LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Cessione del credito pro solvendo: la guida completa

Una società cede i propri crediti a un’azienda di factoring con garanzia di solvenza (cessione del credito pro solvendo). Quando il debitore contesta la fornitura, il factor si rivale sul cedente. La Cassazione chiarisce che l’esercizio di tale garanzia risolve il contratto di cessione, facendo tornare il credito in capo al cedente originale. Di conseguenza, il factor perde il diritto di agire contro il debitore. La sentenza esplora anche l’effetto riflesso di un precedente giudicato tra cedente e cessionario sul debitore.

Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

Una società ricorre in Cassazione contro una sentenza d’appello. Successivamente, rinuncia al ricorso. La Corte Suprema dichiara l’estinzione del giudizio, senza disporre sulle spese, data la rinuncia della parte ricorrente. Questa decisione evidenzia la procedura e gli effetti della rinuncia volontaria all’impugnazione.

Continua »
Estinzione del giudizio per rinuncia: il caso esaminato

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della ricorrente, motivata da un accordo conciliativo raggiunto con la controparte. Pur senza decidere nel merito, la Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato: l’Indice Sintetico di Costo (ISC/TAEG) nei contratti di finanziamento ha una funzione informativa e la sua mancata indicazione, pur sanzionata con nullità, non comporta di per sé una maggiore onerosità del finanziamento.

Continua »
Errore percettivo: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un avvocato contro la Cassa Forense. Il motivo del ricorso era un errore percettivo del giudice d’appello su una data. La Corte ha stabilito che per un errore di fatto di questo tipo lo strumento corretto non è il ricorso in Cassazione, ma la revocazione, portando all’inammissibilità dell’azione.

Continua »
Notifica irreperibili: limiti e validità secondo la Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica a persone irreperibili (ex art. 143 c.p.c.) non è sufficiente a interrompere la prescrizione di un credito se l’atto non giunge a effettiva conoscenza del destinatario. Nel caso specifico, un contribuente si era opposto a un’intimazione di pagamento per contributi previdenziali, contestando la validità della notifica dell’avviso di addebito originario, avvenuta a un indirizzo dove non risiedeva più. La Corte ha accolto il ricorso, sottolineando che, per una notifica irreperibili valida, sono necessarie ricerche effettive e non basta la mera consultazione dei registri anagrafici.

Continua »
Licenziamento motivo oggettivo: quando spetta il reintegro

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6221/2025, ha stabilito che in caso di licenziamento per motivo oggettivo basato su una ragione organizzativa risultata inesistente, la tutela applicabile è quella del reintegro nel posto di lavoro, e non solo un’indennità economica. La decisione segue la sentenza n. 128/2024 della Corte Costituzionale, che ha modificato il regime sanzionatorio del Jobs Act. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva concesso solo un risarcimento, rinviando il caso per una nuova valutazione alla luce del nuovo principio.

Continua »
Licenziamento ritorsivo: quando è nullo? La Cassazione

Una lavoratrice ha impugnato il suo licenziamento durante il periodo di prova, sostenendo si trattasse di un licenziamento ritorsivo a seguito di sue lamentele. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, ravvisando una reciproca insoddisfazione nel rapporto. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile e ribadendo che, per aversi un licenziamento ritorsivo, il motivo illecito deve essere l’unica e determinante ragione del recesso, condizione non soddisfatta nel caso di specie.

Continua »
Compensazione spese di lite per mutamento giurisprudenza

Una lavoratrice ha vinto una causa contro un’azienda committente per il pagamento del TFR non corrisposto dalla ditta appaltatrice. Tuttavia, la Corte d’Appello ha compensato le spese legali a causa di un’evoluzione nell’interpretazione della legge. La lavoratrice ha impugnato tale decisione, ma la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che un significativo mutamento di giurisprudenza costituisce una valida ragione per la compensazione spese di lite tra le parti.

Continua »
Contratto collettivo operai forestali: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’agenzia regionale contro un proprio dipendente, un operaio forestale. La Corte ha confermato che al lavoratore, trasferito dalla Regione all’Agenzia, spetta l’indennità per il tragitto casa-lavoro prevista dal contratto collettivo operai forestali di settore. È stato stabilito che, nonostante la natura pubblica dell’ente, specifiche leggi nazionali e regionali legittimano l’applicazione della contrattazione collettiva privata per questi lavoratori, data la peculiarità storica del settore.

Continua »
Retribuzione dirigente scolastico: la Cassazione decide

Un dirigente scolastico in servizio all’estero ha citato in giudizio il Ministero dell’Istruzione per ottenere il pagamento della parte variabile della retribuzione di posizione. Mentre i tribunali di primo e secondo grado avevano accolto la richiesta, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Sulla base di uno specifico Contratto Collettivo Nazionale, la Corte ha stabilito che la retribuzione dirigente scolastico all’estero era limitata alla sola componente fissa, escludendo quella variabile per il periodo in questione.

