La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di inammissibilità di un appello presentato un giorno oltre il termine perentorio. L’ordinanza impugnata, emessa dalla Corte di Appello, aveva correttamente rilevato l’intempestività del deposito. La Suprema Corte ha chiarito che la verifica del rispetto dei termini è un dovere del giudice dell’impugnazione. Le giustificazioni addotte dal ricorrente, relative a una presunta causa di forza maggiore di natura informatica, sono state oggetto di un procedimento separato per la restituzione nel termine e non hanno potuto sanare l’originaria inammissibilità dell’appello tardivo. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.
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