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Giurisprudenza Civile

Diritto all’informativa: Cassazione annulla trattenuto
Un cittadino straniero, giunto in Italia via mare, veniva trattenuto in un CPR sulla base di un decreto di respingimento. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento di convalida del trattenimento perché al cittadino non era stato garantito il fondamentale diritto all'informativa sulla possibilità di richiedere protezione internazionale. La mancanza di tale informativa rende illegittimo il provvedimento presupposto e, di conseguenza, la stessa misura restrittiva della libertà personale.
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Responsabilità appaltatore: quando risponde dei vizi?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5934/2024, chiarisce i confini della responsabilità appaltatore in un contratto di costruzione. Il caso riguarda una committente che ha citato in giudizio sia l'impresa edile sia il progettista per gravi difetti emersi durante i lavori di demolizione e ricostruzione. La Corte ha stabilito che l'appaltatore è responsabile non solo per i vizi di esecuzione, ma anche per non aver rilevato e segnalato gli errori presenti nel progetto. Se l'opera non viene completata, si applicano le norme generali sull'inadempimento contrattuale e non quelle specifiche sulla garanzia per i vizi. Infine, il giudice può compensare d'ufficio il credito dell'appaltatore per i lavori svolti con il debito per il risarcimento dei danni causati alla committente.
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Motivazione apparente: polizza professionale annullata
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che condannava una compagnia assicurativa a indennizzare un architetto per responsabilità professionale in un appalto pubblico. La decisione è stata motivata dalla presenza di una "motivazione apparente", poiché i giudici di merito non avevano spiegato in modo adeguato come le polizze assicurative coprissero il danno specifico, limitandosi a un'affermazione generica e assertiva. Sono stati invece respinti i ricorsi incidentali presentati dall'architetto e dal Comune committente.
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Divisione ereditaria: i beni devono essere in comunione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5920/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di divisione ereditaria: i beni da dividere devono appartenere alla comunione non solo all'inizio della causa, ma fino al momento della sua definizione. Nel caso specifico, alcuni beni erano stati trasferiti a due coeredi con una sentenza passata in giudicato, in esecuzione di un contratto preliminare stipulato dal defunto. La Corte ha chiarito che tale trasferimento è pienamente efficace tra i coeredi, rendendo impossibile includere detti beni nella divisione, indipendentemente dalla data di trascrizione della domanda giudiziale.
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Clausola compromissoria: si applica ai lavori extra?
Una società subappaltatrice, dopo aver richiesto un pagamento per lavori extra, si è vista opporre dalla committente una clausola compromissoria presente nel contratto originale. La Cassazione ha stabilito che, in assenza di prove concrete di un nuovo e distinto accordo verbale, anche le opere extracontratto rientrano nell'ambito del contratto originario. Di conseguenza, la competenza a decidere la controversia spetta al collegio arbitrale e non al tribunale ordinario.
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Eredità giacente: appello inammissibile in Cassazione
Una società ricorre in Cassazione contro un decreto che ha revocato la nomina del curatore di un'eredità giacente. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, specificando che tali decreti, rientrando nella volontaria giurisdizione, mancano dei requisiti di definitività e decisorietà necessari per l'impugnazione ai sensi dell'art. 111 della Costituzione. La decisione chiarisce la natura procedurale del provvedimento, distinguendolo dalle sentenze che definiscono diritti sostanziali.
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Ritardi di pagamento: la Cassazione interroga la UE
Una società fornitrice di attrezzature per intercettazioni ha citato in giudizio il Ministero della Giustizia per i sistematici ritardi di pagamento, chiedendo gli interessi previsti per le transazioni commerciali. La Corte di Cassazione, rilevando un potenziale contrasto tra la normativa nazionale, che qualifica tali prestazioni come 'spese di giustizia', e la Direttiva UE sui ritardi di pagamento, ha sospeso il procedimento e ha rimesso la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per un'interpretazione definitiva.
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Veicolo non identificato: prova e oneri processuali
Un automobilista ha citato in giudizio una compagnia assicurativa per i danni subiti in un sinistro con un veicolo non identificato. Dopo una vittoria iniziale, la Corte d'Appello ha respinto la richiesta per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha confermato questa decisione, dichiarando inammissibili le obiezioni procedurali sollevate per la prima volta in quella sede e convalidando la valutazione delle prove effettuata dal giudice di merito.
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Indennità di disoccupazione e malattia: la guida
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5912/2024, ha stabilito che per ottenere la 'neutralizzazione' di un periodo di malattia ai fini del calcolo dei requisiti per l'indennità di disoccupazione, non è sufficiente il solo certificato medico. È indispensabile che il lavoratore rispetti la procedura di comunicazione tempestiva all'INPS, come previsto dalla legge. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva concesso il beneficio senza verificare il rispetto di tale onere procedurale, fondamentale per consentire all'ente le dovute verifiche.
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Lavori extra-contratto: compenso senza accordo scritto
Un'impresa edile ha eseguito opere non previste dal contratto originario su richiesta verbale del committente. Quest'ultimo si è poi rifiutato di pagare, appellandosi al prezzo forfettario pattuito. La Corte di Cassazione ha confermato che i lavori extra-contratto danno diritto a un compenso aggiuntivo, in quanto costituiscono un nuovo accordo che può essere provato anche tramite testimoni. La Corte ha quindi respinto sia il ricorso del committente che quello incidentale dell'impresa, confermando la decisione d'appello.
