La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5487/2024, ha stabilito che un obbligo morale imposto all'erede designato di trasferire i beni a terzi dopo la sua morte non costituisce una valida sostituzione testamentaria. Nel caso specifico, una testatrice aveva nominato erede universale il marito, con l'obbligo morale di destinare il patrimonio ai cognati. Essendo il marito premorto, i cognati chiedevano di essere riconosciuti eredi. La Corte ha rigettato la richiesta, affermando che la sostituzione testamentaria richiede una designazione esplicita e una doppia istituzione di erede, elementi mancanti nel testamento in esame, la cui interpretazione letterale era chiara e non lasciava spazio a volontà implicite.
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