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Giurisprudenza Tributaria

Errore di fatto revocatorio: Cassazione e rinvio
Un ente pubblico impugna per errore di fatto revocatorio una sentenza della Cassazione. La Corte aveva deciso nel merito una causa sulla TOSAP, ignorando una questione di fatto (servitù di passaggio) che era rimasta assorbita nel giudizio di appello. Accogliendo il ricorso, la Cassazione revoca la sua precedente decisione e rinvia il caso al giudice di merito per un nuovo esame.
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Annullamento in autotutela: il Fisco si corregge
Una società cooperativa in fallimento ha impugnato un avviso di liquidazione per l'imposta di registro su una sentenza. Dopo un lungo iter giudiziario, durante il procedimento in Cassazione, l'Agenzia delle Entrate ha proceduto all'annullamento in autotutela dell'atto, riconoscendo un errore. La Suprema Corte ha quindi dichiarato la cessata materia del contendere, ponendo fine alla disputa e compensando le spese legali tra le parti.
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Stralcio debiti fiscali: estinzione del giudizio
Un contribuente aveva impugnato un'intimazione di pagamento per un debito erariale inferiore a 1.000 euro. Durante il giudizio di Cassazione, è intervenuta una normativa che ha previsto lo stralcio debiti fiscali di modesto importo. Poiché il debito in questione rientrava nei parametri della nuova legge, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, compensando le spese tra le parti.
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Responsabilità liquidatore società cancellata: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21596/2024, interviene sulla questione della responsabilità liquidatore società cancellata per debiti fiscali. Il caso riguardava un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA notificato al liquidatore e socio unico di una S.r.l. dopo la sua cancellazione dal registro delle imprese. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato l'atto per mancata prova della colpa del liquidatore. Ha invece affermato che la notifica all'ex socio è valida in virtù di un fenomeno successorio e che la responsabilità del liquidatore per le imposte sui redditi (IRES) deriva direttamente dalla legge (art. 36 D.P.R. 602/73), con presupposti differenti.
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Impugnativa estratti di ruolo: limiti e inammissibilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21597/2024, ha stabilito che l'impugnativa di un estratto di ruolo è inammissibile se il contribuente non dimostra un pregiudizio concreto e attuale derivante dall'iscrizione a ruolo. Riformando una decisione di merito favorevole a una società, la Corte ha applicato la recente normativa che limita fortemente la possibilità di contestare un estratto di ruolo per omessa notifica della cartella di pagamento sottostante, a meno che non si verifichino specifiche condizioni di danno previste dalla legge.
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Notifica via PEC: quando è inesistente nel processo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21594/2024, ha stabilito che la notifica via PEC di un atto di appello in un processo tributario è giuridicamente inesistente se effettuata prima dell'entrata in vigore del Processo Tributario Telematico (PTT) nella regione di competenza. Nel caso specifico, un contribuente aveva impugnato un avviso di pagamento per la tassa automobilistica, ma la notifica via PEC del 2015 è stata dichiarata inammissibile perché il PTT nel Lazio è stato attivato solo nel 2017. La Corte ha chiarito che tale vizio è insanabile e non può essere sanato nemmeno dalla costituzione in giudizio della controparte.
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Accertamento sintetico: la prova del contribuente
L'Amministrazione Finanziaria contesta il reddito di un contribuente per gli anni 2007-2008 tramite accertamento sintetico (redditometro). La Commissione Tributaria Regionale annulla gli avvisi, ma la Cassazione accoglie il ricorso dell'Agenzia. La Corte stabilisce che il giudice di merito ha errato nel calcolare lo scostamento tra reddito dichiarato (pari a zero) e accertato. Inoltre, la prova fornita dal contribuente sulla disponibilità di altri redditi per giustificare le spese era generica e insufficiente, non dimostrando né l'entità né la persistenza del possesso dei fondi. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Deducibilità spese rappresentanza: prova dell’inerenza
Una società di elettronica si è vista negare la deduzione di costi per omaggi ai clienti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per la deducibilità delle spese di rappresentanza è fondamentale che il contribuente fornisca la prova dell'inerenza del costo all'attività d'impresa. La sola congruità della spesa rispetto al fatturato non è considerata una prova sufficiente.
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Diniego di autotutela: quando è inammissibile il ricorso
La Corte di Cassazione ha chiarito che il ricorso contro un diniego di autotutela è inammissibile se mira a contestare il merito di un atto impositivo (come un'iscrizione ipotecaria) divenuto definitivo per mancata impugnazione nei termini. Un contribuente aveva contestato un diniego parziale di sgravio fiscale, ma non aveva precedentemente impugnato l'iscrizione ipotecaria basata sulle stesse cartelle. La Corte ha stabilito che non è possibile aggirare i termini di decadenza attraverso l'istanza di autotutela, a meno che non si deducano ragioni di rilevante interesse generale per la rimozione dell'atto. Di conseguenza, il ricorso originario del contribuente è stato dichiarato inammissibile.
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Responsabilità soci società estinta: la Cassazione attende
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso un giudizio riguardante un accertamento fiscale per Ires, Irap e IVA a carico di una società, poi cancellata dal registro imprese. Il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria era stato proposto contro l'ex socio unico. La Corte ha rinviato il caso, in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite sulla questione fondamentale della responsabilità soci società estinta per le obbligazioni tributarie, ritenuta questione di massima importanza e oggetto di un precedente rinvio.
