento giudiziario non ancora concluso. La perdita, per essere utilizzabile, deve essere certa e definitiva. La Corte ha invece ritenuto sufficiente, e non 'apparente', la motivazione con cui i giudici di merito avevano annullato parte dell'accertamento.
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Tassazione Autorità Portuali: No IRES per il passato
La Corte di Cassazione ha stabilito che i canoni percepiti da un'Autorità Portuale per le concessioni demaniali non erano soggetti a IRES per l'anno d'imposta 2005. La decisione si basa sulla natura di ente pubblico non economico dell'Autorità e sull'esercizio di funzioni pubbliche. La successiva normativa, che ha introdotto la tassazione a seguito di una decisione UE sugli aiuti di Stato, non è retroattiva e si applica solo dal 1° gennaio 2022, lasciando validi i comportamenti passati.
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Imposta unica scommesse: bookmaker estero paga
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un avviso di accertamento per l'imposta unica scommesse a carico di un bookmaker estero operante in Italia senza concessione. Il ricorso della società è stato rigettato, stabilendo che la responsabilità fiscale sussiste anche per gli operatori stranieri, in solido con i gestori delle ricevitorie, per l'attività di raccolta gioco sul territorio nazionale per l'anno di imposta 2012.
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Motivazione cartella pagamento: basta il richiamo?
Una società di trasporti ha impugnato una cartella di pagamento per maggiori imposte, lamentando la carenza di motivazione e adducendo cause di forza maggiore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che per le cartelle derivanti da controllo automatizzato dei dati forniti dal contribuente, la motivazione può consistere nel mero richiamo alla dichiarazione dei redditi. Le presunte cause di forza maggiore, come un virus informatico, sono state ritenute non provate in giudizio.
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Decesso difensore Cassazione: rinvio per diritto difesa
A seguito della morte del legale di una società poco prima dell'udienza, la Corte di Cassazione ha concesso un rinvio. La Corte ha chiarito che, sebbene il decesso del difensore in Cassazione non interrompa automaticamente il processo, è necessario un rinvio per tutelare l'effettività del diritto di difesa e consentire al nuovo avvocato di prepararsi adeguatamente.
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Stabile Organizzazione: Cassazione su sede secondaria
Una società multinazionale operante nel settore tecnologico è stata oggetto di accertamento fiscale, poiché l'Amministrazione Finanziaria riteneva che la sua sede secondaria in Italia costituisse una Stabile Organizzazione. La controversia verteva sull'autonomia negoziale della filiale. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che il potere decisionale risiedeva presso la casa madre estera e non presso la sede italiana, escludendo così la presenza di una Stabile Organizzazione.
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Obbligo di motivazione: l’Agenzia deve rispondere?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell'obbligo di motivazione per l'Amministrazione Finanziaria. Con l'ordinanza n. 7237/2024, è stato stabilito che un avviso di accertamento è valido anche se non menziona esplicitamente le osservazioni presentate dal contribuente dopo il processo verbale di constatazione (PVC). L'ente impositore ha il dovere di valutare tali osservazioni, ma non di riportare tale valutazione nell'atto finale. La Corte ha quindi cassato la sentenza di merito che aveva annullato l'accertamento per questo motivo, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Accertamento induttivo: la prova da contabilità in nero
La Corte di Cassazione ha validato un accertamento induttivo nei confronti di un'impresa, basato su registrazioni contabili non ufficiali (file informatici) scoperte presso un suo fornitore. La Corte ha stabilito che tale documentazione, se analizzata insieme ad altri indizi concordanti come rapporti commerciali preesistenti, costituisce una presunzione valida e sufficiente per rettificare il reddito, annullando la decisione di un giudice di merito che l'aveva ritenuta insufficiente.
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Tassazione Autorità Portuali: niente IRES sui canoni
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando la non imponibilità ai fini IRES dei canoni demaniali percepiti da un'Autorità Portuale per l'anno d'imposta 2003. La decisione si fonda sulla distinzione tra la normativa nazionale vigente all'epoca, che escludeva tale tassazione, e le successive normative introdotte per conformarsi a una decisione della Commissione Europea. Quest'ultima, pur qualificando l'esenzione come aiuto di Stato, ne ha disposto la cessazione solo per il futuro, senza effetto retroattivo, salvaguardando così i periodi d'imposta precedenti.
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