La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale a carico di un amministratore. Il caso riguardava la distrazione di ingenti somme di denaro da una società, poi fallita, attraverso un sistema di fatturazioni per operazioni inesistenti o sovraprezzate verso altre società riconducibili all'imputato. La Corte ha rigettato i motivi di ricorso, chiarendo che non vi è violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza se i fatti rimangono gli stessi. Inoltre, ha stabilito che l'uso di fatture false è un chiaro indice della volontà di distrarre beni e che la possibile commissione di reati fiscali non esclude la bancarotta, trattandosi di reati concorrenti.
Continua »