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Procedura Civile

Rigetto ricorso per ricusazione ex art. 52 c.p.c.

L’ordinanza affronta il tema della ricusazione del giudice, affermando che la semplice richiesta di provvedimenti o la loro mancata adozione non configura l’inimicizia necessaria. Si sottolinea l’abuso dello strumento processuale quando è preordinato a interrompere il processo.

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Ricusazione e sanzione pecuniaria

L’ordinanza ribadisce che la ricusazione di un giudice richiede la prova di elementi concreti che dimostrino una situazione di incompatibilità non riconducibile alla normale dialettica processuale. L’abuso dello strumento della ricusazione può comportare sanzioni pecuniarie.

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Inammissibilità dell'appello per tardività: notifica e colpa grave

La mancata conoscenza del processo a causa di una notifica non andata a buon fine non esonera il ricorrente dal rispetto dei termini di appello se la mancata ricezione è imputabile a negligenza del destinatario. Costituisce colpa grave l’omessa adozione di misure minime per assicurare la funzionalità della cassetta postale.

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Inammissibilità dell'appello per errata scelta del rito e tardività

In materia di locazione, l’errata scelta del rito processuale e la tardività della sua proposizione comportano l’inammissibilità dell’appello. Il termine perentorio per l’impugnazione, se violato, determina una decadenza non sanabile e impatta sul principio del contraddittorio e sul diritto di difesa.

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Inammissibilità dell'appello - Notifica PEC

La sentenza conferma la validità della notifica di un atto effettuata tramite un indirizzo PEC istituzionale non presente nei pubblici elenchi, purché il dominio del mittente sia facilmente riconducibile all’ente e consenta al destinatario di identificarne la provenienza senza incertezze. Viene inoltre ribadito che l’onere della prova relativa alla ricezione di un atto ricade sul destinatario.

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Soccombenza virtuale, revoca decreto ingiuntivo spese processuali

La sentenza conferma il principio secondo cui, in caso di pagamento del debito nel corso del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice deve revocare il decreto e può condannare l’opponente al pagamento delle spese processuali, valutando l’esito complessivo della lite e la soccombenza virtuale.

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Rigetto appello per inammissibilità

La sentenza ribadisce i principi di autonomia e astrattezza della garanzia autonoma rispetto al rapporto garantito, l’insindacabilità della valutazione del giudice sulla compatibilità della domanda col rito sommario e l’inammissibilità, in appello, di motivi generici o che non censurano la sentenza impugnata.

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Inammissibile la domanda di regolamentazione spese processuali

Il giudice del rinvio, nel decidere sulle spese del giudizio di legittimità, deve attenersi al principio della soccombenza applicato all’esito globale del processo. La sede per la richiesta di regolamentazione delle spese è il giudizio nel corso del quale è stata emessa l’ordinanza reclamata, non il giudizio di rinvio.

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Opposizione agli atti esecutivi rigettata per tardività

La sentenza si basa sul principio di corretta applicazione delle norme procedurali nell’ambito delle esecuzioni immobiliari e della vendita forzata. Il Giudice ha ribadito l’importanza del rispetto dei termini perentori per l’opposizione agli atti esecutivi e l’inammissibilità di contestazioni tardive sul prezzo di aggiudicazione.

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Autorizzazione all'esecuzione immediata

Il decreto affronta il tema dell’esecuzione immediata in presenza di circostanze che mettono a rischio la fruttuosità dell’azione esecutiva. Il giudice, rilevato il pericolo di difficile notifica degli atti e il rischio di svalutazione del bene immobile, autorizza l’esecuzione immediata.

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Autorizzazione notifica per pubblici proclami

Il giudice, su istanza di parte e sentito il pubblico ministero, può autorizzare la notificazione per pubblici proclami quando la notificazione ordinaria è difficile per il numero o l’identificazione dei destinatari.