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Avviso di accertamento motivazione: basta il criterio
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per un maggior valore immobiliare. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per una corretta motivazione dell'atto è sufficiente che l'Agenzia delle Entrate indichi i criteri astratti utilizzati (metodo comparativo, dati OMI, immobili simili), senza l'obbligo di allegare immediatamente tutti gli atti di confronto. La prova completa dei fatti può essere fornita nella successiva fase giudiziale, garantendo comunque il diritto di difesa del contribuente.
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Società a ristretta base: utili ai soci, la guida
La Cassazione chiarisce la presunzione di distribuzione degli utili in una società a ristretta base. Anche in assenza di vincoli familiari, i ricavi non dichiarati si presumono distribuiti ai soci. Spetta al contribuente fornire la prova contraria. L'ordinanza annulla la decisione di merito che aveva erroneamente escluso tale presunzione, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Iscrizione ipotecaria: la Cassazione decide sul caso
La Corte di Cassazione esamina un ricorso presentato da un contribuente contro l'Agenzia delle Entrate in materia di iscrizione ipotecaria. Il caso verte sull'annullamento di una sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva a sua volta annullato una decisione di primo grado sfavorevole al cittadino.
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Contrasto motivazione dispositivo: sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria a causa di un insanabile contrasto motivazione dispositivo. I giudici di secondo grado avevano accolto l'appello dell'Agenzia delle Entrate nel dispositivo, ma nelle motivazioni avevano dato ragione al contribuente. Questo vizio ha reso impossibile individuare il comando giudiziale, portando alla cassazione con rinvio per un nuovo esame.
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Avviso di accertamento anticipato: legittimo per frode
Una società e il suo socio unico contestavano un avviso di accertamento IVA, sostenendo fosse nullo perché notificato a una società già estinta e perché emesso prima del termine dilatorio di 60 giorni. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, stabilendo che un avviso di accertamento anticipato è legittimo in presenza di ragioni d'urgenza, come la partecipazione a una grave frode fiscale, per prevenire ulteriori danni all'Erario. La notifica all'ex socio unico della società estinta è stata inoltre ritenuta valida in virtù della successione nei debiti sociali.
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Accertamento valore immobile: la motivazione dell’atto
Una società immobiliare ha impugnato un avviso di accertamento con cui l'Agenzia delle Entrate aveva rettificato il valore di un complesso immobiliare oggetto di compravendita. La società sosteneva che l'atto fosse immotivato e che non tenesse conto della natura di "vendita in blocco". La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la motivazione dell'accertamento valore immobile è sufficiente se indica i criteri di valutazione, come il riferimento a una perizia con dati comparativi. I giudici hanno chiarito che le contestazioni sui fatti e sulla valutazione delle prove non sono ammissibili in Cassazione e che l'onere di dimostrare un valore inferiore spetta al contribuente.
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Distrazione spese legali: sì alla correzione materiale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione spese legali in favore del difensore costituisce un errore materiale. In un caso contro l'Amministrazione Finanziaria, dove una società era risultata vittoriosa, la sentenza iniziale aveva omesso di disporre il pagamento diretto delle spese all'avvocato. La Corte ha corretto la propria sentenza tramite un'ordinanza, affermando che il rimedio corretto è la procedura di correzione di errore materiale e non un mezzo di impugnazione ordinario, in linea con i principi di celerità processuale.
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Notifica diretta cartella: valida consegna al portiere
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente che contestava un pignoramento basato su una presunta nullità della notifica della cartella di pagamento presupposta. Il ricorrente sosteneva che, essendo stata consegnata al portiere, fosse necessaria una seconda raccomandata informativa. La Corte ha chiarito che la notifica diretta cartella, eseguita dall'agente della riscossione tramite posta raccomandata, segue le norme del servizio postale ordinario e non quelle della L. 890/1982. Pertanto, la notifica si perfeziona con la consegna al domicilio del destinatario, attestata dall'avviso di ricevimento, senza necessità di ulteriori adempimenti come la seconda raccomandata.
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Notifica nulla: quando la conoscenza sana il vizio
La Corte di Cassazione chiarisce la differenza tra notifica nulla e inesistente. In un caso di notifica nulla di cartelle di pagamento, la Corte ha stabilito che la successiva richiesta di rateizzazione da parte del contribuente dimostra la sua piena conoscenza dell'atto, sanando il vizio originario. Di conseguenza, non avendo impugnato le cartelle entro i termini decorrenti da tale conoscenza, la pretesa fiscale è divenuta definitiva e non più contestabile.
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Somministrazione di manodopera: costi indeducibili
Un'azienda ha impugnato un avviso di accertamento fiscale relativo a costi e IVA per un contratto che l'Agenzia Fiscale ha ritenuto essere una somministrazione di manodopera illecita, mascherata da appalto di servizi. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo l'indeducibilità dei costi e l'indetraibilità dell'IVA, poiché il contratto è stato correttamente qualificato come nullo. È stata inoltre confermata l'indeducibilità di perdite su crediti per mancanza di prova di tentativi di recupero.
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