La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30301/2024, ha annullato una condanna per peculato per distrazione a carico dell'amministratore di una società municipalizzata che aveva usato fondi aziendali per pagare 168 multe. La Corte ha stabilito che per configurare il reato non è sufficiente una gestione irregolare del denaro pubblico, ma è necessario che la destinazione dei fondi persegua un interesse personale in contrasto con quello pubblico. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per distinguere tra i pagamenti effettuati per finalità privatistiche (es. multe di parenti) e quelli potenzialmente riconducibili, seppur in modo improprio, a un interesse aziendale (es. multe a dipendenti in servizio).
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