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Giurisprudenza Civile

Tutela reintegratoria: quando spetta dopo il licenziamento
Un'impiegata viene licenziata per aver stampato documenti personali e fotografato il posto di lavoro. La Cassazione, con l'ordinanza n. 20698/2024, ha stabilito che se la condotta può essere ricondotta a una norma contrattuale che prevede una sanzione conservativa, si applica la tutela reintegratoria (art. 18, c. 4 L. 300/70) e non solo quella indennitaria. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva escluso la reintegrazione, affermando l'illegittimità del licenziamento per sproporzione della sanzione.
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Appello incidentale: quando non è necessario
Un imprenditore, sanzionato dall'Agenzia delle Entrate, vince in primo grado. La Corte d'Appello ribalta la decisione. La Cassazione interviene e chiarisce che il vincitore in primo grado non deve proporre appello incidentale per contestare l'importo della sanzione, essendo una mera difesa. La causa viene rinviata in Appello per la rideterminazione del quantum.
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Costi assicurativi usura: inclusi nel calcolo del TEG
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20699/2024, ha stabilito che i costi assicurativi legati a un finanziamento, come la cessione del quinto, devono essere sempre inclusi nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) per la verifica del superamento della soglia di usura. La Corte ha chiarito che le istruzioni della Banca d'Italia, essendo fonte normativa secondaria, non possono derogare al principio onnicomprensivo dettato dall'art. 644 del codice penale. Pertanto, se un costo è collegato all'erogazione del credito, deve essere conteggiato, e le eventuali disposizioni amministrative contrarie vanno disapplicate dal giudice.
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Inquadramento pubblico impiego: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20696/2024, ha stabilito un principio fondamentale per l'inquadramento nel pubblico impiego in caso di mobilità. Il caso riguardava una dipendente trasferita da un'amministrazione locale a una ministeriale, alla quale era stata assegnata una fascia retributiva inferiore basandosi sulla retribuzione iniziale anziché su quella effettivamente percepita, comprensiva delle progressioni maturate. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'amministrazione, confermando che il passaggio diretto configura una cessione del contratto e impone di conservare la posizione economica acquisita, per evitare una dequalificazione.
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Contributo di solidarietà: illegittimo se non per legge
Un ente previdenziale ha imposto un "contributo di solidarietà" sulle pensioni esistenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo tale prelievo, affermando che solo il legislatore statale, e non un ente autonomo, può imporre simili obbligazioni patrimoniali. La Corte ha inoltre confermato che il diritto a richiedere il rimborso è soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni, non a quella breve di cinque.
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Licenziamento dirigente: i limiti al riesame dei fatti
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro la sentenza che aveva giudicato illegittimo il licenziamento di un dirigente. La Corte chiarisce che, in sede di rinvio, il giudice non può riesaminare i fatti già accertati, ma deve limitarsi ad applicare i principi di diritto vincolanti enunciati dalla stessa Cassazione in una precedente pronuncia. Il motivo di ricorso basato sull'omesso esame di un fatto decisivo è stato respinto per la sua genericità e per non aver individuato il fatto storico specifico che sarebbe stato trascurato.
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Responsabilità liquidatore: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20692/2024, ha chiarito i confini della responsabilità del liquidatore di una società. La Corte ha stabilito che la responsabilità per le sanzioni tributarie non è automatica ma richiede la prova di un vantaggio personale, mentre la responsabilità per le imposte non pagate deriva da una gestione negligente dei beni in fase di liquidazione. È stato accolto il ricorso del liquidatore, annullando la decisione che lo riteneva automaticamente responsabile, mentre è stato respinto il ricorso della società sportiva contro la revoca delle agevolazioni fiscali.
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Detenzione e possesso: il giudicato fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di appello che aveva erroneamente qualificato un rapporto di detenzione come possesso. La Corte ha stabilito che un precedente giudicato, che aveva accertato l'esistenza di un contratto di affitto agrario, era vincolante. Di conseguenza, la richiesta di indennità per migliorie, basata sulla qualifica di possessore, è stata ritenuta inammissibile, ribadendo la netta distinzione tra detenzione e possesso.
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Nullità fideiussione ABI: no se è garanzia autonoma
Una società agricola e il suo garante ricorrono in Cassazione contro una banca, lamentando la nullità di un finanziamento per mancata indicazione dell'ISC e la nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile. Ribadisce che l'omissione dell'ISC non causa nullità e chiarisce che la nullità della fideiussione basata sul modello ABI non si estende al contratto autonomo di garanzia, che ha una natura giuridica diversa.
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Specificità appello: quando è inammissibile? La Cassazione
Un ex Ministro cita in giudizio un gruppo editoriale per diffamazione. Dopo la sconfitta in primo grado, la Corte d'Appello dichiara inammissibile il suo gravame per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione conferma la decisione, rigettando il ricorso e ribadendo i rigorosi requisiti di specificità dell'appello necessari per evitare una declaratoria di inammissibilità. La sentenza sottolinea che la semplice riproposizione delle argomentazioni iniziali non costituisce un'impugnazione valida.
