LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Indennità TFR dirigente: fringe benefit e calcolo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20938/2024, ha respinto il ricorso di un'azienda, confermando che l'indennità TFR dirigente deve includere il valore reale dei fringe benefit, come l'auto aziendale, e non solo l'importo forfettario in busta paga. La Corte ha inoltre stabilito che l'inadempimento del datore di lavoro, come il mancato pagamento di premi assicurativi, non può ridurre la base di calcolo del TFR. Il caso riguardava un dirigente dimessosi a seguito di un demansionamento, il cui diritto a un'indennità sostitutiva del preavviso è stato confermato.
Continua »
Errore procedurale: la Cassazione rinvia la causa
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha corretto un errore procedurale relativo a un ricorso precedentemente non esaminato. In una complessa causa intentata da un gruppo di medici per il mancato compenso durante la specializzazione, la Corte aveva omesso di decidere su uno dei ricorsi presentati. L'ordinanza attuale rimedia a un successivo errore di calendarizzazione, disponendo il rinvio della causa a un nuovo ruolo per garantire che il ricorso dimenticato venga finalmente trattato e deciso nel merito.
Continua »
Danno da ritardo aereo: la prova spetta al passeggero
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20941/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di risarcimento del danno da ritardo aereo. Analizzando il caso di due passeggeri bloccati per 58 ore in aeroporto, la Corte ha chiarito che, secondo la Convenzione di Montreal, il semplice ritardo non dà diritto a un indennizzo automatico. Spetta al viaggiatore l'onere di dimostrare concretamente sia il danno patrimoniale (spese extra) sia quello non patrimoniale, il quale deve consistere in un pregiudizio grave che superi il mero disagio o stress.
Continua »
Coassicurazione e accise: limiti del risarcimento
Una distilleria subisce un furto di alcol e, dopo aver ricevuto l'indennizzo base, si trova a dover pagare le accise sulla merce sottratta. La società cita in giudizio le compagnie di coassicurazione per ottenere il rimborso di tali imposte, comprensive di interessi e sanzioni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20935/2024, stabilisce che la polizza di coassicurazione copre il solo importo dell'accisa, escludendo sanzioni e interessi di mora. Viene inoltre riaffermato il principio della responsabilità parziaria dei coassicuratori, che rispondono ciascuno solo per la propria quota.
Continua »
Evocazione DOP: la Cassazione sul marchio ‘Sardo’
Un'azienda casearia è stata sanzionata per aver usato il termine 'sardo' sull'etichetta di un formaggio, creando una illecita evocazione DOP del 'Pecorino Sardo'. La Cassazione ha confermato la sanzione, stabilendo che l'associazione concettuale con il prodotto protetto è sufficiente per configurare l'illecito, a prescindere dall'origine degli ingredienti.
Continua »
Ripartizione spese condominiali: uso e proprietà
La Corte di Cassazione ha affrontato un caso di ripartizione spese condominiali per la manutenzione straordinaria di un impianto di raffrescamento a servizio solo di una parte dell'edificio. La Corte ha stabilito che, in presenza di un precedente accordo unanime che istituisce una tabella di spesa basata sull'uso, tale criterio prevale su quello dei millesimi di proprietà. La delibera che applica tale tabella è stata ritenuta meramente annullabile e non nulla, confermando la legittimità della ripartizione dei costi solo tra i condomini che beneficiano effettivamente del servizio.
Continua »
Sanzioni bancarie: irretroattività e giusto processo
Un consigliere di amministrazione di un primario istituto di credito ha impugnato una sanzione pecuniaria inflitta dall'Autorità di Vigilanza Bancaria per violazioni in materia di politiche di remunerazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le sanzioni bancarie e chiarendo importanti principi. In particolare, ha stabilito che la "riproposizione" del giudizio non ne determina l'inizio ex novo, impedendo l'applicazione di nuove norme procedurali. Ha inoltre escluso l'applicazione del principio della legge più favorevole (favor rei) a illeciti amministrativi commessi prima dell'entrata in vigore della nuova normativa.
Continua »
Compenso avvocato solidarietà: la Cassazione decide
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema del compenso dell'avvocato e della solidarietà passiva tra più clienti. Il caso riguarda la richiesta di pagamento di un legale per l'assistenza stragiudiziale fornita a due clienti in un'operazione societaria. La Corte ha stabilito che, in presenza di un incarico conferito congiuntamente per un interesse comune, vige la presunzione di solidarietà nel pagamento del compenso. Pertanto, ha annullato la decisione di merito che aveva diviso l'obbligazione, ripristinando il principio del compenso avvocato solidarietà e condannando uno dei clienti al pagamento dell'intera somma residua.
Continua »
Compenso custode giudiziario: contraddittorio nullo
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza che liquidava il compenso a un custode giudiziario. La Corte ha rilevato un vizio procedurale fondamentale: la mancata partecipazione al giudizio di opposizione di tutte le parti del procedimento penale originario (Procura e indagati), considerate litisconsorti necessari. Di conseguenza, l'intero procedimento è stato dichiarato nullo e la causa rinviata al Tribunale per una nuova decisione nel rispetto del corretto contraddittorio, senza entrare nel merito della quantificazione del compenso.
