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Giurisprudenza Penale

Detenzione domiciliare: no se c’è rischio recidiva
La Corte di Cassazione ha confermato il diniego della detenzione domiciliare a un soggetto ritenuto socialmente pericoloso. La decisione si fonda sulla persistenza di una condotta criminale, anche durante un precedente affidamento in prova, e sulla valutazione del rischio di recidiva basata non solo su condanne definitive, ma anche su carichi pendenti e sentenze non ancora passate in giudicato.
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DASPO e termini di difesa: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un provvedimento di DASPO con obbligo di presentazione, nonostante l'ordinanza di convalida fosse stata emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso per la difesa. La Corte ha stabilito che, trattandosi di nullità a regime intermedio, il ricorrente avrebbe dovuto dimostrare un pregiudizio concreto e attuale, cosa non avvenuta. Rigettati anche i motivi su carenza di motivazione e applicabilità del DASPO alle amichevoli.
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Ordine di demolizione: inammissibile il ricorso nuovo
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso degli eredi contro un ordine di demolizione. I motivi, relativi alla mancata notifica a un coerede e alla violazione del principio di proporzionalità, sono stati considerati 'questioni nuove' in quanto non sollevati dinanzi al giudice dell'esecuzione. La Corte ha inoltre evidenziato che le istanze di condono erano state definitivamente respinte, rendendo l'ordine esecutivo.
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Obbligo di presentazione: quando è valido il DASPO?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un tifoso contro un DASPO con obbligo di presentazione. La sentenza chiarisce che la convalida del provvedimento prima dello scadere del termine di 48 ore non ne causa automaticamente la nullità, a meno che l'interessato non dimostri un pregiudizio concreto al suo diritto di difesa. La Corte ha inoltre confermato la legittimità dell'applicazione dell'obbligo di presentazione anche per le partite amichevoli e ha ritenuto sufficiente la motivazione basata sulla gravità dei fatti e sui precedenti del soggetto.
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Indebita compensazione: inammissibile ricorso Cassazione
Un consulente è stato condannato per aver orchestrato un sistema di indebita compensazione utilizzando crediti fiscali inesistenti per conto di società clienti. Ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che le testimonianze chiave contro di lui fossero inutilizzabili. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che le dichiarazioni di una persona non ancora indagata, anche se auto-incriminanti, costituiscono una prova valida contro terzi. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile per l'infondatezza di tutti i motivi presentati.
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Resistenza a pubblico ufficiale: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due individui condannati per resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha rigettato la richiesta di attenuanti generiche per uno e confermato il dolo per l'altro, chiarendo l'inapplicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) a questo specifico reato quando commesso contro un ufficiale in servizio.
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Ricorso inammissibile: requisiti di specificità
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all'art. 385 c.p. Il motivo, relativo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), è stato giudicato totalmente privo di specificità, in quanto non indicava le ragioni di diritto o i dati di fatto a sostegno della richiesta. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.
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Ricorso inammissibile: evasione e motivi generici
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per evasione, poiché i motivi presentati erano generici. L'appello non contestava efficacemente l'identificazione basata su video né forniva argomenti di fatto o di diritto a sostegno della richiesta di attenuanti, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all'art. 385 c.p. L'appello, incentrato sulla severità della pena e sulla mancata concessione delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato e basato su valutazioni di fatto, non sindacabili in sede di legittimità, confermando la logicità della decisione della Corte d'Appello.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: analisi del caso
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 34105/2024, ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza di condanna per il reato di evasione. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e sulla natura fattuale dei motivi proposti, confermando la correttezza della motivazione del giudice di merito riguardo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L'inammissibilità ricorso Cassazione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile evasione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il reato di evasione. L'imputato sosteneva la sussistenza della scriminante dello stato di necessità, ma la Suprema Corte ha ritenuto il motivo di ricorso generico e basato su mere asserzioni in fatto. Di conseguenza, confermando la logicità della decisione della Corte d'Appello, ha dichiarato il ricorso inammissibile evasione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Recidiva: quando il ricorso in Cassazione è infondato
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la conferma della circostanza aggravante della recidiva. La Corte ha ritenuto la motivazione della Corte d'Appello logica e completa, basata sui numerosi e gravi precedenti penali del ricorrente, indicatori di una sua accresciuta pericolosità sociale.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la prescrizione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per evasione. Il motivo principale, relativo alla prescrizione del reato, è stato ritenuto infondato poiché, includendo la recidiva e i periodi di sospensione, il termine non era ancora scaduto. Inoltre, la Corte ha ribadito che la pena concordata in appello non può essere contestata se non è illegale. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di evasione. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e genericità del motivo di ricorso, in particolare riguardo al mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Corte ha confermato la logicità e coerenza della motivazione del giudice d'appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Reazione ad atto arbitrario: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna per condotta aggressiva verso un pubblico ufficiale. L'imputato sosteneva si trattasse di una reazione ad atto arbitrario, ma i giudici hanno confermato la legittimità dell'operato del p.u., bollando i motivi del ricorso come una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione, confermando la decisione di non concedere le attenuanti generiche. La scelta del giudice di merito è stata ritenuta logica e ben motivata, basandosi sui numerosi precedenti penali del ricorrente, sulla gravità del reato commesso e sull'assenza di elementi positivi a suo favore.
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Ricorso inammissibile: i termini per i motivi nuovi
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della presentazione tardiva dei motivi nuovi di appello, oltre il termine di 15 giorni previsto. L'istanza di accesso alla giustizia riparativa è stata inoltre giudicata non proponibile in sede di legittimità, confermando la decisione della Corte d'Appello. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di un'ammenda.
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Ricorso inammissibile: quando le censure sono generiche
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Il motivo di ricorso, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato e generico, poiché non contestava specificamente la logica e coerente motivazione della Corte d'Appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Inammissibilità del ricorso: motivi non specifici
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d'Appello. La decisione si fonda sulla natura ripetitiva e generica dei motivi d'appello, che non contestavano efficacemente le valutazioni del giudice di merito su pena, attenuanti e sospensione condizionale. La Corte ha quindi confermato la condanna dell'imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile evasione: i motivi della Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di evasione ai sensi dell'art. 385 c.p. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi proposti, che risultavano diversi da quelli presentati in appello, e sull'introduzione di nuove questioni di fatto non precedentemente esaminate. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando l'importanza di formulare censure specifiche e pertinenti in sede di impugnazione.
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