La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14400/2024, ha stabilito che la dichiarazione della persona offesa di volersi costituire parte civile, o la riserva di farlo, espressa al momento della denuncia, integra una valida manifestazione della volontà di punizione. Tale dichiarazione è quindi equiparabile a una querela, rendendo procedibile l'azione penale anche per reati che, a seguito di riforme legislative, la richiedono espressamente. La Corte ha chiarito che il successivo risarcimento del danno non comporta una remissione tacita della querela.
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