La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5882/2024, ha chiarito la natura giuridica dell'assegno in garanzia. Un soggetto si opponeva a un decreto ingiuntivo basato su tre assegni, sostenendo che fossero stati consegnati in garanzia per un debito aziendale poi saldato. La Corte ha stabilito che, sebbene il patto di garanzia tramite assegno sia nullo per violazione di norme imperative, l'assegno stesso non perde validità ma si converte in una promessa di pagamento ai sensi dell'art. 1988 c.c. Di conseguenza, si verifica un'inversione dell'onere della prova: non è il creditore a dover dimostrare l'esistenza del debito, ma il debitore a dover provare il contrario. Non essendo stata fornita tale prova, il ricorso è stato respinto.
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