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Giurisprudenza Penale

Resistenza a pubblico ufficiale: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per resistenza a pubblico ufficiale. L'imputato, trovato in possesso di stupefacenti, aveva tentato la fuga e ingaggiato una colluttazione con gli agenti. Il ricorso è stato giudicato generico e manifestamente infondato, confermando sia la responsabilità penale sia l'adeguatezza della sanzione, motivata dalla gravità della condotta e dall'intensità del dolo.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità ricorso Cassazione proposto da un imputato. I motivi sono stati ritenuti generici, in quanto non contestavano specificamente la motivazione della Corte d'Appello sulla pena, ma si limitavano a richiederne una più mite. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro.
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Sospensione prescrizione per sciopero avvocati: Cass.
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato per evasione, confermando che la sospensione prescrizione dovuta all'adesione del difensore a uno sciopero di categoria è valida e prevale su altre cause concomitanti, come l'assenza di testimoni. L'ordinanza ribadisce anche che allontanarsi dall'abitazione, anche per un breve tratto, integra il reato di evasione.
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Accompagnamento coattivo: non è atto arbitrario
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, stabilendo che l'accompagnamento coattivo presso un ufficio di polizia per l'identificazione di un soggetto non costituisce un atto arbitrario. La decisione sottolinea che le valutazioni sui fatti e sulle prove sono di competenza esclusiva dei giudici di merito e che l'inammissibilità del ricorso comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile: genericità e oneri economici
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi addotti. L'imputato, condannato per aver simulato un sinistro stradale, ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito precluso al giudice di legittimità. La decisione sottolinea come la mancanza di critiche specifiche alla sentenza impugnata renda il ricorso inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.
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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11249/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che, dopo la riforma dell'art. 62-bis c.p., il solo stato di incensuratezza non basta, essendo necessaria la dimostrazione di elementi di segno positivo che giustifichino una riduzione della pena.
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Inammissibilità appello: la Cassazione e la riforma
La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità di un appello penale a causa della mancanza dei nuovi requisiti formali introdotti dalla Riforma Cartabia. In particolare, per un imputato assente in giudizio, è risultato fatale il mancato deposito dello specifico mandato ad impugnare e della dichiarazione di domicilio. La Corte ha ritenuto tale requisito una scelta legislativa non irragionevole, volta a garantire che l'impugnazione sia frutto di una volontà ponderata e personale dell'interessato, rigettando le questioni di legittimità costituzionale.
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Resistenza a pubblico ufficiale: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale. I giudici hanno ritenuto il ricorso manifestamente infondato poiché le argomentazioni non contestavano in modo specifico la dettagliata motivazione della sentenza d'appello, che aveva già accertato la responsabilità penale oltre ogni ragionevole dubbio. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Tenuità del fatto: no con precedenti specifici
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, escludendo l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e genericità del ricorso, ma soprattutto sulla presenza di numerosi precedenti penali a carico del ricorrente, di cui due specifici per reati della stessa indole. La Corte ha ritenuto ampiamente giustificata la motivazione della corte d'appello, che aveva già sottolineato l'inconsistenza della versione difensiva.
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Recidiva: quando i precedenti giustificano l’aumento
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza e lesioni, confermando la correttezza della valutazione sulla recidiva. La Corte ha ritenuto che i numerosi precedenti penali e le modalità del fatto dimostrassero una concreta pericolosità sociale e una maggiore capacità a delinquere, giustificando così l'aggravante.
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Esimente art. 384 c.p.: non vale se avvisati
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'imputata, confermando che l'esimente art. 384 c.p. non si applica al familiare che rende falsa testimonianza dopo essere stato informato della facoltà di astenersi dal deporre. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: quando è infondato
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una condanna per il reato di evasione. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del motivo di ricorso, poiché la Corte d'Appello aveva già fornito una motivazione logica e puntuale sulla sussistenza del reato, in particolare riguardo all'elemento soggettivo. L'inammissibilità del ricorso in Cassazione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso patteggiamento: i limiti stretti dell’appello
La Corte di Cassazione, con ordinanza del 16/02/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. La Corte ha ribadito che il cosiddetto ricorso patteggiamento è consentito solo per i motivi tassativamente elencati dall'art. 448, comma 2-bis, c.p.p., escludendo censure sulla valutazione del giudice circa la possibile assoluzione dell'imputato. Optare per il patteggiamento implica una rinuncia a contestare la colpevolezza.
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Ricorso inammissibile: fuga e manovre pericolose
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per una condotta pericolosa durante una fuga in auto. I motivi, basati su una diversa ricostruzione dei fatti e sulla richiesta di attenuanti generiche per incensuratezza, sono stati ritenuti generici, reiterativi e manifestamente infondati. La Corte ha confermato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Concordato in appello: limiti al ricorso per Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11260/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da due imputati. Essi, dopo aver ottenuto una riduzione di pena tramite un "concordato in appello" (ex art. 599-bis c.p.p.) e aver rinunciato agli altri motivi, avevano comunque impugnato la decisione. La Corte ha stabilito che l'accordo ha un effetto preclusivo che si estende anche al ricorso di legittimità, rendendolo inammissibile.
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Ricorso in Cassazione: i requisiti di ammissibilità
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso in Cassazione perché proposto e sottoscritto personalmente dall'imputato. La decisione si fonda sull'articolo 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell'atto da parte di un difensore iscritto all'albo speciale della Corte. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria.
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Concordato in appello: limiti del ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (cd. concordato in appello), aveva impugnato la sentenza. La Corte ha chiarito che la rinuncia ai motivi di merito limita la possibilità di ricorso, rendendolo nullo se basato su punti oggetto dell'accordo.
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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla genericità del motivo di appello e sulla giustificazione implicita del diniego, basata sui precedenti penali del ricorrente. La Corte ha ribadito che non può effettuare una nuova valutazione sulla congruità della pena se la decisione impugnata non è illogica o arbitraria.
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Detenzione domiciliare: obbligo di motivazione
La Corte di Cassazione annulla parzialmente un'ordinanza che, nel revocare l'affidamento in prova per gravi violazioni, aveva omesso di pronunciarsi sulla richiesta subordinata di detenzione domiciliare. Viene sancito il principio per cui il giudice ha sempre l'obbligo di fornire una risposta motivata a tale istanza, anche per dichiararla inammissibile o inidonea, non potendo la risposta essere desunta implicitamente.
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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato dalla Corte d'Appello di Venezia per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e reati minori in materia di stupefacenti. Il motivo del rigetto risiede nella natura manifestamente infondata e generica del motivo di ricorso. La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d'appello fosse logica e coerente, confermando così la condanna e addebitando al ricorrente le spese processuali e un'ammenda di tremila euro. Questo caso sottolinea l'importanza di presentare un ricorso specifico per evitare una dichiarazione di ricorso inammissibile.
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