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Procedura Civile

Contestazione CTU: quando è possibile farla?

In una causa contro un istituto bancario per interessi su un conto corrente, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito. La Corte ha stabilito che la contestazione CTU, ovvero le critiche alla consulenza tecnica d’ufficio, costituisce una mera argomentazione difensiva e non un’eccezione in senso stretto, potendo quindi essere sollevata anche nelle memorie finali. È stato inoltre accolto il motivo relativo al tempestivo disconoscimento di una firma su un documento contrattuale.

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Capitalizzazione Interessi: Cassazione e reciprocità

Una società immobiliare ha citato in giudizio un istituto di credito per la nullità di alcune clausole di un contratto di conto corrente, con particolare riferimento alla capitalizzazione interessi. Dopo due sentenze sfavorevoli, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società su questo specifico punto. La Corte ha stabilito che, affinché la clausola di capitalizzazione sia valida, deve essere garantita una reale ed effettiva reciprocità nella periodicità di calcolo tra interessi debitori e creditori. Se il tasso creditore annuo nominale coincide con quello effettivo, significa che non avviene alcuna capitalizzazione infrannuale per il cliente, rendendo nulla l’intera clausola. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.

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Compenso avvocato: minimo tariffario inderogabile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7361/2025, ha stabilito l’inderogabilità dei minimi tariffari per il compenso avvocato. La Corte ha cassato una decisione che liquidava onorari inferiori a quelli di legge in una causa per irragionevole durata del processo, precisando che il compenso per la fase di trattazione è sempre dovuto. È un principio fondamentale a tutela della dignità della professione forense.

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Anatocismo bancario: divieto operativo subito

La Corte di Cassazione accoglie parzialmente il ricorso di due garanti contro un istituto bancario. La Corte chiarisce due principi fondamentali: il divieto di anatocismo bancario, introdotto dalla riforma del 2013, è immediatamente operativo anche senza la delibera attuativa del CICR. Inoltre, nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice deve considerare ogni variazione del debito avvenuta fino al momento della decisione, revocando l’ingiunzione se l’importo risulta diverso, senza rimandare la questione alla fase esecutiva. Respinte invece le censure sulla nullità della fideiussione per violazione antitrust, in quanto sollevate tardivamente in appello.

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Responsabilità sinistro stradale e velocità eccessiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei familiari di un motociclista deceduto in un incidente. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano attribuito la responsabilità esclusiva del sinistro stradale al motociclista a causa della sua elevatissima velocità. Tale condotta è stata ritenuta causa unica dell’impatto, rendendo irrilevante la manovra del conducente dell’auto che si era immesso da un incrocio con segnale di STOP, poiché la moto era imprevedibile e l’urto inevitabile.

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Sgravio debiti e cessata materia del contendere: il caso

Un contribuente ha contestato alcuni avvisi di addebito per contributi previdenziali, sostenendo un difetto di notifica. Mentre il caso era pendente in Cassazione, una nuova legge ha disposto lo sgravio di tali debiti. La Corte, preso atto dell’annullamento del debito, ha dichiarato la cessata materia del contendere, ponendo fine al processo senza decidere nel merito delle questioni procedurali sollevate.

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Evasione contributiva: la Cassazione fa chiarezza

Un’azienda ha proposto opposizione a un avviso di addebito per omissioni contributive. La questione centrale del contenzioso riguardava la corretta qualificazione dell’inadempimento: semplice omissione o più grave evasione contributiva. Mentre l’Ente Previdenziale sosteneva la tesi dell’evasione, i giudici di merito hanno qualificato la condotta come omissione, applicando sanzioni meno severe. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’Ente, ribadendo che la valutazione sull’intento fraudolento del contribuente è un accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità, e che la tardiva presentazione delle denunce seguita da pagamenti è indice dell’assenza di una volontà di evadere.

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Compensazione legale: quando va richiesta in giudizio?

Una curatela fallimentare ha contestato la decisione di una Corte d’Appello che non aveva applicato la compensazione legale tra due conti correnti, uno a debito e uno a credito, intestati al soggetto fallito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che la compensazione legale, pur prevista dalla legge, non opera d’ufficio ma deve essere espressamente e tempestivamente richiesta dalla parte interessata. Poiché la richiesta era stata avanzata tardivamente e il ricorso non specificava i dettagli processuali di tale richiesta, è stato respinto per violazione del principio di autosufficienza.

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Capitalizzazione interessi: no a ogni forma di anatocismo

Un istituto di credito ha contestato una decisione d’appello che eliminava ogni forma di capitalizzazione degli interessi su un conto corrente di una società fallita. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale comporta la sua totale disapplicazione, senza sostituzioni. La Corte ha inoltre chiarito che la riproposizione delle domande in appello, ai sensi dell’art. 346 c.p.c., consente al giudice di riesaminare pienamente le conseguenze della nullità, senza incorrere in vizi di ultrapetizione o violazione del giudicato.

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Perpetuatio jurisdictionis: la giurisdizione non cambia

Un’associazione culturale ha citato in giudizio un ente regionale per il pagamento di un contributo. Durante la causa, l’ente ha revocato il contributo. La Corte di Cassazione, applicando il principio di perpetuatio jurisdictionis, ha stabilito che la giurisdizione del giudice ordinario, esistente al momento dell’avvio della causa, non viene meno a seguito della revoca successiva, annullando la decisione della Corte d’Appello che aveva declinato la propria giurisdizione.

