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Giurisprudenza Civile

Rinuncia al ricorso in Cassazione: effetti pratici

Una cittadina, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per danni contro un Comune per un marciapiede dissestato, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, raggiunge un accordo transattivo con l’ente e deposita un atto di rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, accogliendo la rinuncia, dichiara estinto il processo, sottolineando che tale atto non necessita dell’accettazione della controparte per essere efficace.

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Ricorso inammissibile: no a rivalutazione dei fatti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un autista per il ricalcolo di straordinari e indennità. La Corte ha stabilito che il ricorso non sollevava questioni di legittimità, ma mirava a una rivalutazione dei fatti già accertati in appello, un’operazione non consentita in sede di Cassazione. Il lavoratore è stato condannato a pagare le spese legali.

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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha confermato che la richiesta di ricalcolo di una pensione, sebbene già in erogazione, è soggetta al termine di decadenza triennale. Di conseguenza, il diritto agli arretrati è limitato al triennio precedente l’azione giudiziaria. La sentenza chiarisce l’applicazione della cosiddetta ‘decadenza ricalcolo pensione’, specificando che solo l’azione in tribunale, e non la domanda amministrativa, può interrompere tale termine.

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Gestione Separata avvocati: obblighi e sanzioni

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una professionista che aveva ricevuto un avviso di addebito per contributi non versati alla Gestione Separata per l’anno 2010. La Corte ha confermato l’obbligo di iscrizione e versamento per gli avvocati non iscritti alla Cassa Forense che producono un reddito professionale. Tuttavia, ha accolto il ricorso riguardo le sanzioni, annullandole per il periodo in questione in applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto l’incertezza normativa pregressa.

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Prova indispensabile appello: Cassazione e novità

A una lavoratrice era stata riconosciuta una pensione anticipata secondo una normativa di favore. L’Istituto Previdenziale ha impugnato la decisione, ma le sue nuove prove sono state respinte in appello perché presentate tardivamente. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la documentazione costituiva una prova indispensabile in appello e doveva essere ammessa. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Indennità di fine rapporto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto del Tribunale di Roma che negava a un’agenzia marittima l’indennità di fine rapporto da una compagnia di navigazione. Il rapporto, durato dal 1966 al 2010 e regolato da due contratti successivi, era stato oggetto di una novazione nel 1991. La Cassazione ha ritenuto la motivazione del Tribunale ‘apparente’ e illogica, in quanto trattava il rapporto in modo contraddittorio. Inoltre, ha stabilito che il Tribunale ha errato nel non applicare gli Accordi Economici Collettivi di settore, che prevedono condizioni più favorevoli per l’agente rispetto al Codice Civile, riconoscendo l’indennità anche senza la prova di un aumento della clientela.

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Retribuzione feriale: indennità incluse nelle ferie

Un lavoratore del settore trasporti ha contestato la riduzione del suo stipendio durante le ferie a causa dell’esclusione di alcune indennità. La Corte di Cassazione, in linea con il diritto dell’Unione Europea, ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le voci retributive intrinsecamente connesse alle mansioni svolte, come l’indennità per l’assenza dalla residenza e quella di utilizzazione professionale. La Corte ha chiarito che una paga ridotta durante le ferie potrebbe scoraggiare il lavoratore dal goderne, violando il suo diritto a un riposo effettivo e pienamente retribuito. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello, che aveva dato ragione all’azienda, è stata annullata.

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Retribuzione feriale: indennità incluse, dice la Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità continuative e connesse alla prestazione lavorativa, come quella di utilizzazione professionale e di assenza dalla residenza per i macchinisti. Escluderle creerebbe un deterrente illegittimo alla fruizione delle ferie, in contrasto con il diritto dell’Unione Europea. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva negato tale diritto ai lavoratori, è stata di conseguenza annullata con rinvio.

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Retribuzione feriale: le indennità vanno incluse

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità intrinsecamente connesse alle mansioni svolte, come l’indennità per assenza dalla residenza e quella di utilizzazione professionale. Accogliendo il ricorso di un macchinista contro una società di trasporti, la Corte ha affermato che una paga ridotta durante le ferie può avere un effetto dissuasivo, violando il diritto UE. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

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Licenziamento sproporzionato: reintegra e CCNL

Un lavoratore è stato licenziato per aver attestato falsamente delle trasferte. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, giudicando il licenziamento sproporzionato. Secondo i giudici, la condotta del dipendente, qualificata come una ‘disordinata rendicontazione’ di natura colposa e non dolosa, rientrava tra le infrazioni punibili con una sanzione conservativa secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicabile. Di conseguenza, è stata ordinata la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, poiché la sanzione espulsiva è stata ritenuta eccessiva rispetto alla gravità del fatto contestato.

