La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato accusato di narcotraffico internazionale, la cui identificazione si basava su chat criptate. La Corte sottolinea che per una valida contestazione dell'identificazione dell'indagato, è necessario affrontare tutti gli elementi indiziari (inclusi nomi e riferimenti geografici), non solo quelli ritenuti più deboli. Inoltre, viene ribadito che l'interpretazione del linguaggio cifrato è compito del giudice di merito e che le aggravanti, in fase cautelare, non sono di norma sindacabili in Cassazione.
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