La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16065/2024, ha rigettato il ricorso di un'azienda sanitaria che aveva licenziato una dipendente per una serie di condotte disciplinari. La Corte ha stabilito che la valutazione complessiva degli addebiti, richiesta dal datore di lavoro, presuppone che ogni singolo fatto sia stato prima provato e giudicato disciplinarmente rilevante. Poiché i giudici di merito avevano escluso la sussistenza o la rilevanza delle singole contestazioni (insubordinazione, sottrazione di un farmaco, induzione a falsa testimonianza), non era possibile procedere a una valutazione unitaria che giustificasse il licenziamento, confermando così l'illegittimità del recesso.
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