Continua »
Qualificazione della domanda: l'errore del giudice

Due proprietari di imbarcazioni, sequestrate e successivamente danneggiate durante la custodia statale, hanno citato in giudizio diversi Ministeri per ottenere il risarcimento. I tribunali di merito hanno erroneamente interpretato la loro azione come una richiesta di indennizzo per ingiusto processo, rigettandola. La Corte di Cassazione ha corretto questa errata qualificazione della domanda, stabilendo che la richiesta era chiaramente finalizzata al risarcimento per negligente custodia dei beni. La Suprema Corte ha annullato la decisione precedente e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame basato sulla corretta interpretazione della domanda.

Continua »
Notifica Rito Fornero: quando decorre il termine?

Una società ha presentato un ricorso tardivo secondo il Rito Fornero. La Corte di Cassazione ha confermato che il termine per l’impugnazione decorre dalla notifica rito fornero anche a uno solo dei difensori costituiti. La Corte ha inoltre ribadito il principio secondo cui l’appello deve seguire il rito del primo grado, anche se errato. Di conseguenza, il ricorso della società è stato respinto.

Continua »
Termine lungo impugnazione: ricorso tardivo è K.O.

Un datore di lavoro ricorre contro la sentenza d’appello che riconosceva maggiori diritti a una dipendente. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile perché notificato oltre il termine lungo impugnazione di sei mesi, decorrente dal deposito della sentenza.

Continua »
Patto di prova nullo se il lavoro era già svolto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la nullità di un patto di prova inserito in un contratto di lavoro, poiché la lavoratrice aveva già svolto le medesime mansioni per la stessa azienda nei mesi immediatamente precedenti l’assunzione formale. Secondo la Corte, la finalità del patto di prova, ovvero la sperimentazione reciproca tra le parti, era già stata soddisfatta. Di conseguenza, il licenziamento intimato durante tale periodo è stato dichiarato illegittimo, con condanna dell’azienda al risarcimento del danno.

Continua »
Contratto operai forestali: quale si applica?

La Corte di Cassazione ha stabilito che al rapporto di lavoro degli operai idraulico-forestali dipendenti da un ente pubblico regionale si applica il contratto collettivo nazionale (CCNL) di settore, di natura privatistica, per gli aspetti economici. La Corte ha rigettato il ricorso di un’agenzia regionale che si opponeva al pagamento di un’indennità di percorso a un dipendente, sostenendo che dovesse applicarsi la disciplina del pubblico impiego. Secondo la Suprema Corte, una normativa speciale, sia nazionale che regionale, prevale sulle regole generali, legittimando l’applicazione del contratto operai forestali per la determinazione del trattamento economico.

Continua »
Riconoscimento titolo: diploma valido se scuola paritaria?

Un lavoratore contesta l’esclusione da graduatorie scolastiche per un diploma ottenuto da un istituto la cui qualifica di ‘scuola paritaria’ è stata riconosciuta solo retroattivamente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rileva un vizio nella notifica del ricorso all’Avvocatura dello Stato. Dispone quindi la rinnovazione della notifica e rinvia la causa a pubblica udienza, sottolineando l’importanza della questione per l’uniforme interpretazione della legge (valenza nomofilattica).

Continua »
Demansionamento: quando il ricorso è inammissibile

Una dirigente pubblica, dopo la revoca del suo incarico di Segretario Generale e l’assegnazione a nuove mansioni, ha citato in giudizio l’ente per demansionamento. Le corti di merito hanno negato il demansionamento ma le hanno riconosciuto la retribuzione di risultato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso principale della dirigente inammissibile, poiché mirava a un riesame del merito della vicenda e non a denunciare vizi di legittimità. Di conseguenza, il ricorso incidentale dell’ente è stato dichiarato inefficace.

Continua »
Tardività appello: ricorso non autosufficiente

Un lavoratore si è visto dichiarare inammissibile il ricorso in Cassazione contro la sua esclusione da un progetto lavorativo. La Corte ha confermato la decisione di tardività dell’appello, sottolineando che il ricorrente non ha rispettato il principio di autosufficienza, non avendo fornito le prove documentali necessarie a dimostrare un presunto errore del sistema telematico di deposito atti.

Continua »
Sopravvenuta carenza di interesse: ricorso inammissibile

Una società propone ricorso in Cassazione contro avvisi di pagamento, sostenendo la mancata notifica delle cartelle esattoriali. Durante il giudizio, le cartelle sottostanti vengono annullate da altre sentenze. La Corte di Cassazione, pur rilevando la tardività della documentazione prodotta dalla società, interpreta la sua istanza come una manifestazione di sopravvenuta carenza di interesse e dichiara il ricorso inammissibile, compensando le spese.

Continua »
Contribuzione società dilettantistica: i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6263/2025, affronta il tema della contribuzione per società dilettantistica. Viene respinto il ricorso di un’associazione sportiva sulla qualificazione di alcuni rapporti come subordinati, ma accolto quello dell’ente previdenziale. La Corte chiarisce che l’esenzione fiscale per i compensi sportivi non si applica automaticamente ai contributi se l’attività degli istruttori ha carattere professionale, richiedendo una valutazione nel merito che la Corte d’Appello aveva omesso.

Continua »