LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Penale

Prova indiziaria: come si valuta nel furto aggravato

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per furto pluriaggravato a carico di tre persone, basata esclusivamente su un complesso di prove indiziarie. Il caso riguardava un furto notturno di ingenti quantità di prodotti alimentari. Le prove includevano riprese video, dati di celle telefoniche e il noleggio di un autoarticolato. La Corte ha rigettato i ricorsi, affermando che un quadro indiziario grave, preciso e concordante è pienamente sufficiente a fondare un giudizio di colpevolezza, respingendo le tesi difensive sulla presunta insufficienza degli elementi e su vizi procedurali.

Continua »
Furto in abitazione: quando il reato è consumato?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6998/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due donne condannate per furto in abitazione. Le ricorrenti sostenevano che il reato fosse solo tentato, poiché erano state fermate all’interno del condominio e non all’esterno. La Corte ha ribadito che il furto in abitazione si considera consumato nel momento in cui si esce dall’appartamento con la refurtiva, acquisendo così l’autonoma disponibilità dei beni. Ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche, poiché la confessione era stata resa solo perché colte in flagranza di reato.

Continua »
Omicidio stradale: la colpa è sempre del conducente?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per omicidio stradale. La Corte ha stabilito che, nonostante la condotta potenzialmente imprudente del pedone e la scarsa visibilità delle strisce, la responsabilità del conducente non viene meno. È stato ribadito l’obbligo di prevedere e prevenire anche i comportamenti irregolari degli altri utenti della strada, a meno che non costituiscano un evento eccezionale e totalmente imprevedibile.

Continua »
Responsabilità del capo cantoniere: il dovere di segnalare

Un capo cantoniere è stato ritenuto civilmente responsabile per un incidente mortale causato da barriere stradali inadeguate, nonostante il reato penale sia stato dichiarato prescritto. La Cassazione ha stabilito che la sua responsabilità del capo cantoniere sussiste per l’omessa segnalazione del pericolo, un dovere primario che non viene meno anche se i superiori erano già a conoscenza della criticità. La sua omissione ha interrotto la catena di interventi per la messa in sicurezza.

Continua »
Consulenza tecnica: il PM non ha sempre ragione

In un caso di omicidio stradale, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della parte civile che sosteneva una presunta maggiore attendibilità della consulenza tecnica del Pubblico Ministero. La Corte ha ribadito che non esiste alcuna gerarchia tra le consulenze: il giudice ha il dovere di valutarle tutte criticamente, motivando la propria scelta senza automatismi, in quanto unico “esperto degli esperti” (iudex peritus peritorum).

Continua »
Riparazione ingiusta detenzione: la colpa grave

La Cassazione nega la riparazione per ingiusta detenzione a un professionista assolto dal reato di bancarotta. Nonostante l’assoluzione, il suo comportamento negligente (aver fatto da tramite e ospitato riunioni per pianificare l’illecito) è stato qualificato come colpa grave, causa ostativa al risarcimento, in quanto ha generato l’apparenza di un suo coinvolgimento criminale.

Continua »
Rimessione in termine: quando il ricorso è tardivo

Un individuo, condannato per furto, ha richiesto la rimessione in termine per appellare la sentenza, sostenendo che il suo precedente avvocato non avesse agito. La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità della richiesta, evidenziando che l’imputato era a conoscenza della condanna da quasi tre anni, rendendo la sua istanza irrimediabilmente tardiva e priva dei presupposti di legge.

Continua »
Riparazione ingiusta detenzione negata per colpa grave

Una donna, assolta dall’accusa di associazione camorristica, si è vista negare la riparazione per ingiusta detenzione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ritenendo che la sua condotta, caratterizzata da ‘colpa grave’ per i suoi legami e le sue attività ambigue con l’organizzazione criminale del marito, avesse contribuito a causare la sua detenzione, rendendo irrilevante la successiva assoluzione ai fini del risarcimento.

Continua »
Provvedimento abnorme: quando è impugnabile?

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del provvedimento abnorme. Con la sentenza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un decreto del GIP che restituiva gli atti per un vizio di forma nel deposito. Secondo la Corte, tale atto non causa una stasi insuperabile del procedimento e, pertanto, non è impugnabile per abnormità.

Continua »
Appello penale: inammissibilità e domicilio specifico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello penale perché l’atto mancava di un riferimento specifico all’elezione di domicilio. La sentenza chiarisce che una dicitura generica come ‘come da nomina in atti’ non soddisfa i requisiti di specificità richiesti dalla legge per gli atti depositati prima del 25 agosto 2024, rendendo l’impugnazione non valida.

