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Giurisprudenza Civile

Distrazione delle spese: la correzione della Corte

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha corretto un proprio precedente provvedimento a causa di un errore materiale. La decisione chiarisce che, in presenza di una richiesta di distrazione delle spese da parte del legale, le somme liquidate per i costi del giudizio devono essere pagate direttamente all’avvocato e non alla parte assistita. Questo intervento riafferma la corretta applicazione dell’istituto e l’importanza della precisione nei dispositivi giudiziari.

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Lavoro familiare: la prova spetta a chi lo afferma

La Corte di Cassazione chiarisce che, in caso di disconoscimento di un rapporto di lavoro familiare da parte dell’INPS, l’onere di provare la sussistenza della subordinazione e dell’onerosità spetta a chi afferma l’esistenza del rapporto. La semplice assenza di convivenza non inverte tale onere, né le buste paga da sole costituiscono prova sufficiente del pagamento. L’ordinanza analizza il principio dell’onere probatorio nel contesto del potere di autotutela dell’ente previdenziale, respingendo il ricorso di un datore di lavoro agricolo contro il disconoscimento del rapporto con il proprio figlio.

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Prova della subordinazione: onere e limiti in Cassazione

Un autotrasportatore ha richiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato con una società di logistica, sostenendo che i contratti con altre entità fossero simulati. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi inferiori. La Corte ha ritenuto inammissibile la richiesta di una nuova valutazione delle prove, come i dischi del cronotachigrafo, ribadendo che la prova della subordinazione spetta al lavoratore e che il giudizio di Cassazione non può riesaminare i fatti.

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Ordinanza di Cassazione: Dati Identificativi

Il documento fornito contiene esclusivamente i dati identificativi di una Ordinanza di Cassazione e il riferimento alla sentenza impugnata emessa dalla Corte d’Appello di Salerno. Non sono presenti il merito della controversia, le motivazioni della decisione o il dispositivo, rendendo impossibile un’analisi approfondita del caso specifico.

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Appello sentenza non definitiva: termini e modalità

In un caso di divisione ereditaria, la Cassazione ha chiarito le regole per l’impugnazione di una sentenza non definitiva. La Corte ha dichiarato inammissibile un appello sentenza non definitiva perché non è stato proposto congiuntamente all’appello contro la sentenza finale che dichiarava l’estinzione del giudizio. La decisione sottolinea che la riserva d’appello non congela i termini sine die, ma impone un’impugnazione simultanea per concentrare il giudizio di secondo grado.

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Responsabilità avvocato: il giudizio prognostico

Un cliente cita in giudizio il proprio avvocato per negligenza professionale dopo aver perso una causa di risarcimento danni per prescrizione. I tribunali respingono la richiesta, stabilendo che, anche se l’avvocato è stato negligente, il cliente non ha dimostrato che la causa originaria avrebbe avuto successo. La Corte di Cassazione conferma che questa valutazione, nota come giudizio prognostico, è una questione di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per un palese errore di diritto, elemento chiave nella valutazione della responsabilità avvocato.

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Contributo integrativo veterinari: il no della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23921/2025, ha stabilito che il contributo integrativo veterinari non è dovuto dalle Aziende Sanitarie Locali sui corrispettivi per le prestazioni istituzionali rese dai propri medici veterinari dipendenti. La Corte ha chiarito che tale contributo si applica solo ai compensi derivanti da attività libero-professionale, escludendo quelli percepiti dall’ente pubblico. Viene inoltre negato il valore di giudicato esterno a una precedente sentenza relativa a diverse annualità contributive.

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Sentenza incompleta: impossibile analisi del caso

Analisi di una sentenza incompleta della Corte di Cassazione, Sezione III Civile, anno 2025. Poiché il testo della decisione, i fatti e le motivazioni mancano, è impossibile determinare il principio di diritto o i dettagli del caso.

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Onere della prova: lavoratore agricolo e INPS

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un lavoratore agricolo contro la cancellazione dall’elenco di categoria disposta dall’ente previdenziale. Viene ribadito che, in caso di disconoscimento a seguito di ispezione, l’onere della prova sull’effettiva esistenza del rapporto di lavoro subordinato spetta interamente al lavoratore. La valutazione delle prove testimoniali e documentali, inoltre, è prerogativa dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità.

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Soglia reddituale e spese legali: sì all'aumento

Un pensionato è stato condannato a pagare le spese legali dopo aver perso una causa contro un ente previdenziale, poiché il suo reddito superava di poco il limite per l’esenzione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la soglia reddituale per l’esenzione dalle spese nelle controversie di previdenza deve essere aumentata per ogni familiare convivente. Questa decisione estende una tutela fondamentale, basata su principi di solidarietà sociale, per evitare che l’onere finanziario di una causa ricada sull’intero nucleo familiare.

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Riscatto laurea: notifica a vecchio indirizzo è nulla

Un lavoratore ha richiesto il riscatto degli anni di laurea nel 1981. Nel 1993, l’ente previdenziale ha inviato la comunicazione con l’importo da versare al suo vecchio indirizzo, nonostante fosse a conoscenza della nuova residenza tramite i modelli contributivi del datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica era nulla. Di conseguenza, il termine di 60 giorni per il pagamento non è mai iniziato a decorrere e il lavoratore ha conservato il diritto di procedere al riscatto laurea alle condizioni economiche più vantaggiose dell’epoca della domanda originale.

