La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6974/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto agli arresti domiciliari a cui era stata revocata l’autorizzazione al lavoro. La Corte ha stabilito che un’autorizzazione continuativa a recarsi al lavoro non è una mera modalità esecutiva, ma una modifica strutturale della misura, e quindi appellabile dal Pubblico Ministero. Inoltre, ha confermato che l’autorizzazione al lavoro è concessa solo per indispensabili esigenze di vita o assoluta indigenza, presupposti non riscontrati nel caso di specie, data la partecipazione dell’imputato in una società economicamente sana.
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