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Giurisprudenza Penale

Estradizione processuale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di un cittadino straniero contro la concessione della sua estradizione. La sentenza chiarisce i limiti del controllo del giudice italiano in materia di estradizione processuale, specificando che la valutazione sulla prescrizione del reato e sui gravi indizi di colpevolezza è circoscritta. Inoltre, si afferma che le rassicurazioni dello Stato richiedente sulle condizioni detentive sono sufficienti, e che il radicamento sociale in Italia non costituisce un motivo per negare la consegna.
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Riciclaggio e gioco d’azzardo: la Cassazione decide
La Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per riciclaggio, stabilendo una distinzione chiave: l'investimento di denaro illecito in titoli finanziari integra il reato, mentre il suo utilizzo nel gioco d'azzardo non rientra nella fattispecie dell'art. 648-bis c.p., in assenza di prove di vincite 'ripulite'. La Corte ha sottolineato che solo l'autoriciclaggio menziona esplicitamente le attività speculative.
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Peculato: la Cassazione chiarisce la nozione di possesso
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37757/2025, ha rigettato il ricorso di un pubblico ufficiale condannato per peculato, chiarendo che il possesso di denaro pubblico non richiede la detenzione materiale, ma è sufficiente la disponibilità giuridica dei fondi per configurare il reato.
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Traffico influenze illecite: la Cassazione chiarisce
Con la sentenza n. 37758 del 2025, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato una condanna per il reato di traffico di influenze illecite. La Corte ha chiarito che il delitto si configura anche se la mediazione verso il pubblico ufficiale non va a buon fine e l'influenza è solo millantata. Questa pronuncia è cruciale per distinguere l'attività di lobbying legittima dal reato di traffico di influenze illecite, sottolineando che l'elemento chiave è l'accordo illecito per una mediazione remunerata.
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Confisca di prevenzione: la Cassazione annulla con rinvio
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di confisca di prevenzione basata sulla pericolosità sociale di un imprenditore. Ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei familiari e di un socio, chiarendo che i terzi possono solo rivendicare la titolarità effettiva dei beni. Ha invece parzialmente accolto il ricorso del soggetto principale, annullando la confisca per alcuni specifici beni a causa di un difetto di motivazione sulla sproporzione patrimoniale e rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Ricusazione del giudice: i termini perentori
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava l'incompatibilità del giudice dell'esecuzione. La Corte ha stabilito che la questione doveva essere sollevata tramite l'istituto della ricusazione del giudice entro termini di decadenza stringenti, e non per la prima volta con il ricorso in Cassazione. La tardività della contestazione ha reso l'impugnazione non esaminabile nel merito.
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Convalida DASPO: 48 ore per la difesa o è nullo
La Cassazione ha annullato l'ordinanza di convalida DASPO con obbligo di firma perché emessa prima delle 48 ore concesse alla difesa. La Corte ha stabilito che la violazione di questo termine dilatorio causa una nullità insanabile, in quanto il pregiudizio al diritto di difesa è implicito e non richiede una prova specifica di danno.
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Detenzione domiciliare: i limiti di pena per ottenerla
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato avverso la revoca dell'affidamento in prova. La Corte chiarisce che l'istanza subordinata di detenzione domiciliare era ab origine inammissibile, poiché la pena residua da scontare (due anni e sette mesi) superava il limite legale di due anni previsto dall'art. 47-ter ord. pen. Pertanto, l'omessa pronuncia del giudice su un'istanza inammissibile non costituisce un vizio che giustifichi l'annullamento del provvedimento.
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Differimento pena per salute: quando viene negato?
La Corte di Cassazione ha negato il differimento pena per salute a un detenuto con gravi patologie, ritenendo le sue condizioni compatibili con il regime carcerario e la sua pericolosità sociale prevalente sul diritto a una misura alternativa.
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Aumento di pena: la Cassazione richiede motivazione
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che rideterminava una pena complessiva per più reati. Il motivo è la mancata specifica motivazione riguardo all'aumento di pena applicato per uno dei reati satellite. La Corte ha ribadito che, nel contesto del reato continuato, il giudice deve giustificare distintamente l'aumento per ciascun illecito, non potendo limitarsi a formule generiche o a un mero rinvio alla sentenza precedente. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
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Detenzione materiale pirotecnico: reato di esplosivi
Un commerciante è stato condannato per detenzione illegale di esplosivi per aver custodito 110 kg di fuochi d'artificio nel suo negozio senza licenza. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, stabilendo che la grande quantità, le pessime condizioni di stoccaggio e l'ubicazione hanno trasformato la detenzione di materiale pirotecnico in un reato grave. È il contesto complessivo, non il singolo articolo, a determinare il potenziale pericolo.
