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Diritto Penale

Concordato in appello: limiti ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato contro una sentenza emessa a seguito di un concordato in appello. La Corte ribadisce che l'accordo sulla pena implica la rinuncia a far valere determinate questioni, inclusa la mancata valutazione delle cause di proscioglimento, limitando fortemente i motivi di impugnazione in sede di legittimità.
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Concordato in appello: limiti al ricorso per cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza basata su un concordato in appello. L'imputata contestava la mancanza di motivazione sulla responsabilità e sulle attenuanti, ma la Corte ha ribadito che, salvo vizi specifici sull'accordo, i motivi di appello rinunciati non possono essere riproposti in sede di legittimità.
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Ricorso inammissibile in appello: i limiti del 599-bis
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30485/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza di patteggiamento in appello. Il ricorrente contestava la mancata applicazione delle attenuanti generiche nella massima estensione, ma la Corte ha ribadito che, dopo un accordo ex art. 599-bis c.p.p., i motivi di impugnazione sono limitati a vizi del consenso o a sentenze difformi dall'accordo, escludendo questioni sulla determinazione della pena.
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Ricorso inammissibile per motivi generici: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per reati legati agli stupefacenti. Il ricorso è stato respinto per la genericità e aspecificità dei motivi, che non si confrontavano adeguatamente con le argomentazioni della sentenza di appello. La Corte ha sottolineato che per un proscioglimento immediato è necessaria un'evidenza della sua causa, qui mancante. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Prescrizione Legge Orlando: quando si applica?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando l'applicazione della prescrizione Legge Orlando per i reati commessi fino al 31 dicembre 2019. Essendo più favorevole della Legge Bonafede, la sua applicazione, con le relative sospensioni, ha impedito l'estinzione del reato. Il ricorrente è stato condannato alle spese e a una sanzione pecuniaria.
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Fatto di lieve entità: Cassazione su spaccio droga
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La richiesta di riqualificare il reato come fatto di lieve entità è stata respinta sulla base di una valutazione complessiva degli indici, quali l'ingente quantitativo di hashish (oltre 2 kg), l'elevato principio attivo, le modalità di detenzione e il possesso di un bilancino. Questi elementi, secondo la Corte, dimostrano una notevole potenzialità diffusiva e una sistematicità dell'attività, incompatibili con l'ipotesi del fatto di lieve entità.
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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava le attenuanti generiche, ritenendo sufficiente la motivazione basata sui precedenti penali specifici e sulla pericolosità sociale dimostrata, anche se il reato era di lieve entità. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato.
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Funzionamento etilometro: la Cassazione decide
Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza ha contestato il funzionamento etilometro per mancata taratura. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la semplice assenza di revisione periodica non basta a invalidare il test se non si forniscono prove concrete di un malfunzionamento. La Corte ha inoltre confermato la mancata applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto, a causa della pericolosità della condotta complessiva.
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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per spaccio di stupefacenti. La decisione conferma il diniego delle attenuanti generiche, basato sui precedenti penali e sulla personalità dell'imputato, ritenuti elementi sufficienti a giustificare l'esclusione del beneficio e a dimostrare una spiccata capacità a delinquere.
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Rinuncia al ricorso in Cassazione: le conseguenze
Un individuo, condannato per reati legati agli stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha formalizzato una valida rinuncia al ricorso stesso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di € 500,00.
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Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in un caso di omicidio stradale. I motivi sono stati giudicati generici e riproduttivi di censure già respinte in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che la mancanza di specificità porta all'inammissibilità del ricorso.
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Art. 131-bis c.p.: quando l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza. L'imputato lamentava la mancata applicazione d'ufficio della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (Art. 131-bis c.p.) da parte della Corte d'Appello. La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene il giudice possa valutare tale causa d'ufficio, il ricorso deve essere specifico e indicare tutti i presupposti di fatto e di diritto che ne giustificherebbero l'applicazione, cosa che nel caso di specie non è avvenuta.
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Spaccio di lieve entità: i criteri della Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La Corte conferma la decisione di merito che ha escluso la qualificazione di spaccio di lieve entità a causa della sistematicità dell'attività e della notevole potenzialità diffusiva, negando anche le attenuanti generiche per la gravità della condotta e i precedenti penali.
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Concordato in appello: limiti del ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza basata su un concordato in appello per reati di droga. L'ordinanza ribadisce che, una volta accettato l'accordo, non è possibile contestare in Cassazione la valutazione sulla responsabilità penale, se non per vizi specifici legati alla formazione della volontà delle parti o al consenso del PM.
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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati legati agli stupefacenti, che lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che il diniego è un giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica. In questo caso, la valutazione negativa si è basata correttamente sui precedenti penali specifici e sul comportamento processuale dell'imputato, confermando che l'assenza di elementi positivi è sufficiente a giustificare l'esclusione di tale beneficio.
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Potere discrezionale del giudice: il caso in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sulla quantificazione della pena, ribadendo l'ampio potere discrezionale del giudice di merito. La motivazione, anche sintetica, è sufficiente se non arbitraria o illogica, specialmente per pene non superiori alla media edittale.
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Reato di fuga: quando è esclusa la non punibilità
La Corte di Cassazione conferma la condanna per il reato di fuga a carico di un automobilista allontanatosi dopo un sinistro. La Corte chiarisce che per configurare il reato basta la mera possibilità di aver causato lesioni, non essendo necessario un danno effettivo. Viene inoltre esclusa l'applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la pericolosità della condotta.
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Ricorso inammissibile: i limiti in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La decisione si fonda sul principio per cui un ricorso inammissibile è tale quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, e quando contesta la misura della pena, che rientra nel potere discrezionale del giudice di merito ed era stata fissata ben al di sotto della media edittale.
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Reati ostativi e pene sostitutive: la Cassazione chiarisce
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato per reati ostativi legati agli stupefacenti che chiedeva la detenzione domiciliare sostitutiva. La Corte ha confermato che tali reati precludono l'accesso alle pene sostitutive, salvo specifiche eccezioni non applicabili al caso.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione e i motivi
Un uomo condannato per spaccio ha presentato appello in Cassazione, ma il suo è stato dichiarato un ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che la mera ripetizione dei motivi d'appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, rende il ricorso non valido. La condanna basata su prove indiziarie, come il comportamento sospetto e la tecnica dell' 'imbosco', è stata confermata.
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