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Prova testimoniale: quando eccepire l'inammissibilità?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello che aveva dichiarato inammissibile una prova testimoniale perché l’eccezione era stata sollevata tardivamente. Il caso riguardava un patto fiduciario su un conto corrente. La Suprema Corte ha ribadito che l’inammissibilità della prova testimoniale, non essendo materia di ordine pubblico, deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell’ammissione della prova stessa. In caso contrario, si verifica una sanatoria per acquiescenza e la prova, anche se assunta, è validamente acquisita al processo.

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Inammissibilità ricorso cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un correntista contro una banca. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso, relativi alla qualificazione del contratto, all’applicazione di tassi usurari e alla commissione di massimo scoperto, erano inammissibili. Le ragioni principali risiedono nella genericità delle censure, nel tentativo di riesaminare il merito dei fatti (non consentito in sede di legittimità) e nella formulazione non conforme ai requisiti di specificità richiesti dalla legge, confermando così l’importanza del rigore formale negli atti di impugnazione e l’inammissibilità del ricorso cassazione in sua assenza.

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Appello inammissibile: quando mancano i motivi specifici

La Corte di Cassazione conferma la decisione di inammissibilità di un gravame contro una banca. L’appello inammissibile era privo di motivi specifici e di una chiara domanda, limitandosi a richieste generiche su presunto anatocismo e usura in due contratti di mutuo. La Corte ribadisce i requisiti formali stringenti dell’atto di appello.

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Nullità fideiussione ABI: onere della prova in appello

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di nullità di fideiussione basata sullo schema ABI anti-concorrenziale. L’ordinanza chiarisce che, sebbene l’eccezione di nullità possa essere sollevata per la prima volta in appello, spetta alla parte che la solleva l’onere di fornire una prova specifica e tempestiva dei fatti costitutivi. La Corte ha rigettato il ricorso di due garanti, confermando la decisione d’appello che aveva respinto l’eccezione per genericità e assenza di prove, sottolineando che il provvedimento della Banca d’Italia è un atto amministrativo e non una legge che il giudice deve conoscere d’ufficio.

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Anatocismo bancario: la Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7377 del 2025, interviene sul tema dell’anatocismo bancario nei contratti di conto corrente stipulati prima della delibera CICR del 2000. Il caso riguarda un fideiussore che contestava la validità della capitalizzazione trimestrale degli interessi. La Corte ha stabilito che le clausole di anatocismo, nulle in origine, non possono essere sanate da una modifica unilaterale della banca, anche se pubblicata in Gazzetta Ufficiale. È necessaria una nuova e specifica pattuizione scritta con il cliente. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva ritenuto sufficiente l’adeguamento unilaterale, è stata cassata con rinvio.

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Mutuo di scopo: quando un prestito è nullo?

Un imprenditore ottiene un mutuo ipotecario e utilizza immediatamente la somma per estinguere un debito preesistente della sua società verso la stessa banca. Successivamente, contesta la validità del contratto, sostenendo che si trattasse di un fittizio mutuo di scopo, nullo per mancanza di causa, poiché non ha mai avuto la reale disponibilità del denaro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. È stato stabilito che il contratto era un mutuo ordinario e non un mutuo di scopo, in quanto la destinazione delle somme è stata una libera scelta del mutuatario, come dimostrato da una sua disposizione scritta, e non una condizione essenziale del contratto.

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Inammissibilità Ricorso: la Cassazione e i requisiti

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza di azione revocatoria. La decisione si basa su motivi procedurali, come la commistione dei motivi di ricorso e l’applicazione del principio della ‘doppia conforme’, che impedisce il riesame dei fatti quando due sentenze di merito sono concordi. La Corte ha sanzionato la società ricorrente per lite temeraria, sottolineando l’importanza dei requisiti di ammissibilità del ricorso.

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Onere della prova provvedimento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7387/2025, ha chiarito un principio fondamentale sull’onere della prova di un provvedimento amministrativo. La Suprema Corte ha cassato la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato la nullità di alcune fideiussioni basandosi su un provvedimento della Banca d’Italia, considerandolo erroneamente un fatto notorio. È stato stabilito che un atto amministrativo non rientra nel principio “iura novit curia” e non può essere considerato un fatto notorio; pertanto, la parte che intende avvalersene ha l’onere di produrlo formalmente in giudizio.

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Penale estinzione anticipata: è usura? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7384/2025, ha stabilito che la penale per l’estinzione anticipata di un mutuo non può essere sommata agli interessi per verificare il superamento del tasso soglia di usura. La Corte ha chiarito che tale penale non costituisce una remunerazione per il credito, ma un corrispettivo per il recesso anticipato dal contratto, avente quindi una funzione diversa e meramente eventuale. Il ricorso della società mutuataria è stato respinto.

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Firma Falsa Conto Cointestato: la banca paga?

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un conto cointestato svuotato da un coniuge tramite una firma falsa dell’altro. La Corte ha confermato la condanna in solido della banca e del coniuge che ha commesso il prelievo. È stato chiarito che, in caso di disconoscimento della firma, l’onere di provarne l’autenticità spetta a chi vuole avvalersi del documento, in questo caso la banca. La richiesta di manleva della banca verso il cointestatario è stata respinta.

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