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Quasi flagranza e arresto: il caso della Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un arresto per spaccio di droga, avvenuto in stato di quasi flagranza. L'individuo, fermato subito dopo aver ceduto una dose, è stato ritenuto correttamente arrestato poiché l'inseguimento della polizia è scattato immediatamente dopo la constatazione del reato, rendendo l'operazione valida.
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Termine deposito motivazione: cosa dice la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato il cui appello era stato giudicato tardivo. Il ricorrente sosteneva un errore nel calcolo del termine deposito motivazione, ma la Corte ha stabilito che fa fede quanto riportato nel verbale d'udienza, che indicava un termine di 15 giorni e non di 90 come asserito dalla difesa. La decisione conferma che la mancata indicazione di un termine specifico nel dispositivo comporta l'applicazione del termine legale, rendendo l'impugnazione tardiva e quindi inammissibile.
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Termini indagini preliminari: quando è lecita?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato in custodia cautelare per spaccio. La Corte ha chiarito che l'emersione di nuovi fatti criminosi giustifica una nuova iscrizione nel registro degli indagati, facendo decorrere nuovi termini indagini preliminari. Di conseguenza, le prove raccolte sono state ritenute utilizzabili e la misura cautelare confermata, data la gravità degli indizi e il pericolo di reiterazione del reato.
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Termine indagini preliminari: i chiarimenti della Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato in stato di arresti domiciliari per spaccio. La difesa sosteneva l'inutilizzabilità delle prove per superamento del termine indagini preliminari. La Corte ha chiarito che l'emersione di nuovi fatti di reato giustifica una nuova iscrizione nel registro degli indagati, facendo decorrere un nuovo e autonomo termine di indagine. Respinte anche le censure sulla gravità indiziaria e la proporzionalità della misura cautelare.
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Ricorso inammissibile: detenzione di munizioni
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile relativo a una condanna per detenzione abusiva di munizioni. L'impugnazione è stata respinta a causa della genericità e della mancanza di autosufficienza dei motivi presentati, sia riguardo al presunto travisamento della prova testimoniale sia sulla questione dell'efficienza delle cartucce.
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Sequestro probatorio: quando è illegittimo?
La Corte di Cassazione annulla un sequestro probatorio di un telefono cellulare a un soggetto trovato con una minima quantità di cocaina (1,16 grammi). La decisione si fonda sulla mancanza del 'fumus commissi delicti', ovvero di elementi concreti che facciano supporre il reato di spaccio. La Corte ha ritenuto che la quantità esigua, l'esito negativo delle perquisizioni e l'assenza di denaro fossero indicatori di un uso personale, rendendo così illegittimo il sequestro finalizzato a provare un'inesistente attività di traffico di droga.
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Carenza di interesse: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato per corruzione. A seguito della revoca della misura cautelare, l'interessato ha rinunciato al ricorso, determinando una sopravvenuta carenza di interesse a proseguire il giudizio, senza condanna alle spese processuali.
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Mancata traduzione imputato: sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Appello di Bari, stabilendo un principio fondamentale sulla mancata traduzione dell'imputato. Un uomo, detenuto per altra causa, aveva manifestato la volontà di presenziare alla propria udienza d'appello ma non era stato condotto in aula. La Corte ha ritenuto che questa omissione costituisca una nullità assoluta e insanabile, che invalida l'intero giudizio di secondo grado. Di conseguenza, il processo è stato rinviato alla Corte di Appello per una nuova celebrazione.
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Sequestro preventivo: motivazione del periculum
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di sequestro preventivo per vizio di motivazione. La somma di 23.050 euro era stata sequestrata a un indagato, ma il Tribunale aveva giustificato il 'periculum in mora' con un ragionamento circolare, ritenuto errato dalla Suprema Corte. La sentenza ribadisce che la motivazione del sequestro preventivo deve basarsi su un rischio concreto e attuale di dispersione del bene, non su una mera presunzione legata alla pendenza del procedimento penale.
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