LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Penale

Quasi flagranza e GPS: l'inseguimento virtuale basta

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’inseguimento del ladro di un’auto tramite GPS, effettuato dal proprietario, integra lo stato di quasi flagranza. La Corte ha annullato la decisione di un tribunale che non aveva convalidato l’arresto, affermando che il ‘virtuale inseguimento’ e il successivo ritrovamento del sospettato con il veicolo rubato costituiscono un nesso ininterrotto tra reato e autore, legittimando l’intervento della polizia giudiziaria.

Continua »
Falso ideologico: basta un file Word per il reato?

La Corte di Cassazione ha confermato una misura cautelare di sospensione dal servizio per un dipendente pubblico accusato di falso ideologico. Il caso riguarda la modifica di un verbale in formato digitale, ancora editabile, per alterare i risultati di una valutazione di performance a favore di un collega. La Corte ha stabilito che anche un documento interno e non definitivo (atto endoprocedimentale) costituisce atto pubblico se destinato a produrre effetti giuridici all’interno di un procedimento amministrativo complesso, rendendo così penalmente rilevante la sua alterazione.

Continua »
Confisca dopo prescrizione: necessaria una condanna

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che manteneva il sequestro di beni finalizzato alla confisca. Il caso verteva sulla legittimità della confisca dopo prescrizione del reato. La Corte ha chiarito che tale misura è possibile solo in presenza di una precedente sentenza di condanna che abbia accertato la responsabilità penale, presupposto assente nella vicenda specifica, conclusasi con un annullamento per intervenuta prescrizione.

Continua »
Ricorso cassazione patteggiamento: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. L’imputato contestava l’eccessività della pena e la carenza di motivazione, ma la Corte ha ribadito che, dopo la riforma del 2017 (art. 448, co. 2-bis c.p.p.), il ricorso per cassazione patteggiamento è consentito solo per motivi tassativamente indicati, tra cui non rientrano quelli proposti.

Continua »
Misure alternative: contraddittoria la motivazione

Un detenuto, con un percorso carcerario positivo, si vede negare le misure alternative alla detenzione. Il Tribunale di Sorveglianza, pur riconoscendo i progressi, rigetta l’istanza ritenendola ‘troppo anticipata’ a causa della gravità dei reati passati. La Corte di Cassazione annulla questa decisione, giudicando la motivazione illogica e contraddittoria, poiché non valuta adeguatamente gli elementi favorevoli emersi, specialmente a fronte di un residuo di pena inferiore a un anno.

Continua »
Falso in atto pubblico: quando un file Word è reato?

Un dirigente di un’azienda sanitaria, per ottenere incentivi economici, avrebbe indotto un collega a modificare un verbale di valutazione delle performance, ancora in formato digitale editabile. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso contro la misura cautelare della sospensione, stabilendo un principio chiave sul falso in atto pubblico: anche un documento intermedio e non definitivo, come una bozza di verbale, può essere considerato atto pubblico se destinato ad avere rilevanza giuridica all’interno di un procedimento amministrativo. La Corte ha confermato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Continua »
DASPO di gruppo: quando è legittimo l'obbligo di firma

La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di DASPO di gruppo con obbligo di firma a carico di un tifoso. La Corte ha stabilito che la mera presenza fisica all’interno di un gruppo di tifosi autore di violenze non è sufficiente a giustificare una misura restrittiva della libertà personale come l’obbligo di comparizione. È necessario un ‘fumus’, ovvero un concreto indizio di partecipazione attiva del singolo agli atti di violenza, che nel caso di specie mancava totalmente.

Continua »
Incompatibilità del giudice: appello non immediato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni imputati che contestavano l’incompatibilità del giudice del dibattimento. Gli imputati sostenevano che il giudice, per decidere su una richiesta di patteggiamento, avesse visionato l’intero fascicolo del PM, esprimendo una valutazione di merito. La Suprema Corte ha chiarito che l’ordinanza che rigetta l’eccezione di incompatibilità non è immediatamente impugnabile, ma deve essere contestata solo insieme alla sentenza finale. Il ricorso è stato quindi respinto per un vizio procedurale.

Continua »
Lavoro arresti domiciliari: no se c'è rischio reato

La Corte di Cassazione conferma la decisione di negare l’autorizzazione al lavoro arresti domiciliari a un soggetto indagato per reati ambientali. Il permesso è stato rifiutato perché l’impiego proposto nel settore edile, lo stesso dei reati contestati, presentava un elevato rischio di reiterazione. La Corte ha ritenuto prevalente l’esigenza di prevenzione criminale rispetto allo stato di indigenza del ricorrente, peraltro non pienamente provato.

