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Giurisprudenza Tributaria

Imposta unica scommesse: il bookmaker estero paga
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di scommesse estera, confermando la sua responsabilità solidale con un centro trasmissione dati (CTD) italiano per il pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte ha stabilito che sia il bookmaker straniero sia il CTD sono soggetti passivi d'imposta, che la normativa è compatibile con il diritto UE e che, per i periodi d'imposta successivi al 2010, non è possibile invocare l'incertezza normativa per evitare le sanzioni.
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Onere della prova: Cassazione e deducibilità dei costi
Una società in liquidazione ha impugnato diversi avvisi di accertamento fiscale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che spetta al contribuente l'onere della prova circa l'esistenza, l'inerenza e la coerenza economica dei costi deducibili. La sola presentazione delle fatture, se non sufficientemente dettagliate, non basta a soddisfare tale onere.
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Cessazione materia del contendere: debito annullato
La Corte di Cassazione ha dichiarato la cessazione della materia del contendere in un caso fiscale. Un contribuente aveva impugnato una cartella esattoriale per vizi di notifica e motivazione. Tuttavia, durante il processo, è intervenuto il D.L. n. 119/2018 che ha annullato automaticamente i debiti fino a 1.000 euro affidati alla riscossione tra il 2000 e il 2010. Poiché il debito del contribuente rientrava in questa casistica, la Corte ha stabilito che la lite non aveva più ragione di esistere, compensando le spese legali tra le parti.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Un contribuente, a seguito di avvisi di accertamento per Irpef, Iva e Irap, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti mentre il caso era in Cassazione. La Corte, verificato il corretto perfezionamento della procedura e il mancato diniego da parte dell'Agenzia delle Entrate, ha dichiarato l'estinzione del giudizio senza entrare nel merito della pretesa fiscale.
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Deducibilità costi: onere della prova sul contribuente
Una società ha impugnato avvisi di accertamento relativi alla deducibilità di costi fatturati da una controllata, canoni di leasing e spese pubblicitarie. La Corte di Cassazione ha confermato che per la deducibilità costi l'onere della prova grava sul contribuente, che deve fornire documentazione specifica e non generica. Ha però accolto i ricorsi sulla competenza dei canoni di leasing e delle spese pubblicitarie, e ha annullato la sentenza sulle sanzioni per un vizio formale.
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Fatture generiche: onere della prova del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20717/2024, ha stabilito che le fatture generiche sono insufficienti a provare la deducibilità dei costi e la detraibilità dell'IVA. La Corte ha ribadito che l'onere della prova grava sul contribuente, il quale deve fornire elementi specifici che attestino l'esistenza, l'inerenza e la natura delle prestazioni ricevute, anche se fornite da terzi. La semplice contabilizzazione della spesa non è sufficiente. Il caso è stato rinviato alla corte di merito per un nuovo esame.
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Aiuti di Stato: Cassazione su agevolazioni fiscali
Una società beneficiava di agevolazioni fiscali per IVA e IRAP a seguito di un evento calamitoso, come previsto da una legge nazionale. L'Agenzia delle Entrate ha contestato tale beneficio. La Corte di Cassazione, applicando una decisione della Commissione Europea, ha stabilito che tali misure configurano "Aiuti di Stato" potenzialmente illegittimi. La Corte ha cassato la sentenza precedente e rinviato il caso al giudice di merito per verificare se l'aiuto rientri nelle soglie del regolamento "de minimis" e ha escluso l'applicabilità del beneficio all'IVA.
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Fatture soggettivamente inesistenti: onere prova
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20710/2024, ha stabilito che in caso di fatture soggettivamente inesistenti, spetta al contribuente l'onere di provare la reale effettività e inerenza dei costi per poterli dedurre. La Corte ha inoltre confermato che per la detrazione dell'IVA, il contribuente deve dimostrare la propria buona fede, superando la presunzione contraria derivante dall'uso di tali fatture.
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Amministratore di fatto: quando risponde delle sanzioni?
La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per la responsabilità personale dell'amministratore di fatto per sanzioni fiscali societarie. La Corte ha annullato una decisione che richiedeva all'Amministrazione Finanziaria una "certezza matematica" per provare l'uso della società come schermo. È stato stabilito che sono sufficienti prove basate su presunzioni gravi, precise e concordanti, come le ammissioni del contribuente. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione basata su questo corretto standard probatorio.
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Error in procedendo: fascicoli di merito necessari
In una controversia su dazi antidumping, l'Amministrazione doganale ricorre in Cassazione lamentando un vizio procedurale. La Corte Suprema, di fronte a un presunto 'error in procedendo' relativo all'ammissibilità del ricorso originario, ha stabilito la necessità di acquisire i fascicoli di merito dei gradi precedenti prima di poter decidere. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo in attesa della documentazione.
