Un soggetto ricorre in Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo su una somma di denaro e due orologi di lusso, sostenendo di esserne il legittimo proprietario e non suo padre, l’indagato principale. La Corte dichiara il ricorso inammissibile. Si sottolinea che il terzo che rivendica la proprietà di beni sequestrati ha un rigoroso onere della prova, dovendo fornire elementi certi e specifici. La Cassazione ribadisce inoltre di non poter riesaminare nel merito le valutazioni di fatto, ma solo le violazioni di legge.
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