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Contributo di solidarietà: illegittimo se non c’è legge
Una cassa di previdenza professionale ha imposto un contributo di solidarietà sulla pensione di un iscritto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il prelievo illegittimo, affermando che solo lo Stato può introdurre prestazioni patrimoniali imposte, nel rispetto della riserva di legge. La Corte ha inoltre confermato che il diritto del pensionato al rimborso si prescrive in dieci anni, non in cinque.
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Decadenza aggiudicazione: pagamento e compensazione
Un Ente Comunale si è visto confermare la decadenza dall'aggiudicazione di un immobile in un'asta fallimentare per non aver versato il saldo del prezzo. L'Ente intendeva pagare tramite compensazione con crediti tributari, ma questi non erano certi e liquidi. La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza aggiudicazione e la perdita della cauzione sono automatiche in caso di mancato pagamento, senza alcuna discrezionalità del giudice, anche se l'offerta prevedeva la compensazione.
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Danno da vaccino: quando spetta l’indennizzo?
La Corte d'Appello di Bari ha respinto la richiesta di indennizzo per un presunto danno da vaccino antipolio. La sentenza chiarisce che la legge non copre i casi in cui la vaccinazione si rivela semplicemente inefficace, ma solo quelli in cui è la somministrazione stessa a causare un danno diretto. La decisione si fonda sulla mancanza di prove di un nesso causale tra il vaccino e la patologia, attribuendo quest'ultima a un'infezione da virus selvaggio, resa possibile da un ciclo vaccinale incompleto.
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Domanda esenzione ticket: no senza richiesta all’ASL
Una recente sentenza della Corte d'Appello ha stabilito l'inammissibilità di un ricorso volto a ottenere il riconoscimento dell'invalidità ai fini dell'esenzione dal ticket sanitario. La Corte ha chiarito che la preventiva domanda esenzione ticket all'Azienda Sanitaria Locale (ASL) è un requisito di procedibilità indispensabile. Senza questo passaggio amministrativo, l'azione giudiziaria non può essere avviata, poiché il giudice non può accertare un diritto in astratto ma deve pronunciarsi su una pretesa specifica avanzata nei confronti dell'ente erogatore.
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Interpretazione contratto: obblighi di rendicontazione
Un'associazione ha presentato ricorso in Cassazione dopo essersi vista negare il saldo di un finanziamento pubblico e condannare alla restituzione di acconti. La controversia verteva sull'interpretazione contratto relativa agli obblighi di rendicontazione delle spese. La Corte d'Appello aveva stabilito che l'associazione non aveva fornito le quietanze necessarie a coprire l'intero importo finanziato. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non è possibile, in sede di legittimità, riproporre una diversa interpretazione del contratto senza contestare specifici errori giuridici nel ragionamento del giudice di merito.
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Appello inammissibile: l’omessa impugnazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro la propria dichiarazione di fallimento. L'appello è stato respinto perché la società ha contestato solo una delle due motivazioni autonome e sufficienti della sentenza d'appello, ovvero l'inattendibilità dei bilanci. Questo caso di appello inammissibile sottolinea l'importanza di impugnare tutte le 'ratio decidendi' di una decisione.
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Soglia di fallibilità e debito leasing: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20671/2024, ha stabilito che per la verifica della soglia di fallibilità, un debito derivante da un contratto di leasing risolto prima del fallimento non può essere conteggiato per intero. Il giudice deve calcolare l'effettivo debito residuo, tenendo conto del ricavato dalla vendita del bene, prima di poter dichiarare il fallimento di un imprenditore. La Corte ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Azione revocatoria fallimentare: la prova richiesta
In un caso di opposizione allo stato passivo, la Corte di Cassazione ha analizzato i presupposti dell'azione revocatoria fallimentare. La Corte ha stabilito che, per revocare una garanzia, il curatore deve provare la specifica conoscenza del pregiudizio arrecato ai creditori (scientia damni) da parte della banca, non essendo sufficiente la mera conoscenza dello stato di insolvenza del debitore. Viene così cassata con rinvio la decisione di merito che aveva confuso i due concetti, accogliendo il ricorso della banca su questo punto cruciale.
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Clausola penale leasing: il potere del giudice
Una società di leasing ha agito contro il garante per il pagamento di somme dovute a seguito della risoluzione di un contratto di leasing immobiliare. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale sulla clausola penale leasing: il giudice ha il potere, esercitabile anche d'ufficio, di ridurre una penale manifestamente eccessiva. Tale potere sussiste anche in presenza di un contratto autonomo di garanzia, poiché mira a tutelare un interesse generale all'equità contrattuale, impedendo l'indebito arricchimento del creditore.
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Responsabilità contrattuale assicurazione: cosa copre?
Un'azienda di fumigazione, a seguito di un lavoro eseguito in modo difettoso, viene citata per danni. La sua compagnia assicurativa nega la copertura. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, stabilisce un principio chiave sulla responsabilità contrattuale assicurazione: una polizza standard per la responsabilità civile verso terzi copre i danni extracontrattuali (aquiliani), ma non quelli derivanti direttamente dall'inadempimento di una prestazione contrattuale. Di conseguenza, l'azienda è tenuta a risarcire il danno senza poter essere manlevata dalla propria assicurazione.
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