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Successione ereditaria: onere della prova e danni

In una complessa causa di successione ereditaria, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi riguardante la restituzione di frutti immobiliari e la simulazione di una donazione, a causa della mancata fornitura di prove adeguate. La Corte ha invece accolto il ricorso incidentale della controparte, riconoscendo il diritto agli interessi legali sui danni liquidati per l’occupazione illegittima di un immobile. La sentenza sottolinea il principio fondamentale dell’onere della prova nelle dispute successorie.

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Giurisdizione giudice ordinario: il caso del danno da P.A.

Una società edile ha citato in giudizio un Comune per ottenere un risarcimento milionario a seguito dell’annullamento di un complesso accordo di programma urbanistico. La società sosteneva di aver subito un danno a causa del legittimo affidamento riposto nelle azioni della Pubblica Amministrazione. I tribunali di primo e secondo grado avevano negato la propria giurisdizione, ritenendo competente il giudice amministrativo. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribaltato la decisione, affermando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che la domanda non riguarda l’illegittimità dell’atto amministrativo in sé, ma il comportamento colposo della P.A. che ha leso l’affidamento del privato, configurando un illecito civile.

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Responsabilità locatore immissioni: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23881/2025, affronta il tema della responsabilità del locatore per le immissioni intollerabili prodotte dal conduttore. Nel caso di specie, i proprietari di un appartamento citavano in giudizio il locatore di un locale commerciale sottostante, il cui conduttore gestiva un’attività di ristorazione fonte di rumori molesti. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità del locatore non è automatica. Essa sorge solo se si prova un suo concorso nel fatto dannoso, ad esempio per aver affittato l’immobile pur potendo prevedere, con l’ordinaria diligenza, che l’attività del conduttore avrebbe causato danni a terzi. Tale prova, nel caso specifico, non è stata fornita. Similmente, è stata esclusa la responsabilità del condominio, il cui obbligo di vigilanza sul rispetto del regolamento spetta all’amministratore.

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Risarcimento equivalente se reintegrazione è impossibile

Un proprietario, effettuando lavori di ampliamento, ha inglobato una tubatura fognaria a servizio del vicino. Quest’ultimo ha chiesto il ripristino dello stato dei luoghi (reintegrazione in forma specifica). I giudici hanno invece concesso un risarcimento per equivalente, poiché il ripristino era materialmente impossibile. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che la domanda di reintegrazione include implicitamente quella, minore, di risarcimento monetario, e che il giudice può concederla d’ufficio quando la reintegrazione non è fattibile.

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Abuso di delega bancaria: quando restituire i soldi

La Corte di Cassazione ha stabilito che un prelievo di 100.000 euro, sebbene effettuato tramite una delega bancaria formalmente valida, costituisce un illecito se manca una valida giustificazione, come una donazione formalizzata con atto pubblico. Questo caso chiarisce i limiti della delega e configura l’appropriazione indebita come un abuso di delega bancaria, obbligando alla restituzione delle somme all’erede del titolare del conto.

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Datio in solutum: pagamento con auto e onorari legali

Un avvocato cita in giudizio un ex cliente per il pagamento di 5.000 euro. Il cliente si difende sostenendo di aver già pagato cedendo un’auto di valore superiore. Il Tribunale qualifica l’operazione come datio in solutum (prestazione in luogo dell’adempimento) e riduce il debito residuo. La Corte di Cassazione conferma la decisione, rigettando il ricorso dell’avvocato. La Corte chiarisce i limiti del proprio sindacato sulla valutazione delle prove e ribadisce che gli onorari legali si liquidano sul valore della somma effettivamente riconosciuta (decisum), non su quella richiesta.

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Conguaglio bollette acqua: limiti alla retroattività

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha chiarito i limiti del conguaglio bollette acqua per periodi passati. La sentenza stabilisce che le richieste di adeguamento tariffario sono legittime solo se basate sulle regole in vigore al momento del consumo. Una nuova delibera dell’autorità di settore non può introdurre retroattivamente nuovi criteri di costo, ma può solo consentire la liquidazione di somme già dovute secondo il sistema tariffario precedente, tutelando così l’affidamento degli utenti.

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Trasferimento ramo d'azienda: quando è legittimo?

Una giornalista ha contestato la legittimità della cessione del suo contratto di lavoro, avvenuta nell’ambito di un trasferimento ramo d’azienda da una grande casa editrice a una nuova società. La Corte di Cassazione ha confermato le sentenze dei gradi precedenti, ritenendo l’operazione valida. Il punto cruciale è stato il riconoscimento che l’unità trasferita, dedicata ai servizi grafici, possedeva una sufficiente e preesistente autonomia organizzativa e funzionale per essere qualificata come un vero e proprio ramo d’azienda, legittimando così il passaggio dei lavoratori ad essa collegati.

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Revoca finanziamento pubblico: quando è legittima?

Un’associazione di categoria si è vista revocare un contributo regionale a causa di una rendicontazione basata su fatture false. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della revoca del finanziamento pubblico nella sua interezza, ritenendo la condotta una grave violazione degli obblighi previsti dal bando. L’ordinanza ha inoltre convalidato la condanna per responsabilità processuale aggravata, data la pretestuosità del ricorso.

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