La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14653/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'interesse a impugnare la recidiva. Nel caso di un uomo condannato per sequestro di persona, la Corte ha chiarito che l'imputato ha sempre un interesse concreto a contestare la recidiva, anche quando questa viene giudicata 'sub-valente' (cioè meno importante delle attenuanti) e non comporta un aumento della pena. La decisione si fonda sul fatto che la recidiva produce effetti pregiudizievoli futuri, influenzando l'accesso a benefici penitenziari e potenziali futuri procedimenti. Di conseguenza, la sentenza di appello è stata annullata su questo punto, con rinvio per un nuovo giudizio.
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