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Valutazione globale condotta: no al licenziamento

Una società chimica ha licenziato un dipendente per una serie di comportamenti tenuti in una sola mattinata, tra cui un alterco con un superiore e la violazione di norme di sicurezza. La Corte di Cassazione ha confermato l’annullamento del licenziamento, stabilendo che è necessaria una valutazione globale della condotta. Nel caso specifico, le azioni, seppur sanzionabili, non erano così gravi da ledere irrimediabilmente il rapporto di fiducia e rientravano in ipotesi punibili con sanzioni conservative previste dal CCNL, con conseguente reintegro del lavoratore.

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Rinuncia al ricorso per cassazione: processo estinto

Un caso di licenziamento disciplinare giunge in Cassazione. La società ricorrente decide di effettuare una rinuncia al ricorso per cassazione, che viene accettata dalla controparte. La Corte Suprema dichiara l’estinzione del processo senza disporre sulle spese, come previsto dal codice di procedura civile.

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Retribuzione avvocati in house: stop da accordo

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione degli avvocati in house, se derivante da atti unilaterali del datore di lavoro e non dal contratto individuale, può essere legittimamente modificata o soppressa da un accordo collettivo aziendale. Il caso riguardava un legale dipendente di una società di trasporti che si era visto interrompere il versamento del controvalore degli onorari professionali a seguito di un nuovo accordo sindacale. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che tali emolumenti non godevano della tutela del principio di irriducibilità della retribuzione.

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Nullità donazione cosa altrui: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un soggetto che aveva ricevuto in donazione un bene appartenente solo in parte alla donante. La Corte ha stabilito che la domanda di nullità proposta dai comproprietari del bene mira a invalidare l’intero atto, non solo la loro quota. Ha inoltre chiarito che il litisconsorzio necessario in questi casi si limita alle parti del contratto di donazione (donante e donatari), senza dover includere tutti i potenziali comproprietari. L’ordinanza conferma quindi che la nullità donazione cosa altrui è totale se così richiesto dai terzi interessati.

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Rimessione in termine avvocato: diligenza e oneri

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6431/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un professionista legale contro la decisione del Consiglio Nazionale Forense. Il caso riguarda la richiesta di reiscrizione all’albo, ma il punto centrale è l’istituto della rimessione in termine. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la mancanza di diligenza o un difetto nell’organizzazione dell’attività professionale non costituiscono una “causa non imputabile” che possa giustificare la concessione della rimessione in termine, confermando la responsabilità diretta del professionista per la propria organizzazione lavorativa.

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Responsabilità mediatore: limiti dovere d'informazione

Un acquirente cita in giudizio un’agenzia immobiliare per non averlo informato che la ditta costruttrice non aveva saldato il prezzo del terreno. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità del mediatore, ai sensi dell’art. 1759 c.c., non si estende a verifiche sulla generica solvibilità del venditore. Tale obbligo sorge solo se l’insolvenza può compromettere la sicurezza dell’affare, come il rischio di perdere la caparra, circostanza non verificatasi nel caso di specie, dove l’acquirente aveva anzi recuperato una somma superiore.

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Responsabilità professionista delegato: la Cassazione fa il punto

Un aggiudicatario di un immobile all’asta perdeva la proprietà a causa di un’azione revocatoria non menzionata nell’avviso di vendita. La Corte d’Appello condannava il notaio per la responsabilità del professionista delegato. La Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla natura di tale responsabilità, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione di principio.

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Giurisdizione Corte dei Conti: società in house

Una società di trasporto pubblico, qualificata come “società in house”, ha citato in giudizio l’agente della riscossione per i danni derivanti dalla prescrizione di alcuni crediti non riscossi. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno affermato la giurisdizione della Corte dei Conti, poiché il caso riguarda un “agente contabile” che gestisce denaro pubblico, configurando una questione di contabilità pubblica e non una semplice controversia contrattuale.

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Principio di specificità: ricorso inammissibile

Una società finanziaria ha citato in giudizio un notaio per negligenza professionale, lamentando un danno derivante dalla falsa attestazione circa l’assenza di ipoteche su un immobile. Le corti di merito hanno respinto la domanda per mancata prova del danno effettivo. La società ha proposto ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda sulla violazione del principio di specificità, in quanto la ricorrente si è limitata a elencare i documenti a sostegno della propria tesi senza riprodurne il contenuto o spiegare in che modo avrebbero dimostrato il danno, rendendo impossibile per la Corte valutarne la pertinenza.

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Giurisdizione Corte dei Conti: il caso società in house

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione della Corte dei Conti in una controversia tra una società di trasporti pubblici ‘in house’ e un’agenzia di riscossione. La causa, intentata per il mancato recupero di crediti, è stata ritenuta di natura contabile e non civile, poiché riguarda la gestione di denaro pubblico da parte di un agente contabile. La decisione sottolinea che la natura pubblica della società creditrice e dei fondi gestiti è determinante per radicare la giurisdizione contabile.

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