Continua »
Compenso CTU: no solidarietà se parte è errata
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20919/2024, ha stabilito che la parte erroneamente coinvolta in una procedura esecutiva immobiliare non è tenuta a pagare il compenso CTU in solido con il creditore procedente. Se l'esecuzione viene estinta a causa di un errore nell'individuazione del debitore, l'onere del pagamento del consulente tecnico d'ufficio ricade unicamente sul creditore che ha dato avvio alla procedura in modo errato, non potendosi applicare il principio generale di solidarietà passiva.
Continua »
Spese legali volontaria giurisdizione: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20917/2024, ha chiarito un importante principio in materia di spese legali nella volontaria giurisdizione. Anche se il procedimento iniziale per la nomina di un amministratore giudiziario (art. 1105 c.c.) è di natura non contenziosa e non prevede la condanna alle spese, la successiva fase di reclamo assume carattere contenzioso. Pertanto, in caso di rigetto del reclamo, la parte soccombente è correttamente condannata al pagamento delle spese legali, in applicazione dell'art. 91 c.p.c.
Continua »
Spese legali volontaria giurisdizione: chi paga?
Un condomino si rivolge al tribunale per la nomina di un amministratore in un piccolo condominio conflittuale. La sua richiesta viene respinta e viene condannato a pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ribalta la decisione sulle spese, chiarendo che nei procedimenti di volontaria giurisdizione, come la nomina di un amministratore, non si applica il principio "chi perde paga". Tali procedimenti tutelano un interesse collettivo, quindi non ci sono veri vincitori o vinti. L'analisi si concentra sulle implicazioni per le spese legali in volontaria giurisdizione.
Continua »
Omologazione autovelox: multa annullata dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una multa per eccesso di velocità perché l'apparecchio utilizzato non aveva ricevuto la corretta omologazione autovelox. La sentenza chiarisce che la semplice 'approvazione' ministeriale non è sufficiente per validare la sanzione, stabilendo un principio fondamentale a tutela dei cittadini.
Continua »
Acquiescenza tacita: riassumere la causa non è rinuncia
Un condominio si oppone a una decisione di incompetenza territoriale. Nel frattempo, per prudenza, riassume la causa davanti al nuovo giudice. La Corte d'Appello considera questo atto come acquiescenza tacita, dichiarando inammissibile l'appello. La Cassazione ribalta la decisione, chiarendo che la riassunzione è un atto cautelativo e non una rinuncia a impugnare. La riassunzione della causa non implica acquiescenza tacita.
Continua »
Inammissibilità appello: i requisiti di specificità
Un ente sanitario pubblico recedeva anticipatamente da alcuni contratti di locazione adducendo motivi di contenimento della spesa. Soccombente in primo e secondo grado, ricorreva in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo i rigorosi requisiti di specificità dell'atto di appello. In particolare, ha stabilito che l'impugnazione è inammissibile se non critica l'intera motivazione della sentenza impugnata, ma solo una sua parte. Questo caso sottolinea l'importanza di una critica puntuale e completa per evitare una declaratoria di inammissibilità dell'appello.
Continua »
Obbligazione di risultato: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di consulenza che richiedeva il pagamento per servizi finalizzati all'ottenimento di finanziamenti. Il contratto è stato qualificato come un'obbligazione di risultato, non adempiuta in quanto il finanziamento non è stato ottenuto. La Corte ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, chiarendo i limiti del sindacato di legittimità sull'interpretazione del contratto e sulla liquidazione delle spese legali.
Continua »
Licenziamento orale: prova e limiti del ricorso
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che aveva ritenuto provato un licenziamento orale ai danni di un autotrasportatore. L'ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione non può riesaminare nel merito le prove e i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Pertanto, il ricorso dell'azienda, basato su una diversa valutazione delle prove presuntive e testimoniali, è stato respinto in quanto inammissibile.
Continua »
Sospensione termini processuali: la Cassazione decide
Una società di fornitura idrica aveva proposto appello avverso una sentenza che la condannava a un rimborso. Il Tribunale aveva dichiarato l'appello tardivo, senza considerare la sospensione dei termini processuali dovuta alla normativa Covid. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, affermando che la sospensione di 64 giorni andava applicata, rendendo l'appello tempestivo. La sentenza è stata cassata con rinvio per l'esame del merito.
Continua »
Restituzione indebito: la buona fede salva dagli interessi
La Corte di Cassazione ha stabilito che chi riceve un pagamento non dovuto (accipiens) in buona fede non è tenuto a versare gli interessi dal giorno del pagamento, ma solo dalla data della domanda giudiziale. Nel caso esaminato, una banca aveva ricevuto somme da una società in amministrazione straordinaria, poi rivelatesi non dovute. Avendo restituito il capitale prima della notifica dell'atto di citazione e non essendo stata provata la sua malafede al momento della ricezione, la Corte ha rigettato la richiesta di interessi avanzata dalla procedura. La valutazione della buona fede, essendo un accertamento di fatto, non è sindacabile in sede di legittimità. Questo principio è centrale nella disciplina della restituzione indebito.
Continua »
Soccombenza reciproca: come si calcolano le spese
Una società di consulenza, citata in giudizio per inadempimento contrattuale, ha ottenuto ragione in Cassazione sulla quantificazione delle spese legali. La Corte ha stabilito che in caso di soccombenza reciproca, derivante dall'accoglimento solo parziale delle domande dell'attore, il valore della causa per la liquidazione delle spese si basa sulla somma effettivamente riconosciuta dal giudice e non su quella originariamente richiesta.
Continua »