Una donna, assolta dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, si è vista negare la riparazione per ingiusta detenzione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ritenendo che la sua condotta, caratterizzata da un atteggiamento di connivenza e da un ruolo di intermediaria per il marito, costituisse una colpa grave. Tale comportamento, pur non penalmente rilevante, ha creato una forte apparenza di colpevolezza, giustificando il diniego dell’indennizzo.
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