Un imprenditore edile, condannato per gestione illecita di rifiuti, si è visto infliggere in appello una pena errata: reclusione e multa invece di arresto e ammenda. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso su questo punto, procedendo alla correzione di quello che è stato definito un ‘errore materiale pena’. La sentenza chiarisce i limiti dell’intervento correttivo della Suprema Corte, distinguendo gli errori formali, emendabili, dalle valutazioni di merito, non sindacabili in sede di legittimità. Il resto del ricorso è stato rigettato.
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