Continua »
Presunzione di pericolosità: il tempo non attenua

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo in custodia cautelare per reati di narcotraffico, che chiedeva la sostituzione della detenzione in carcere con gli arresti domiciliari. La Corte ha stabilito che, per superare la presunzione di pericolosità prevista dalla legge per tali reati, non è sufficiente il solo decorso del tempo dalla commissione dei fatti, ma sono necessari elementi nuovi e concreti che dimostrino un’effettiva attenuazione delle esigenze cautelari.

Continua »
Ordine di demolizione: quando si può revocare?

La Cassazione ha annullato la revoca di un ordine di demolizione. La Corte ha stabilito che un comune non può bloccare la demolizione di un immobile abusivo per destinarlo a uso pubblico senza prima aver verificato, con un certificato di collaudo statico, la sua piena sicurezza e conformità alle normative antisismiche. La semplice delibera comunale non è sufficiente.

Continua »
Associazione mafiosa: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo in custodia cautelare per partecipazione ad un’associazione mafiosa. L’imputato, coinvolto nella gestione di scommesse illegali, ha presentato un ricorso ritenuto generico, in quanto non si confrontava specificamente con le motivazioni del tribunale del riesame. La Corte ha ribadito che, per reati di tale gravità, vige una presunzione di pericolosità che l’indagato ha l’onere di superare con elementi concreti, non essendo sufficiente il solo trascorrere del tempo dai fatti contestati.

Continua »
Nullità decreto di citazione: quando è abnorme?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordinanza di un Tribunale che restituisce al Pubblico Ministero un decreto di citazione a giudizio per la mancata indicazione della persona offesa costituisce un provvedimento abnorme. Questa omissione, infatti, non rientra tra le cause tassative di nullità del decreto di citazione previste dall’art. 552 c.p.p., poiché non lede il diritto di difesa. Tale decisione crea un’indebita stasi del procedimento, sanabile solo con l’annullamento dell’ordinanza stessa.

Continua »
Misure cautelari: il tempo non basta a escluderle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La Corte ha ribadito che, in tema di misure cautelari per reati associativi, la presunzione di pericolosità sociale non può essere superata dal solo decorso del tempo. È necessario che l’indagato fornisca prove concrete della rescissione dei legami con l’ambiente criminale, cosa non avvenuta nel caso di specie.

Continua »
Sospensione custodia cautelare: i criteri di liceità

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della sospensione custodia cautelare in un processo penale, chiarendo i criteri che definiscono la ‘particolare complessità’. La decisione si è basata sul numero elevato di imputati e capi d’accusa, sulla mole di intercettazioni e ha incluso tra le ragioni valide anche le criticità organizzative e il carico di lavoro dell’ufficio giudiziario.

Continua »
Omicidio stradale: colpa esclusiva del conducente

Un automobilista viene condannato per omicidio stradale dopo aver investito e ucciso un anziano che attraversava sulle strisce pedonali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del conducente, confermando la sua esclusiva responsabilità. La sentenza sottolinea che l’assenza di frenata e l’accelerazione del veicolo, provate da testimoni, dimostrano un grave difetto di attenzione, escludendo qualsiasi concorso di colpa da parte della vittima, il cui comportamento era stato del tutto corretto.

Continua »
Udienza anticipata: quando è nullità assoluta?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di un Tribunale del riesame che aveva tenuto l’udienza un giorno prima della data comunicata alle parti. Tale errore procedurale, che ha impedito la partecipazione della difesa, costituisce una violazione del contraddittorio e integra una nullità assoluta. L’udienza anticipata, secondo la Corte, equivale a un’omessa citazione, ledendo gravemente il diritto di difesa dell’imputato.

Continua »
Furto consumato: quando si ha l'impossessamento?

Un uomo, condannato per il furto di scarpe antinfortunio, ha sostenuto in Cassazione che il reato fosse solo tentato, poiché i Carabinieri erano intervenuti mentre caricava la merce. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che il furto consumato si realizza nel momento in cui l’agente acquisisce l’autonoma disponibilità del bene, anche se per breve tempo e sotto osservazione. Lo spostamento della merce dal magazzino al veicolo dell’imputato è stato ritenuto sufficiente a integrare la consumazione del reato.

Continua »
Ricorso cassazione inammissibile: i limiti del riesame

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’indagata in custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Il ricorso è stato respinto perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, e per carenza di interesse su alcuni motivi, dato che la misura cautelare si fondava su un’accusa più grave non scalfita dai motivi di appello.

Continua »
Divieto prevalenza attenuanti e rapina: parola alla Consulta

Un uomo condannato per rapina ottiene l’attenuante per la lieve entità del fatto. Tuttavia, la pena non può essere ridotta a causa del divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva qualificata. La Corte di Cassazione, ravvisando un potenziale contrasto con i principi di proporzionalità e rieducazione della pena, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale, sospendendo il giudizio e rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale.

Continua »