La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26136/2024, interviene su un caso di diffamazione social, confermando la responsabilità penale di un utente per post su Facebook ma annullando la condanna alla pena detentiva. La Corte stabilisce che, in linea con i principi della Corte Costituzionale, il carcere per diffamazione è applicabile solo in casi di 'eccezionale gravità', come discorsi d'odio, e non per critiche politiche basate su allusioni. La sentenza è stata quindi rinviata alla Corte d'Appello per la rideterminazione della pena.
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