Continua »
Riparazione ingiusta detenzione: colpa grave e oneri

Un professionista, assolto dall’accusa di frode dopo 495 giorni di arresti domiciliari, aveva ottenuto la riparazione per ingiusta detenzione. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il giudice deve valutare autonomamente se la condotta del soggetto, pur non essendo reato, costituisca una colpa grave che ha contribuito a causare la detenzione, separando così il giudizio penale da quello riparatorio.

Continua »
Rinuncia tacita sospensione condizionale: sì al LPU

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7012/2025, ha stabilito che la richiesta di sostituire una pena pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità comporta una rinuncia tacita alla sospensione condizionale della pena, precedentemente concessa. L’incompatibilità tra i due istituti impone di accogliere la richiesta del condannato, essendo il lavoro di pubblica utilità un trattamento più favorevole. Di conseguenza, il diniego del Giudice per le Indagini Preliminari è stato annullato con rinvio.

Continua »
Correzione errore materiale: data di nascita errata

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per la correzione di un errore materiale in una precedente sentenza. L’errore riguardava la data di nascita di una persona, erroneamente indicata. Su istanza dell’ufficio esecuzione penale e sulla base della documentazione anagrafica, la Corte ha disposto la rettifica dell’atto, ripristinando la data corretta. Questo caso evidenzia l’importanza della procedura di correzione errore materiale per garantire l’accuratezza formale degli atti giudiziari.

Continua »
Presunzione di reddito: no al gratuito patrocinio

La Corte di Cassazione ha confermato il diniego del patrocinio a spese dello Stato a un soggetto condannato per associazione di tipo mafioso. La Corte ha ribadito che la presunzione di reddito, prevista dalla legge per tali reati, impone al richiedente l’onere di fornire prove concrete e specifiche per dimostrare la propria indigenza e l’assenza di proventi illeciti, onere non soddisfatto nel caso di specie. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Continua »
Revoca patente guida in stato di ebbrezza: è automatica?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’automobilista condannata per guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l e per aver causato un incidente. La Corte ha confermato che la revoca patente guida in stato di ebbrezza, in questi casi, è una sanzione accessoria automatica e obbligatoria, non soggetta a discrezionalità del giudice né a un obbligo di motivazione specifica, richiamando una precedente sentenza della Corte Costituzionale.

Continua »
Presunzione di reddito: come ottenere il gratuito patrocinio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per reati associativi contro il diniego del patrocinio a spese dello Stato. La sentenza ribadisce che per superare la presunzione di reddito, non è sufficiente documentare i redditi leciti, ma occorre fornire prove concrete che dimostrino l’assenza di proventi illeciti, invertendo di fatto l’onere della prova a carico del richiedente.

Continua »
Gratuito patrocinio e presunzione di reddito illecito

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per gravi reati contro il diniego del gratuito patrocinio. La Corte ha stabilito che la presunzione legale di possesso di redditi illeciti, prevista per tali condannati, non può essere superata da prove documentali non vincolanti, come precedenti ammissioni al beneficio in altri procedimenti o informative fiscali limitate ai soli redditi leciti. È stato ritenuto logico e sufficientemente motivato il ragionamento del tribunale che, basandosi su massime di esperienza, ha considerato la posizione apicale del soggetto in un’associazione criminale come indicativa della disponibilità di fondi illeciti.

Continua »
Testimonianza contraddittoria: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per omicidio stradale a causa di una testimonianza contraddittoria. La teste oculare ha fornito due versioni opposte sulla dinamica dell’incidente, in particolare sul colore del semaforo. La Corte ha ritenuto insufficiente la motivazione della sentenza d’appello nel giustificare la scelta di una versione rispetto all’altra, ordinando un nuovo processo per una valutazione più approfondita della prova.

Continua »
Dichiarazione fraudolenta: il dolo specifico non escluso

Un imprenditore, condannato per dichiarazione fraudolenta tramite l’uso di elementi passivi fittizi, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che il suo scopo principale non era evadere le tasse, ma ottenere liquidità dalle banche. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il dolo specifico del reato fiscale non è escluso dalla presenza di finalità ulteriori. Inoltre, ha chiarito che per il superamento della soglia di punibilità si considera l’ammontare del credito inesistente esposto in dichiarazione, nel caso di specie pari a oltre 53.000 euro.

Continua »
Dolo eventuale: coltivazione di varietà vegetale protetta

Un imprenditore agricolo, condannato per aver coltivato pomodori di una varietà protetta da brevetto, viene assolto dalla Cassazione. La Corte ha ritenuto non provato il dolo eventuale, elemento psicologico necessario per la configurabilità del reato, annullando la sentenza perché il fatto non costituisce reato.

Continua »