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Assegno in garanzia: nullo ma vale come promessa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5882/2024, ha chiarito la natura giuridica dell'assegno in garanzia. Un soggetto si opponeva a un decreto ingiuntivo basato su tre assegni, sostenendo che fossero stati consegnati in garanzia per un debito aziendale poi saldato. La Corte ha stabilito che, sebbene il patto di garanzia tramite assegno sia nullo per violazione di norme imperative, l'assegno stesso non perde validità ma si converte in una promessa di pagamento ai sensi dell'art. 1988 c.c. Di conseguenza, si verifica un'inversione dell'onere della prova: non è il creditore a dover dimostrare l'esistenza del debito, ma il debitore a dover provare il contrario. Non essendo stata fornita tale prova, il ricorso è stato respinto.
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Improcedibilità del ricorso: onere deposito notifica
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5905/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, confermando la sanzione di improcedibilità del ricorso principale. La causa era il mancato deposito, da parte della società ricorrente, della copia autentica della sentenza impugnata corredata dalla relativa relata di notificazione. La Corte ha ribadito che tale onere è inderogabile per il ricorrente e il suo inadempimento non costituisce un errore di fatto revocabile, ma una questione di diritto sulla cui base si fonda l'improcedibilità del ricorso.
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Erede apparente: acquisto valido e tutela del terzo
La Corte di Cassazione conferma la validità dell'acquisto di un immobile da un erede apparente. La controversia vedeva contrapposti gli eredi di un legatario testamentario e gli acquirenti che avevano comprato in buona fede dal fratello del defunto, il quale si era qualificato come unico erede legittimo. La Suprema Corte ha dato prevalenza alla tutela degli acquirenti, ritenendo provata la loro buona fede sulla base di una serie di elementi oggettivi, come la regolarità delle trascrizioni della successione. Viene rigettato il ricorso basato sulla titolarità effettiva del bene, applicando il principio di tutela dell'affidamento del terzo acquirente dall'erede apparente.
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Convalida del trattenimento: i limiti del sindacato
La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi di un cittadino straniero, annullando i provvedimenti di detenzione. La decisione si fonda sul principio che la convalida del trattenimento richiede un esame effettivo da parte del giudice, e non una mera ratifica formale. Una motivazione apparente, che non affronta le specifiche contestazioni del ricorrente sulla legittimità dell'espulsione, rende invalida la convalida e tutti gli atti successivi.
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Informativa migranti: obbligo inderogabile per la P.A.
La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di trattenimento di un cittadino straniero, sbarcato in Italia dopo un'operazione di soccorso, a causa della mancata comunicazione dei suoi diritti in materia di protezione internazionale. La sentenza stabilisce che l'obbligo di fornire una completa informativa migranti è un adempimento essenziale e non una mera formalità. L'assenza di tale informativa rende illegittimi i successivi atti di respingimento e trattenimento, anche se la persona non ha manifestato esplicitamente la volontà di chiedere asilo.
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Trattenimento stranieri: ritardo del giudice, che fare?
La Corte di Cassazione esamina il caso di un cittadino straniero il cui trattenimento in un CPR è stato prorogato nonostante il tribunale non avesse deciso entro il termine di 5 giorni sull'istanza di sospensione del rigetto della sua domanda di protezione internazionale. Il ricorrente lamenta che il ritardo, pur se dovuto a ragioni burocratiche, rende illegittima la detenzione. La Suprema Corte, riconoscendo la complessità e l'importanza della questione che contrappone le esigenze amministrative alla libertà personale, non ha emesso una decisione definitiva ma ha rinviato la causa a una pubblica udienza per un esame approfondito.
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Protezione speciale: espulsione illegittima se negata
Un cittadino straniero, recatosi in Questura per presentare domanda di protezione speciale, è stato invece raggiunto da un decreto di espulsione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5885/2024, ha annullato la decisione del Giudice di Pace che aveva convalidato l'espulsione. La Suprema Corte ha stabilito che il giudice non può limitarsi a un controllo formale del provvedimento, ma deve valutare nel merito se la Pubblica Amministrazione abbia illegittimamente impedito al richiedente di esercitare il suo diritto, rendendo così l'espulsione illegittima.
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Convalida trattenimento: obbligo del giudice di esame
Un cittadino straniero ricorre in Cassazione contro la convalida del suo trattenimento in un CPR. Il motivo è la mancata produzione, da parte della Questura, degli atti amministrativi presupposti. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, riconosce la rilevanza della questione sulla necessità di un controllo giurisdizionale completo e rinvia la causa a una pubblica udienza per la decisione finale sulla procedura di convalida trattenimento.
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Errore di fatto: quando è inammissibile la revocazione
Un lavoratore ha richiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto riguardo la presunta violazione del principio di terzietà nel procedimento disciplinare a suo carico. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la sua precedente decisione si basava su una valutazione giuridica dell'ammissibilità del motivo di ricorso, e non su un accertamento fattuale. Pertanto, non sussiste l'errore di fatto necessario per la revocazione, che non può essere utilizzata come un ulteriore grado di giudizio per riesaminare il merito della controversia.
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Trattenimento CPR e asilo: i termini da rispettare
Un cittadino straniero, durante la convalida del suo trattenimento in un CPR, manifesta la volontà di chiedere protezione internazionale. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, esamina la legittimità della sua detenzione nel periodo tra la richiesta e l'emissione di un nuovo provvedimento specifico. Ritenendo la questione complessa e connessa a un dubbio di costituzionalità, la Corte ha rinviato la causa a una pubblica udienza per un approfondimento, senza decidere nel merito.
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