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Accertamento induttivo: sì a dati di anni precedenti
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, l'Amministrazione finanziaria può legittimamente procedere con un accertamento induttivo basandosi su dati di periodi d'imposta precedenti. In tale scenario, l'Ufficio può utilizzare presunzioni 'supersemplici', prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, invertendo l'onere della prova a carico del contribuente, il quale dovrà dimostrare che il reddito presunto non è stato prodotto o è stato prodotto in misura inferiore.
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COSAP concessionaria: quando è dovuto il canone?
Una società che gestisce una rete autostradale in concessione si opponeva al pagamento del canone per l'occupazione di suolo pubblico (COSAP) richiesto da una Provincia per il passaggio di un viadotto sopra una strada provinciale. La società sosteneva di dover essere esentata, agendo per conto dello Stato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il pagamento del COSAP da parte della concessionaria è dovuto. L'esenzione è un beneficio strettamente personale dello Stato e non si estende a una società privata che, pur gestendo un'opera pubblica, opera con finalità di lucro. L'occupazione dello spazio aereo è sufficiente a far scattare l'obbligo di pagamento del canone.
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Concorso illecito tributario: responsabilità del terzo
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20697/2024, ha stabilito che un professionista esterno (nella specie, un notaio) è sanzionabile per concorso illecito tributario anche quando la violazione è riferibile a una società con personalità giuridica. La Corte ha chiarito che l'art. 7 del D.L. 269/2003, che prevede la responsabilità esclusiva dell'ente, non esclude l'applicabilità dell'art. 9 del D.Lgs. 472/1997 ai terzi concorrenti, superando un precedente orientamento giurisprudenziale.
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Errore di fatto: i limiti della revocazione in Cassazione
Una società ha chiesto la revocazione di una sentenza della Corte di Cassazione, sostenendo un errore di fatto legato a una presunta doppia imposizione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che una valutazione errata delle prove costituisce un errore di giudizio, non un errore di fatto, e non può quindi giustificare la revocazione. Questo strumento non può essere utilizzato per riesaminare il merito della controversia.
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Responsabilità liquidatore: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20692/2024, ha chiarito i confini della responsabilità del liquidatore di una società. La Corte ha stabilito che la responsabilità per le sanzioni tributarie non è automatica ma richiede la prova di un vantaggio personale, mentre la responsabilità per le imposte non pagate deriva da una gestione negligente dei beni in fase di liquidazione. È stato accolto il ricorso del liquidatore, annullando la decisione che lo riteneva automaticamente responsabile, mentre è stato respinto il ricorso della società sportiva contro la revoca delle agevolazioni fiscali.
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Diritto di difesa: udienza negata e sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per violazione del diritto di difesa. Un contribuente aveva chiesto di discutere la causa in udienza da remoto, come previsto dalla normativa emergenziale. Il giudice, anziché concederla o attivare la procedura alternativa della trattazione scritta, ha deciso la causa basandosi solo sugli atti, negando di fatto il contraddittorio. La Suprema Corte ha stabilito che tale omissione causa la nullità della sentenza, riaffermando l'inviolabilità del diritto di difesa.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Un contribuente, dopo aver impugnato una cartella di pagamento fino alla Corte di Cassazione, aderisce a una definizione agevolata durante il processo. Avendo saldato il debito come previsto dalla procedura, la Corte Suprema dichiara l'estinzione dell'intero giudizio, stabilendo che le spese legali restino a carico di chi le ha sostenute.
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Tassabilità diritti edificatori: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione interviene sulla tassabilità dei diritti edificatori ai fini ICI. Con l'ordinanza n. 20685/2024, ha chiarito che i diritti derivanti da perequazione urbanistica, essendo una qualità intrinseca del terreno, sono tassabili. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva annullato un avviso di accertamento per vizi formali, senza indagare sulla natura perequativa o compensativa dei diritti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame sulla base di questi principi.
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Imposta Unica Scommesse: obblighi del bookmaker
Una società di scommesse estera ha contestato l'applicazione dell'Imposta Unica Scommesse per l'anno 2012. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la piena responsabilità solidale tra il bookmaker estero e il centro di trasmissione dati locale. La sentenza stabilisce la compatibilità della tassa con il diritto dell'Unione Europea, basandosi su precedenti pronunce della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia UE, e chiarisce che per le annualità successive al 2010 la normativa era sufficientemente chiara da giustificare l'applicazione di sanzioni.
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Esenzione IVA massofisioterapista: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'esenzione IVA per il massofisioterapista non è automatica per i professionisti che hanno conseguito il diploma dopo le riforme del settore sanitario (post 1999). La sentenza rigetta il ricorso di un professionista, affermando che la differente formazione rispetto ai laureati in fisioterapia giustifica un diverso trattamento fiscale. L'equipollenza dei titoli era una misura transitoria e non si applica ai diplomi più recenti, non violando né il principio di uguaglianza né quello di neutralità fiscale.
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