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Notifica PEC da indirizzo non presente nei registri pubblici

La sentenza conferma il principio secondo cui la notifica PEC è valida anche se l’indirizzo non è presente nei registri pubblici, purché il destinatario abbia avuto conoscenza legale dell’atto e la possibilità di difendersi.

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Inammissibilità dell'appello per difetto di specificità

La sentenza si focalizza sul principio di specificità dei motivi di appello, affermando che il generico dissenso rispetto alla decisione di primo grado non è sufficiente. L’appellante deve indicare con precisione le ragioni per cui ritiene errate le valutazioni del Tribunale, supportando le proprie argomentazioni con riferimenti a fattispecie giuridiche e prove concrete.

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Sospensione dell'efficacia esecutiva di una sentenza

L’ordinanza ribadisce il principio per cui è inammissibile la sospensione dell’efficacia esecutiva di una sentenza che si limita a rigettare l’opposizione a decreto ingiuntivo, in quanto quest’ultima ha mera natura dichiarativa e non costituisce titolo esecutivo.

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Estinzione del giudizio di appello per rinuncia agli atti

Il presente provvedimento verte sull’estinzione del giudizio di appello a seguito della rinuncia agli atti da parte dell’appellante e sulla declaratoria di compensazione delle spese processuali. Si evidenzia inoltre l’impossibilità di ottenere la cancellazione della domanda giudiziale di primo grado con un ordine giudiziale, essendo tale richiesta di competenza del Conservatore ai sensi dell’art. 2668 c.c.. Infine si ribadisce la natura formale di sentenza per i provvedimenti di inammissibilità, improcedibilità ed estinzione dell’appello, emessi ora dal Collegio a seguito dell’abrogazione dell’art. 357 c.p.c..

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Mediazione obbligatoria in opposizione a decreto ingiuntivo

In caso di opposizione a decreto ingiuntivo per crediti soggetti a mediazione obbligatoria, l’onere di attivare la procedura spetta al creditore opposto. L’inerzia del creditore comporta l’improcedibilità del giudizio di opposizione e la revoca del decreto ingiuntivo. Tale principio, affermato dalla Cassazione a Sezioni Unite, si basa su argomenti testuali, logico-sistematici e costituzionali, privilegiando la garanzia del diritto di difesa rispetto all’efficienza del processo.

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Rigetto appello per mancanza di legittimazione ad agire

Il Tribunale, applicando il criterio della ragione più liquida, ha rigettato l’appello confermando la sentenza di primo grado. In particolare, è stata rilevata la mancanza di legittimazione ad agire dell’appellante in assenza di prove circa il valido conferimento del potere di agire in nome e per conto di un ente pubblico.

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Opposizione agli atti esecutivi su mutuo fondiario

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione agli atti esecutivi, ritenendo che il mutuo fondiario costituisse titolo esecutivo valido e che il credito fosse certo, liquido ed esigibile. La sentenza chiarisce che l’art. 41 TUB esonera il creditore dalla notifica del titolo in deroga all’art. 479 c.p.c. e che il precetto deve essere interpretato alla luce del principio di conservazione degli atti.

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Rigetto opposizione esecuzione immobiliare per crediti fondiari

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione avvalendosi del principio di conservazione degli atti e della sanatoria degli atti nulli per raggiungimento dello scopo, confermando la validità del precetto e del titolo esecutivo, in quanto quest’ultimo conteneva gli elementi essenziali dell’obbligazione. Inoltre, il Tribunale ha evidenziato che la normativa speciale per il recupero dei crediti fondiari non prevede l’obbligo di notificazione del titolo contrattuale.

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Rigetto opposizione a precetto e condanna alle spese

La sentenza affronta i temi della validità del precetto in relazione all’attestazione di conformità e alla notifica del titolo esecutivo, applicando il principio di raggiungimento dello scopo. Viene inoltre analizzata la legittimità del precetto in rinnovazione e l’efficacia della procura alle liti nel processo esecutivo. Infine, si ribadisce il principio di non ammissibilità della mutatio libelli nella memoria ex art. 183 VI comma c.p.c.

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