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Giurisprudenza Civile

Obblighi informativi banca: la Cassazione decide

Una risparmiatrice ha perso i suoi risparmi investendo in titoli di una nota società, poco prima del default. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello, ribadendo i stringenti obblighi informativi a carico della banca. La Suprema Corte ha stabilito che esiste una presunzione di nesso causale tra la mancata informazione e il danno, e che la propensione al rischio del cliente non attenua la responsabilità dell’intermediario. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce

Un cittadino ha richiesto la correzione di un errore materiale in una sentenza della Corte di Cassazione emessa nei confronti di un ente previdenziale. La sentenza originale, pur condannando l’ente al pagamento delle spese legali, includeva erroneamente la dicitura ‘oltre spese prenotate a debito’, applicabile solo quando una parte è assistita dall’Avvocatura dello Stato. La Corte ha accolto l’istanza, riconoscendo l’errore e sostituendo la frase errata con la corretta dicitura ‘oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge’, riformulando così il dispositivo della sentenza.

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Obblighi informativi banca: la Cassazione decide

La Cassazione conferma la condanna di un istituto di credito alla restituzione delle somme a un investitore, a causa della violazione degli obblighi informativi banca. Anche se il contratto non è nullo, la grave inadempienza dell’intermediario giustifica la restituzione, qualificabile come risarcimento del danno o effetto della risoluzione del contratto.

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Investimenti speculativi: la Cassazione decide

Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per aver concluso contratti su derivati, sostenendo fossero investimenti speculativi e inadeguati. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, rilevando che l’amministratore di fatto della società, pienamente consapevole dei rischi, aveva scelto di procedere. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo di non poter riesaminare i fatti già accertati dal giudice di merito e confermando che la consapevole accettazione del rischio esclude la responsabilità della banca.

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Contratto quadro: la sua assenza rende nullo l'ordine

La Cassazione conferma la nullità di un mandato di gestione patrimoniale per assenza del preventivo contratto quadro. Rigettato il ricorso di una banca che contestava la propria responsabilità, affermando che la mancanza del contratto quadro è un vizio insanabile che invalida gli atti esecutivi successivi.

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Onere della prova usura: le regole della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5709/2025, ha rigettato il ricorso di un fideiussore in una causa di usura su un mutuo. La Corte ha chiarito che l’onere della prova usura grava sul debitore, il quale non solo deve produrre le prove, ma deve prima di tutto allegare in modo puntuale e specifico i fatti a fondamento della sua eccezione, indicando tassi applicati, tassi soglia e periodi di riferimento. La mancata allegazione specifica rende inammissibile l’esame della questione.

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Inammissibilità ricorso cassazione: interessi e mutui

La Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso cassazione presentato da una società e il suo fideiussore contro una società veicolo. I motivi, relativi a presunti interessi usurari, indeterminatezza del tasso e manipolazione dell’Euribor, sono stati giudicati inammissibili perché in contrasto con la giurisprudenza consolidata o per carenza di specificità.

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Mutuo solutorio: la Cassazione rinvia alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso riguardante la validità di un mutuo solutorio, ovvero un finanziamento concesso per estinguere debiti pregressi. Riconoscendo la particolare importanza della questione, già rimessa a un organo superiore, la Corte ha rinviato il giudizio in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite, che fornirà un indirizzo definitivo sulla materia.

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Onere della prova bancaria: Cassazione chiarisce

Due clienti hanno contestato la richiesta di rimborso di una banca, sostenendo che l’intero importo del finanziamento non fosse mai stato erogato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei tribunali di merito. La questione centrale era l’onere della prova del versamento. La Suprema Corte ha chiarito che contestare la valutazione delle prove da parte del giudice di merito (come gli estratti conto) non è un motivo valido per un ricorso in Cassazione, il quale deve limitarsi a errori di diritto. Il ricorso è stato respinto in quanto considerato un tentativo di ottenere una terza revisione dei fatti.

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Mutuo condizionato: quando non è titolo esecutivo?

Un garante ha contestato un’azione esecutiva basata su un contratto di mutuo i cui fondi non erano stati immediatamente erogati. La Corte d’Appello ha annullato l’azione, ritenendo che il mutuo condizionato non costituisse un valido titolo esecutivo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società creditrice perché non contestava il principio giuridico centrale della decisione d’appello, ovvero la necessità della disponibilità immediata della somma ai fini dell’esecutività del titolo.

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Limite finanziabilità mutuo fondiario: non è nullità

Una banca aveva concesso un mutuo fondiario per un importo superiore al limite di finanziabilità dell’80% del valore dell’immobile. La Corte d’Appello aveva dichiarato nullo l’intero contratto. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5715/2025, ha annullato tale decisione, stabilendo che il superamento del limite di finanziabilità del mutuo fondiario non comporta la nullità del contratto. La norma violata, infatti, ha natura di vigilanza prudenziale a tutela della stabilità della banca e non è una norma imperativa posta a garanzia del cliente. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Cumulo interessi moratori: quando è usura?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito contro la decisione della Corte d’Appello che aveva annullato una clausola di un mutuo. La Corte ha confermato che se una clausola contrattuale, attraverso un meccanismo di sommatoria, porta al superamento del tasso soglia per via del cumulo interessi moratori e convenzionali, tale clausola è nulla. La Cassazione ha ritenuto che la valutazione della Corte d’Appello fosse un accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità.

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Indennità per migliorie: prescrizione e novazione

La Corte di Cassazione esamina un caso di richiesta di indennità per migliorie su un immobile locato, regolato da due contratti successivi. La Corte d’Appello aveva dichiarato prescritta la richiesta relativa al primo contratto, interpretando il secondo come una novazione del rapporto. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che l’interpretazione della volontà delle parti è un accertamento di fatto incensurabile in sede di legittimità se la motivazione è plausibile, confermando di fatto la prescrizione del diritto.

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Produzione documentale tardiva: la Cassazione decide

Una società fa causa a una banca per la restituzione di somme indebitamente pagate. Dopo una vittoria in primo grado, la Corte d’Appello riduce l’importo dovuto alla società basandosi su documenti prodotti tardivamente dalla banca. La società ricorre in Cassazione, sostenendo l’inammissibilità di tale produzione documentale tardiva. La Suprema Corte rigetta il ricorso, chiarendo che i documenti, pur tardivi, erano ammissibili perché finalizzati a una mera difesa della banca e necessari al consulente tecnico per accertare i fatti, il cui onere probatorio gravava sulla società attrice.

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Motivazione apparente: sentenza annullata dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello in un caso di distanze tra costruzioni. La decisione è stata cassata per motivazione apparente, poiché il giudice di secondo grado aveva riformato la sentenza di primo grado basandosi su una nuova misurazione della distanza (da inferiore a superiore al limite legale), senza però spiegare il metodo di calcolo utilizzato né le ragioni della discrepanza con la perizia precedente. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per un nuovo esame che chiarisca il percorso logico-giuridico della decisione.

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Diritto di difesa: udienza cartolare e note non autorizzate

Una controversia su canoni di locazione non pagati per un immobile a rischio sismico arriva in Cassazione. La Suprema Corte annulla la decisione d’appello non per il merito della questione, ma per un vizio procedurale: è stato violato il diritto di difesa dell’ente ricorrente, a cui non è stato concesso un termine per replicare a una memoria non autorizzata depositata dalla controparte durante un’udienza cartolare.

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Dirigenza medica: incarichi non automatici dopo 5 anni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5718/2025, ha stabilito un principio fondamentale per la dirigenza medica. Contrariamente a quanto deciso dalla Corte d’Appello, il conferimento di un incarico di direzione di struttura o di alta specializzazione dopo cinque anni di anzianità non è automatico. La Suprema Corte ha chiarito che tale assegnazione è subordinata a tre condizioni essenziali: l’effettiva disponibilità di posti nell’organico aziendale, la necessaria copertura finanziaria e il superamento delle procedure di selezione previste dalla contrattazione collettiva. Di conseguenza, il ricorso dell’Azienda Sanitaria è stato accolto, annullando la sentenza precedente e respingendo la richiesta di risarcimento danni dei medici.

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Opposizione all'esecuzione: il terzo può intervenire?

Un gruppo di società ha contestato un’esecuzione forzata basata su un contratto di mutuo, sostenendone la nullità a causa di un presunto collegamento con debiti illeciti su altri conti correnti. La Corte di Cassazione ha analizzato se le società del gruppo, non direttamente soggette all’esecuzione, potessero partecipare al giudizio di opposizione all’esecuzione. La Corte ha stabilito che un terzo può intervenire, a condizione di dimostrare un interesse giuridico concreto e attuale. Tuttavia, nel caso specifico, tale interesse è venuto meno dopo che i giudici di merito hanno escluso l’esistenza di un collegamento negoziale tra il mutuo e i debiti delle altre società.

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Usi civici e conciliazione: efficacia verso terzi

La Corte di Cassazione esamina il caso di una compravendita di terreni originariamente gravati da usi civici, la cui natura è stata modificata in ‘privata’ tramite una conciliazione a cui non ha partecipato un soggetto che vantava diritti. Ritenendo la questione di particolare importanza, l’ordinanza interlocutoria rinvia la causa a pubblica udienza per decidere sull’efficacia di tale accordo nei confronti dei terzi esclusi.

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Mantenimento del fallito: quando si perde il diritto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni soci falliti che chiedevano di trattenere una quota dei loro redditi per il proprio mantenimento. La decisione si fonda sul fatto che i ricorrenti non hanno contestato una delle motivazioni autonome e sufficienti della sentenza impugnata, ovvero la mancata prova della loro effettiva necessità di disporre di tali somme, avendo il giudice di merito accertato la disponibilità di altre fonti di reddito familiare. La Suprema Corte ha ribadito che, in assenza di tale prova, è legittimo destinare l’intero reddito del fallito alla massa dei creditori. La parola_chiave centrale è mantenimento del fallito.

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